DECRETO LEGISLATIVO 16 dicembre 2016 , n. 257

Disciplina di attuazione della direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi. (17G00005)

 Vigente al: 10-5-2024  

Titolo I
FINALITÀ E OBIETTIVI

 
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
 
  Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; 
  Vista  la  direttiva  2014/94/UE,  del  Parlamento  europeo  e  del
Consiglio,   del   22   ottobre   2014,   sulla   realizzazione    di
un'infrastruttura per i combustibili alternativi; 
  Vista la legge 9 luglio 2015, n. 114, recante delega al Governo per
il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di  altri  atti
dell'Unione europea -  legge  di  delegazione  europea  2014,  ed  in
particolare l'allegato B, punto 48); 
  Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, e  successive  modificazioni,
recante nuove norme in materia di procedimento  amministrativo  e  di
diritto di accesso ai documenti amministrativi; 
  Vista  la  legge  23  dicembre   1992,   n.   498,   e   successive
modificazioni, recante  interventi  urgenti  in  materia  di  finanza
pubblica; 
  Vista la legge 28 gennaio 1994, n. 84, e successive  modificazioni,
recante il riordino della legislazione in materia portuale; 
  Vista la legge 5 giugno 2003,  n.  131,  recante  disposizioni  per
l'adeguamento   dell'ordinamento   della   Repubblica   alla    legge
costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3; 
  Vista la legge 23 agosto 2004, n. 239, e successive  modificazioni,
recante il riordino del settore energetico, nonche' delega al Governo
per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia; 
  Vista la legge 7 agosto 2015, n. 124, recante le deleghe al Governo
in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche; 
  Visto il decreto-legge  1°  ottobre  2007,  n.  159,  e  successive
modificazioni, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre
2007,   n.   222,   recante    interventi    urgenti    in    materia
economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equita' sociale; 
  Visto  il  decreto-legge  22  giugno  2012,  n.  83,  e  successive
modificazioni, convertito, con modificazioni, dalla  legge  7  agosto
2012,  n.  134,  e,  in  particolare,  gli  articoli  17-quinquies  e
17-septies, recante le misure urgenti per la crescita del Paese; 
  Visto il decreto-legge 23  dicembre  2013,  n.  145,  e  successive
modificazioni, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio
2014, n.  9,  e  successive  modificazioni,  recante  gli  interventi
urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», per il contenimento
delle tariffe elettriche e del gas, per l'internazionalizzazione,  lo
sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonche' misure  per  la
realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015; 
  Visto il decreto-legge  24  giugno  2014,  n.  91,  convertito  con
modificazioni, dalla legge 11  agosto  2014,  n.  116,  e  successive
modificazioni,  recante  le  disposizioni  urgenti  per  il   settore
agricolo,  la  tutela  ambientale  e   l'efficientamento   energetico
dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e  lo  sviluppo
delle imprese, il  contenimento  dei  costi  gravanti  sulle  tariffe
elettriche, nonche'  per  la  definizione  immediata  di  adempimenti
derivanti dalla normativa europea; 
  Visto il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285,  e  successive
modificazioni,  recante  il  nuovo  codice  della   strada,   e,   in
particolare, l'articolo 158, comma 1; 
  Visto il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e  successive
modificazioni, relativo al testo unico delle disposizioni legislative
concernenti le imposte sulla produzione  e  sui  consumi  e  relative
sanzioni penali e amministrative; 
  Visto il decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32, e  successive
modificazioni,  concernente  la  razionalizzazione  del  sistema   di
distribuzione dei carburanti,  a  norma  dell'articolo  4,  comma  4,
lettera c), della legge 15 marzo 1997, n. 59; 
  Visto il decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164,  e  successive
modificazioni,  concernente  l'attuazione  della  direttiva  98/30/CE
recante norme comuni per il mercato interno del gas naturale, a norma
dell'articolo 41 della legge 17 maggio 1999, n. 144; 
  Visto il decreto legislativo 8 marzo 2006,  n.  139,  e  successive
modificazioni, recante il riassetto delle disposizioni relative  alle
funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili  del  fuoco,  a
norma dell'articolo 11 della legge 29 luglio 2003, n. 229; 
  Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n.  152,  e  successive
modificazioni, recante norme in materia ambientale; 
  Visto il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155,  e  successive
modificazioni, recante attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa
alla qualita' dell'aria e per un aria piu' pulita in Europa; 
  Visto il decreto legislativo 3 marzo  2011,  n.  28,  e  successive
modificazioni, recante l'attuazione della direttiva 2009/28/CE  sulla
promozione  dell'uso  dell'energia  da  fonti  rinnovabili,   recante
modifica  e  successiva  abrogazione  delle  direttive  2001/77/CE  e
2003/30/CE; 
  Visto il decreto legislativo 31 marzo 2011,  n.  55,  e  successive
modificazioni, recante l'attuazione della direttiva  2009/30/CE,  che
modifica la direttiva 98/70/CE, per  quanto  riguarda  le  specifiche
relative  a  benzina,  combustibile   diesel   e   gasolio,   nonche'
l'introduzione di un meccanismo inteso a  controllare  e  ridurre  le
emissioni di gas a effetto serra, modifica  la  direttiva  1999/32/CE
per quanto concerne le specifiche relative al combustibile utilizzato
dalle navi adibite alla navigazione interna  e  abroga  la  direttiva
93/12/CEE; 
  Visto il decreto legislativo 1° giugno 2011, n.  93,  e  successive
modificazioni,  recante  l'attuazione  delle  direttive   2009/72/CE,
2009/73/CE e 2008/92/CE  relative  a  norme  comuni  per  il  mercato
interno dell'energia elettrica, del gas naturale e ad  una  procedura
comunitaria  sulla  trasparenza  dei  prezzi  al  consumatore  finale
industriale di gas e di energia elettrica, nonche' abrogazione  delle
direttive 2003/54/CE e 2003/55/CE; 
  Visto il decreto legislativo 4 luglio 2014, n.  102,  e  successive
modificazioni,  recante  l'attuazione  della   direttiva   2012/27/UE
sull'efficienza energetica, che modifica le direttive  2009/125/CE  e
2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE; 
  Visto il decreto  legislativo  26  giugno  2015,  n.  105,  recante
l'attuazione della direttiva 2012/18/UE  relativa  al  controllo  del
pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001,  n.
327,  e  successive  modificazioni,  recante  il  testo  unico  delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione
per pubblica utilita' (Testo A); 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001,  n.
380,  e  successive  modificazioni,  recante  il  testo  unico  delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia  edilizia  (Testo
A); 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n.
151, e successive  modificazioni,  relativo  al  regolamento  recante
semplificazione  della  disciplina  dei  procedimenti  relativi  alla
prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma  4-quater,
del  decreto-legge  31  maggio   2010,   n.   78,   convertito,   con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122; 
  Visto  il  decreto  del  Ministro  dell'interno  24  maggio   2002,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 131 del 6 giugno 2002, recante
norme di prevenzione incendi per  la  progettazione,  costruzione  ed
esercizio degli impianti di distribuzione stradale  di  gas  naturale
per autotrazione; 
  Visto  il  decreto  del  Ministro  dell'interno  31  agosto   2006,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 213  del  13  settembre  2006,
recante l'approvazione della regola tecnica  di  prevenzione  incendi
per la progettazione, costruzione  ed  esercizio  degli  impianti  di
distribuzione di idrogeno per autotrazione; 
  Visto il  decreto  del  Ministro  dei  trasporti  28  aprile  2008,
pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale  n.  162
del  12  luglio  2008,  relativo  al  recepimento   della   direttiva
2007/46/CE del Parlamento europeo e del  Consiglio  del  5  settembre
2007, relativa all'omologazione dei  veicoli  a  motore  e  dei  loro
rimorchi,  nonche'  dei  sistemi,  componenti  ed  entita'   tecniche
destinati a tali veicoli; 
  Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui  all'articolo
8 del decreto delegato 28 agosto 1997, n. 281, espresso nella  seduta
del 10 novembre 2016; 
  Vista la preliminare  deliberazione  del  Consiglio  dei  ministri,
adottata nella riunione del 15 settembre 2016; 
  Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni  della  Camera  dei
deputati e del Senato della Repubblica; 
  Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri,  adottata  nella
riunione del 14 dicembre 2016; 
  Sulla proposta del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  e  del
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,  di  concerto  con  il
Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e  della
tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'economia  e  delle
finanze, il Ministro dell'interno, il Ministro degli affari esteri  e
della cooperazione internazionale e il Ministro della giustizia; 
 
                              E m a n a 
 
                  il seguente decreto legislativo: 
 
                               Art. 1 
 
                  Finalita' e campo di applicazione 
       (Attuazione dell'articolo 1 della direttiva 2014/94/UE) 
 
  1. Al fine di  ridurre  la  dipendenza  dal  petrolio  e  attenuare
l'impatto ambientale nel settore dei trasporti, il  presente  decreto
stabilisce requisiti minimi per la costruzione di infrastrutture  per
i combustibili alternativi, inclusi i punti di ricarica per i veicoli
elettrici e i punti di rifornimento  di  gas  naturale  liquefatto  e
compresso,  idrogeno  e  gas  di  petrolio  liquefatto,  da  attuarsi
mediante il  Quadro  Strategico  Nazionale  di  cui  all'articolo  3,
nonche' le specifiche tecniche comuni per i punti di  ricarica  e  di
rifornimento, e requisiti concernenti le informazioni agli utenti. 
                               Art. 2 
 
                             Definizioni 
(Attuazione dell'articolo 2, paragrafo 1, della direttiva 2014/94/UE) 
 
  1. Ai fini del presente decreto, si intende per: 
    a) combustibili alternativi: combustibili o fonti di energia  che
fungono, almeno  in  parte,  da  sostituti  delle  fonti  fossili  di
petrolio nella fornitura di energia per il trasporto  e  che  possono
contribuire alla sua decarbonizzazione e  migliorare  le  prestazioni
ambientali  del  settore  trasporti.   I   combustibili   alternativi
comprendono anche: 
      1) elettricita'; 
      2) idrogeno; 
      3) biocarburanti,  quali  definiti  all'articolo  2,  comma  1,
lettera i) del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28; 
      4) combustibili sintetici e paraffinici; 
      5) gas naturale,  compreso  il  biometano,  in  forma  gassosa,
denominato gas naturale compresso,  di  seguito  GNC,  e  liquefatta,
denominato gas naturale liquefatto, di seguito GNL; 
      6) gas di petrolio liquefatto, di seguito denominato GPL; 
    b) veicolo elettrico: un veicolo a motore  dotato  di  un  gruppo
propulsore contenente almeno una macchina  elettrica  non  periferica
come convertitore di energia  con  sistema  di  accumulo  di  energia
ricaricabile, che puo' essere ricaricato esternamente; 
    c) punto di ricarica: un'interfaccia  in  grado  di  caricare  un
veicolo elettrico alla volta o sostituire la batteria di  un  veicolo
elettrico alla volta; 
    d) punto di ricarica di potenza standard: un punto  di  ricarica,
che consente il trasferimento di elettricita' a un veicolo  elettrico
di potenza pari o inferiore a 22 kW, esclusi i dispositivi di potenza
pari o inferiore a 3,7 kW, che sono installati in abitazioni  private
o il cui scopo principale non e' ricaricare veicoli elettrici, e  che
non sono accessibili al pubblico. Il punto  di  ricarica  di  potenza
standard e' dettagliato nelle seguenti tipologie: 
      1) lenta = pari o inferiore a 7,4 kW; 
      2) accelerata = superiore a 7,4 kW e pari o inferiore a 22 kW; 
    e) punto di ricarica di potenza elevata: un punto di ricarica che
consente il trasferimento di elettricita' a un veicolo  elettrico  di
potenza superiore a 22 kW. Il punto di ricarica di potenza elevata e'
dettagliato nelle seguenti tipologie: 
      1) veloce: superiore a 22 kW e pari o inferiore a 50 kW; 
      2) ultra-veloce: superiore a 50 kW; 
    ((e-bis):  dispositivo  di  ricarica:  dispositivo  in  grado  di
erogare il  servizio  di  ricarica  mediante  uno  o  piu'  punti  di
ricarica, comunemente  denominato  "colonnina  di  ricarica",  o,  in
ambito domestico, "wallbox". 
    e-ter): infrastruttura di ricarica: insieme di strutture, opere e
impianti necessari alla realizzazione di aree di sosta dotate di  uno
o piu' punti di  ricarica  per  veicoli  elettrici.  In  particolare,
l'infrastruttura di ricarica e' composta da uno o piu' dispositivi di
ricarica e dalle relative interconnessioni elettriche. 
    e-quater): stazione di ricarica:  area  adibita  al  servizio  di
ricarica di veicoli elettrici composta dagli stalli di  sosta,  dalle
relative  infrastrutture   di   ricarica   nonche'   dagli   elementi
architettonici e edilizi funzionali al servizio di ricarica.  Laddove
realizzata su area pubblica  o  aperta  al  pubblico,  garantisce  un
accesso non discriminatorio a  tutti  gli  utenti;  una  stazione  di
ricarica e' connessa alla rete di distribuzione di energia  elettrica
tramite un punto di connessione (POD) dotato di smart  meter  per  la
misura dell'energia  elettrica  complessivamente  prelevata,  inclusa
quella eventualmente utilizzata per altri usi diversi dalla ricarica,
e di quella eventualmente immessa.)) 
    f) fornitura di elettricita' lungo  le  coste:  la  fornitura  di
alimentazione elettrica alle infrastrutture di  ormeggio  a  servizio
delle navi adibite alla navigazione marittima o  delle  navi  adibite
alla   navigazione   interna   ormeggiate,   effettuata    attraverso
un'interfaccia standardizzata con la rete elettrica o con  generatore
elettrico isolato alimentato  a  gas  naturale  liquefatto  -  GNL  o
idrogeno; 
    g) punto di ricarica o di rifornimento accessibile  al  pubblico:
un  punto  di  ricarica  o  di  rifornimento  per  la  fornitura   di
combustibile   alternativo   che   garantisce    un    accesso    non
discriminatorio a tutti gli  utenti.  L'accesso  non  discriminatorio
puo'  comprendere  condizioni  diverse  di  autenticazione,   uso   e
pagamento. A tal fine, si  considera  punto  di  ricarica  aperto  al
pubblico: 
      1) un punto  di  ricarica  la  cui  area  di  stazionamento  e'
accessibile al pubblico, anche mediante autorizzazione e pagamento di
un diritto di accesso; 
      2) un punto di ricarica collegato a un sistema  di  autovetture
condivise e accessibile a terzi, anche a seguito  del  pagamento  del
servizio di ricarica; 
    h) punto di ricarica non accessibile al pubblico: 
      1) un punto di ricarica installato in un edificio  residenziale
privato o in una pertinenza  di  un  edificio  residenziale  privato,
riservato esclusivamente ai residenti; 
      2) un punto di ricarica destinato esclusivamente alla  ricarica
di veicoli in servizio all'interno di una stessa entita',  installato
all'interno di una recinzione dipendente da tale entita'; 
      3)  un  punto  di  ricarica  installato   in   un'officina   di
manutenzione o di riparazione, non accessibile al pubblico; 
    i) punto di rifornimento: un  impianto  di  rifornimento  per  la
fornitura di qualsiasi combustibile alternativo, ad eccezione del gas
naturale liquefatto-GNL, mediante un'installazione fissa o mobile; 
    l) punto di rifornimento per il gas naturale  liquefatto-GNL:  un
impianto  di  rifornimento  per  la   fornitura   di   gas   naturale
liquefatto-GNL,  consistente  in  un  impianto  fisso  o  mobile,  un
impianto offshore o un altro sistema. 

Titolo II
QUADRO STRATEGICO NAZIONALE
Capo I
Disciplina generale

                               Art. 3 
 
             Disciplina del Quadro Strategico Nazionale 
(Attuazione dell'articolo 3, paragrafi 1, 2, 3, 5 e 6 della direttiva
                             2014/94/UE) 
 
  1. Il Quadro Strategico Nazionale, di cui all'allegato III, per  lo
sviluppo del mercato dei combustibili  alternativi  nel  settore  dei
trasporti e la realizzazione della relativa infrastruttura prevede  i
seguenti elementi: 
    a) una valutazione dello stato attuale e  degli  sviluppi  futuri
del mercato dei combustibili alternativi nel settore  dei  trasporti,
anche alla luce del loro possibile utilizzo simultaneo e combinato, e
dello sviluppo dell'infrastruttura per  i  combustibili  alternativi,
considerando eventualmente la continuita' transfrontaliera; 
    b)    gli    obiettivi    nazionali    per    la    realizzazione
dell'infrastruttura per i combustibili alternativi, nel rispetto  dei
requisiti  minimi  di  cui  all'articolo  4  per  la   fornitura   di
elettricita' per il trasporto, dei requisiti di  cui  all'articolo  5
per la fornitura di idrogeno per il trasporto stradale, dei requisiti
di cui all'articolo 6  per  la  fornitura  di  gas  naturale  per  il
trasporto e dei requisiti di cui all'articolo 7 per la  fornitura  di
gas  di  petrolio  liquefatto  per  il  trasporto.  Questi  obiettivi
nazionali possono essere riveduti sulla base di una valutazione della
domanda nazionale, regionale o  a  livello  di  Unione  europea,  pur
garantendo il rispetto dei requisiti minimi dell'infrastruttura sopra
indicati, con le procedure di cui al successivo comma 3; 
    c)  la  valutazione  della  necessita'  di  installare  punti  di
rifornimento per il gas naturale liquefatto-GNL nei porti all'esterno
della rete centrale della TEN-T; 
    d) la valutazione  della  necessita'  di  installare  sistemi  di
fornitura di elettricita' negli aeroporti  per  l'utilizzo  da  parte
degli aerei in stazionamento. 
  2. Con  il  presente  decreto  e'  adottato  il  Quadro  Strategico
Nazionale,  di  cui  all'allegato  III,  articolato  nelle   seguenti
sezioni: 
    a) fornitura di elettricita' per il trasporto; 
    b) fornitura di idrogeno per il trasporto stradale; 
    c) fornitura di gas naturale per il trasporto e per altri usi; 
    d)  fornitura  di  gas  di  petrolio  liquefatto -  GPL  per   il
trasporto. 
  3. La sezione di cui al comma 2, lettera a) del  Quadro  Strategico
Nazionale, di cui all'allegato III, si compone di  due  sottosezioni.
La   prima   sottosezione   e'   costituita   dal   Piano   nazionale
infrastrutturale per la ricarica dei veicoli  alimentati  ad  energia
elettrica   -   PNire,   previsto   dall'articolo   17-septies,   del
decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito dalla legge 7  agosto
2012, n. 134. La seconda sottosezione e' costituita dalla valutazione
della necessita' di fornitura di elettricita' alle infrastrutture  di
ormeggio nei porti marittimi e nei porti della navigazione interna  e
valutazione della necessita' di installare sistemi  di  fornitura  di
elettricita' negli aeroporti per l'utilizzo da parte degli  aerei  in
stazionamento. 
  4. La sezione di cui al comma 2, lettera c) del  Quadro  Strategico
Nazionale, di cui allegato III, si compone di  due  sottosezioni.  La
prima sottosezione riguarda lo sviluppo del GNL  per  la  navigazione
marittima e interna, nonche' per il trasporto stradale  e  per  altri
usi. La seconda sottosezione riguarda lo  sviluppo  del  GNC  per  il
trasporto stradale. 
  5. Con decreto  del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri,  su
proposta del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti,  di
concerto con  il  Ministro  dello  sviluppo  economico,  il  Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio  e  del  mare  e  con  il
Ministro  dell'economia  e  delle  finanze,   previa   intesa   della
Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28
agosto 1997, n. 281, e' aggiornato il Quadro Strategico Nazionale  di
cui all'allegato III, ovvero  sue  singole  sezioni  e  sottosezioni,
secondo quanto stabilito dalle disposizioni di cui agli  articoli  4,
5, 6 e 7 del presente decreto, con cadenza triennale.  Lo  stesso  e'
aggiornato con la medesima procedura anche in caso  di  significativi
sviluppi tecnologici, di  mutate  condizioni  di  mercato  anche  con
riferimento al contesto internazionale, o di sopravvenute esigenze di
ordine economico, sociale e ambientale,  tenendo  anche  conto  delle
singole  componenti  di   fornitura.   L'aggiornamento   del   Quadro
Strategico Nazionale, di cui  all'allegato  III,  tiene  conto  anche
degli sviluppi tecnologici relativi alla fornitura di idrogeno per il
trasporto. 
  6. E' fatta salva la procedura prevista  dall'articolo  17-septies,
del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83,  convertito  dalla  legge  7
agosto 2012, n. 134 per l'approvazione dell'aggiornamento  del  Piano
nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati  ad
energia  elettrica -  PNire  -  di  cui  alla   sezione   a),   prima
sottosezione, del Quadro  Strategico  Nazionale.  Restano  fermi  gli
obiettivi e le priorita' di cui al capo IV-bis del  decreto-legge  22
giugno 2012, n. 83, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134,  e,
in particolare, l'articolo 17-bis, commi 3 e 4. 
  7. A  sostegno  della  realizzazione  degli  obiettivi  del  Quadro
Strategico Nazionale nelle sue varie articolazioni, sono adottate  le
seguenti misure: 
    a) per la semplificazione delle  procedure  amministrative,  come
previste nel Titolo IV; 
    b) per promuovere la  diffusione  dei  combustibili  alternativi,
come previste nel Titolo V; 
    c) che possono promuovere  la  realizzazione  dell'infrastruttura
per i combustibili alternativi nei servizi di trasporto pubblico. Con
decreto del Ministro delle infrastrutture  e  dei  trasporti,  previo
parere della Conferenza unificata, sono adottate le linee  guida  per
la redazione dei piani urbani per la mobilita' sostenibile -  PUMS  -
tenendo conto dei principi previsti nel presente decreto. 
  8.  Il  Quadro  Strategico  Nazionale,  di  cui  all'allegato  III,
rispetta la vigente  normativa  dell'Unione  europea  in  materia  di
protezione  dell'ambiente  e  del  clima.  Le  misure   di   sostegno
all'infrastruttura per i combustibili alternativi, di cui  al  Titolo
V, sono applicate nel rispetto  delle  norme  sugli  aiuti  di  Stato
contenute nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. 
  9. Il Quadro Strategico Nazionale, di cui all'allegato  III,  tiene
conto delle necessita' dei differenti modi  di  trasporto  esistenti,
inclusi quelli per i quali sono disponibili alternative  limitate  ai
combustibili  fossili  e,  ove  opportuno,  degli   interessi   delle
autorita'  regionali  e  locali,  nonche'  di  quelli   delle   parti
interessate. 
  10. Per quanto riguarda il piano di  sviluppo  e  le  normative  di
sostegno per l'impiego dei  biocarburanti,  si  fa  riferimento  alle
disposizioni dell'articolo 1, comma 15, del decreto-legge 23 dicembre
2013, n. 145, convertito dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9,  e  alle
disposizioni dell'articolo 30-sexies, comma 1, del  decreto-legge  24
giugno 2014, n. 91, convertito dalla legge 11 agosto  2014,  n.  116,
per l'aggiornamento delle condizioni, dei criteri e  delle  modalita'
di attuazione dell'obbligo di immissione in consumo di biocarburanti,
compresi  quelli  avanzati,  nonche'   ai   provvedimenti   attuativi
dell'articolo 21, comma 2, del decreto legislativo 3 marzo  2011,  n.
28, in materia di incentivazione del biometano immesso nella rete del
gas naturale. 
                               Art. 4 
 
