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DECRETO-LEGGE 30 dicembre 1993, n. 554

Disposizioni fiscali in materia di reddito di impresa.

note: Entrata in vigore del decreto: 30-12-1993.
Decreto-Legge decaduto per mancata conversione.
(Ultimo aggiornamento all'atto pubblicato il 19/08/1994)
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Testo in vigore dal: 30-12-1993
al: 28-2-1994
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
  Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; 
  Ritenuta  la  straordinaria  necessita'  ed  urgenza   di   emanare
disposizioni fiscali in materia di reddito di impresa; 
  Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri,  adottata  nella
riunione del 29 dicembre 1993; 
  Sulla proposta del Presidente del  Consiglio  dei  Ministri  e  del
Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del tesoro; 
                              E M A N A 
                     il seguente decreto-legge: 
                               Art. 1. 
  1. Al testo unico delle imposte sui redditi, approvato con  decreto
del Presidente della  Repubblica  22  dicembre  1986,  n.  917,  sono
apportate le seguenti modificazioni: 
    a) nell'articolo 9, comma 4, la lettera a)  e'  sostituita  dalla
seguente: 
    " a) per le  azioni,  obbligazioni  e  altri  titoli  quotati  in
mercati  regolamentati  italiani  o  esteri,  in  base   alla   media
aritmetica dei prezzi rilevati nell'ultimo mese;"; 
    b) nell'articolo 9, comma 4, la lettera c)  e'  sostituita  dalla
seguente: 
    " c) per le obbligazioni e gli altri  titoli  diversi  da  quelli
indicati alle lettere a) e b), comparativamente al valore normale dei
titoli   aventi   analoghe   caratteristiche   quotati   in   mercati
regolamentati italiani o esteri e, in  mancanza,  in  base  ad  altri
elementi determinabili in modo obiettivo."; 
    c) nell'articolo 52, il comma 1 e' sostituito dal seguente: 
  " 1. Il reddito d'impresa, salvo quanto disposto nell'articolo  79,
e' determinato apportando all'utile o  alla  perdita  risultante  dal
conto  economico,  relativo  all'esercizio  chiuso  nel  periodo   di
imposta, le  variazioni  in  aumento  o  in  diminuzione  conseguenti
all'applicazione dei criteri stabiliti nelle successive  disposizioni
del presente testo unico."; 
    d) nell'articolo 53, comma 1, la lettera c) e'  sostituita  dalla
seguente: 
    " c)  i  corrispettivi  delle  cessioni  di  azioni  o  quote  di
partecipazioni in societa' ed enti indicati nelle lettere a), b) e d)
del comma 1 dell'articolo 87, comprese quelle  non  rappresentate  da
titoli, nonche' di obbligazioni e di  altri  titoli  in  serie  o  di
massa, che non costituiscono immobilizzazioni finanziarie,  anche  se
non rientrano tra i  beni  al  cui  scambio  e'  diretta  l'attivita'
dell'impresa;"; 
    e) nell'articolo 53, dopo il comma 2 e' aggiunto il seguente: 
  "2-bis. Ai fini delle imposte  sui  redditi  i  beni  di  cui  alla
lettera c) del comma 1 non costituiscono immobilizzazioni finanziarie
se non sono iscritti come tali nel bilancio."; 
    f) all'articolo 54 sono apportate le seguenti modificazioni: 
    1) nel comma 1, la lettera c) e' sostituita dalla seguente: "  c)
se sono iscritte nello stato patrimoniale;"; 
    2) dopo il comma 2 e' inserito il seguente: 
  "2-bis.   Le   plusvalenze   delle   immobilizzazioni   finanziarie
costituite da partecipazioni  in  imprese  controllate  o  collegate,
iscritte a norma dell'articolo 2426, n. 4, del  codice  civile  o  di
leggi speciali, non concorrono alla formazione del  reddito,  per  la
parte eccedente le minusvalenze gia' dedotte, se il loro ammontare e'
attribuito  ad  una  riserva  non  distribuibile.  Tali   plusvalenze
concorrono a formare il reddito nell'esercizio e nella misura in  cui
siano realizzate o la riserva sia comunque utilizzata."; 
