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MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

DECRETO 8 giugno 1998, n. 279

Regolamento recante norme per la verifica dei risultati e della responsabilità dei dirigenti del Ministero di grazia e giustizia.

note: Entrata in vigore del decreto: 28-8-1998
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Testo in vigore dal:  28-8-1998

Art. 7

Principi generali per il controllo
e la valutazione dei dirigenti
1. I parametri di riferimento del controllo sull'attività amministrativa e i criteri di valutazione dei dirigenti devono essere conformi ai seguenti principi generali:
a) utilizzazione delle relazioni dei responsabili delle direzioni generali e delle altre unità organizzative, nonché delle relazioni che, secondo modelli predefiniti, devono essere redatte a cura dei singoli dirigenti sottoposti a valutazione;
b) verifica, mediante valutazione comparativa dei costi e dei rendimenti, della corretta gestione delle risorse, anche in ordine alla erogazione dei trattamenti economici accessori attribuiti ai dipendenti;
c) valutazione dell'operato dei dirigenti tenendo conto in modo esplicito della correlazione tra le direttive impartite, gli obiettivi da perseguire e le risorse umane, finanziarie e strumentali effettivamente poste a disposizione dei dirigenti;
d) adeguata ponderazione della conformità ai principi di trasparenza e imparzialità dell'attività amministrativa svolta;
e) considerazione del grado di rispetto dei termini massimi previsti per la conclusione dei procedimenti amministrativi;
f) considerazione dell'entità e natura del contenzioso, con il personale dipendente o con terzi estranei all'amministrazione, anche stragiudiziale o inerente a conflitti sindacali, derivato dall'operato del dirigente;
g) considerazione, per gli incarichi dirigenziali ispettivi, di consulenza, studio e ricerca, nonché per quelli espletati presso gli uffici giudiziari, del grado di autonomia tecnica e funzionale, della rilevanza giuridica, economica e sociale dei provvedimenti predisposti, dei margini di discrezionalità rispetto alle prescrizioni di norme giuridiche o alle istruzioni di organi sovraordinati, del livello di impegno e di disagio richiesto dalla specifica posizione, del livello di professionalità e specializzazione richiesto, dell'eventuale coordinamento di altre professionalità, anche esterne all'amministrazione, ed anche nell'ambito di commissioni, gruppi di studio, organi collegiali.