Disposizioni specifiche per  la  fornitura  di  elettricita'  per  il
        trasporto. Sezione a) del Quadro Strategico Nazionale 
(Attuazione dell'articolo 4, paragrafi 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11
                  e 12 della direttiva 2014/94/UE) 
 
  1. Entro il 31 dicembre 2020, e' realizzato un numero  adeguato  di
punti   di   ricarica   accessibili   al   pubblico   per   garantire
l'interoperabilita' tra punti gia' presenti e  da  installare,  e,  a
seconda delle esigenze del mercato, che i veicoli elettrici circolino
almeno negli agglomerati urbani e suburbani, in altre zone densamente
popolate e nelle altre reti e secondo i seguenti  ambiti  individuati
progressivamente: 
    a) citta' metropolitane - poli e cintura - e  altre  aree  urbane
che hanno registrato nell'ultimo triennio lo  sforamento  dei  limiti
delle  concentrazioni   inquinanti,   come   previsto   dal   decreto
legislativo 13 agosto 2010, n. 155; 
    b) aree urbane non rientranti nella lettera a); 
    c) strade extraurbane, statali e autostrade. 
  2. In conformita' al comma 1, sono designati gli agglomerati urbani
e suburbani, delle altre zone densamente popolate e delle reti,  che,
a seconda delle  esigenze  del  mercato,  sono  dotati  di  punti  di
ricarica accessibili al pubblico. 
  3. Il numero dei punti di ricarica e' fissato tenendo  conto  anche
del numero stimato di veicoli elettrici che sono immatricolati  entro
la fine del 2020, che sono indicati successivamente nella sezione  a)
del  Quadro   Strategico   Nazionale,   delle   migliori   prassi   e
raccomandazioni a livello europeo, nonche' delle esigenze particolari
connesse  all'installazione  di  punti  di  ricarica  accessibili  al
pubblico nelle stazioni di trasporto pubblico. 
  4.  La  sezione  a)  del  Quadro  Strategico  Nazionale,   di   cui
all'allegato  III,  puo'  essere  integrata  con   misure   volte   a
incoraggiare e agevolare la realizzazione di punti  di  ricarica  non
accessibili al pubblico. 
  5. I punti di ricarica di potenza standard per i veicoli elettrici,
escluse le unita' senza fili o a induzione, introdotti o rinnovati  a
decorrere dal 18 novembre 2017, si conformano almeno alle  specifiche
tecniche di cui all'allegato I, punto 1.1, e ai  requisiti  specifici
di sicurezza in vigore a livello nazionale. I punti  di  ricarica  di
potenza elevata per i veicoli elettrici, escluse le unita' senza fili
o a induzione, introdotti o rinnovati a  decorrere  dal  18  novembre
2017,  si  conformano  almeno  alle  specifiche   tecniche   di   cui
all'allegato I, punto 1.2. 
  6. Fermo quanto disposto al comma 5  e  fatto  salvo  l'obbligo  di
rispondere ai requisiti di sicurezza, per i  punti  di  ricarica  non
accessibili al pubblico e' facolta' di adottare standard diversi, ove
siano di potenza superiore a quella standard. 
  7. Una valutazione della necessita' di  fornitura  di  elettricita'
alle infrastrutture di ormeggio nei porti marittimi e nei porti della
navigazione  interna  e'  inserita  nella  sezione  a)   del   Quadro
Strategico Nazionale, di cui  all'allegato  III.  Tale  fornitura  di
elettricita' lungo le coste e' installata, entro il 31 dicembre 2025,
come priorita' nei porti della rete centrale  della  TEN-T,  e  negli
altri porti, tranne i casi in cui non vi e' alcuna domanda e i  costi
sono  sproporzionati  rispetto  ai  benefici,  inclusi   i   benefici
ambientali. Le installazioni per la fornitura di elettricita' per  il
trasporto marittimo ubicate lungo le coste, introdotte o rinnovate  a
decorrere dal 18 novembre 2017, si conformano almeno alle  specifiche
tecniche di cui all'allegato I, punto 1.7. 
  8.  La  ricarica  dei  veicoli  elettrici  nei  punti  di  ricarica
accessibili al pubblico, ove tecnicamente possibile ed economicamente
ragionevole, si avvale di sistemi di misurazione intelligenti,  quali
definiti all'articolo 2, comma 2, lettera pp) del decreto legislativo
4  luglio  2014,  n.  102,  e  sono  conformi  ai  requisiti  di  cui
all'articolo 9, comma 3 del  medesimo  decreto  legislativo,  nonche'
sono in grado di fornire informazioni dettagliate necessarie anche in
tempo reale per contribuire alla  stabilita'  della  rete  elettrica,
ricaricando  le  batterie  in  periodi   di   domanda   generale   di
elettricita' ridotta, e consentire una gestione sicura  e  flessibile
dei dati. I misuratori intelligenti sono posizionati in ogni stazione
di ricarica per ciascun operatore nel punto  di  connessione  con  la
rete  di  distribuzione.  Per  i  singoli  punti  di   ricarica,   e'
sufficiente che ciascuno di essi sia dotato  di  un  contabilizzatore
azzerabile con il  quale  l'operatore  possa  rendere  visibili  agli
utilizzatori di veicoli elettrici le informazioni  relative  ad  ogni
singolo servizio di ricarica erogato. 
  9. Gli operatori dei punti di ricarica accessibili al pubblico sono
considerati, ai fini dell'applicazione  del  decreto  legislativo  26
ottobre 1995,  n.  504,  consumatori  finali  dell'energia  elettrica
utilizzata per la ricarica degli accumulatori dei veicoli a  trazione
elettrica presso infrastrutture pubbliche, aperte al pubblico  ovvero
di pertinenza di enti o di  aziende  per  i  propri  dipendenti.  Gli
operatori dei punti  di  ricarica  accessibili  al  pubblico  possono
acquistare  energia  elettrica  da  qualsiasi  fornitore  dell'Unione
europea, fermo restando quanto previsto dall'articolo  53,  comma  3,
del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.  Gli  operatori  dei
punti di ricarica accessibili al pubblico sono autorizzati a  fornire
ai  clienti  servizi  di  ricarica  per  veicoli  elettrici  su  base
contrattuale, anche a nome e per conto di altri fornitori di servizi. 
  10. Tutti i punti di ricarica  accessibili  al  pubblico  prevedono
anche modalita'  di  ricarica  specifiche  per  gli  utilizzatori  di
veicoli elettrici, senza la necessita' di dover concludere  contratti
con i fornitori di energia elettrica o gli operatori interessati. Per
i punti di ricarica accessibili al pubblico sono abilitate  modalita'
di pagamento, che permettono a  tutti  gli  utilizzatori  di  veicoli
elettrici di usufruire del servizio di ricarica. 
  11. I prezzi  praticati  dagli  operatori  dei  punti  di  ricarica
accessibili al pubblico sono ragionevoli,  facilmente  e  chiaramente
comparabili, trasparenti  e  non  discriminatori.  A  tal  fine,  con
decreto  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti,  di
concerto con il Ministro dello sviluppo economico,  sono  definiti  i
criteri per la comparabilita' dei prezzi. 
  12. Gli operatori dei sistemi di distribuzione  cooperano  su  base
non discriminatoria con qualsiasi persona che apre o  gestisce  punti
di ricarica accessibili al pubblico. 
  13. La fornitura di energia elettrica a un punto di  ricarica  deve
poter essere oggetto di un contratto con fornitori  diversi  rispetto
all'entita' fornitrice dell'abitazione  o  della  sede  in  cui  sono
ubicati i detti punti di ricarica. 
  ((13-bis. L'ARERA, entro  nove  mesi  dall'entrata  in  vigore  del
presente comma, adotta  uno  o  piu'  atti  regolatori  con  i  quali
definisce le  regole  tecniche  e  puntuali  necessarie  al  fine  di
agevolare la connessione dei punti di ricarica, siano essi ad accesso
pubblico ovvero privati,  alla  rete  di  distribuzione  dell'energia
elettrica. I gestori dei  sistemi  di  distribuzione  collaborano  in
maniera non discriminatoria con tutti i soggetti pubblici  e  privati
che intendono possedere, sviluppare e gestire punti di ricarica; 
  13-ter. I gestori dei sistemi di distribuzione di energia elettrica
non possono  possedere,  sviluppare,  gestire  o  esercire  punti  di
ricarica per i veicoli elettrici, fatta  eccezione  per  i  punti  di
ricarica privata dei gestori, ad uso esclusivamente proprio.)) 
                               Art. 5 
 
Disposizioni specifiche per la fornitura di idrogeno per il trasporto
        stradale. Sezione b) del Quadro Strategico Nazionale 
(Attuazione  dell'articolo  5,  paragrafi  1  e  2  della   direttiva
                             2014/94/UE) 
 
  1. Entro il 31 dicembre 2025, e' realizzato un numero  adeguato  di
punti di rifornimento per  l'idrogeno  accessibili  al  pubblico,  da
sviluppare gradualmente, tenendo conto della domanda  attuale  e  del
suo sviluppo a breve  termine,  per  consentire  la  circolazione  di
veicoli a motore  alimentati  a  idrogeno,  compresi  i  veicoli  che
utilizzano celle a combustibile, nelle  reti  da  individuarsi  nella
sezione  b)  del  Quadro  Strategico  Nazionale,  inclusi   eventuali
collegamenti transfrontalieri. 
  2. I punti di rifornimento per l'idrogeno accessibili  al  pubblico
per i veicoli a motore di cui al comma 1, introdotti  o  rinnovati  a
decorrere dal 18 novembre 2017 si conformano alle specifiche tecniche
di cui all'allegato I, punto 2. 
  3. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottarsi entro il  31
marzo 2017, di concerto con il Ministero delle infrastrutture  e  dei
trasporti, sono dettate le  disposizioni  per  l'aggiornamento  della
regola  tecnica  di  prevenzione  incendi   per   la   progettazione,
costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di  idrogeno
per autotrazione di cui  al  decreto  del  Ministro  dell'interno  31
agosto 2006, pubblicato nella  Gazzetta  Ufficiale  della  Repubblica
italiana del 13 settembre 2006, n. 213. 
                               Art. 6 
 
Disposizioni specifiche per la  fornitura  di  gas  naturale  per  il
        trasporto. Sezione c) del Quadro Strategico Nazionale 
(Attuazione dell'articolo 6, paragrafi 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8 e 9  della
                        direttiva 2014/94/UE) 
 
  1. Entro il 31 dicembre 2025, nei porti marittimi e' realizzato  un
numero adeguato di punti di rifornimento per il GNL per consentire la
navigazione di navi adibite alla navigazione interna o  navi  adibite
alla navigazione marittima alimentate a GNL nella rete centrale della
TEN-T. Possono essere previste forme di cooperazione  con  gli  Stati
membri confinanti per  assicurare  l'adeguata  copertura  della  rete
centrale della TEN-T. 
  2. Entro il 31 dicembre 2030, nei porti della  navigazione  interna
e' realizzato un numero adeguato di punti di rifornimento per il  GNL
per consentire  la  navigazione  di  navi  adibite  alla  navigazione
interna o navi adibite alla navigazione marittima  alimentate  a  GNL
nella rete centrale della TEN-T. Possono  essere  previste  forme  di
cooperazione  con  gli  Stati  membri   confinanti   per   assicurare
l'adeguata copertura della rete centrale della TEN-T. 
  3. Nell'ambito della sezione c)  del  Quadro  Strategico  Nazionale
sono indicati i porti marittimi e i porti della  navigazione  interna
che garantiscono,  con  sviluppo  graduale,  l'accesso  ai  punti  di
rifornimento per il GNL di cui ai commi 1 e 2,  tenendo  conto  anche
delle reali necessita' del mercato  e  avuto  riguardo  alla  domanda
attuale e al suo sviluppo a breve termine. 
  4. Entro il 31 dicembre 2025, e' realizzato un numero  adeguato  di
punti  di  rifornimento  per  il  GNL,  anche  abbinati  a  punti  di
rifornimento di GNC, accessibili al pubblico almeno lungo  le  tratte
italiane  della  rete  centrale  della  TEN-T   per   assicurare   la
circolazione in connessione  con  la  rete  dell'Unione  europea  dei
veicoli  pesanti  alimentati  a  GNL,  con  sviluppo  graduale  avuto
riguardo alla domanda attuale e al  suo  sviluppo  a  breve  termine,
tranne nel caso in cui i costi non siano sproporzionati  rispetto  ai
benefici, inclusi i benefici per l'ambiente. 
  5. Al fine di rifornire i punti di rifornimento di cui ai commi  1,
2 e 4 di cui al presente articolo, nell'ambito della sezione  c)  del
Quadro Strategico Nazionale, di cui  all'allegato  III  del  presente
decreto, e' previsto un sistema  di  distribuzione  adeguato  per  la
fornitura di GNL nel territorio nazionale, comprese le  strutture  di
carico per i veicoli cisterna di GNL, nonche'  per  la  dotazione  di
infrastrutture di rifornimento lungo la  rete  autostradale  e  negli
interporti. Al fine di assicurare quanto disposto dal presente comma,
possono essere previste forme di cooperazione in  raggruppamento  con
gli Stati membri confinanti, che sono soggette agli obblighi  di  cui
all'articolo 20 del presente decreto. 
  6. Ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo  2006,
n. 139, entro dodici  mesi  dalla  data  di  entrata  in  vigore  del
presente decreto, e' adottata la norma tecnica di prevenzione incendi
relativa  agli  impianti  fissi  di  distribuzione   carburante   per
autotrazione, alimentati da serbatoi fissi di gas naturale liquefatto
con decreto del Ministero dell'interno, di concerto con il  Ministero
delle infrastrutture e dei trasporti. 
  7. Secondo le  modalita'  di  cui  all'articolo  18,  entro  il  31
dicembre 2020, sono realizzati ulteriori punti di rifornimento per il
GNC accessibili al pubblico, al fine garantire, secondo  le  esigenze
del mercato, la circolazione dei veicoli alimentati a GNC su tutto il
territorio   nazionale,   in   particolare   nelle   aree   dove   le
infrastrutture  risultano  carenti,  negli   agglomerati   urbani   e
suburbani, in altre zone densamente popolate, nonche'  nelle  reti  e
secondo i seguenti ambiti individuati progressivamente: 
    a) aree urbane e citta' metropolitane  -  poli  e  cintura -  con
priorita' nelle aree urbane che ricadono nelle citta'  metropolitane,
in particolare nelle aree provinciali che hanno  superato  il  limite
delle concentrazioni di PM10 per almeno 2 anni su 6  negli  anni  dal
2009 al 2014; 
    b) citta' metropolitane, aree periferiche e altre aree urbane non
rientranti nelle citta' metropolitane, strade extraurbane e statali; 
    c) autostrade. 
  8. In conformita' al comma 7, sono designati gli agglomerati urbani
e suburbani, delle altre zone densamente popolate e delle reti,  che,
a seconda delle  esigenze  del  mercato,  sono  dotati  di  punti  di
rifornimento per il GNC. 
  9. Secondo le  modalita'  di  cui  all'articolo  18,  entro  il  31
dicembre 2025, e' prevista la creazione  di  un  numero  adeguato  di
punti di rifornimento per il GNC accessibili al pubblico almeno lungo
le tratte italiane della rete centrale esistente della TEN-T, al fine
di assicurare la circolazione in connessione con la rete  dell'Unione
europea dei veicoli alimentati a GNC. I punti di rifornimento di  cui
al  presente  comma   devono   essere   programmati   tenendo   conto
dell'autonomia minima  dei  veicoli  a  motore  alimentati  a  GNC  e
comunque a una distanza non superiore a 150 km. La qualita'  del  gas
naturale e biometano compresso per l'uso nei vicoli alimentati a  GNC
deve   garantire   l'interoperabilita'   delle   infrastrutture   sul
territorio nazionale e nelle reti esistenti TEN-T. 
  10. I punti di rifornimento per il  GNC  per  i  veicoli  a  motore
introdotti o rinnovati  dal  18  novembre  2017  si  conformano  alle
specifiche tecniche di cui all'allegato I, punto 3.4. 
                               Art. 7 
 
Disposizioni  specifiche  per  la  fornitura  di  gas   di   petrolio
liquefatto  per  il  trasporto.  Sezione  d)  del  Quadro  Strategico
                              Nazionale 
     (Riferimento al considerando 7 della direttiva 2014/94/UE) 
 
  1. Al fine  di  promuovere  la  diffusione  omogenea  su  tutto  il
territorio nazionale  degli  impianti  di  distribuzione  di  gas  di
petrolio liquefatto per il trasporto stradale, nella sezione  d)  del
Quadro Strategico Nazionale sono individuati i criteri indicativi per
favorire l'uniformita' della  penetrazione  delle  infrastrutture  di
distribuzione. 
  2. Al  fine  di  promuovere  la  diffusione  del  gas  di  petrolio
liquefatto per la propulsione delle unita' da diporto, nella  sezione
d) del Quadro  Strategico  Nazionale  sono  individuati  i  requisiti
minimi per la realizzazione delle infrastrutture di distribuzione. 