    3) nel comma 4, e' aggiunto in fine, il seguente periodo: "Per  i
beni che costituiscono immobilizzazioni finanziarie,  il  periodo  di
possesso si computa dalla loro iscrizione in bilancio come  tali;  si
considerano ceduti per primi i beni acquisiti in data piu' recente."; 
    g) nell'articolo 55, comma 3, lettera b), le parole "tuttavia  il
loro ammontare, nel limite del 50  per  cento  e  se  accantonato  in
apposito  fondo  del  passivo,  concorre   a   formare   il   reddito
nell'esercizio e nella misura in cui il fondo sia utilizzato o i beni
ricevuti   siano   destinati   all'uso    personale    o    familiare
dell'imprenditore, assegnati ai soci o destinati a finalita' estranee
all'esercizio dell'impresa" sono sostituite dalle seguenti: "tuttavia
il loro ammontare, nel limite del 50 per cento e  se  accantonato  in
apposita riserva, concorre a  formare  il  reddito  nell'esercizio  e
nella misura in cui la riserva  sia  comunque  utilizzata  o  i  beni
ricevuti   siano   destinati   all'uso    personale    o    familiare
dell'imprenditore, assegnati ai soci o destinati a finalita' estranee
all'esercizio dell'impresa."; 
    h) nell'articolo 56,  dopo  il  comma  3-  bis,  e'  aggiunto  il
seguente: 
  "3-ter. Gli interessi derivanti  da  titoli  acquisiti  in  base  a
contratti  'pronti  contro  termine'  che  prevedono   l'obbligo   di
rivendita a termine dei titoli concorrono a formare  il  reddito  del
cessionario per  l'ammontare  maturato  nel  periodo  di  durata  del
contratto. La differenza positiva o negativa tra il  corrispettivo  a
pronti e quello a termine, al netto degli  interessi  maturati  sulle
attivita'  oggetto  dell'operazione  nel  periodo   di   durata   del
contratto, concorre a  formare  il  reddito  per  la  quota  maturata
nell'esercizio."; 
    i) all'articolo 59 sono apportate le seguenti modificazioni: 
    1) la rubrica e' sostituita  dalla  seguente:  "Variazioni  delle
rimanenze"; 
    2) il comma 1 e' sostituito dal seguente: 
  " 1. Le variazioni delle rimanenze finali dei  beni  indicati  alle
lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 53, rispetto alle esistenze
iniziali, concorrono a formare il reddito dell'esercizio. A tal  fine
le rimanenze finali, la cui valutazione non sia  effettuata  a  costi
specifici o a norma dell'articolo 60, sono assunte per un valore  non
inferiore a quello che  risulta  raggruppando  i  beni  in  categorie
omogenee per natura e per valore e attribuendo a  ciascun  gruppo  un
valore non inferiore a quello determinato a norma delle  disposizioni
che seguono."; 
    3) dopo il comma 3 e' inserito il seguente: 
  "3-bis. Per le imprese che valutano in bilancio le rimanenze finali
con il metodo della media  ponderata  o  del  'primo  entrato,  primo
uscito' o con varianti di quello di cui  al  comma  3,  le  rimanenze
finali sono assunte per il valore che risulta  dall'applicazione  del
metodo adottato."; 
4) il primo periodo del comma 4 e' sostituito dal seguente: "Se in un
esercizio il valore unitario medio dei beni, determinato a norma  dei
      commi 2, 3 e 3-bis, e' superiore al valore normale medio 
di essi nell'ultimo mese dell'esercizio, il valore minimo di  cui  al
comma 1 e' determinato moltiplicando  l'intera  quantita'  dei  beni,
indipendentemente  dall'esercizio  di  formazione,  per   il   valore
normale."; 
    l) nell'articolo 60, il comma 1 e' sostituito dal seguente: 
  " 1. Le variazioni delle rimanenze finali delle opere, forniture  e
servizi pattuiti come oggetto unitario  e  con  tempo  di  esecuzione
ultrannuale, rispetto alle esistenze iniziali, concorrono  a  formare
il reddito dell'esercizio.  A  tal  fine  le  rimanenze  finali,  che
costituiscono  esistenze  iniziali  dell'esercizio  successivo,  sono
