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LEGGE 11 maggio 1990, n. 108

Disciplina dei licenziamenti individuali.

note: Entrata in vigore della legge: 26/5/1990 (Ultimo aggiornamento all'atto pubblicato il 14/07/2003)
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Testo in vigore dal:  26-5-1990

Art. 3

Licenziamento discriminatorio
1. Il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie ai sensi dell'articolo 4 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e dell'articolo 15 della legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dall'articolo 13 della legge 9 dicembre 1977, n. 903, è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dalla presente legge. Tali disposizioni si applicano anche ai dirigenti.
Note all'art. 3:
- Il testo dell'art. 4 della legge n. 604/1966 è il seguente:
"Art. 4. - Il licenziamento determinato da ragioni di credo politico o fede religiosa, dell'appartenenza ad un sindacato e dalla partecipazione ad attività sindacabili è nullo, indipendentemente dalla motivazione adottata".
- Il testo dell'art. 15 della legge n. 300/1970, come modificato dalla legge n. 903/1977, è il seguente:
"Art. 15 (Atti discriminatori). - È nullo qualsiasi patto od atto diretto a:
a) subordinare l'occupazione di un lavoratore alla condizione che aderisca o non aderisca ad una associazione sindacale ovvero cessi di farne parte;
b) licenziare un lavoratore, discriminarlo nella assegnazione di qualifiche o mansioni, nei trasferimenti, nei provvedimenti disciplinari, o recargli altrimenti pregiudizio a causa della sua affiliazione o attività sindacale ovvero della sua partecipazione ad uno sciopero.
Le disposizioni di cui al comma precedente si applicano altresì ai patti o atti diretti a fini di discriminazione politica, religiosa, razziale, di lingua o di sesso".
- Per il testo dell'art. 18 della legge n. 300/1970 si veda la precedente nota all'art. 1.