Titolo III
INFORMAZIONI PER GLI UTENTI
Capo I
Modalità di comunicazione agli utenti

                               Art. 8 
 
                     Informazioni per gli utenti 
(Attuazione dell'articolo 7, paragrafi 1, 2, 3, 5 e 7 della direttiva
                             2014/94/UE) 
 
  1. Fatto salvo quanto previsto dal  decreto  legislativo  31  marzo
2011, n. 55, sono rese disponibili informazioni  chiare,  coerenti  e
pertinenti riguardo  ai  veicoli  a  motore  che  possono  utilizzare
regolarmente determinati combustibili immessi sul  mercato  o  essere
ricaricati tramite punti di ricarica, conformemente a quanto disposto
dall'articolo 37 del decreto del Ministro  dei  trasporti  28  aprile
2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della  Repubblica  italiana
12 luglio 2008, n. 162. Tali informazioni sono rese  disponibili  nei
manuali dei veicoli a motore, nei punti di rifornimento  e  ricarica,
sui veicoli a motore e presso i concessionari  di  veicoli  a  motore
ubicati sul territorio nazionale. La presente disposizione si applica
a tutti i veicoli a motore, e ai loro manuali,  immessi  sul  mercato
dopo il 18 novembre 2016. 
  2. La comunicazione delle informazioni di cui al comma  1  si  basa
sulle disposizioni in materia di  etichettatura  di  cui  alle  norme
tecniche di unificazione. Nel caso in cui tali norme  riguardano  una
rappresentazione grafica, incluso un sistema cromatico  di  codifica,
la rappresentazione grafica e' semplice e facile  da  comprendere,  e
collocata  in  maniera  chiaramente   visibile   sui   corrispondenti
apparecchi di distribuzione e relative pistole di tutti  i  punti  di
rifornimento, a partire dalla data in cui i combustibili sono immessi
sul mercato e i  sui  tappi  dei  serbatoi  di  carburante,  o  nelle
immediate vicinanze, di tutti  i  veicoli  a  motore  raccomandati  e
compatibili con tale  combustibile,  e  nei  manuali  dei  veicoli  a
motore, che sono immessi sul mercato dopo il 18 novembre 2016. 
  3. Nel caso in cui le  disposizioni  in  materia  di  etichettatura
delle rispettive norme degli organismi  europei  di  normazione  sono
aggiornate o sono adottati atti delegati da parte  della  Commissione
europea riguardo all'etichettatura o sono elaborate nuove norme dagli
organismi europei di normazione per  i  combustibili  alternativi,  i
corrispondenti requisiti in materia di etichettatura si  applicano  a
tutti i punti di rifornimento e ricarica e a tutti i veicoli a motore
immatricolati nel territorio nazionale decorsi ventiquattro mesi  dal
rispettivo aggiornamento o dalla rispettiva adozione. 
  4. Al fine di contribuire alla  consapevolezza  dei  consumatori  e
alla  trasparenza  dei  prezzi,  a   scopo   divulgativo   sul   sito
dell'Osservatorio prezzi  carburanti  del  Ministero  dello  sviluppo
economico sono fornite informazioni sui fattori  di  equivalenza  dei
combustibili alternativi  e  sono  pubblicati  in  formato  aperto  i
raffronti tra i prezzi unitari medi dei diversi carburanti. 
  5. Entro centottanta giorni dalla data di  entrata  in  vigore  del
presente decreto, sono rese disponibili, sul  sito  dell'Osservatorio
prezzi carburanti del Ministero dello sviluppo  economico,  la  mappa
nazionale dei  punti  di  rifornimento  accessibili  al  pubblico  di
combustibili alternativi GNC, GNL e GPL per il trasporto stradale  e,
sul sito istituzionale  del  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei
trasporti la mappa nazionale dei punti di ricarica o di  rifornimento
accessibili al pubblico di combustibili  alternativi  elettricita'  e
idrogeno per il trasporto stradale. Per la  predisposizione  di  tale
mappa, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,  attraverso
la Piattaforma unica nazionale, di seguito PUN, prevista  nell'ambito
del PNire, raccoglie le informazioni relative ai punti di ricarica  o
di rifornimento accessibili al pubblico, quali la localizzazione,  la
tecnologia della presa, la potenza massima erogabile,  la  tecnologia
utilizzata per l'accesso alla ricarica, la disponibilita' di accesso,
l'identificativo infrastruttura, il proprietario dell'infrastruttura. 
  ((5-bis. Con  decreto  del  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei
trasporti, di concerto con  il  Ministro  dello  sviluppo  economico,
previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui  all'articolo  8
del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.  281,  da  adottare  entro
novanta giorni  dalla  data  di  entrata  in  vigore  della  presente
disposizione, sono definite le modalita' di alimentazione  della  PUN
da  parte  dei  gestori  delle  infrastrutture  pubbliche   e   delle
infrastrutture private ad accesso pubblico obbligati a conferire alla
PUN il set minimo di dati e informazioni previsti dal PNire)). 
  6. Entro quattro anni dalla data di entrata in vigore del  presente
decreto, in linea con lo sviluppo dei carburanti alternativi  per  la
navigazione, con decreto del Ministro dello  sviluppo  economico,  di
concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei  trasporti,  sono
previste le modalita' di comunicazione agli utenti dei prezzi e delle
mappe nazionali dei punti di rifornimento accessibili al pubblico  di
combustibili alternativi GNC, GNL e GPL per la navigazione. 
  7. Per le autovetture, la Guida al risparmio di carburanti  e  alle
emissioni di CO2, redatta ai sensi dell'articolo  4  della  direttiva
1999/94/UE, del Parlamento europeo e del Consiglio  del  13  dicembre
1999  contiene  anche  informazioni  circa  i   benefici   economici,
energetici e ambientali  dei  combustibili  alternativi  rispetto  ai
tradizionali, mediante casi-tipo. 

Titolo IV
MISURE PER LA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AMMINISTRATIVE
(Attuazione dell'articolo 3, paragrafo I, terzo trattino della direttiva 2014/94/UE)
Capo I
Disposizioni per le infrastrutture di GNL

                               Art. 9 
 
Disposizioni per le infrastrutture di stoccaggio e trasporto del  GNL
                       di interesse nazionale 
 
  1. Al fine di perseguire gli  obiettivi  di  cui  alla  sezione  c)
dell'allegato III del presente decreto,  il  contenimento  dei  costi
nonche' la sicurezza degli approvvigionamenti, in  coerenza  con  gli
obiettivi   generali   di   politica   energetica    nazionale,    le
infrastrutture  di  stoccaggio  di   GNL,   connesse   o   funzionali
all'allacciamento  e  alla  realizzazione  della  rete  nazionale  di
trasporto del gas naturale, o di parti  isolate  della  stessa,  sono
considerate quali infrastrutture e insediamenti strategici  ai  sensi
dell'articolo 1, comma 7, lettera i), della legge 23 agosto 2004,  n.
239. Tali infrastrutture e insediamenti sono  di  pubblica  utilita',
nonche' indifferibili e urgenti, ai sensi del decreto del  Presidente
della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327.  
  2. I gestori degli impianti e delle infrastrutture di cui al  comma
1 sono soggetti agli obblighi di servizio pubblico di cui al  decreto
legislativo 23 maggio 2000, n. 164, e al decreto legislativo  del  1°
giugno 2011, n.  93,  definiti  e  regolamentati  dall'Autorita'  per
l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Gli  stessi  gestori
possono svolgere anche  le  attivita'  di  cui  all'articolo  10  del
presente decreto, nel rispetto delle previsioni di cui al comma 3 del
medesimo articolo. 
  3. Fatte salve le competenze delle Regioni  a  statuto  speciale  e
delle Province autonome di Trento e di  Bolzano  e  le  normative  in
materia ambientale, storico-artistica, archeologica e  paesaggistica,
fiscale e di sicurezza, le autorizzazioni per le infrastrutture e gli
insediamenti strategici di cui al  comma  1  del  presente  articolo,
nonche' per le opere e le attivita'  necessarie  al  trasporto,  allo
stoccaggio,  al  trasferimento  del  GNL  alla  rete   nazionale   di
trasporto, ai terminali e ai depositi costieri e alle  infrastrutture
portuali strumentali all'utilizzo  del  GNL,  nonche'  per  le  opere
accessorie, sono rilasciate dal Ministero dello sviluppo economico di
concerto con il  Ministero  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti,
d'intesa con le regioni interessate. 
  4. Al  termine  del  procedimento  unico,  svolto  ai  sensi  degli
articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, in cui sono
acquisiti  i  pareri  delle  amministrazioni  competenti  in  materia
ambientale,   fiscale   e   di   sicurezza,   nonche'   delle   altre
amministrazioni   titolari   degli    interessi    coinvolti    dalla
realizzazione dell'opera, compreso il nulla osta di  fattibilita'  di
cui all'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 26 giugno 2015,
n. 105, e i provvedimenti, ove richiesti, di cui alla  parte  II  del
decreto  legislativo  3  aprile   2006,   n.   152,   e'   rilasciata
l'autorizzazione   alla    costruzione    e    all'esercizio    delle
infrastrutture e degli insediamenti strategici di cui al comma 3. 
  5.  Le   concessioni   demaniali   rilasciate   nell'ambito   delle
autorizzazioni per gli impianti e le infrastrutture ricadenti in aree
costiere e delle  opere  necessarie  per  l'approvvigionamento  degli
stessi hanno durata almeno decennale. 
  6. I soggetti titolari o gestori di beni demaniali e  patrimoniali,
di aree demaniali marittime e lacuali,  di  fiumi,  di  torrenti,  di
canali, di miniere e di foreste demaniali, di  strade  pubbliche,  di
aeroporti, di ferrovie, di funicolari, di teleferiche, e di  impianti
similari, di linee di  telecomunicazione  di  pubblico  servizio,  di
linee elettriche, che  sono  interessati  dalla  realizzazione  delle
infrastrutture di cui al comma  1,  partecipano  al  procedimento  di
autorizzazione e in tale ambito sono tenuti ad indicare le  modalita'
di attraversamento degli impianti ed aree interferenti. Nel  caso  in
cui tali modalita' non sono indicate entro i termini  di  conclusione
del procedimento, il soggetto richiedente  l'autorizzazione  entro  i
successivi trenta  giorni  propone  direttamente  ai  soggetti  sopra
indicati le modalita' di attraversamento,  che,  trascorsi  ulteriori
trenta giorni senza osservazioni,  si  intendono  comunque  assentite
definitivamente e sono indicate nel decreto di autorizzazione di  cui
al comma 4. 
  7. La costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di
gas naturale liquefatto restano soggetti alla procedura autorizzativa
di cui all'articolo 46 del decreto-legge 1°  ottobre  2007,  n.  159,
convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222. 
  8.  Ai  fini  dell'avvio  dei  procedimenti  autorizzativi  per  la
costruzione delle infrastrutture  di  cui  ai  commi  precedenti,  il
promotore del progetto deve aver avviato presso gli  enti  competenti
l'attivita'  di   consultazione   pubblica   prevista   dal   decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e al decreto legislativo 26 giugno
2015, n. 105. La valutazione della strategicita' delle infrastrutture
e' preceduta da una analisi costi/benefici, sentita  l'Autorita'  per
l'energia elettrica, il gas e il  sistema  idrico,  per  gli  aspetti
regolatori,  al  fine  di  valutare  la  complessiva   sostenibilita'
economica, ambientale e sociale di tali interventi. 
                               Art. 10 
 
Disposizioni per le infrastrutture di stoccaggio e trasporto del  GNL
  non  destinate  all'alimentazione  di  reti  di  trasporto  di  gas
  naturale 
 
  1. Le opere per la realizzazione di infrastrutture di stoccaggio di
GNL di capacita' uguale o superiore alle 200 tonnellate,  nonche'  le
opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione  e
all'esercizio degli stessi impianti, sono strategiche ai  fini  degli
obiettivi di cui alla sezione c) dell'allegato III e sono soggetti ad
una autorizzazione unica, rilasciata  dal  Ministero  dello  sviluppo
economico, di concerto con il Ministero delle  infrastrutture  e  dei
trasporti, e d'intesa con le regioni interessate,  nel  rispetto  dei
principi di semplificazione di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241 e
secondo le modalita' di  cui  all'articolo  9,  commi  4,  6  e  8  e
all'articolo 23 del presente decreto.  
  2.  I  titolari  delle  autorizzazioni  relative  a  terminali   di
rigassificazione di gas naturale liquefatto di  cui  all'articolo  46
del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito dalla legge  29
novembre 2007, n. 222, possono chiedere l'autorizzazione a realizzare
le modifiche impiantistiche finalizzate al carico, allo stoccaggio  e
al successivo scarico su  navi  o  autobotti  di  parte  di  GNL  non
destinato alla rete nazionale di trasporto  di  gas  naturale,  nelle
modalita' di cui al comma 1. 
  3. L'attivita' di cui al comma  2  non  rientra  tra  le  attivita'
regolate ed e' svolta  in  regime  di  separazione  contabile,  fermo
restando quanto stabilito all'articolo 21 del decreto legislativo  23
maggio 2000, n. 164 e dall'articolo  25  del  decreto  legislativo  1
giugno 2011, n. 93. L'Autorita' per l'energia elettrica, il gas e  il
sistema idrico determina le regole di  separazione  contabile,  anche
rispetto a dette attivita', non regolate, al fine di evitare oneri al
sistema regolato. 
  4. Le opere per la realizzazione di impianti di stoccaggio  di  GNL
di capacita' inferiori alle 200 tonnellate e superiori o uguali a  50
tonnellate,  nonche'  le   opere   connesse   e   le   infrastrutture
indispensabili  alla  costruzione  e   all'esercizio   degli   stessi
impianti, cui non si applicano le disposizioni  dell'articolo  9  del
presente  decreto,  sono  soggetti  ad  una   autorizzazione   unica,
rilasciata dalla regione o  dall'ente  delegato  dalla  regione,  nel
rispetto dei principi di semplificazione di cui alla legge  7  agosto
1990, n. 241. 
  5. Per gli impianti e le infrastrutture di  cui  al  comma  4  sono
fatte salve le vigenti disposizioni di cui al decreto del  Presidente
della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151, e al decreto legislativo  26
giugno 2015, n. 105. 
  6. Al termine del procedimento unico, ai sensi degli articoli 14  e
seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, in cui sono  acquisiti  i
pareri  delle  amministrazioni  competenti  in  materia   ambientale,
fiscale e di sicurezza nonche' delle altre  amministrazioni  titolari
degli  interessi  coinvolti  dalla   realizzazione   dell'opera,   e'
rilasciata l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio  di  cui
al comma 4. 
  7.  Le   concessioni   demaniali   rilasciate   nell'ambito   delle
autorizzazioni per gli impianti e le infrastrutture ricadenti in aree
costiere e delle  opere  necessarie  per  l'approvvigionamento  degli
stessi hanno durata almeno decennale. 
                               Art. 11 
 
Disposizioni per le infrastrutture di stoccaggio e trasporto del  GNL
                        di piccole dimensioni 
 
  1. Le opere per la realizzazione di impianti di liquefazione di gas
naturale e impianti  di  stoccaggio  di  GNL,  purche'  di  capacita'
inferiori  a  50  tonnellate,  nonche'  le  opere   connesse   e   le
infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio  degli
stessi  impianti,  sono  eseguite  a  conclusione  di  una  procedura
amministrativa semplificata, nel rispetto delle normative vigenti  in
materia ambientale, sanitaria, fiscale e di sicurezza. 
  2. Fatte  salve  specifiche  disposizioni  regionali,  il  soggetto
interessato presenta al comune, mediante  mezzo  cartaceo  o  in  via
telematica, almeno trenta  giorni  prima  dell'effettivo  inizio  dei
lavori, una dichiarazione accompagnata da una dettagliata relazione a
firma  di  un  progettista  abilitato  e  dagli  opportuni  elaborati
progettuali,  che  attesta  il  rispetto  delle  norme   in   materia
ambientale, sanitaria e di sicurezza. Alla predetta dichiarazione  e'
allegato  il  parere  dell'Ufficio  delle   dogane   competente   per
territorio relativo all'idoneita'  del  progetto  al  rispetto  delle
normative vigenti in  materia  di  accisa,  rilasciato  entro  trenta
giorni dalla richiesta. 
  3. Le regioni e le province autonome, nel rispetto delle  normative
vigenti in materia ambientale, sanitaria,  fiscale  e  di  sicurezza,
possono aumentare la soglia di 50 tonnellate per l'applicazione della
procedura di cui al comma 1, definendo i casi  in  cui,  non  essendo
previste autorizzazioni ambientali o paesaggistiche di competenza  di
amministrazioni diverse da quella di cui al comma 2, la realizzazione
e l'esercizio dell'impianto e delle opere connesse sono  assoggettate
a procedura amministrativa semplificata. 
  4. L'amministrazione comunale, ove e' riscontrata, entro il termine
indicato al comma  2,  l'assenza  di  una  o  piu'  delle  condizioni
stabilite  al  medesimo  comma,  notifica  all'interessato   l'ordine
motivato di non effettuare il previsto intervento. E' fatta salva  la
facolta'  da  parte  del  soggetto  interessato  di  ripresentare  la
dichiarazione di cui al comma 2, con le modifiche o  le  integrazioni
necessarie per rendere il progetto conforme alla normativa in materia
ambientale, sanitaria, fiscale  e  di  sicurezza.  Nel  caso  in  cui
l'amministrazione  comunale  non  procede  ai   sensi   del   periodo
precedente, decorso  il  termine  di  trenta  giorni  dalla  data  di
ricezione  della  dichiarazione,  l'attivita'   di   costruzione   e'
assentita. 
  5. Nel caso in cui sono necessari atti di  assenso,  che  rientrano
nella competenza comunale e non sono allegati alla dichiarazione,  il
comune provvede a rilasciarli tempestivamente e, in ogni caso,  entro
il termine per la conclusione del relativo  procedimento  fissato  ai
sensi dell'articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241. Nel caso  in
cui l'attivita' di costruzione e di esercizio degli impianti  di  cui
al comma 1  e'  sottoposta  ad  atti  di  assenso  di  competenza  di
amministrazioni diverse da quella di cui al comma 2, e tali atti  non
sono allegati alla dichiarazione, il comune provvede ai  sensi  degli
articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241. 
  6. Ultimato l'intervento, il progettista  o  un  tecnico  abilitato
rilascia un certificato di collaudo  finale,  trasmesso  a  cura  del
soggetto interessato all'amministrazione comunale e all'ufficio delle
dogane  territorialmente  competente,  che  attesta  la   conformita'
dell'opera al  progetto  presentato  con  la  dichiarazione,  nonche'
rilascia   la   dichiarazione   dell'avvenuta   presentazione   della
variazione  catastale,  conseguente  all'opera   realizzata,   ovvero
rilascia  una   dichiarazione   che   l'opera   non   ha   comportato
modificazioni del classamento catastale. 
  7. Per gli impianti di distribuzione di GNL  per  autotrazione,  si
applicano le procedure autorizzative previste  per  gli  impianti  di
distribuzione di gas naturale compresso, nel rispetto delle normative
nazionali e regionali vigenti in materia fiscale e di sicurezza. 
                               Art. 12 
 
     Disposizioni per i serbatoi criogenici di stoccaggio di GNL 
 
  1. I serbatoi criogenici di stoccaggio di GNL installati  presso  i
punti di rifornimento per  il  GNL  o  per  il  GNC  sono  dichiarati
all'Agenzia delle dogane e dei monopoli che provvede ad identificarli
univocamente attraverso un  sistema  di  codifica  da  stabilire  con
determinazione della medesima Agenzia delle dogane e dei monopoli. 
                               Art. 13 
 
Ulteriori disposizioni per i procedimenti amministrativi relativi  al
                                 GNL 
 
  1. Nel caso in cui gli impianti e le  infrastrutture  di  cui  agli
articoli 9 e 10 del presente decreto sono ubicati in area portuale  o
in area terrestre ad essa contigua e la loro  realizzazione  comporta
modifiche sostanziali  del  piano  regolatore  di  sistema  portuale,
l'autorizzazione  unica  di  cui  agli  articoli  9  e   10,   previa
acquisizione del parere del Consiglio superiore dei lavori  pubblici,
ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge 28  gennaio  1994,  n.
84, sui profili di compatibilita' del progetto con la  pianificazione
portuale,  costituisce  anche  approvazione  di  variante  al   piano
regolatore di sistema portuale. Il  Consiglio  superiore  dei  lavori
pubblici si esprime entro quarantacinque giorni dal ricevimento della
richiesta di parere. Decorso inutilmente  tale  termine,  si  applica
l'articolo 14-bis, comma 4, della legge 7 agosto 1990, n. 241. 
  2. Le disposizioni di cui agli articoli 9, 10  e  11  del  presente
decreto  si  applicano,  su  richiesta  del  proponente,   anche   ai
procedimenti amministrativi in corso alla data di entrata  in  vigore
del  presente  decreto,  previo  adeguamento,  ove  necessario,  alle
disposizioni dello stesso. 
  3. All'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 1° giugno 2011,
n. 93, dopo le  parole:  «prodotti  petroliferi»,  sono  inserite  le
seguenti: «e di gas naturale liquefatto». 
  4. I soggetti che effettuano attivita' di vendita di gas  naturale,
anche sotto forma di GNL o GNC,  a  clienti  finali,  in  assenza  di
autorizzazione e di iscrizione  nell'elenco  dei  soggetti  abilitati
alla vendita di gas naturale a clienti finali, ai sensi  all'articolo
30, comma 2, del decreto legislativo  1  giugno  2011,  n.  93,  e  i
soggetti che effettuano l'attivita' di  importazione  pluriennale  di
gas naturale,  in  assenza  di  autorizzazione  del  Ministero  dello
sviluppo economico o di comunicazione al medesimo Ministero ai  sensi
dell'articolo 3 del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164,  sono
soggetti alle sanzioni di cui all'articolo 45  del  medesimo  decreto
legislativo, nei  limiti  di  cui  all'articolo  32  della  legge  24
dicembre 2012, n. 234. 
  5. Le disposizioni di cui al presente decreto,  fermo  restando  il
rispetto delle norme in materia ambientale, paesaggistica, di  salute
pubblica, di sicurezza, e di pubblica incolumita',  si  applicano  ai
progetti di riconversione  delle  infrastrutture  e  siti  energetici
esistenti alle attivita' di stoccaggio e successivo scarico su navi e
autobotti di GNL. 
  6. All'allegato II, Parte II,  del  decreto  legislativo  3  aprile
2006, n.  152,  al  punto  8),  dopo  le  parole:  «gas  di  petrolio
liquefatto»,  sono  aggiunte  le  seguenti:  «e   di   gas   naturale
liquefatto». Sono fatte salve le autorizzazioni gia' rilasciate o  in
fase di istruttoria alla data  di  entrata  in  vigore  del  presente
decreto. 
  7. All'allegato III, Parte II, del  decreto  legislativo  3  aprile
2006, n. 152, dopo la lettera h), e' inserita  la  seguente:  «h-bis)
Stoccaggio di gas  naturale  liquefatto,  con  capacita'  complessiva
superiore a 20000 metri cubi». Sono  fatte  salve  le  autorizzazioni
gia' rilasciate o in fase di istruttoria  alla  data  di  entrata  in
vigore del presente decreto. 
                               Art. 14 
 
                         Reti isolate di GNL 
 
  1. L'Autorita' per l'energia elettrica, il gas e il sistema  idrico
oltre  a  provvedere,  in  linea  con  quanto  gia'  previsto   dalla
regolazione  per  le  reti  isolate,  ad  aggiornare  le   condizioni
economiche di fornitura dei gas diversi dal gas naturale, determina i
parametri e i criteri di calcolo per la remunerazione del servizio di
distribuzione, di misura e, limitatamente per i clienti  vulnerabili,
di vendita di gas naturale  anche  derivante  da  GNL  attraverso  le
stesse reti. 