assunte  per  il  valore  complessivo  determinato  a   norma   delle
disposizioni che  seguono  per  la  parte  eseguita  fin  dall'inizio
dell'esecuzione del contratto, salvo il disposto del comma 4."; 
    m) all'articolo 61 sono apportate le seguenti modificazioni: 
    1) il comma 1 e' sostituito dal seguente: 
" 1. I titoli indicati nella lettera c) del comma 1 dell'articolo 53,
esistenti al termine di un esercizio,  sono  valutati  applicando  le
disposizioni dei commi 1, 2, 3, 3-bis, 4 e 6 dell'articolo 59, salvo 
quanto stabilito nei seguenti commi."; 
    2) dopo il comma 1 e' inserito il seguente: 
  "1-bis. Le cessioni di titoli, derivanti da contratti di riporto  o
di 'pronti contro termine' che prevedono per il cessionario l'obbligo
di rivendita a termine dei titoli, non determinano  variazioni  delle
rimanenze dei titoli."; 
    3) il comma 3 e' sostituito dal seguente: 
  " 3. Ai fini dell'applicazione del comma  4  dell'articolo  59,  il
valore minimo e' determinato: 
    a) per i titoli  quotati  in  mercati  regolamentati  italiani  o
esteri, in base alla media aritmetica dei prezzi rilevati nell'ultimo
mese; 
b)  per  le  azioni  e  titoli  similari  non  quotati   in   mercati
regolamentati  italiani  o  esteri,  riducendo  il  valore   unitario
 determinato a norma dei commi 2, 3 e 3-bis dello stesso articolo in 
misura proporzionalmente corrispondente alle diminuzioni patrimoniali
risultanti dal confronto fra l'ultimo bilancio regolarmente approvato
dalle societa' o enti emittenti anteriormente alla  data  in  cui  le
azioni vennero acquistate e l'ultimo bilancio o,  se  successive,  le
deliberazioni di riduzione del capitale per perdite; 
    c) per gli altri titoli, secondo le disposizioni della lettera c)
del comma 4 dell'articolo 9."; 
    4) dopo il comma 3 e' inserito il seguente: 
  "3-bis. Le riduzioni di valore di cui alla lettera b) del comma  3,
relative ad azioni e titoli  similari  emessi  da  societa'  ed  enti
residenti in Stati non appartenenti alla Comunita' economica  europea
sono ammesse, sempre che  siano  in  vigore  accordi  che  consentano
all'amministrazione  finanziaria   di   acquisire   le   informazioni
necessarie per l'accertamento delle condizioni ivi previste."; 
    5) comma 5, l'ultimo periodo e' sostituito dal  seguente:  "Nella
determinazione, a norma del comma 3, del valore minimo dei titoli non
quotati in mercati regolamentati italiani o esteri non si tiene conto
dei versamenti e delle remissioni di  debito  fatti  a  copertura  di
perdite della societa' emittente."; 
    6) dopo il comma 5 e' aggiunto, in fine, il seguente: 
  "5-bis. Le disposizioni dei commi precedenti si applicano anche per
la valutazione delle quote di partecipazione in societa' ed enti  non
rappresentate da titoli,  indicate  nella  lettera  c)  del  comma  1
dell'articolo 53."; 
    n) nell'articolo 66, dopo il comma 1, sono inseriti i seguenti: 
  "1- bis. Le minusvalenze delle  immobilizzazioni  finanziarie  sono
deducibili in misura  non  eccedente  la  differenza  tra  il  valore
fiscalmente riconosciuto e quello determinato: 
    a) per i titoli  quotati  in  mercati  regolamentati  italiani  o
esteri, in base alla media aritmetica dei prezzi rilevati nell'ultimo
semestre; 
    b) per le  azioni  e  titoli  similari  non  quotati  in  mercati
regolamentati italiani o esteri nonche'  per  le  partecipazioni  non
rappresentate da titoli, applicando i criteri di cui alla lettera  b)
del comma 3 dell'articolo 61; 
    c) per gli altri titoli, secondo le disposizioni della lettera c)
del  comma  4  dell'articolo  9.  Il  minor  valore  attribuito  alle
immobilizzazioni finanziarie in  conformita'  alle  disposizioni  del
presente comma vale anche per gli esercizi successivi sempre che esse
non  risultino  iscritte  nello  stato  patrimoniale  per  un  valore
superiore. 
