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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 ottobre 1983, n. 1252

Modificazioni allo statuto dell'Università degli studi di Urbino.

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vigente al 27/04/2024
Testo in vigore dal: 24-7-1984
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

  Veduto  lo  statuto dell'Universita' di Urbino, approvato con regio
decreto 8 febbraio 1925, n. 230, e successive modificazioni;
  Veduto  il  testo  unico  delle  leggi  sull'istruzione  superiore,
approvato con regio decreto 31 agosto 1933, numero 1592;
  Veduto  il  regio decreto-legge 20 giugno 1935, n. 1071, convertito
nella legge 2 gennaio 1936, n. 73;
  Veduto  il  regio  decreto 30 settembre 1938, n. 1652, e successive
modificazioni;
  Veduta la legge 11 aprile 1953, n. 312;
  Veduto  il  decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980,
n. 382;
  Vedute  le  proposte  di  modifica  dello  statuto  formulate dalle
autorita' accademiche dell'Universita' anzidetta;
  Riconosciuta  la  particolare  necessita'  di  approvare  le  nuove
modifiche  proposte in deroga ali termine triennale di cui all'ultimo
comma  dell'art.  17  del  testo unico 31 agosto 1933, n. 1592, per i
motivi   esposti   nelle   deliberazioni   degli   organi  accademici
dell'Universita'  di Urbino e convalidati dal Consiglio universitario
nazionale nel suo parere;
  Sentito il parere del Consiglio universitario nazionale;
  Sulla proposta del Ministro della pubblica istruzione;

                              Decreta:

  Lo  statuto dell'Universita' di Urbino, approvato, e modificato con
i decreti sopraindicati, e' ulteriormente modificato come appresso:
                               Art. 1.

  Nell'art.   7,   relativo   alla   composizione  del  consiglio  di
amministrazione,  il  quarto  comma e' soppresso ed e' sostituito dal
seguente nuovo comma:
  "Altri   enti   e   privati,  qualora  concorrano  al  mantenimento
dell'Universita'  con  un  contributo superiore, a lire 400 milioni a
fondo perduto o un contributo annuo non inferiore a lire 100 milioni,
hanno    pure    diritto   di   designare,   ciascuno,   un   proprio
rappresentante".