Capo II
Disposizioni per le infrastrutture di ricarica

                               Art. 15 
 
     Misure per agevolare la realizzazione di punti di ricarica 
 
  1. All'articolo 4 del testo unico di cui al decreto del  Presidente
della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, come modificato dall'articolo
17-quinquies del decreto-legge 22  giugno  2012,  n.  83,  convertito
dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, il comma 1-ter e'  sostituito  dal
seguente: 
  «1-ter. Entro il 31 dicembre 2017, i comuni adeguano il regolamento
di cui al comma 1 prevedendo, con decorrenza dalla medesima data, che
ai  fini  del  conseguimento  del  titolo  abilitativo  edilizio  sia
obbligatoriamente prevista, per gli edifici di nuova  costruzione  ad
uso diverso da quello residenziale con superficie utile  superiore  a
500 metri quadrati e per i relativi  interventi  di  ristrutturazione
edilizia di primo livello di cui  all'allegato  1,  punto  1.4.1  del
decreto del  Ministero  dello  sviluppo  economico  26  giugno  2015,
nonche' per gli edifici residenziali di nuova costruzione con  almeno
10 unita' abitative e per i relativi interventi  di  ristrutturazione
edilizia di primo livello di cui  all'allegato  1,  punto  1.4.1  del
decreto del Ministero dello sviluppo economico  26  giugno  2015,  la
predisposizione  all'allaccio  per  la  possibile  installazione   di
infrastrutture elettriche  per  la  ricarica  dei  veicoli  idonee  a
permettere la  connessione  di  una  vettura  da  ciascuno  spazio  a
parcheggio coperto o scoperto e da ciascun box per auto,  siano  essi
pertinenziali o no, in  conformita'  alle  disposizioni  edilizie  di
dettaglio fissate nel regolamento stesso  e,  relativamente  ai  soli
edifici residenziali  di  nuova  costruzione  con  almeno  10  unita'
abitative, per un numero  di  spazi  a  parcheggio  e  box  auto  non
inferiore al 20 per cento di quelli totali». 
  2. All'articolo 17-quinquies, comma 2, del decreto-legge 22  giugno
2012, n. 83, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, le parole:
«secondo comma del  codice  civile»  sono  sostituite  dalle  parole:
«primo, secondo e terzo comma del codice civile». 
  3. All'articolo 17-terdecies del decreto-legge 22 giugno  2012,  n.
83, convertito dalla legge 7 agosto 2012,  n.  134,  e'  aggiunto  il
seguente comma: «2. sino all'adozione dei decreti di cui al comma  1,
si applicano  i  medesimi  sistemi,  componenti  identita'  tecniche,
nonche' le idonee procedure per la loro installazione quali  elementi
di sostituzione o di integrazione di parti dei veicoli,  su  tipi  di
autovetture e motocicli nuovi in circolazione». 
  4. All'articolo  23  del  decreto-legge  9  febbraio  2012,  n.  5,
convertito dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, e' aggiunto il  seguente
comma: «2-ter. Con decreto del Ministero delle infrastrutture  e  dei
trasporti, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della  tutela
del territorio e del mare, da  emanarsi  entro  trenta  giorni,  sono
individuate le dichiarazioni,  attestazioni,  asseverazioni,  nonche'
gli elaborati tecnici da  presentare  a  corredo  della  segnalazione
certificata di inizio attivita' di cui al comma 2-bis». 

Capo III
Disposizioni autorizzative per le infrastrutture di idrogeno

                               Art. 16 
 
Procedure per gli  impianti  di  distribuzione  di  idrogeno  per  il
                              trasporto 
 
  1. Per gli impianti di distribuzione di idrogeno per  il  trasporto
si applicano  le  procedure  autorizzative  previste,  ai  sensi  del
decreto legislativo 11 febbraio 1998, n.  32,  per  gli  impianti  di
distribuzione carburanti, nel rispetto delle  normative  nazionali  e
regionali vigenti in materia di sicurezza. 

Titolo V
MISURE PER PROMUOVERE LA DIFFUSIONE DEI COMBUSTIBILI ALTERNATIVI
(Attuazione dell'articolo 3, paragrafo 1, terzo trattino della direttiva 2014/94/UE)
Capo I
Misure per le infrastrutture di ricarica

                               Art. 17 
 
Misure  per  promuovere  la  realizzazione  di  punti   di   ricarica
                       accessibili al pubblico 
 
  1. All'articolo 158, comma 1, del  decreto  legislativo  30  aprile
1992, n. 285 recante nuovo codice della strada, dopo la  lettera  h),
e' inserita la seguente: «h-bis) negli spazi riservati alla fermata e
alla sosta dei veicoli elettrici in ricarica». 
  2. Entro centoventi giorni dalla data  di  entrata  in  vigore  del
presente decreto, il Governo, per  il  tramite  del  Ministero  delle
infrastrutture e dei trasporti, promuove la stipulazione di un'intesa
ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131,
per assicurare la realizzazione di posizioni unitarie in  termini  di
regolazione della sosta, accesso ad aree interne delle citta', misure
di  incentivazione  e  l'armonizzazione  degli  interventi  e   degli
obiettivi  comuni  nel  territorio  nazionale  in  materia  di   reti
infrastrutturali di ricarica e di rifornimento a servizio dei veicoli
alimentati ad energia elettrica e ad altri combustibili alternativi. 

Capo II
Misure per il gas naturale e l'elettricità per il trasporto

                               Art. 18 
 
Misure  per  la  diffusione  dell'utilizzo  del  GNC,   del   GNL   e
              dell'elettricita' nel trasporto stradale 
 
  1. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 4, comma 1,  e  6,
comma 8, le regioni, nel caso di autorizzazione alla realizzazione di
nuovi impianti di  distribuzione  carburanti  e  di  ristrutturazione
totale  degli  impianti  di   distribuzione   carburanti   esistenti,
prevedono  l'obbligo  di  dotarsi  di  infrastrutture   di   ricarica
elettrica di potenza elevata almeno veloce  di  cui  all'articolo  2,
comma 1, lettera e), numero 1, nonche' di rifornimento di GNC  o  GNL
anche in esclusiva modalita' self service. Non sono soggetti  a  tale
obbligo gli impianti di distribuzione  carburanti  localizzati  nelle
aree svantaggiate gia' individuate dalle  disposizioni  regionali  di
settore, oppure da individuare entro tre mesi dall'entrata in  vigore
del   presente   decreto.   Ove   ricorrono   contemporaneamente   le
impossibilita' tecniche di cui al comma 6, lettere a), b)  e  c),  le
regioni  con  densita'  superficiale  di  numero   di   impianti   di
distribuzione di GPL al di sotto della media nazionale,  indicata  in
prima applicazione nella tabella III della  sezione  D  dell'allegato
III, prevedono l'obbligo di impianti di distribuzione del GPL.  
  2. Al fine di sviluppare la modalita' self service per gli impianti
di distribuzione del GNC, entro dodici mesi  dall'entrata  in  vigore
del presente decreto, con  decreto  del  Ministero  dell'interno,  di
concerto con il Ministero dello sviluppo economico, e' aggiornata  la
normativa tecnica di cui al decreto del Ministro dell'interno del  24
maggio 2002, pubblicato nella  Gazzetta  Ufficiale  della  Repubblica
italiana 6 giugno  2002,  n.  131,  e  successive  modificazioni,  in
materia di sicurezza,  tenendo  conto  degli  standard  di  sicurezza
utilizzati in ambito europeo. 
  3. Per tutti gli impianti di distribuzione di  carburanti  stradali
gia' esistenti al 31 dicembre 2015, che hanno erogato nel  corso  del
2015 un quantitativo di benzina e gasolio superiore a 10  milioni  di
litri e che si trovano nel territorio di una  delle  province  i  cui
capoluoghi hanno superato il limite delle concentrazioni di PM10  per
almeno 2 anni su 6 negli anni dal 2009 al 2014  di  cui  all'allegato
IV, le regioni prevedono l'obbligo di presentare entro il 31 dicembre
2018 un progetto, al fine di dotarsi di  infrastrutture  di  ricarica
elettrica nonche' di distribuzione di GNC o GNL,  da  realizzare  nei
successivi  ventiquattro  mesi  dalla  data  di   presentazione   del
progetto. 
  4. Per tutti gli  impianti  di  distribuzione  carburanti  stradali
esistenti al 31 dicembre 2017, che erogano  nel  corso  del  2017  un
quantitativo di benzina e gasolio superiore a 5 milioni  di  litri  e
che si trovano nel territorio di una delle province i cui  capoluoghi
hanno superato il limite delle concentrazioni di PM10  per  almeno  2
anni su 6 negli anni dal 2009 al 2014  di  cui  all'allegato  IV,  le
regioni prevedono l'obbligo di presentare entro il 31  dicembre  2020
un progetto,  al  fine  di  dotarsi  di  infrastrutture  di  ricarica
elettrica nonche' di distribuzione di GNC o GNL,  da  realizzare  nei
successivi  ventiquattro  mesi  dalla  data  di   presentazione   del
progetto. 
  5. In ambito autostradale gli obblighi di cui ai commi 3  e  4  del
presente articolo e al comma 1, lettera  c),  dell'articolo  4,  sono
assolti dai concessionari autostradali, i quali entro il 31  dicembre
2018 presentano al concedente un piano di diffusione dei  servizi  di
ricarica elettrica, di GNC e GNL garantendo  un  numero  adeguato  di
punti di ricarica e di rifornimento lungo la rete autostradale  e  la
tutela del principio di neutralita'  tecnologica  degli  impianti.  I
suddetti concessionari sono impegnati, in caso di affidamento a terzi
del servizio di ricarica, al rispetto delle procedure competitive  di
cui all'articolo11, comma 5-ter, della legge  23  dicembre  1992,  n.
498. 
  6. Gli obblighi di cui ai commi 1, 3 e 4 sono compatibili con altre
forme di incentivazione e si applicano, fatta salva la sussistenza di
una delle seguenti impossibilita' tecniche fatte valere dai  titolari
degli impianti di distribuzione e verificate e certificate  dall'ente
che  rilascia  la  autorizzazione  all'esercizio   dell'impianto   di
distribuzione dei carburanti: 
    a) accessi e spazi insufficienti per motivi di sicurezza ai sensi
della normativa antincendio, esclusivamente  per  gli  impianti  gia'
autorizzati alla data di entrata in vigore del presente decreto; 
    b) per il  GNC  lunghezza  delle  tubazioni  per  l'allacciamento
superiore a 1000 metri tra la rete del gas naturale  e  il  punto  di
stoccaggio del GNC e pressione della rete del gas naturale  inferiore
a 3 bar; 
    c) distanza dal piu' vicino deposito  di  approvvigionamento  del
GNL via terra superiore a 1000 chilometri. 
   7. Al fine di promuovere  l'uso  di  carburanti  a  basso  impatto
ambientale nel settore dei trasporti,  e'  consentita  l'apertura  di
nuovi impianti di distribuzione mono prodotto, ad uso  pubblico,  che
erogano gas naturale, compreso il biometano, sia in forma compressa -
GNC, sia in forma liquida - GNL, nonche' di nuovi punti  di  ricarica
di potenza elevata almeno veloce di  cui  all'articolo  2,  comma  1,
lettera e), numero 1. 
  8. L'Autorita' per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico,
entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente  decreto,
adotta misure finalizzate all'eliminazione delle penali di supero  di
capacita' giornaliera ai punti di riconsegna delle reti di  trasporto
e  di  distribuzione   direttamente   connessi   agli   impianti   di
distribuzione  di  gas  naturale  per  autotrazione,   per   prelievi
superiori  fino  al  50  per  cento  della  capacita'  del  punto  di
riconsegna, per un periodo complessivo, anche non  continuativo,  non
superiore a novanta giorni all'anno. 
  9.  Al  fine  di  incentivare  la  realizzazione  di  impianti   di
distribuzione  di  gas  naturale  per  autotrazione,  anche  in  aree
autostradali, le condotte di  allacciamento  che  li  collegano  alle
esistenti reti del gas naturale sono dichiarate di pubblica  utilita'
e rivestono carattere di indifferibilita' e di urgenza, ai sensi  del
decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327. 
  10. Le pubbliche amministrazioni, gli enti e le istituzioni da esse
dipendenti o controllate, le regioni, gli enti locali e i gestori  di
servizi di pubblica utilita' per le attivita' svolte  nelle  province
ad alto inquinamento di particolato PM10 di cui all'allegato  IV,  al
momento della sostituzione del rispettivo parco autovetture,  autobus
e mezzi di servizio di pubblica utilita', ivi compresi quelli per  la
raccolta dei rifiuti urbani, sono obbligati all'acquisto di almeno il
25 per cento di veicoli a GNC, GNL e veicoli elettrici  e  veicoli  a
funzionamento ibrido bimodale e a  funzionamento  ibrido  multimodale
entrambi con ricarica esterna, nonche' ibridi nel caso degli autobus.
Nel caso di rinnovo dei parchi utilizzati per il  trasporto  pubblico
locale  tale  vincolo  e'  riferito  solo  ai  servizi   urbani.   La
percentuale e' calcolata sugli acquisti programmati su base triennale
a partire dalla data di entrata in vigore del  presente  decreto.  Le
gare pubbliche che non ottemperano a tale previsione sono nulle. Sono
fatte salve le gare gia' bandite alla data di entrata in  vigore  del
presente decreto,  nonche',  nelle  more  della  realizzazione  delle
relative infrastrutture di supporto, le  gare  bandite  entro  e  non
oltre il 30 giugno 2018, effettuate anche con modalita'  sperimentali
centralizzate. In sede di aggiornamento del quadro strategico, di cui
all'allegato III, la percentuale  del  25  per  cento  potra'  essere
aumentata  e  potra'  comprendere  anche  l'acquisto  di  veicoli   a
idrogeno. 
  11. Per le finalita' di cui ai commi 3 e 4, l'Agenzia delle  dogane
e dei monopoli comunica i dati  in  proprio  possesso  relativi  agli
impianti di distribuzione carburanti di ciascuna regione, comprensivi
degli erogati per tipologia di carburante,  relativamente  agli  anni
2015 e 2017, entro il 31 dicembre dell'anno successivo a ciascuno dei
predetti  anni,  al  Ministero  dello  sviluppo  economico,  che   li
trasmette alle regioni  in  relazione  agli  impianti  di  rispettiva
competenza. 
  12. Fermi restando i termini  di  cui  al  presente  articolo,  per
ottemperare agli obblighi di cui ai commi 3 e 4, le  regioni  possono
prevedere  che  l'obbligo   sia   comunque   assolto   dal   titolare
dell'impianto di distribuzione carburanti, dotando del prodotto GNC o
GNL e di ricarica elettrica di potenza elevata almeno veloce  di  cui
all'articolo 2, comma 1, lettera e), numero 1 un altro impianto nuovo
o gia' nella sua titolarita', ma non  soggetto  ad  obbligo,  purche'
sito nell'ambito territoriale della stessa provincia  e  in  coerenza
con le disposizioni della programmazione regionale. 

Capo III
Misure per la diffusione dei veicoli alimentati a combustibili alternativi

                               Art. 19 
 
             Circolazione dei veicoli nelle aree urbane 
 
  1. Gli enti  territoriali,  con  propri  provvedimenti,  consentono
nelle aree a traffico limitato la circolazione dei veicoli alimentati
a  combustibili  alternativi  elettricita',  idrogeno,  gas  naturale
liquefatto-GNL, gas naturale  compresso  -  GNC  e  gas  di  petrolio
liquefatto - GPL, oppure  una  loro  combinazione  e  dei  veicoli  a
funzionamento ibrido bimodale e a funzionamento ibrido multimodale e,
subordinatamente  a  opportune  condizioni  inerenti  la   protezione
ambientale, escludono i predetti veicoli dai blocchi anche temporanei
della circolazione. 
  2. Entro 90 giorni dalla data di entrata  in  vigore  del  presente
decreto, il Governo, su proposta del Ministro delle infrastrutture  e
dei trasporti, promuove la  stipulazione  di  un'intesa  in  sede  di
conferenza  Stato-citta'  ed  autonomie  locali  per  assicurare  una
regolamentazione omogenea all'accesso alle aree a  traffico  limitato
di veicoli alimentati a combustibili alternativi di cui  al  presente
decreto e per la loro esclusione, subordinatamente  al  rispetto  dei
vincoli di protezione ambientale, dai blocchi anche  temporanei  alla
circolazione stradale. 

Titolo VI
ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO E INFORMAZIONE

                               Art. 20 
 
                 Relazione alla Commissione europea 
(Attuazione dell'articolo 10, paragrafo 1 della direttiva 2014/94/UE) 
 
  1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,  di  concerto
con  il  Ministero  dello  sviluppo  economico  e  con  il  Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, entro  il  18
novembre 2019 e, successivamente  con  cadenza  triennale,  trasmette
alla Commissione europea una  relazione  sull'attuazione  del  Quadro
Strategico  Nazionale.  Tale  relazione  comprende  le   informazioni
elencate nell'allegato II e, se del caso, include una giustificazione
pertinente sul livello di conseguimento degli obiettivi nazionali  di
cui all'articolo 3 del presente decreto. 

Titolo VII
DISPOSIZIONI FINALI

                               Art. 21 
 
                             Abrogazioni 
 
  1. L'articolo 17-septies, comma  2,  del  decreto-legge  22  giugno
2012, n. 83, convertito  dalla  legge  7  agosto  2012,  n.  134,  e'
abrogato. 
                               Art. 22 
 
                 Coordinamento con normativa fiscale 
 
  1. Le disposizioni tributarie vigenti in  materia  di  accisa  sono
fatte salve. 
                               Art. 23 
 
                       Disposizioni tariffarie 
 
  1. A decorrere  dalla  data  di  entrata  in  vigore  del  presente
decreto, le spese per le attivita' di cui all'articolo 9 svolte dalla
Direzione generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e per  le
infrastrutture energetiche del Ministero  dello  sviluppo  economico,
nonche'  le  spese   per   le   relative   istruttorie   tecniche   e
amministrative  e  per  le  conseguenti   necessita'   logistiche   e
operative, anche finalizzate  alle  attivita'  di  dismissione,  sono
poste a carico del soggetto richiedente  tramite  il  versamento  del
contributo di cui all'articolo 1, comma 110, della  legge  23  agosto
2004, n. 239. 
  2. Fermo restando quanto stabilito dal comma 1, a  decorrere  dalla
data di entrata in vigore del presente decreto, le spese svolte dalla
Direzione generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e per  le
infrastrutture energetiche del Ministero dello sviluppo economico per
le attivita' di cui all'articolo 9 relative alla realizzazione e alla
verifica di impianti e di infrastrutture energetiche il cui valore e'
di entita' inferiore a 5 milioni di euro, nonche'  le  spese  per  le
relative istruttorie tecniche e amministrative e per  le  conseguenti
necessita' logistiche e operative, anche finalizzate  alle  attivita'
di dismissione, sono poste a carico dei soggetti richiedenti, secondo
tariffe determinate sulla base del costo effettivo del servizio reso. 
  3. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico,  di  concerto
con il Ministro dell'economia e  delle  finanze,  da  emanarsi  entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore del  presente  decreto,
si provvede, ai sensi dell'articolo  30,  comma  4,  della  legge  24
dicembre 2012, n. 234, alla determinazione delle tariffe spettanti al
Ministero dello sviluppo economico per le attivita' di cui  al  comma
2. 
  4. Le entrate derivanti dalla riscossione delle tariffe di  cui  al
comma 3 affluiscono all'entrata del bilancio dello Stato  per  essere
riassegnate, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze,
ad appositi capitoli dello stato di previsione  del  Ministero  dello
sviluppo economico ai fini della copertura delle spese sostenute  per
le attivita' di cui al comma 2. 
  5. A decorrere  dalla  data  di  entrata  in  vigore  del  presente
decreto, le  spese  per  le  attivita'  svolte  dal  Ministero  delle
infrastrutture e dei trasporti e dagli Uffici  marittimi  di  cui  al
codice   della   navigazione   quali   autorizzazioni,   permessi   o
concessioni, volte alla realizzazione e alla verifica di  impianti  e
di infrastrutture energetiche, per le relative istruttorie tecniche e
amministrative  e  per  le  conseguenti   necessita'   logistiche   e
operative,  comprese  quelle  relative  al  rilascio  di  concessioni
demaniali marittime o per altre attivita' previste dal  codice  della
navigazione e dal relativo regolamento di esecuzione,  sono  poste  a
carico dei  soggetti  richiedenti,  ai  sensi  dell'articolo  11  del
regolamento al codice  della  navigazione  e  altre  disposizioni  in
materia secondo tariffe determinate sulla base  del  costo  effettivo
del servizio reso. 
  6. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e  dei  trasporti,
di concerto  con  il  Ministro  dell'economia  e  delle  finanze,  da
emanarsi entro trenta giorni dalla data  di  entrata  in  vigore  del
presente decreto, si provvede, ai sensi dell'articolo  30,  comma  4,
della legge 24 dicembre  2012,  n.  234,  alla  determinazione  delle
tariffe spettanti al Ministero delle infrastrutture e  dei  trasporti
per le attivita' di cui al comma 5. 
  7. Le entrate derivanti dalla riscossione delle tariffe di  cui  al
comma 5 affluiscono all'entrata del bilancio dello Stato  per  essere
riassegnate, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze,
ad appositi capitoli dello stato di previsione  del  Ministero  delle
infrastrutture e dei trasporti ai fini della  copertura  delle  spese
sostenute per le attivita' di cui al comma 5. 
                               Art. 24 
 
             Copertura finanziaria ed entrata in vigore 
 
  1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza  pubblica.  Le  Amministrazioni
interessate provvedono agli adempimenti previsti dal presente decreto
con  le  risorse  umane,  strumentali  e  finanziarie  disponibili  a
legislazione vigente. 
  2. Il presente decreto entra  in  vigore  il  giorno  successivo  a
quello  della  sua  pubblicazione  nella  Gazzetta  Ufficiale   della
Repubblica italiana. 
  Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare. 
    Dato a Roma, addi' 16 dicembre 2016 
 