  1-ter.  Per   le   immobilizzazioni   finanziarie   costituite   da
partecipazioni  in  imprese  controllate  o  collegate,  iscritte  in
bilancio a norma dell'articolo 2426, n. 4, del codice civile di leggi
speciali, non e' deducibile, anche a titolo d'ammortamento, la  parte
del costo d'acquisto eccedente il valore corrispondente alla frazione
di patrimonio  netto  risultante  dall'ultimo  bilancio  dell'impresa
partecipata. Le minusvalenze iscritte negli esercizi successivi  sono
deducibili applicando i criteri di cui alla lettera b)  del  comma  3
dell'articolo 61."; 
    o) nell'articolo 67, il comma 3 e' sostituito dal seguente: 
  " 3. La misura massima indicata nel comma 2 puo' essere superata in
proporzione alla piu'  intensa  utilizzazione  dei  beni  rispetto  a
quella normale del settore. La misura stessa puo' essere elevata fino
a due volte, per ammortamento anticipato nell'esercizio in cui i beni
sono entrati in funzione per la prima volta e nei due  successivi,  a
condizione che l'eccedenza, se nei rispettivi bilanci non  sia  stata
imputata all'ammortamento dei beni, sia stata accantonata in apposita
riserva  che  agli  effetti  fiscali  costituisce  parte   integrante
dell'ammortamento; nell'ipotesi di beni gia' utilizzati da  parte  di
altri soggetti, l'ammortamento anticipato puo'  essere  eseguito  dal
nuovo utilizzatore soltanto nell'esercizio in cui i beni sono entrati
in funzione. Con decreto del  Ministro  delle  finanze,  la  indicata
misura massima puo' essere variata, in aumento o in diminuzione,  nei
limiti di un quarto, in relazione al periodo di  utilizzabilita'  dei
beni in particolari processi produttivi.  Le  quote  di  ammortamento
stanziate in bilancio dopo il  completamento  dell'ammortamento  agli
effetti fiscali non sono deducibili e l'apposita riserva  concorre  a
formare il reddito  per  l'ammontare  prelevato  dall'imprenditore  o
distribuito ai soci o imputato a capitale in eccedenza alle quote non
dedotte."; 
    p) l'articolo 71 e' sostituito dal seguente: 
  "Art. 71 (Svalutazione dei crediti e accantonamenti per  rischi  su
crediti). - 1. Le svalutazioni dei crediti  risultanti  in  bilancio,
non coperti da garanzia assicurativa, che derivano dalle cessioni  di
beni  e  dalle  prestazioni  di  servizi   indicate   nel   comma   1
dell'articolo 53, sono deducibili in  ciascun  esercizio  nel  limite
dello 0,50 per cento  del  valore  nominale  o  di  acquisizione  dei
crediti stessi; per gli enti creditizi e finanziari di cui al decreto
legislativo 27 gennaio 1992, n. 87, sono  deducibili,  alle  medesime
condizioni, le svalutazioni dei crediti derivanti dalle operazioni di
erogazione del credito alla clientela, compresi i crediti  finanziari
concessi a Stati o banche centrali estere destinati al  finanziamento
delle esportazioni italiane o delle attivita' ad esse collegate.  Nel
computo  del  limite   si   tiene   conto   anche   degli   eventuali
accantonamenti ad apposito fondo di copertura dei rischi  su  crediti
effettuati in conformita' a disposizioni di legge. La  deduzione  non
e' piu' ammessa quando l'ammontare complessivo delle  svalutazioni  e
degli accantonamenti ha raggiunto il 5 per cento del valore  nominale
o di acquisizione  dei  crediti  risultanti  in  bilancio  alla  fine
dell'esercizio. 