                             MATTARELLA 
 
                                Gentiloni  Silveri,  Presidente   del
                                Consiglio dei ministri 
 
                                Delrio, Ministro delle infrastrutture
                                e dei trasporti 
 
                                Calenda,  Ministro   dello   sviluppo
                                economico 
 
                                Galletti,  Ministro  dell'ambiente  e
                                della tutela  del  territorio  e  del
                                mare 
 
                                Padoan,  Ministro   dell'economia   e
                                delle finanze 
 
                                Minniti, Ministro dell'interno 
 
                                Alfano, Ministro degli affari  esteri
                                e della cooperazione internazionale 
 
                                Orlando, Ministro della giustizia 
 
Visto, il Guardasigilli: Orlando 

                                                           Allegato I 
 
                             (allegato II della direttiva 2014/94/UE) 
                                     previsto dagli articoli 4, 5 e 6 
 
                         SPECIFICHE TECNICHE 
 
1. Specifiche tecniche per i punti di ricarica 
    1.1. Punti di ricarica di potenza standard per veicoli a motore 
    I punti di ricarica di potenza standard a corrente alternata (AC)
per veicoli elettrici  sono  muniti,  a  fini  di  interoperabilita',
almeno di prese fisse o connettori per  veicoli  del  tipo  2,  quali
descritti nella norma EN62196-2.  Mantenendo  la  compatibilita'  del
tipo 2, tali prese fisse possono essere munite di  dispositivi  quali
otturatori meccanici. 
    1.2. Punti di ricarica di potenza elevata per veicoli a motore 
    I punti di ricarica di potenza elevata a corrente alternata  (AC)
per veicoli elettrici  sono  muniti,  a  fini  di  interoperabilita',
almeno  di  connettori  del  tipo  2,  quali  descritti  nella  norma
EN62196-2. I punti di ricarica di potenza elevata a corrente continua
(DC) per veicoli elettrici sono muniti, a fini di  interoperabilita',
almeno di connettori del sistema di  ricarica  combinato  «Combo  2»,
quali descritti nella norma EN62196-3. 
    1.3. Punti di ricarica senza fili per veicoli a motore 
    1.4. Sostituzione di batterie per veicoli a motore 
    1.5. Punti di ricarica per veicoli a motore della categoria L 
    1.6. Punti di ricarica per autobus elettrici 
    1.7. Fornitura di elettricita' lungo le coste  destinata  a  navi
adibite alla navigazione marittima 
    Fornitura di elettricita' lungo le coste destinata a navi adibite
alla navigazione marittima, nonche' la progettazione, il montaggio  e
le prove dei sistemi, sono conformi alle  specifiche  tecniche  della
norma IEC/ISO/IEEE 80005-1. 
    1.8. Fornitura di elettricita' lungo le coste  destinata  a  navi
adibite alla navigazione interna. 
2. Specifiche tecniche dei punti  di  rifornimento  di  idrogeno  per
  veicoli a motore 
    2.1. I punti di rifornimento  di  idrogeno  in  zone  aperte  che
forniscono idrogeno allo stato  gassoso  usato  come  carburante  nei
veicoli a motore sono conformi alle specifiche tecniche  della  norma
ISO/TS 20100 relativa all'idrogeno allo stato gassoso utilizzato come
combustibile, e successive modifiche. 
    2.2. La purezza dell'idrogeno fornito nei punti  di  rifornimento
e' conforme alle specifiche tecniche della norma ISO 14687-2. 
    2.3. I punti di rifornimento di idrogeno utilizzano algoritmi per
i carburanti e  apparecchiature  conformi  alla  norma  ISO/TS  20100
relativa   all'idrogeno   allo   stato   gassoso   utilizzato    come
combustibile. 
    2.4. I connettori per veicoli a motore  per  l'alimentazione  con
idrogeno allo stato  gassoso  sono  conformi  alla  norma  ISO  17268
relativa ai connettori per  il  rifornimento  dei  veicoli  a  motore
alimentati con idrogeno allo stato gassoso. 
    3. Specifiche  tecniche  per  i  punti  di  rifornimento  di  gas
naturale 
    3.1. Specifiche tecniche per i punti di rifornimento di  GNL  per
navi adibite alla navigazione interna o navi adibite alla navigazione
marittima 
    3.2. Specifiche tecniche per i punti di rifornimento di  GNL  per
veicoli a motore 
    3.3. Specifiche tecniche per i connettori/serbatoi per GNC 
    I  connettori/serbatoi  per  GNC  devono   essere   conformi   al
regolamento n. 110 dell'UNECE (che fa riferimento alle parti I  e  II
della norma ISO 14469). 
    3.4. Specifiche tecniche per i punti di rifornimento di  GNC  per
veicoli a motore adottate con atti delegati. 
                                                          Allegato II 
 
                              (allegato I della direttiva 2014/94/UE) 
                                                previsto dall'art. 20 
 
                              RELAZIONE 
 
    La  relazione  contiene  la  descrizione  delle  misure  adottate
nell'ambito  del  Quadro  Strategico  Nazionale  a   sostegno   della
creazione di un'infrastruttura per  i  combustibili  alternativi.  La
relazione include almeno gli elementi seguenti: 
1. Misure giuridiche 
    Le informazioni sulle misure giuridiche, che  possono  consistere
in misure legislative,  regolamentari  o  amministrative  a  sostegno
della  realizzazione  di   un'infrastruttura   per   i   combustibili
alternativi, quali licenze edilizie, licenze per  la  costruzione  di
parcheggi, certificazione ambientale delle imprese e concessioni  per
le stazioni di rifornimento. 
2. Misure strategiche a supporto dell'attuazione del piano strategico
  nazionale 
    Le informazioni su tali misure includono i seguenti elementi: 
      - incentivi  diretti  per  l'acquisto  di  mezzi  di  trasporto
alimentati  con  combustibili  alternativi,  o  per  la   costruzione
dell'infrastruttura, 
      - disponibilita' di incentivi fiscali per promuovere i mezzi di
trasporto alimentati con combustibili alternativi e  l'infrastruttura
pertinente, 
      -  uso  di  appalti  pubblici  a  sostegno   dei   combustibili
alternativi, compresi gli appalti congiunti, 
      - incentivi non  finanziari  sul  versante  della  domanda:  ad
esempio, accesso  preferenziale  ad  aree  a  circolazione  limitata,
politica dei parcheggi, corsie dedicate, 
      - valutazione della necessita' di punti di rifornimento di  jet
fuel rinnovabile negli aeroporti della rete centrale della TEN-T, 
      - procedure tecniche e amministrative e normativa in  relazione
all'autorizzazione della fornitura  di  combustibili  alternativi  al
fine di agevolarne il processo autorizzativo. 
3. Misure a sostegno della realizzazione e della produzione 
    Stanziamenti  nei  bilanci  pubblici   annuali   destinati   alla
realizzazione dell'infrastruttura  per  i  combustibili  alternativi,
ripartiti per  combustibile  alternativo  e  per  modo  di  trasporto
(strada, ferrovia, vie navigabili e trasporto aereo). 
    Stanziamenti nei bilanci pubblici annuali destinati  al  sostegno
degli impianti di produzione  delle  tecnologie  per  i  combustibili
alternativi, ripartiti per combustibile alternativo  e  per  modo  di
trasporto. 
    Valutazione di eventuali esigenze  particolari  durante  la  fase
iniziale della realizzazione delle infrastrutture per i  combustibili
alternativi. 
4. Ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione 
    Stanziamenti nei bilanci pubblici annuali destinati  al  sostegno
di ricerca, sviluppo tecnologico  e  dimostrazione  sui  combustibili
alternativi, ripartiti per combustibile e per modo di trasporto. 
5. Obiettivi 
      - stima del  numero  di  veicoli  che  utilizzano  combustibili
alternativi previsti entro il 2020, 2025 e 2030, 
      - livello di conseguimento degli  obiettivi  nazionali  per  la
diffusione  dei  combustibili  alternativi  nei  differenti  modi  di
trasporto (strada, ferrovia, vie navigabili e trasporto aereo), 
      - livello di conseguimento degli obiettivi nazionali, anno  per
anno, per la realizzazione di un'infrastruttura  per  i  combustibili
alternativi nei differenti modi di trasporto, 
      - informazione sulla  metodologia  applicata  per  tener  conto
dell'efficienza di ricarica dei punti di ricarica di potenza elevata. 
6. Sviluppi delle infrastrutture per i combustibili alternativi 
    Evoluzione della domanda (capacita' effettivamente utilizzata)  e
dell'offerta (capacita' supplementare dell'infrastruttura). 
                                                         Allegato III 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
        Sezione A: fornitura di elettricita' per il trasporto 
 
                         Prima sottosezione: 
          Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica 
        dei veicoli alimentati ad energia elettrica (PNire), 
di cui all'articolo 17 septies della legge n. 134 del 7 agosto 2012. 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
        Sezione A: fornitura di elettricita' per il trasporto 
 
                        Seconda sottosezione: 
      valutazione della necessita' di fornitura di elettricita' 
        alle infrastrutture di ormeggio nei porti marittimi e 
          nei porti della navigazione interna e valutazione 
         della necessita' di installare sistemi di fornitura 
           di elettricita' negli aeroporti per l'utilizzo 
                da parte degli aerei in stazionamento 
 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE 
  LISTA DELLE FIGURE 
  2 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO STATO TECNOLOGICO 
  2.1 INTRODUZIONE 
  2.2 LE NORME DI RIFERIMENTO 
  3 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO SCENARIO ITALIANO 
  4 MISURE DI SOSTEGNO PER L'ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE 
  5  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO STATO TECNOLOGICO 
  6  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO SCENARIO ITALIANO 
  7  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - GLI IMPATTI SOCIALI 
  8  MISURE  DI  SOSTEGNO  PER  LA  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'  AGLI
AEROMOBILI IN FASE DI STAZIONAMENTO 
  8.1 AUTORITA' AEROPORTUALI ED OPERATORI 
  8.2 AIRLINE OPERATORS 
  9 ULTERIORI  CONTRIBUTI  ALLA  RIDUZIONE  DEI  CONSUMI  DI  ENERGIA
ELETTRICA NEL SETTORE AEROPORTUALE 
 
  RIFERIMENTI 
 
  APPENDICE A: 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1:  Dati  di  Traffico  Anno  2015  e  variazioni  su  2014
(Assaeroporti, dati aggiornati Marzo 2016) 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
la fornitura di elettricita' agli aeromobili in fase di stazionamento
e l'elettrificazione delle banchine. 
 
  2 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO STATO TECNOLOGICO 
 
  2.1 INTRODUZIONE 
  Il settore del trasporto marittimo di persone e  cose  contribuisce
all'emissione di sostanze inquinanti nocive  per  l'aria  costituendo
pertanto un problema per le comunita' portuali coinvolte. 
  L'aumento delle concentrazioni di Ossidi di Azoto (NOx), Ossidi  di
Zolfo (SOx), Particolato (PM) Idrocarburi incombusti  (HC  o  VOCs  -
benzene,  formaldeide,  toluene,  ecc.),  Ossido  di  Carbonio   (CO)
costituiscono una minaccia per la salute pubblica nei porti  e  nelle
aree circostanti. 
  Per queste ragioni,  tra  cui  principalmente  quelle  legate  alle
emissioni in aria di gas ed  inquinanti  ad  elevato  impatto  locale
(NOx, SOx, PM) l'alimentazione di navi in porto tramite una  sorgente
elettrica esterna alla nave stessa sta diventando un argomento di cui
tenere conto nella progettazione degli impianti  elettrici  navali  e
della logistica portuale. 
  Le prime navi ad adottare  soluzioni  di  questo  tipo,  progettate
cioe' per poter spegnere i motori primi dei loro generatori quando in
porto e per poter essere alimentate da sorgenti  esterne  (a  terra),
risalgono all'inizio degli anni 2000. Tale pratica,  nata  nei  porti
dell'Alaska e altri porti USA, e' storicamente conosciuta come  "cold
ironing". 
  Tenendo conto della vita operativa di una nave,  della  percentuale
di navi nuove che verosimilmente saranno realizzate per funzionare  a
gas naturale come combustibile alternativo,  si  presume  che  queste
ultime saranno solo circa il 10/11 % delle navi circolanti  entro  il
2030 (fonte  studio  Lloyds  Register  Marine  e  dall'University  of
London). 
  La realizzazione di sistemi di fornitura di alimentazione elettrica
lungo le banchine alle navi adibite alla navigazione marittima o alle
navi adibite alla navigazione interna, quando ormeggiate,  effettuata
attraverso  un'interfaccia  standardizzata  puo'  pertanto  rivestire
un'importanza fondamentale per la  riduzione  delle  emissioni  nelle
aree portuali. I benefici  conseguenti  si  estenderebbero  ad  ampie
fasce   della   popolazione    costiera    e    consentirebbero    la
riqualificazione di aree portuali a fini turistici e commerciali. 
  Dal punto di vista tecnico, l'eventuale realizzazione  di  impianti
di elettrificazione delle  banchine,  anche  se  non  particolarmente
complicato, richiederebbe comunque  la  collaborazione  di  tutte  le
entita'  coinvolte  (pubbliche   istituzioni,   armatori,   autorita'
portuali, gestori dei terminali portuali) per assicurare  un  elevato
tasso  di  utilizzo  a  garanzia  della  sostenibilita'   commerciale
dell'investimento e una massimizzazione della riduzione  dell'impatto
ambientale. 
  La necessita'  di  un'alimentazione  simultanea  di  piu'  navi  da
crociera, che genera una richiesta di potenza molto elevata, potrebbe
comportare    di    dover    rafforzare    la    rete    locale    di
trasmissione/distribuzione.   Tale   eventualita'   potrebbe   essere
un'opportunita'  rilevante  per  il  miglioramento   della   qualita'
dell'energia di intere aree urbane afferenti alle rispettive  realta'
portuali. 
 
  2.2 LE NORME DI RIFERIMENTO 
  La normativa e la standardizzazione sono disponibili: nel  2012  e'
stato   pubblicato   congiuntamente   da    IEC    -    International
Electrotechnical Commission, ISO  -  International  Organization  for
Standardization e IEEE  -  Institute  of  Electrical  and  Electronic
Engineers lo standard tecnico IEC/ISO/IEEE 80005-1 -  Ed.  2012-07  -
Utility connections in port - Part 1: High Voltage  Shore  Connection
(HVSC)  Systems  -  General  requirements.  L'intenzione  di   questo
standard e' quello di definire i requisiti di sicurezza e lo standard
per le connessioni  delle  navi  ai  relativi  teminal  fornitori  di
energia. 
  Le soluzioni tecniche sono mature e sono gia' state  installate  su
navi da crociera e da carico che approdano con regolarita'  in  porti
ove esiste la disponibilita' di energia da terra per  alimentare  gli
impianti elettrici delle navi (prevalentemente negli USA). 
  L'impatto sulla  logistica  portuale  e  sulla  rete  elettrica  di
alimentazione in alcuni casi non e' trascurabile: relativamente  alla
fornitura di energia elettrica alle navi da crociera si prevede  che,
per ognuna di esse, sia necessaria una singola fornitura di almeno 16
MVA (preferibili 20 MVA) corrispondenti mediamente a 12.8 MWe. 
  In generale i limiti imposti  per  le  emissioni  inquinanti  delle
centrali termoelettriche  sono  tali  da  rendere  comunque  positivo
l'impatto  sull'ambiente,  conseguente  all'adozione  di  sistemi  di
alimentazione da terra delle navi in porto. Tale  impatto  e'  ancora
piu' positivo qualora  sia  possibile  generare  l'energia  richiesta
dalle navi in siti lontani dagli abitati o con fonti rinnovabili. 
 
  3 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO SCENARIO ITALIANO 
  Recenti studi hanno evidenziato  (Universita'  di  Trieste,  studio
sulla riqualificazione dell'area portuale di Trieste)  che  circa  il
40% del costo dell'elettrificazione  di  due  banchine  per  navi  da
crociera di  grandi  dimensioni  (nel  caso  specifico  in  grado  di
alimentare due navi da crociera con 20  MVA  di  potenza  ognuna)  e'
rappresentato dalla linea di alta tensione che andrebbe portata  fino
alla cabina ed alle relative stazioni di  trasformazione.  Lo  studio
evidenzia le possibili sinergie  tra  elettrificazione  del  porto  e
infrastruttura di ricarica dei veicoli  elettrici,  la  stessa  linea
potrebbe alimentare anche le stazioni di carica lente  e  veloci  dei
veicoli elettrici senza alcun aggravio di costi. 
  I sistemi di fornitura di alimentazione elettrica  alle  navi  sono
una  tecnologia  efficace  non  soltanto  per  la   riduzione   delle
emissioni, ma anche per la riduzione dell'impatto  acustico  e  delle
vibrazioni generate dai motori attivi su navi ormeggiate in banchina. 
  Anche uno studio dell'Autorita' Portuale di Genova dimostra come le
navi da crociera e i traghetti ospitati mediamente nei soli bacini di
carenaggio di Genova, se connesse con un impianto di elettrificazione
delle banchine, potrebbero ridurre le  emissioni  di  CO2  di  19.000
tonnellate/anno, di NOx e  SOx  di  un  totale  di  2.400  tonnellate
all'anno. 
  La disponibilita' di soluzioni  per  l'alimentazione  elettrica  in
porto, in particolare  per  le  navi  da  crociera  costituirebbe  un
ulteriore fattore di attrattivita' dei porti Italiani,  tenuto  conto
di quanto stia diventando importante  la  sostenibilita'  sociale  ed
ambientale. 
  La  presenza  di  standard  globali  per  l'elettrificazione  delle
banchine garantisce la compatibilita' di installazioni effettuate  in
Italia  con  quelle  dislocate  in   ogni   altro   porto   mondiale,
massimizzando il fattore di utilizzo dei sistemi installati. 
  L'evoluzione  tecnologica  dei  sistemi  di  controllo  delle  reti
intelligenti  consente  un  miglioramento  sensibile  dell'efficienza
energetica in tutta l'area portuale e delle zone adiacenti, che  deve
integrare anche la parte relativa all'infrastruttura di ricarica  dei
veicoli elettrici e degli altri carichi elettrici portuali. A  questo
proposito si cita uno studio dell'Universita' Sapienza  di  Roma  che
propone un approccio integrato alla gestione  energetica  dei  porti,
che include gli impianti di alimentazione delle navi in  banchina,  i
carichi per  la  movimentazione  delle  merci  (gru)  e  la  relativa
conservazione (celle frigorifere) ed apre ad altri carichi  elettrici
tra cui l'infrastruttura dei veicoli elettrici pubblici e privati. 
  Ogni porto presenta specifiche peculiarita' legate  alla  posizione
geografica,  alla  sua  rete  di  interconnessione   infrastrutturale
terreste (strade, autostrade, ferrovie), alla tipologia  di  traffico
marittimo e alla vicinanza o meno ad un centro urbano. 
  Il successo  ambientale  e  commerciale  di  qualsiasi  sistema  di
elettrificazione delle banchine deve essere soggetto ad  un  accurato
studio di fattibilita' e ad una valutazione caso per caso, al fine di
ottimizzare  il   dimensionamento   dell'impianto   e   massimizzarne
l'utilizzo da parte degli operatori portuali e degli armatori. 
  La valutazione  sull'opportunita'  di  elettrificare  un  porto  od
alcune banchine  dello  stesso  potra'  essere  fatta  applicando  il
principio della valutazione dei  costi  e  benefici  derivanti  dalle
installazioni stesse, come indicato dalla Direttiva  2014/94.  A  tal
fine  si  potranno  utilizzare,  secondo  necessita',  alcuni   degli
elementi della metodologia suggerita dalla Commissione  Europea,  che
permette di  quantificare  le  esternalita',  o  la  riduzione  delle
stesse. 
  Nello  specifico  si  puo'   quantificare   una   riduzione   degli
inquininati ad impatto locale (SOx, NOx, PM)  a  cui  si  unisce  una
riduzione della CO2 emessa, soprattutto ove  venga  integrata  in  un
sistema di produzione di energia pulita, da fonti rinnovabili. 
  Molti porti  italiani  hanno  gia'  redatto  o  stanno  sviluppando
diversi studi sull'impatto economico-ambientale dell'elettrificazione
delle banchine e tutti concordano sul determinante  contributo  della
elettrificazione dei porti alla effettiva riduzione  delle  emissioni
inquinanti misurabili, e  molti  tengono  conto  del  bilancio  costi
benefici oppure analizzano i  vantaggi  di  un  approccio  energetico
integrato all'area portuale. 
 
  4 MISURE DI SOSTEGNO PER L'ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE 
  Particolare attenzione per ciascun progetto deve  essere  riservata
alla sostenibilita' finanziaria che, oltre all'investimento  iniziale
in  macchinari  capaci  di   fornire   energia   elettrica   con   le
caratteristiche adeguate al  maggior  numero  possibile  di  navi  (e
quindi con tensioni che possono variare dai 440 V ai 690 V,  dai  6,6
kV agli 11 kV e con frequenze di 50 o 60  Hz  ),  deve  tenere  conto
della sfruttabilita' dell'impianto (previsione di  quante  navi,  tra
quelle gia' pronte per poter essere alimentate da terra, approderanno
nel porto in un determinato periodo) e del costo finale per  l'utente
(tale  costo  deve  risultare  competitivo  rispetto  al  costo   dei
combustibili navali che permettono di ottemperare ai  limiti  imposti
per legge in materia di emissioni navali). 
  Pertanto,  a  seguito  di  approfondite  considerazioni  locali  di
carattere  ambientale,  di  traffico  marittimo,  di  generazione   e
disponibilita' di energia elettrica dalla rete nazionale,  si  potra'
stabilire caso per caso, porto per porto, l'opportunita'  di  dotarlo
di impianto di alimentazione elettrica per navi. 
 
  5  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO STATO TECNOLOGICO 
  Ogni aereo, in volo o a terra, necessita di  una  alimentazione  di
energia elettrica, 115 V e 400 Hz per operazioni di  sicurezza  e  di
controllo  del  velivolo  stesso.  Durante  il  rullaggio,  l'energia
elettrica e' generata da  apparecchiature  di  bordo  che  forniscono
energia / potenza per funzioni diverse dalla propulsione, ad  esempio
l'unita' di alimentazione ausiliaria (APU  -  Auxiliary  Power  Unit)
situata nella parte posteriore del velivolo. Quando  l'aeromobile  e'
parcheggiato, l'APU puo' essere utilizzata per alimentare il velivolo
durante  l'imbarco  e  lo  sbarco   dei   passeggeri,   la   pulizia,
l'avviamento  del  motore,  ecc.  e,  soprattutto,   per   alimentare
l'impianto di climatizzazione. Tuttavia, queste  operazioni  generano
un alto livello di gas serra (ad esempio, per un  per  B747-400  sono
necessari 550 l/h di kerosene) e provocano una rumorosita'  di  circa
80 decibel (dB),  misurata  nella  area  di  stazionamento,  con  una
efficienza stimata dell'APU compresa tra il 10 e il 14%. 
  L'installazione di un impianto di fornitura  di  energia  elettrica
negli aeroporti per l'uso da parte degli aerei  in  stazionamento  e'
una opportunita' cruciale per i terminal per  ridurre  al  minimo  il
consumo di carburante, le emissioni acustiche e di CO2 derivanti. 
  Relativamente  alle   tecnologie   disponibili   ci   sono   metodi
alternativi per la fornitura di energia e aria condizionata  per  gli
aeroplani in stazionamento (oltre all'APU): 
  • Impianti fissi di distribuzione dell'energia  elettrica  (FEGP  -
Fixed  Electrical  Ground  Power),  collegati  alla  rete   elettrica
dell'aeroporto,  in  grado  di  alimentare   il   sistema   di   aria
condizionata degli aeromobili. Dal momento che  nella  maggior  parte
degli aeroporti la rete elettrica opera su 50 o 60 Hz, sono necessari
convertitori di frequenza per passare ai  400  Hz  richiesti  per  il
funzionamento dell'aereo. Questi possono  essere  installati  in  due
modi: 
  - Sui pontili di  imbarco  e  sbarco  dei  passeggeri,  controllati
elettricamente sia per la connessione sia per il riavvolgimento,  una
volta concluse le operazioni, oppure 
  - Su supporti fissi posizionati sull'asfalto nei pressi  dell'ogiva
del velivolo parcheggiato che possono essere interrati o fuori terra. 
  • Impianti di aria  pre-condizionata  (APC  -  Pre-conditioned  air
system), utilizzando apparecchiature  a  terra.  I  sistemi  azionati
elettricamente non richiedono combustibile  liquido,  il  livello  di
rumore e' di 70 dB, e la loro  efficienza  e'  fino  al  50%  (per  i
sistemi centrali in termini  di  consumo  di  energia  primaria).  In
termini comparativi, secondo la scala logaritmica, una rumorosita' di
70 dB nella area di stazionamento invece di 80 dB corrisponde ad  una
riduzione della rumorosita' di 10 volte. 
  Questi impianti alternativi alle  APU  possono  essere  forniti  di
motori diesel portatili, oppure concepiti  come  sistemi  localizzati
puntuali o centralizzati: 
  • le unita' portatili a terra con motore diesel (GPU) e  le  unita'
di  condizionamento  d'aria  possono  essere  montate   sulla   parte
posteriore di un camion o rimorchio per una maggiore mobilita'  nelle
aree di stazionamento; 
  • i sistemi localizzati puntuali  (POU  -  Point  of  Use)  rendono
disponibile   l'infrastruttura    primaria    necessaria    per    il
riscaldamento, la ventilazione ed il condizionamento dell'aria (HVAC)
in corrispondenza delle postazioni in cui sostano gli aeromobili; 
  • i sistemi centralizzati infine producono in un  sistema  centrale
la   loro   funzione   primaria   (riscaldamento,   ventilazione    o
condizionamento) che giunge agli aeromobili attraverso  una  rete  di
distribuzione, spesso integrata  con  il  sistema  centralizzato  del
terminal aeroportuale. 
  Poiche' ognuno di questi tipi di sistemi  alternativi  puo'  essere
utilizzato per soddisfare i requisiti di carico e  potenza  per  piu'
tipi  di  velivolo,  la  scelta  di  quale  sistema  alternativo  per
implementare e' basata su diversi fattori legati a  costi,  requisiti
di  infrastruttura  e  considerazioni  operative.  Numerosi  standard
internazionali possono essere impiegati nella selezione dei fornitori
al fine di garantire l'efficienza dell'infrastruttura installata. 
 
  6  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO SCENARIO ITALIANO 
  Nei principali aeroporti italiani aperti  al  traffico  commerciale
sono presenti piazzole di sosta dotate di apparati  di  alimentazione
di energia elettrica sottobordo (400 Hz) per gli aeromobili. 
  In particolare nei tre gates intercontinentali (cosi' come definiti
dal DPR 201/2015  che  ha  individuato  gli  aeroporti  di  interesse
nazionale: aeroporti di Fiumicino, Malpensa e Venezia) i  sopracitati
apparati sono disponibili per oltre l'80% delle piazzole presenti. 
  I  suddetti  dispositivi  di  rifornimento  sottobordo  sono  anche
disponibili  nella  quasi  totalita'  degli  aeroporti  con  traffico
superiore ai 1,5 milioni di pax/anno, in percentuale variabile. 
  Dati di Traffico Anno 2015  (Assaeroporti,  dati  aggiornati  Marzo
2016) 
 
Tabella  1:  Dati  di  Traffico  Anno  2015  e  variazioni  su   2014
             (Assaeroporti, dati aggiornati Marzo 2016) 
 
 
=====================================================================
| N.  |   AEROPORTO   |  MOVIMENTI   |   %   |  PASSEGGERI  |   %   |
+=====+===============+==============+=======+==============+=======+
|  1  |Alghero        |        12.551|   -9,1|     1.677.967|    2,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  2  |Ancona         |        12.395|   -2,9|       521.065|    8,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  3  |Bari           |        36.886|   13,0|     3.972.105|    8,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  4  |Bergamo        |        76.078|   12,4|    10.404.625|   18,6|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  5  |Bologna        |        64.571|   -0,7|     6.889.742|    4,7|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  6  |Bolzano        |        11.915|   -2,2|        35.141|  -46,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  7  |Brescia        |         8.239|    9,6|         7.744|  -42,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  8  |Brindisi       |        18.042|    4,5|     2.258.292|    4,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  9  |Cagliari       |        31.167|   -8,6|     3.719.289|    2,2|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 10  |Catania        |        54.988|   -8,2|     7.105.487|   -2,7|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 11  |Comiso         |         3.458|   21,5|       372.963|   13,6|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 12  |Cuneo          |         4.908|  -14,0|       129.847|  -45,3|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 13  |Firenze        |        34.269|    0,3|     2.419.818|    7,5|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 14  |Foggia         |         1.043|  -57,7|         1.942|  -67,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 15  |Genova         |        19.280|    3,8|     1.363.240|    7,5|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 16  |Grosseto       |         1.661|  -10,0|         3.183|  -32,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 17  |Lamezia Terme  |        21.524|   -5,9|     2.342.452|   -2,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 18  |Milano Linate  |       118.650|    4,8|     9.689.635|    7,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|     |Milano         |              |       |              |       |
| 19  |Malpensa¹      |       160.484|   -3,8|    18.582.043|   -1,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 20  |Napoli         |        60.261|    1,4|     6.163.188|    3,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 21  |Olbia          |        28.272|   -1,0|     2.240.016|    5,3|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 22  |Palermo        |        42.407|    0,4|     4.910.791|    7,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 23  |Parma          |         5.946|  -15,2|       187.028|   -9,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 24  |Perugia        |         5.963|   72,6|       274.027|   30,9|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 25  |Pescara        |        10.324|   53,2|       612.875|   10,1|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 26  |Pisa           |        39.515|    1,7|     4.804.812|    2,6|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 27  |Reggio Calabria|         6.858|   -7,1|       492.612|   -5,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 28  |Roma Ciampino² |        53.153|    6,2|     5.834.201|   16,1|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 29  |Roma Fiumicino²|       315.217|    1,0|    40.463.208|    4,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 30  |Torino         |        44.261|    4,2|     3.666.424|    6,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 31  |Trapani        |        11.607|   -7,4|     1.586.992|   -0,7|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 32  |Trieste        |        14.672|   -4,9|       741.776|    0,2|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 33  |Treviso        |        18.402|    3,4|     2.383.307|    6,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 34  |Venezia        |        81.946|    5,4|     8.751.028|    3,3|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
 
 
--------------- 
¹ Inclusi movimenti e passeggeri Bergamo, relativi al periodo in  cui
le  attivita'  aeronautiche  si  sono  fermate   alcuni   giorni   in
coincidenza con l'ultima fase dei lavori di rifacimento della pista e
ammodernamento delle infrastrutture di volo. 
² Nel periodo Mag-Lug 2015, per ragioni operative, parte del  trafico
di Fiumicino e' stato trasferito a Ciampino 
 
 
  Negli aeroporti caratterizzati da volumi di traffico piu' bassi, ad
eccezione di pochi casi, non sono fruibili piazzole con alimentazione
elettrica sottobordo. 
  A margine di quanto sopra, si evidenzia che l'Action  Plan  per  la
riduzione dei livelli di CO2,  definito  dall'Italia  per  rispondere
alle specifiche risoluzioni dell'ICAO, promuove l'aumento del  numero
delle  piazzole  di  sosta   fornite   di   alimentazione   elettrica
sottobordo. 
  Come precedentemente riportato, la maggior  parte  degli  aeroporti
italiani che operano un servizio commerciale sono gia' dotati, per lo
meno parzialmente, di  installazioni  per  la  fornitura  di  energia
elettrica  agli  aeromobili  in  fase  di  stazionamento,   ulteriori
installazioni sono previste essere sviluppate. 
  La valutazione dell'opportunita' di incrementare  ulteriormente  il
numero di installazioni potra' essere fatta applicando  il  principio
della valutazione dei costi e benefici derivanti dalle  installazioni
stesse, come indicato dalla Direttiva 2014/94. A tal fine si potranno
utilizzare,  secondo  necessita',   alcuni   degli   elementi   della
metodologia suggerita dalla Commissione Europea. 
 
 
  7  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - GLI IMPATTI SOCIALI 
  La valuatzione se e dove procedure con le installazioni  necessarie
alla  fornitura  di  energia  elettrica  agli  aerei   in   fase   di
stazionamento puo' essere fatta sulla base  di  una  mappatura  delle
diverse categorie di aeroporti, del loro profilo di traffico aereo  e
delle strutture aeroportuali  attualmente  disponibili,  i  piani  di
azione possono essere studiati, insieme alle  industrie  del  settore
del trasporto aereo, per determinare la strategia ottimale di  azione
ed  il  livello  ottimale  di  coordinamento,  che  potrebbe   essere
nazionale cosi' come regionale. 
  Una volta che  sia  stata  stabilita  la  necessita'  di  un'azione
strategica concreta (mediante una valutazione  Costi  Benefici),  gli
organismi di regolamentazione possono impostare linee guida normative
in materia di utilizzo della  APU  mentre  gli  aerei  stazionano  in
aeroporto e fornire incentivi finanziari per l'installazione di  tali
sistemi. 
I principi ispiratori del piano d'azione possono essere  trovati  nel
programma AGR (Aircraft on  the  Ground  CO2  Reduction),  sviluppato
dalla BAA attraverso la Sustainable Aviation coalition3 . 
Il programma fornisce una guida  pratica  per  aiutare  le  compagnie
aeree, i fornitori di servizi per la navigazione aerea,  le  societa'
di assistenza a terra e gli operatori  aeroportuali  per  ridurre  le
emissioni di CO2 dei movimenti aerei a terra ed  ha  gia'  portato  a
notevoli risparmi: 
• una quantita' stimata di circa  100.000  tonnellate  di  CO2  annue
risparmiate ad Heathrow, derivante dalla riduzione dell'utilizzo  del
motore durante il rullaggio cosi' come dall'uso di FEGP e PCA; 
• circa il 20% di risparmi in termini di incremento di efficienza per
ciascun movimento per le attuali attivita' a terra degli  aeromobili,
con potenziali ulteriori sviluppi per il futuro; 
• questo si traduce in circa 6 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno
a livello mondiale (stimato dalla IATA). 
 
 
-------- 
 3 Sustainable Aviation CO2  Road-Map  2012,  disponibile  sul  sito:
http://www.sustainableaviation.co.uk/wpcontent/uploads/2015/09/SA-Car
bon-Roadmap-full-report.pdf 
 
 
  8  MISURE  DI  SOSTEGNO  PER  LA  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'  AGLI
AEROMOBILI IN FASE DI STAZIONAMENTO 
 
  8.1 AUTORITA' AEROPORTUALI ED OPERATORI 
  Le autorita' aeroportuali e gli operatori sono fattori  chiave  per
la  realizzazione  di  infrastrutture  alternative  e  centrale   per
l'agevolazione del  suo  utilizzo  da  parte  degli  operatori  delle
compagnie aeree. In genere, gli aeroporti che hanno installato FEGP e
PCAs impostare restrizioni per l'uso di APUs. 
  Oltre  a  fornire   infrastrutture   alternative,   gli   aeroporti
potrebbero garantire che le strutture a terra siano ben  mantenute  e
la disponibilita' sia elevata, al fine di creare  una  fiducia  nella
possibilita' di un loro utilizzo costante. 
  Gli Aeroporti potrebbero anche collaborare con gli operatori  aerei
e di terra garantendo che le strutture terminalistiche dell'aeroporto
siano adeguate, adatte allo scopo e ben tenute e che ci sia stata una
sufficiente formazione mirata a garantire che queste strutture  siano
utilizzate in modo efficiente e sicuro. 
 
  8.2 AIRLINE OPERATORS 
  Gli operatori aerei hanno un ruolo da svolgere per accrescere l'uso
di infrastrutture alternative. Alcune  compagnie  aeree  stabiliscono
procedure aggiuntive al fine di limitare l'uso dell'APU, in  funzione
del tipo di velivolo, del peso effettivo al momento del decollo  e  a
seconda  delle   caratteristiche   dell'aeroporto   (altitudine,   la
lunghezza della pista, ecc). 
  Poiche' l'uso di  carburante  aeronautico  nel  APU  e'  costoso  e
inefficiente,  si  raccomanda  che  gli  operatori  di  bordo  e  gli
operatori di terra seguano  procedure  nel  usare  le  dotazioni  del
terminal aeroportuale,  che,  se  seguite,  possono  far  risparmiare
carburante, ridurre significativamente il rumore e  le  emissioni  di
gas serra. Le seguenti  regole  non  valicano  mai  le  normative  di
sicurezza ne i controlli del velivolo: 
  1. Nel Terminale Aeroportuale, le installazioni di terra come  FEGP
e  PCA  alimentati  dalla  rete  elettrica,  devono   essere   sempre
utilizzate ove previste, 
  2. Quando queste non sono disponibili, dovrebbero essere utilizzate
per le unita' di condizionamento i GPU portatili alimentati a gasolio
perche'  riducono  l'utilizzo  di  carburante,  emissioni  e   rumore
rispetto all'APU, 
  3. Quando FEGP, PCA o GPU non  sono  disponibili,  dovrebbe  essere
usato il sistema APU di bordo  ed  i  relativi  generatori  e  flussi
d'aria dal compressore (ad alta pressione e temperatura). 
  4. Se nessuna di queste tecnologie e' disponibile  dovrebbe  essere
usato come ultima risorsa i generatori azionati dal motore principale
e il flusso dell'aria. 
 
  9 ULTERIORI  CONTRIBUTI  ALLA  RIDUZIONE  DEI  CONSUMI  DI  ENERGIA
ELETTRICA NEL SETTORE AEROPORTUALE 
  Nel  settore  aeroportuale  i  Gestori  hanno  da   tempo   avviato
iniziative ed interventi volti alla riduzione del consumo di  energia
primaria, e conseguentemente delle emissioni di CO2, e  considerevoli
progressi sono gia' stati realizzati, sia  con  azioni  intraprese  a
livello nazionale, sia tramite la partecipazione a programmi europei.
A cio' si aggiungono  le  azioni  inserite  nei  nuovi  contratti  di
programma che le societa' di gestione  intendono  adottare  entro  il
2020, sulla base dei modelli emanati  dall'Autorita'  di  Regolazione
dei Trasporti. 
  Sulla base delle informazioni fornite da  Assaeroporti,  a  partire
dai dati  comunicati  dai  principali  Gestori  che  complessivamente
rappresentano circa il  90%  del  traffico  complessivo  del  sistema
aeroportuale  italiano,  corrispondente  a  oltre  135   milioni   di
passeggeri, risulta il seguente quadro: 
  • Aeroporti che rappresentano l'84% del  traffico  aereo  nazionale
hanno  gia'  promosso  interventi  volti  all'efficientamento   degli
impianti di illuminazione, come ad esempio la installazione di  corpi
illuminanti ad alta  efficienza  (LED)  o  di  sistemi  di  controllo
automatico della luminosita' degli ambienti; nel 2020 si prevede  che
detta percentuale aumenti all'87% del traffico complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 78% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' avviato interventi per l'efficientamento degli impianti di
produzione   energetica    (termica/elettrica/frigorifera)    tramite
cogenerazione,  trigenerazione  o  installazione  di  unita'  per  il
trattamento dell'aria  (UTA)  ad  elevata  efficienza;  nel  2020  si
prevede  che  detta  percentuale   aumenti   all'84%   del   traffico
complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 41% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso interventi di riqualificazione e/o  realizzazione
di componenti  dell'involucro  edilizio  ad  elevate  prestazioni  in
termini di trasmittanza  termica;  nel  2020  si  prevede  che  detta
percentuale aumenti al 57% del traffico complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 58% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso interventi di  Green  Procurement;  nel  2020  si
prevede  che  detta  percentuale  aumenti   al   60%   del   traffico
complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 59% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso interventi  di  Personnel  Training  comprendente
iniziative  di  formazione  e   sensibilizzazione   sulle   tematiche
ambientali ed il corretto  uso  dell'energia,  rivolte  al  personale
aeroportuale; nel 2020 si prevede che detta  percentuale  aumenti  al
64% del traffico complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano l'82% del  traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso l'adozione di protocolli gestionali  e  strumenti
organizzativi per la migliore conduzione degli impianti tecnologici e
la pianificazione degli interventi di  miglioramento  dell'efficienza
energetica delle infrastrutture aeroportuali; nel 2020 si prevede che
detta percentuale aumenti all'84% del traffico complessivo; 
  • Alcuni aeroporti prevedono di realizzare entro il 2020 interventi
riguardanti l'installazione di impianti fotovoltaici  e  di  adottare
materiali fotocatalitici per le aree di viabilita'; 
  • L'Accreditamento ACI Europe Airport Carbon Accreditation e' stato
conseguito da aeroporti che gestiscono il 51% del traffico  aereo  ed
e' previsto raggiungere il 65% nel 2020. 
  In  merito  agli  interventi  che  saranno  attuati   dai   Gestori
aeroportuali per la riduzione delle esternalita' ambientali  connesse
all'attivita' aeroportuale, programmati nell'ambito dei  rinnovi  dei
contratti   di   programma   vi   sono   ad   esempio   i    seguenti
indicatori-obiettivo  definiti  dall'Autorita'  di  Regolazione   dei
Trasporti: 
  •  Nuovi  impianti  di  illuminazione  in  sostituzione  di  quelli
esistenti con apparecchi a basso consumo (LED, fluorescenti, etc.) 
  • Installazione dei componenti opachi di involucro al di sotto  dei
valori limite di trasmittanza indicati dalla normativa 
  • Installazione dei componenti trasparenti di involucro al di sotto
dei valori limite di trasmittanza indicati dalla normativa 
  • Riduzione del consumo di energia  mediante  sistemi  di  gestione
degli apparati di Illuminazione 
  •  Riduzione  del  consumio  di  energia   mediante   impianti   di
condizionamento ad elevata efficienza 
  •  Produzione  di  energia  alternativa  tramite  installazione  di
impianti fotovoltaici 
  • Produzione di energia elettrica, termica  e  frigorifera  tramite
impianti di cogenerazione e rigenerazione 
  • Produzione di  energia  termica  ed  elettrica  tramite  impianti
alimentati da biomasse reperibili localmente 
  • Produzione di energia elettrica, termica  e  frigorifera  tramite
impianti di cogenerazione e rigenerazione 
  • Produzione  di  energia  elettrica  e  termica  tramite  impianti
geotermici a bassa entalpia 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
                             Sezione b: 
           Fornitura di idrogeno per il trasporto stradale 
 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE LISTA DELLE FIGURE 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  3 SCENARI EUROPEI 
  4 SCENARI ITALIANI 
  4.1 DIMENSIONAMENTO DEL PARCO VEICOLI FCEV 
  4.2 PRODUZIONE DELL'IDROGENO PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  4.3 INTEGRAZIONE DELLE RINNOVABILI ELETTRICHE 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  6 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
  6.1 LA PROSPETTIVA DEL CONSUMATORE 
  6.2 RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2 E DI ALTRI INQUINANTI  DANNOSI
ALLA SALUTE UMANA 
  7 MISURE DI SOSTEGNO 
  7.1 MISURE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO E BARRIERE 
  7.2 BARRIERE ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO 
  7.3 MISURE GIURIDICHE 
  8 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  9 ABBREVIAZIONI, ACRONIMI, UNITA' DI MISURA E BIBLIOGRAFIA 
  9.1 ABBREVIAZIONI E ACRONIMI 
  9.2 UNITA' DI MISURA 
  9.3 BIBLIOGRAFIA 
 