   2. Per gli enti creditizi e finanziari, nell'ammontare dei crediti
si  comprende  anche  il  maggior  valore  delle  operazioni   'fuori
bilancio' iscritto nell'attivo in applicazione  dei  criteri  di  cui
all'articolo 103-bis. 
   3. Con decreti del Ministro  delle  finanze,  di  concerto  con  i
Ministri del tesoro e del bilancio e della programmazione  economica,
il limite dello 0,50 per cento puo' essere aumentato fino  allo  0,75
per  cento  anche  per  specifici  settori  economici  o  particolari
categorie di crediti. 
   4. Le perdite sui crediti di  cui  al  comma  1,  determinate  con
riferimento al valore nominale o di acquisizione dei crediti  stessi,
sono deducibili, a norma dell'articolo 66, limitatamente  alla  parte
che  eccede  l'ammontare  complessivo  delle  svalutazioni  e   degli
accantonamenti dedotti nei precedenti esercizi. Se  in  un  esercizio
l'ammontare complessivo delle  svalutazioni  e  degli  accantonamenti
dedotti eccede il 5 per cento del valore nominale o  di  acquisizione
dei crediti, l'eccedenza concorre a formare il reddito dell'esercizio
stesso. 
   5. Per i crediti per interessi di  mora,  le  svalutazioni  e  gli
accantonamenti di cui al comma 1 sono deducibili fino  a  concorrenza
dell'ammontare  dei  crediti  stessi  maturato   nell'esercizio.   Si
applicano le disposizioni del comma 4,  secondo  periodo,  calcolando
l'eccedenza con  riferimento  all'ammontare  complessivo  del  valore
nominale dei crediti per interessi di mora. 
   6.  Ai  fini  dell'applicazione  del   presente   articolo,   alla
dichiarazione dei redditi deve essere allegato apposito prospetto  da
cui risultino  l'ammontare  complessivo  del  valore  nominale  o  di
acquisizione dei crediti, delle svalutazioni e  degli  accantonamenti
dedotti nonche' quello delle perdite dedotte ai  sensi  dell'articolo
66."; 
    q) nell'articolo 74, il comma 3 e' sostituito con il seguente: 
  "Le altre spese relative a piu' esercizi, diverse da quelle consid-
erate nei precedenti articoli, sono deducibili nel limite della quota
imputabile a ciascun esercizio."; 
    r) all'articolo 76 sono apportate le seguenti modificazioni: 
    1) nel comma 1, la lettera c) e' sostituita dalla seguente: "  c)
il costo dei beni rivalutati s'intende comprensivo delle  plusvalenze
iscritte nello stato patrimoniale che hanno  concorso  a  formare  il
reddito o che per disposizione di legge  non  concorrono  a  formarlo
nemmeno in caso di successivo realizzo."; 
    2) nel comma 1, dopo la lettera  c)  e'  aggiunta,  in  fine,  la
seguente: "c-bis) per i titoli a  reddito  fisso,  che  costituiscono
immobilizzazioni finanziarie e sono iscritti come tali  in  bilancio,
la differenza positiva o negativa tra il costo d'acquisto e il valore
di rimborso concorre a formare  il  reddito  per  la  quota  maturata
nell'esercizio."; 
    3) nel comma 2, l'ultimo periodo e' sostituito dai seguenti:  "La
valutazione, secondo il cambio alla data di chiusura  dell'esercizio,
dei crediti e dei debiti in valuta  estera  risultanti  in  bilancio,