  RIFERIMENTI 
 
  APPENDICE A: 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1: Scenari di evoluzione tecnologica riportati  nel  report
"Fuelling Europe's future. How auto innovation leads to EU jobs" 
  Tabella  2:  Scenario  MobilitaH2IT,   riduzione   dei   principali
inquinanti atmosferici attribuiti al trasporto su strada fino al 2050 
  Tabella 3: Iniziative UE per la  sperimentazione  e  la  diffusione
dell'idrogeno per il trasporto 
 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
  Figura 2: Emissioni dal pozzo alla ruota  (well-to-wheel,  WTW)  vs
autonomia per diverse opzioni tecnologiche di mobilita' 
  Figura 3: La sfida dello stoccaggio energetico per la mobilita' 
  Figura 4: Componenti di un auto FCEV e previsioni  di  costo  delle
autovetture per tecnologia di alimentazione in Europa 
  Figura 5: Costo d'acquisto e TCO degli autobus  per  tecnologia  di
alimentazione in Europa 
  Figura 6: Flusso di cassa  delle  stazioni  di  rifornimento  nelle
prima fase di sviluppo del mercato FCEV 
  Figura 7: La stazione idrogeno di Bolzano 
  Figura 8: Stock delle autovetture per tecnologia negli Stati Uniti,
EU4 e Giappone nello scenario IEA 2DS high H2 fino al 2050 
  Figura   9:   TCO   delle   diverse   tecnologie   automobilistiche
(considerando un tasso di sconto del 5 %) 
  Figura 10: Proiezione del numero  di  stazioni  di  rifornimento  a
idrogeno previsto in Francia Figura 11: Scenario MobilitaH2IT,  stock
autovetture FCEV fino al 2050 
  Figura 12: Scenario MobilitaH2IT, stock autobus FCEV fino al 2050 
  Figura 13: Scenario MobilitaH2IT, domanda  H2  alla  pompa  veicoli
FCEV fino al 2050 Figura 14:  Scenario  MobilitaH2IT,  produzione  H2
fino al 2050 
  Figura 15: Scenario MobilitaH2IT, costo di produzione  e  trasporto
H2 fino al 2050 
  Figura 16: Scenario MobilitaH2IT, potenziale di integrazione  delle
rinnovabili elettriche fino al 2050 
  Figura 17:  Scenario  MobilitaH2IT,  numero  e  tipologia  stazioni
rifornimento per autovetture FCEV e autobus FCEV fino al 2050 
  Figura 18: Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
previste al 2020 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
  Figura 19: Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
previste al 2025 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
  Figura 20: Scenario MobilitaH2IT, riduzione delle emissioni di  CO2
rispetto al Reference Scenario fino al 2050 
  Figura 21: Scenario MobilitaH2IT, finanziamenti pubblici Europei  e
Nazionali necessari fino al 2025 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
l'utilizzo dell'idrogeno. 
 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  La produzione di idrogeno da energia elettrica e lo  stoccaggio  in
forma  gassosa  o  liquefatta  rappresenta  una  valida  opzione  per
aumentare  la  flessibilita'  del  sistema  energetico,   consentendo
l'integrazione  di   elevate   quote   di   fonti   rinnovabili   non
programmabili (fotovoltaico, eolico) e la riduzione  delle  emissioni
di CO2. 
  In particolare il trasporto su strada e' un  grande  emettitore  di
anidride carbonica ed e' necessario il passaggio a modi di  trasporto
piu' efficienti, come il trasporto di passeggeri e merci  su  rotaia.
In alternativa, una sostanziale  decarbonizzazione  del  settore  dei
trasporti su strada puo' essere ottenuta: 
  1) aumentando la quota di  uso  diretto  di  energia  elettrica  in
veicoli elettrici  a  batteria  (BEVs)  e  veicoli  elettrici  ibridi
plug-in (PHEVs); 
  2) aumentando in  modo  significativo  la  quota  di  biocarburanti
sostenibili (in particolare biometano), in combinazione con motori ad
alta efficienza ibridi a combustione interna (ICEs) e PHEVs; 
  3) utilizzando  FCEVs  veicoli  elettrici  alimentati  da  idrogeno
prodotto a basso tenore di carbonio. 
  Tutte e tre le opzioni possono contribuire in modo sostanziale alla
riduzione delle emissioni (Figura  2),  ma  devono  superare  diverse
barriere. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 2: Emissioni dal pozzo  alla  ruota  (well-to-wheel,  WTW)  vs
       autonomia per diverse opzioni tecnologiche di mobilita' 
 
  I veicoli BEVs possono  attingere  da  una  produzione  di  energia
elettrica e da un'infrastruttura di trasporto e  distribuzione  (T&D)
gia' esistenti, nonche'  fare  affidamento  sul  fatto  che  il  loro
impatto  in  termini  di  emissioni  di  CO2  sarebbe  ridotto  dalla
decarbonizzazione gia' in atto nel settore elettrico.  In  ogni  caso
occorre considerare che le batterie riscontrano un serio  compromesso
tra capacita' e peso, nonche' l'incertezza sull'autonomia e i  lunghi
tempi di ricarica che sono grandi preoccupazioni per l'accettabilita'
dell'utente finale. Nel caso dei biocarburanti, la produzione solleva
dubbi per quanto riguarda la  sostenibilita'  e  la  sottrazione  dal
settore alimentare umano ed animale, in particolare tenendo conto che
una considerevole quantita' di biocarburanti  saranno  necessari  per
decarbonizzare il trasporto di merci  su  lungo  raggio  (su  strada,
aerei e marittimo). 
  I  veicoli  FCEV  possono  fornire   un   servizio   di   trasporto
paragonabile ai veicoli di oggi e,  allo  stesso  tempo,  contribuire
agli obiettivi di miglioramento  dell'indipendenza  energetica  e  di
sicurezza climatica. 
  Le performance di stoccaggio dell'idrogeno sono migliori rispetto a
quelle delle batterie elettriche (Figura  3).  E'  possibile  infatti
immagazzinare 6 kg di idrogeno (circa 200 kWh) compresso a 700 bar in
un serbatoio dal peso complessivo di 125  kg  e  dal  volume  di  260
litri, mentre per immagazzinare meta' di quest'energia (100  kWh)  in
batterie elettriche agli ioni di litio occorrono 830 kg di peso e 670
litri  di  volume.  Un  serbatoio  di  260   litri   puo'   rientrare
perfettamente nel volume, necessariamente  ridotto,  di  un  veicolo,
offrendo un'autonomia di 600 km, comparabile con quella  offerta  dai
veicoli a benzina e chiaramente superiore alle ridotte autonomie  dei
veicoli a  batteria  BEVs  attualmente  sul  mercato.  Da  ultimo,  e
diversamente dalle batterie,  le  performance  di  stoccaggio  di  un
serbatoio di idrogeno non si deteriorano con il numero di  cariche  e
scariche o con l'esposizione a temperature estreme. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
   Figura 3: La sfida dello stoccaggio energetico per la mobilita' 
 
  Attualmente  circa  540  FCEVs  (autovetture  e  autobus)  sono  in
attivita' come vettura pilota in tutto il mondo,  in  particolare  in
Europa (192),  Stati  Uniti,  Giappone,  Corea  del  Sud  (Technology
Roadmap Hydrogen and Fuel Cells. IEA. Giugno 2015). I  veicoli  FCEVs
sono  essenzialmente  veicoli  elettrici  che   utilizzano   idrogeno
immagazzinato  in  un  serbatoio  pressurizzato   e   una   cella   a
combustibile per la produzione di energia a bordo.  I  veicoli  FCEVs
sono anche auto ibride,  l'energia  di  frenata  viene  recuperata  e
accumulata in una batteria. L'alimentazione elettrica della  batteria
viene  usata  per  ridurre  la  domanda  di  picco  della   cella   a
combustibile  in  accelerazione  e   per   ottimizzare   l'efficienza
operativa. I veicoli FCEVs sono  usualmente  riforniti  con  idrogeno
gassoso a pressioni  tra  35  MPa  e  70  MPa.  Attualmente,  per  le
autovetture, l'efficienza su strada (fuel economy) e' di circa  1  kg
di idrogeno ogni 100 km percorsi, con autonomie da circa 500 km a 750
km e tempi di ricarica inferiori ai 5 minuti. 
  Nonostante i costi delle autovetture FCEV sono ad oggi  elevati1  ,
il costo e' previsto convergere entro il 2030 con quello delle  altre
tecnologie di alimentazione, grazie ad economie di scala  (Figura  4,
(En route pour un transport durable. Cambridge Econometrics. Novembre
2015)). 
 
 
-------- 
 1 I prezzi annunciati fino  ad  oggi  sono  stati  fissati,  per  le
autovetture, a circa 60.000 euro. 
 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Figura 4: Componenti di un auto FCEV e previsioni di costo delle 
        autovetture per tecnologia di alimentazione in Europa 
 
A  conferma  dell'interesse  nella  tecnologia  FCEV,  alcune   delle
maggiori case  automobilistiche  mondiali  hanno  gia'  integrato  la
tecnologia delle fuel cell ad idrogeno nei loro  piani  strategici  e
dai primi prototipi si  e'  passati  rapidamente,  negli  ultimissimi
anni, alla produzione su scala commerciale. 
Varie sperimentazioni hanno coinvolto anche  il  trasporto  pubblico,
sin dai primi anni '90. Negli ultimi 15 anni, in Europa,  sono  stati
operativi autobus FCEV su circa 8 milioni di km, dimostrando  che  la
tecnologia funziona, e' flessibile, operativa e sicura. Un totale  di
84 autobus FCEV sono operativi, o  in  procinto  di  esserlo,  in  17
citta' e regioni in 8 paesi europei. Le autonomie quotidiane arrivano
fino a 450 km, con efficienze di consumo di circa 8-9  kg  di  H2/100
km, i tempi di rifornimento sono inferiori a 10 minuti.  Gli  autobus
FCEV sono in grado di raggiungere lo stesso chilometraggio quotidiano
degli autobus diesel  convenzionali,  hanno  piena  flessibilita'  di
rotta e non richiedono alcuna infrastruttura lungo  il  percorso.  La
piattaforma europea "Fuel Cells and Hydrogen Joint  Undertaking"  sta
attivamente promuovendo e finanziando diversi progetti, da 10 fino  a
piu' di 20 autobus FCEV per  localita'.  I  futuri  costi  d'acquisto
degli autobus  FCEV  dipenderanno  dalla  rapidita'  nel  raggiungere
effetti di scala e dal cammino tecnologico seguito. In un percorso in
grado  di  cogliere  sinergie  di  tecnologia  con  il  mercato  FCEV
automobilistico (Automotive FC), i costi d'acquisto e  i  TCO  (Total
Cost of Ownership) potrebbero essere  pressoche'  alla  pari  con  la
tecnologia diesel  ibrida  entro  il  prossimo  decennio  (Fuel  Cell
Electric Buses, Potential for Sustainable Public Transport in Europe.
A Study for the Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking.  Settembre
2015) (Figura 5). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 5: Costo d'acquisto e TCO  degli  autobus  per  tecnologia  di
                       alimentazione in Europa 
 
  Le stazioni di rifornimento di idrogeno possono  essere  alimentate
in due diversi modi: 
  1) Produzione di idrogeno in sito direttamente  nella  stazione  di
rifornimento; 
  2) Produzione di idrogeno in  impianti  centralizzati  e  trasporto
alla stazione di rifornimento. 
  Sia nella produzione in sito, che nella  produzione  centralizzata,
e' possibile l'utilizzo di elettrolizzatori o steam methane reformers
(SMR). Ogni approccio ha i suoi vantaggi  e  compromessi.  Mentre  la
produzione centralizzata di idrogeno  offre  economie  di  scala  per
minimizzare il costo di generazione dell'idrogeno, la  necessita'  di
distribuire  l'idrogeno  comporta  costi   di   trasporto.   Per   la
generazione  di  idrogeno  decentralizzata  e'  vero  esattamente  il
contrario. 
  In  una  prospettiva  di  incremento  della  produzione   elettrica
mediante  fonti  rinnovabili,  appare   strategico   localizzare   la
produzione di idrogeno da elettrolisi  in  prossimita'  dei  siti  di
produzione da RES (sia  in  modalita'  in  sito  che  centralizzata),
sfruttandone la produzione in surplus.  Questi  impianti,  dotati  di
propri sistemi  di  accumulo,  avranno  maggiori  caratteristiche  di
dispacciabilita',   le   fonti   rinnovabili    diventeranno    "piu'
programmabili". 
  Garantire una  densita'  minima  di  stazioni  di  rifornimento  di
idrogeno e' un prerequisito fondamentale per raggiungere  l'interesse
dei consumatori e garantire un ampio  mercato  per  i  veicoli  FCEV.
Attualmente e'  stimato  che  circa  300  stazioni  sono  gia'  state
realizzate, principalmente dalle  aziende  Air  Liquide,  Linde,  Air
Products  (partener  italiano  e'  il  Gruppo   SAPIO),   H2   Logic,
particolarmente in Germania, Giappone, Stati Uniti (California) e  in
Nord Europa (Danimarca e Olanda) negli ultimi dieci anni  (Hydro-gen:
the energy transition in the  making!  Pierre-Etienne  Franc,  Pascal
Mateo. Manifesto. 2015. ). Sia in Germania che in  Giappone  ci  sono
piani per costruire varie decine di nuove stazioni di rifornimento di
idrogeno nei prossimi anni, in modo da completare l'esistente rete. 
  Le caratteristiche progettuali di una stazione di  rifornimento  di
idrogeno sono determinate  dalla  domanda  giornaliera  di  idrogeno,
dalla modalita' di stoccaggio dell'idrogeno a bordo dei  veicoli  (ad
esempio la pressione a  350  bar  o  700  bar),  e  il  modo  in  cui
l'idrogeno viene consegnato o prodotto in stazione. 
  Il rischio di investimento associato con lo sviluppo delle stazioni
di rifornimento e' dovuto principalmente all'elevato investimento  di
capitale  e  ai  costi  operativi,  nonche'  il  sottoutilizzo  degli
impianti durante la prima fase di sviluppo del mercato FCEV, che puo'
portare a un flusso di cassa negativo nei primi  10-15  anni  (Figura
6). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 6: Flusso di cassa delle stazioni di rifornimento nelle  prima
                  fase di sviluppo del mercato FCEV 
 
  Questa lunga "valle della morte" puo' essere minimizzata  riducendo
i costi di capitale e di esercizio e massimizzando  l'utilizzo  della
risorsa, ma per coprire il periodo di flusso di  cassa  negativo,  il
sostegno pubblico appare necessario durante la fase  di  introduzione
sul mercato dei veicoli FCEV. 
  Inoltre  nella  progettazione  delle   stazioni   di   rifornimento
dell'idrogeno e' importante l'armonizzazione delle norme europee e la
loro  essenzialita':  i  costi  possono  infatti   diminuire,   anche
considerevolmente, se si riducono le prescrizioni normative nazionali
che vanno oltre gli  standard  europei.  Infine,  sara'  fondamentale
garantire snellezza nelle pratiche autorizzative, evitando che  tempi
burocratici lunghi possano scoraggiare gli operatori  del  settore  e
rallentare la transizione verso una mobilita' sostenibile. 
 
  Approfondimento: IL PROGETTO H2 ALTO ADIGE 
  In Italia spicca il progetto  H2  Alto  Adige.  Produrre  idrogeno,
ovvero "carburante made  in  Alto  Adige"  generato  tramite  energie
rinnovabili, stoccarlo, rifornire le silenziose vetture elettriche  a
emissioni zero per raggiungere una graduale indipendenza  energetica,
questa e' l'idea alla base del progetto H2 di Bolzano. L'Alto  Adige,
nel 2006,  ha  deciso  di  perseguire  questo  importante  obiettivo,
attraverso una stretta collaborazione con l'Autostrada  del  Brennero
SpA e grazie al sostegno del FESR, il Fondo Europeo per  lo  Sviluppo
Regionale. L'impianto di produzione di Bolzano e' considerato uno dei
piu' grandi e innovativi a livello mondiale. I  tre  elettrolizzatori
modulari sono in grado di produrre fino a 345  kg/giorno.  L'idrogeno
compresso e stoccato sotto forma gassosa attualmente  puo'  rifornire
fino a 15 autobus urbani (con tratte giornaliere  di  200-250  km)  o
fino a 700 vetture. Contemporaneamente alla  messa  in  servizio  del
centro idrogeno sono stati avviati i progetti europei HYFIVE e CHIC. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
              Figura 7: La stazione idrogeno di Bolzano 
 
  3 SCENARI EUROPEI 
  Numerosi studi hanno recentemente analizzato possibili  scenari  di
transizione energetica nel  settore  dei  trasporti,  con  estensioni
temporali fino al 2050. 
  Nel settore autovetture, nel "Technology Roadmap Hydrogen and  Fuel
Cells" (Technology Roadmap  Hydrogen  and  Fuel  Cells.  IEA.  Giugno
2015), pubblicato dall'IEA nel  Giugno  2015,  viene  presentato  uno
scenario di introduzione delle autovetture FCEV fino al 2050  (Figura
8). Per quanto riguarda le autovetture FCEV, l'IEA prevede per i  tre
principali mercati, Stati Uniti, EU4 (Francia, Germania, Regno Unito,
Italia) e Giappone i seguenti target commerciali: 
  • 2020: saranno in circolazione circa 30,000 FCEVs; 
  • 2025: le vendite annue raggiungono i 400,000 FCEVs; 
  • 2030: le vendite cumulate raggiungono gli 8 milioni di FCEVs (2,3
milioni di vendite annue); 
  2050: la quota di FCEVs sul totale delle vendite di autovetture  e'
di circa il 30% (25% lo share sullo stock complessivo dei veicoli  in
circolazione), la frazione di  veicoli  convenzionali  ICE  e  ibridi
senza la possibilita' di  inserimento  nella  rete  elettrica  dovra'
scendere a circa il 30 % del parco veicoli. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 8: Stock delle autovetture per tecnologia negli  Stati  Uniti,
     EU4 e Giappone nello scenario IEA 2DS high H2 fino al 2050 
 
  Inoltre,  per  comprendere  gli   impatti   macro-economici   della
transizione verso  una  mobilita'  alternativa,  nell'arco  di  tempo
2010-2050, il Report "Fuelling Europe's future. How  auto  innovation
leads to EU jobs" (Fuelling  Europe's  future.  How  auto  innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) ha sviluppato e analizzato  cinque
scenari di evoluzione tecnologica. Tali  Scenari  sono  riassunti  in
Tabella 1. 
 