anche sotto forma di obbligazioni o titoli similari, e' consentita se
effettuata per la totalita' di essi. Per le imprese che intrattengono
in modo sistematico rapporti in valuta estera e' consentita la tenuta
della contabilita' plurimonetaria con l'applicazione  del  cambio  di
fine esercizio ai saldi dei relativi conti."; 
    s) dopo l'articolo 103 e' inserito il seguente: 
  "Art. 103-bis (Enti creditizi e finanziari) . - 1. Alla  formazione
del reddito degli enti creditizi e finanziari indicati  nell'articolo
1 del decreto legislativo  27  gennaio  1992,  n.  87,  concorrono  i
componenti positivi e negativi che risultano dalla valutazione  delle
operazioni  'fuori  bilancio',  in  corso  alla  data   di   chiusura
dell'esercizio, derivanti da contratti che hanno per oggetto  titoli,
valute  o  tassi  d'interesse,  o  che  assumono  come  parametro  di
riferimento per la determinazione della prestazione la quotazione  di
titoli o valute ovvero l'andamento di un indice su titoli,  valute  o
tassi d'interesse. 
   2. La valutazione di cui  al  comma  1  e'  effettuata  secondo  i
criteri previsti dagli articoli 15, comma 1, lettera c), 18, comma 3,
20, comma 3, e 21, commi 2 e 3, del decreto legislativo indicato  nel
comma 1.  A  tal  fine  i  componenti  negativi  non  possono  essere
superiori alla  differenza  tra  il  valore  del  contratto  o  della
prestazione  alla  data  della  stipula  o  a  quella   di   chiusura
dell'esercizio precedente e il corrispondente  valore  alla  data  di
chiusura  dell'esercizio.  Per  la  determinazione  di   quest'ultimo
valore, si assume: 
    a) per i contratti  uniformi  a  termine  negoziati  nei  mercati
regolamentati italiani o esteri, l'ultima quotazione  rilevata  entro
la chiusura dell'esercizio; 
    b)  per  i  contratti  di  compravendita  di  titoli,  il  valore
determinato ai sensi delle lettere a) e c) del comma 3  dell'articolo
61; 
    c)  per  i  contratti  di  compravendita  di  valute,  il  valore
determinato ai sensi delle lettere a) e b) del comma 2  dell'articolo
21 del citato decreto legislativo; 
     d) in tutti gli altri casi,  il  valore  determinato  secondo  i
criteri di cui alla lettera c) del comma 4 dell'articolo 9. 
   3. Se le operazioni di cui al comma 1 sono  poste  in  essere  con
finalita' di copertura dei rischi relativi ad attivita' e  passivita'
produttive di interessi, i relativi componenti  positivi  e  negativi
concorrono a formare  il  reddito,  secondo  lo  stesso  criterio  di
imputazione degli interessi, se  le  operazioni  hanno  finalita'  di
copertura di rischi connessi a  specifiche  attivita'  e  passivita',
ovvero secondo la  durata  del  contratto,  se  le  operazioni  hanno
finalita' di copertura di rischi connessi ad insiemi di  attivita'  e
passivita'. A tal fine l'operazione si considera di copertura  quando
ha l'obiettiva  funzione  di  ridurre  o  trasferire  il  rischio  di
variazione del valore di singole attivita' e passivita' o di  insiemi
di attivita' e passivita'.".