Tabella 1: Scenari di evoluzione  tecnologica  riportati  nel  report
  "Fuelling Europe's future. How auto innovation leads to EU jobs" 
 
 
=====================================================================
|      Nome Scenario       |              Descrizione               |
+==========================+========================================+
|                          |Le emissioni di CO2 delle nuove vendite |
|                          |di autoveicoli in Europa rimangano agli |
|                          |attuali livelli di 135 g/km, la corrente|
|                          |suddivisione tra veicoli diesel e       |
|                          |benzina rimane invariata e nessun       |
|                          |ulteriore tecnologia viene introdotta   |
|Reference Scenario (REF)  |per migliorare l'efficienza.            |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Raggiungimento dell'obiettivo proposto  |
|                          |alle autovetture di 95 g/km nel 2020 e  |
|                          |ai furgoni di 147 g/km nel 2020. Nessun |
|                          |ulteriore obiettivo politico viene      |
|                          |fissato dopo il 2020, ci saranno        |
|                          |comunque alcuni ulteriori progressi     |
|                          |nella riduzione del consumo di          |
|                          |carburante, guidati dalla preoccupazione|
|                          |dei consumatori per le emissioni di CO2,|
|                          |dall' incremento nel prezzo del         |
|                          |carburante e dal proseguimento          |
|                          |nell'esistente sviluppo tecnologico     |
|                          |(tasso di miglioramento inferiore all'1%|
|                          |all'anno dopo il 2020). L'introduzione  |
|                          |di veicoli HEV nel nuovo parco auto     |
|Current Policy Initiatives|raggiunge il 5% nel 2020, il 12 % nel   |
|(CPI)                     |2030 e il 22 % entro il 2050.           |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Lo scenario si propone di esplorare     |
|                          |l'impatto di un'introduzione ambiziosa  |
|                          |di veicoli HEV. Si presuppone una       |
|                          |penetrazione di mercato per gli HEV del |
|                          |10 % sulle nuove vendite di veicoli nel |
|                          |2020, del 50 % nel 2030 e del 96 % nel  |
|Scenario Tech1            |2050.                                   |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Questo scenario presuppone una          |
|                          |penetrazione di mercato dei veicoli HEV |
|                          |del 20 % nelle vendite di nuovi veicoli |
|                          |nel 2020, 42% nel 2030, 10 % nel 2050. I|
|                          |veicoli elettrici avanzati (PHEV, BEV,  |
|                          |FCEV) vengono introdotti al 2.5 % nel   |
|Scenario Tech2            |2020, 37 % nel 2030, 90 % nel 2050.     |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Questo scenario presuppone un ritmo piu'|
|                          |rapido di introduzione dei veicoli      |
|                          |elettrici avanzati (PHEV, BEV, FCEV),   |
|                          |possibile con apposite misure di        |
|                          |sostegno. Questo scenario presuppone una|
|                          |penetrazione di mercato dei veicoli     |
|                          |elettrici avanzati del 9.5 % nel 2020,  |
|                          |80 % nel 2030 e 100 % nel 2050. I       |
|                          |veicoli HEV raggiungono, nelle vendite  |
|                          |di nuovi veicoli, il 20 % nel 2020, il  |
|Scenario Tech3            |15 % nel 2030, il 0 % nel 2050.         |
+--------------------------+----------------------------------------+
 
 
  Le innovazioni indagate negli scenari Tech1, Tech2  e  Tech3  hanno
portato alle seguenti conclusioni: 
  • Le emissioni dirette di CO2 delle  auto  e  dei  furgoni  vengono
ridotte tra il 64 %  e  il  93  %  entro  il  2050,  contribuendo  al
raggiungimento  dell'obiettivo  UE  di  riduzione   delle   emissioni
complessive dei trasporti del 60%. 
  •  Le  emissioni  degli  inquinanti  dannosi   alla   salute   sono
drasticamente tagliate, l'NOx di oltre l'85 %, il particolato fine di
oltre il 70%. 
  • I consumatori  selezionano  i  loro  veicoli  sulla  base  di  un
un'ampia gamma di fattori, di cui il costo del capitale  e'  solo  un
elemento. Nel calcolo dell'impatto  complessivo  sugli  automobilisti
legato al miglioramento nell'efficienza dei veicoli, e'  anche  utile
guardare al "Costo Totale di Proprieta'" (Total  Cost  of  Ownership,
TCO),  che  include  i  costi  del  carburante  e  la   manutenzione.
Utilizzando un tasso di sconto del 5 % i TCO delle diverse tecnologie
automobilistiche sono attesi convergere verso il 2020  (ad  eccezione
dei FCEV), con il TCO di tutti i propulsori inferiore  a  quello  del
2010, nonostante la  previsione  di  un  significativo  (circa  +30%)
aumento del prezzo dei combustibili (Figura 9). Invece i veicoli FCEV
avvicinano i TCO delle altre tecnologie a partire dal 2030. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 9: TCO delle diverse tecnologie automobilistiche (considerando
                     un tasso di sconto del 5 %) 
 
  • Il passaggio a combustibili alternativi, puo'  avere  un  impatto
positivo sull'economia europea. In primo luogo, porta a  una  maggior
efficienza nei veicoli. 
  • Gli investimenti nelle infrastrutture per il  rifornimento  hanno
un impatto positivo sul PIL, perche' stimolano l'industria  nazionale
e richiedono un alto input di lavoro nella catena di fornitura. 
  • L'Europa eccelle nella tecnologia per il settore automobilistico,
un aumento della spesa per veicoli  a  basse  emissioni  di  carbonio
creera' lavoro. Tra 660.000 e 1,1 milioni di nuovi  posti  di  lavoro
(al netto dell'intera forza lavoro) potranno essere generati entro il
2030. Nel 2050, questi valori salgono tra 1.9 e 2.3 milioni di  nuovi
posti di lavoro. La transizione verso veicoli a  basse  emissioni  di
carbonio generera' la domanda di nuove competenze nella forza lavoro.
L'Europa  potra'  sviluppare  adeguati  percorsi  formativi  per  far
crescere le necessarie competenze nella sua futura forza lavoro. 
  • L'analisi  suggerisce  anche  che  la  tassazione  della  maggior
attivita' economica risultante da un passaggio  ai  veicoli  a  basse
emissioni in gran parte  compensa  le  entrate  fiscali  perse  dalla
vendita dei combustibili convenzionali (benzina e diesel). 
  Passando  al  settore  autobus,  a  livello  europeo  e'   prevista
l'attuazione di progetti dimostrativi su larga scala, con  un  totale
da circa 300 a 400 autobus FCEV in Europa entro il 2020 [19]. 
  Questo scenario prevede un volume totale  di  8,000-10,000  autobus
FCEV necessari fino al 2025. 
  Alcune  importanti  iniziative  europee  hanno  gia'   iniziato   a
sostenere  l'introduzione  dell'idrogeno  come  carburante   per   il
trasporto attraverso lo sviluppo  e  l'attuazione  di  una  strategia
nazionale. Queste sono : 
  • Regno Unito: "UK H2 Mobility" (www.ukh2mobility.co.uk); 
  • Francia: "Mobilite' hydrogene France"  (www.afhypac.org)  (Figura
10); 
  • Scandinavia: "Scandinavian Hydrogen Highway Partnership" 
  (www. scandinavianhydrogen. org); 
  • Germania: "H2 Mobility" (h2-mobility.de). 
  Le prime indicazioni quantitative risultano essere: 
 
 
 ===================================================================
 | Paese  |FCEV 2020|FCEV 2025|FCEV 2030|HRS 2020|HRS 2025|HRS 2030|
 +========+=========+=========+=========+========+========+========+
 |Regno   |         |         |         |        |        |        |
 |Unito   |        -|        -|1.600.000|       -|       -|   1.150|
 +--------+---------+---------+---------+--------+--------+--------+
 |Francia |    2.500|  167.000|  773.000|      21|     355|     602|
 +--------+---------+---------+---------+--------+--------+--------+
 |Germania|  156.000|  658.000|1.773.000|     377|     779|     992|
 +--------+---------+---------+---------+--------+--------+--------+
 
 
  Iniziative simili sono in fase  di  lancio  anche  in  altri  paesi
europei come Austria, Belgio, Finlandia, Paesi Bassi, Svizzera. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 10: Proiezione  del  numero  di  stazioni  di  rifornimento  a
                    idrogeno previsto in Francia 
 
  I progetti di cui sopra dimostrano che lo sviluppo di idrogeno come
combustibile alternativo e' possibile quando si trova: 
  •  una  strategia  stabilita  per   diffondere   le   stazioni   di
rifornimento di idrogeno; 
  • un forte sostegno del governo nazionale e locale  (legislativo  e
finanziario); 
  •  una  presenza  importante  di  attori  industriali   nel   campo
dell'idrogeno; 
  • un potenziale di produzione di idrogeno "green". 
  Questi possono essere riconosciuti come elementi  fondamentali  per
la definizione di una strategia per la mobilita' a idrogeno. 
 
4 SCENARI ITALIANI 
Il seguente contesto caratterizza lo stato attuale  del  settore  dei
trasporti in Italia: 
• Al 2014 il settore  dei  trasporti  rappresentava  il  31,8  %  dei
consumi finali totali di energia (38.117 ktep su un totale di 119.769
ktep)2 . 
• Al 2013 le emissioni atmosferiche attribuibili al settore trasporti
rappresentavano il 24% delle emissioni  totali  nazionali  (104,9  Mt
CO2eq su un totale di 438,0 Mt CO2eq ³). 
• L'Italia e' il Paese dell'Unione europea che  registra  piu'  morti
premature a causa dell'inquinamento dell'aria.  In  Italia  nel  2012
59.500 decessi prematuri sono attribuibili al  particolato  fine  (PM
2,5), 3.300 all'ozono (O3 ) e 21.600 al biossido di azoto (NO2 ) (Air
quality in Europe. European Environmental Agency. 2015 Report). 
• Per quanto riguarda il trasporto su strada, al 2014 la  consistenza
del parco veicolare  e'  risultata  pari  a  circa  49,2  milioni  di
veicoli, tra  cui:  37,1  milioni  di  autovetture,  6,5  milioni  di
motocicli, 3,9 milioni di autocarri per merci, 97.914 autobus. Tra le
autovetture la predominanza e' netta per  l'alimentazione  a  benzina
(51%) e gasolio (41%), seguono le  alimentazioni  ibride  benzina/GPL
(6%) e benzina/metano  (2%).  Allo  stato  attuale,  la  presenza  di
veicoli elettrici avanzati (PHEV, BEV,  FCEV)  e'  pressoche'  nulla.
(Annuario Statistico ACI 2015) 
La  definizione  degli  obiettivi  nazionali   e'   basata   su   una
modellazione analitica di dettaglio estesa fino al 2050, prendendo in
considerazione i seguenti aspetti: 
• obiettivi ambientali  per  la  riduzione  dei  gas  serra  e  delle
emissioni inquinanti; 
• futura flotta di veicoli alternativi attesi per  diversi  orizzonti
temporali e stima della domanda futura di idrogeno4 ; 
• produzione dell'idrogeno e  aumento  della  rete  di  alimentazione
(cioe' l'implementazione di un'infrastruttura adeguata) per  favorire
lo sviluppo  della  mobilita'  alternativa  e,  di  conseguenza,  per
soddisfare le future esigenze della domanda. 
L'intera analisi e' stata scomposta nelle seguenti aree: 
1. Dimensionamento del parco veicoli FCEV; 
2. Produzione dell'idrogeno per il settore dei trasporti; 
3. Integrazione delle rinnovabili elettriche; 
4. Dimensionamento delle stazioni di rifornimento; 
5. La prospettiva del consumatore; 
6. Riduzione delle emissioni di CO2 e  di  altri  inquinanti  dannosi
alla salute umana; 
7. Misure di sostegno allo sviluppo dell'idrogeno. 
 
 
-------- 
 2 I dati del bilancio energetico nazionale MiSE 
 3 I dati delle emissioni di gas  ad  effetto  serra  sono  di  fonte
UNFCCC cosi' come comunicati per l'Italia da ISPRA secondo il mandato
stabilito dal Decreto legislativo 51/2008 
 4 Lo scenario di introduzione dell'idrogeno nella mobilita' italiana
(denominato Scenario MobilitaH2IT), proposto  in  questa  sezione  e'
stato modellato tenendo conto degli studi di  riferimento  illustrati
nel precedente Capitolo, adattandoli al contesto italiano 
 
 
  4.1 DIMENSIONAMENTO DEL PARCO VEICOLI FCEV 
  La vendita di autovetture FCEV proposta nello Scenario MobilitaH2IT
e' riportata in Figura 11 per il contesto italiano5 . Lo scenario  di
vendita in Italia delle autovetture FCEV pone come punto di  partenza
un'introduzione  di  1.000  autovetture  entro  il  2020,   per   poi
raggiungere uno stock di circa 27.000 al 2025 (0,1% del parco veicoli
italiano), circa 290.000 al 2030 (0,7% del parco veicoli italiano)  e
circa 8,5 Milioni al 2050 (20% del parco veicoli italiano). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 11: Scenario MobilitaH2IT, stock autovetture FCEV fino al 2050 
 
  Passando agli autobus, lo scenario di ramp-up italiano e'  indicato
in Figura 126 . Lo scenario di vendita in Italia degli  autobus  FCEV
prevede obiettivi  piu'  ambizioni  rispetto  alle  autovetture.  Gli
operatori  del  trasporto  pubblico,  attivi  in  ambito   cittadino,
dovranno infatti garantire un ruolo guida nella transizione verso una
mobilita' alternativa, specialmente nelle prime fasi di  mercato.  Il
punto di partenza e' posto nell'introduzione di 100 autobus entro  il
2020, per poi raggiungere uno stock di circa 1.100  al  2025  (1,1  %
dello stock totale), circa 3.700 al 2030 (3,8 % dello stock totale) e
circa 23.000 al 2050 (25,0 % dello stock totale). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Figura 12: Scenario MobilitaH2IT, stock autobus FCEV fino al 2050 
 
  Un notevole miglioramento nella fuel economy  delle  autovetture  e
degli  autobus  FCEV  e'  atteso  fino  al  2050,  incrementando   la
competitivita' con i veicoli convenzionali ICE, soggetti anch'essi  a
miglioramenti ma in  maniera  meno  marcata.  Questo  fa  si  che  la
percentuale di finanziamento per gli  acquirenti  (eco-bonus),  nella
copertura del costo  addizionale  dei  veicoli  FCEV,  potra'  essere
ridotta progressivamente. 
  La domanda di idrogeno alla pompa delle autovetture  FCEV  e  degli
autobus FCEV introdotti nello Scenario MobilitaH2IT, e'  indicata  in
Figura 13. Al 2020 e' prevista una domanda alla pompa di circa  2.000
kg/giorno, portata a circa 25.600 kg/giorno al 2025. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 13: Scenario MobilitaH2IT, domanda H2 alla pompa veicoli  FCEV
                            fino al 2050 
 
--------------- 
 5 Nel calcolo dello stock autovetture FCEV e' stato  considerato  un
life-time di 12 anni 
 6 Nel calcolo dello stock  autobus  FCEV  e'  stato  considerato  un
life-time di 12 anni 
 
 
  4.2 PRODUZIONE DELL'IDROGENO PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Negli scenari proposti  l'idrogeno  puo'  essere  prodotto  secondo
quattro diverse modalita' operative: 
  1) Produzione di idrogeno in impianti  centralizzati  mediante  SMR
(H2 da SMR C) e trasporto gassoso su camion  fino  alla  stazione  di
rifornimento; 
  2)  Produzione  di  idrogeno  in  impianti  centralizzati  mediante
elettrolisi da rinnovabili (H2 da  ELR  C)  e  trasporto  gassoso  su
camion fino alla stazione di rifornimento; 
  3) Produzione di idrogeno on-site nella  stazione  di  rifornimento
mediante elettrolisi con energia elettrica da rete (H2 da ELG OS); 
  4) Produzione di idrogeno on-site nella  stazione  di  rifornimento
mediante elettrolisi con energia elettrica  rinnovabile  (H2  da  ELR
OS). 
  Attualmente, piu' del 95% dell'idrogeno  viene  prodotto  da  fonti
fossili. La produzione centralizzata di  idrogeno  da  SMR,  a  basso
costo, permettera' di agevolare il periodo  di  transizione  iniziale
2020-2030. Superata questa fase tutta la nuova produzione di idrogeno
avverra'  mediante  elettrolisi.   In   particolare   dovra'   essere
particolarmente  incentivato  l'utilizzo   di   energia   rinnovabile
prodotta on-site (autoconsumo). Lo Scenario MobilitaH2IT prevede  una
rapida transizione  verso  una  produzione  di  idrogeno  "green"  da
elettrolisi e il raggiungimento di risultati ambizioni in termini di: 
  1) Maggior  contributo  dei  veicoli  FCEV  nella  riduzione  delle
emissioni di CO2; 
  2) Maggior indipendenza energetica nazionale; 
  3) Maggior potenzialita' di integrazione  delle  fonti  rinnovabili
non programmabili (fotovoltaico, eolico). 
  La  produzione  di  idrogeno,  con  relativo  mix,  nello  Scenario
MobilitaH2IT e' indicata in  Figura  14.  Al  2020  e'  prevista  una
domanda di produzione pari  a  circa  2.500  kg/giorno  (circa  1.500
kg/giorno da SMR e circa 1.000 kg/giorno da elettrolisi),  portata  a
circa 32.000 kg/giorno al 2025 (circa 12.800 kg/giorno da SMR e circa
19.200 kg/giorno da elettrolisi). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Figura 14: Scenario MobilitaH2IT, produzione H2 fino al 2050 
 
  In  Figura  15  sono  stati  analizzati  e  comparati  i  costi  di
produzione  e  trasporto  dell'idrogeno   nelle   quattro   modalita'
operative  precedentemente  descritte.  Il  costo  di  produzione   e
trasporto  dell'idrogeno  e'  calcolato  sulla  base   di   parametri
economici quali i costi di investimento  (CAPEX),  costi  finanziari,
costi dell'energia primaria (gas ed elettricita'), costi operativi  e
di manutenzione (OPEX), margine di guadagno sulla  produzione,  costi
di trasporto e margine di guadagno sul trasporto,  cosi'  come  sulla
base di parametri tecnici quali  l'efficienza  di  conversione  e  il
life-time. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 15: Scenario MobilitaH2IT, costo di produzione e trasporto  H2
                            fino al 2050 
 
  4.3 INTEGRAZIONE DELLE RINNOVABILI ELETTRICHE 
  La produzione di idrogeno da energia elettrica e lo  stoccaggio  in
forma gassosa o liquefatta potrebbe rappresentare una valida  opzione
per aumentare la flessibilita' del  sistema  energetico,  consentendo
l'integrazione  di   elevate   quote   di   fonti   rinnovabili   non
programmabili (fotovoltaico, eolico). In particolare potrebbe  essere
di grande interesse l'accumulo mediante power to fuel: l'elettricita'
viene trasformata in idrogeno utilizzato poi  come  combustibile  per
FCEV nel settore dei trasporti. La Figura 16 quantifica il potenziale
di integrazione delle rinnovabili elettriche offerto  nello  Scenario
MobilitaH2IT: circa 2,3 TWh/anno al  2030,  circa  24,7  TWh/anno  al
2040, circa 47 TWh/anno al 2050. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 16: Scenario MobilitaH2IT, potenziale  di  integrazione  delle
                 rinnovabili elettriche fino al 2050 
 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  La   configurazione   dell'infrastruttura   di   rifornimento    e'
determinata da molti parametri, tra cui: la domanda di  idrogeno,  la
densita'  di  popolazione   dell'ambiente   urbano,   ipotesi   sulla
necessaria prossimita' di una stazione rispetto  ad  un'altra  per  i
consumatori. Per necessita' operative, autovetture e autobus  saranno
serviti da stazioni di rifornimento diverse. 
  Le stazioni piu' piccole saranno costruite nelle due fasi  iniziali
di captive fleet (2020-2022  e  2023-2025),  a  servizio  di  piccole
flotte di veicoli. Nella prima fase 2020-2022  si  prevedono  captive
fleets fino a 99-109 autovetture e fino a 10-11 autobus, con stazioni
rispettivamente da 50 kg/giorno e 200 kg/giorno. Nella  seconda  fase
2023-2025 si prevedono captive fleets fino a  222-229  autovetture  e
fino a 29 autobus, con stazioni rispettivamente da  100  kg/giorno  e
500 kg/giorno. La costruzione di piccole stazioni permette il  rapido
raggiungimento di una copertura minima delle  principali  arterie  di
trasporto (TEN-T) e dei  principali  centri  abitati,  garantendo  il
successivo passaggio  alla  mass  transportation.  Dopo  questa  fase
iniziale e' prevista solamente la costruzione di stazioni  di  grande
taglia, 500 kg/giorno per le autovetture (in grado di rifornire  fino
a 1169 autovetture/giorno al 2026) e 1000 kg/giorno per  gli  autobus
(in  grado  di  rifornire  fino  a  60   autobus/giorno   al   2026),
economicamente attrattive per gli operatori del settore. 
  L'approccio captive fleet permette i seguenti benefici: 
  • I mezzi di trasporto e le stazioni di rifornimento  dell'idrogeno
saranno sviluppati una volta identificato un  numero  sufficiente  di
clienti locali; 
  •  Un  adeguato  fattore  di  carico  (AL)  per  le   stazioni   di
rifornimento gia' dai primi anni, evitando rischi di sottoutilizzo; 
  • Notevole riduzione della necessita' di investimento. 
  Le captive fleet sono flotte di veicoli con modelli di guida  e  di
rifornimento prevedibili. Ogni flotta fa riferimento ad una specifica
stazione di rifornimento. Esempi di captive fleet sono le  flotte  di
taxi, veicoli per la consegna della merce, le flotte di veicoli per i
dipendenti comunali, per le forze dell'ordine, veicoli  della  posta,
flotte di veicoli aziendali. Tali utenze devono essere coinvolte  per
il successo della prima fase di introduzione sul mercato. 
  Lo Scenario MobilitaH2IT utilizza le seguenti assunzioni per quanto
riguarda le stazioni di rifornimento dell'idrogeno: 
  • annual load factor (AL) delle stazioni di rifornimento pari al 70
% fino al 2020 e al 75% nel periodo successivo per le  autovetture  e
80% fino al 2020 e 90 % nel periodo successivo per gli autobus; 
  • costi finanziari pari al 7 % (Fuel Cell Electric Buses, Potential
for Sustainable Public Transport in Europe.  A  Study  for  the  Fuel
Cells and Hydrogen Joint Undertaking. Settembre 2015), 
  • margine di guadagno per le stazioni di rifornimento pari al 20 %. 
  Numero e tipologia delle stazioni di rifornimento, per  autovetture
FCEV e autobus FCEV,  nello  Scenario  MobilitaH2IT  e'  indicato  in
Figura 17. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura  17:  Scenario  MobilitaH2IT,  numero  e  tipologia   stazioni
    rifornimento per autovetture FCEV e autobus FCEV fino al 2050 
 
  In Figura 18 e in Figura 19 e' indicata  una  possibile  ubicazione
delle stazioni di rifornimento per autovetture FCEV  e  autobus  FCEV
previste al 2020 e al 2025.  La  scelta  dell'ubicazione  rispetta  i
seguenti criteri: 
  • citta'  gia'  attive  o  in  fase  progettuale  avanzata  per  la
sperimentazione del trasporto idrogeno, alla data  di  redazione  del
presente documento (Bolzano, Milano, Sanremo, Roma, Venezia, Brunico,
Rovereto); 
  • popolazione residente nel comune (priorita' ai comuni con maggior
popolazione, dati ISTAT 2015). 
  Le Figura 18 e la Figura 19 ipotizzano una possibile  distribuzione
territoriale   delle   stazioni   di   rifornimento    dell'idrogeno.
L'effettiva ubicazione dipendera' infatti dall'adesione delle  citta'
ai bandi di finanziamento appositamente promosse a  livello  europeo,
nazionale e regionale. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura  18:  Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
   previste al 2020 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura  19:  Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
   previste al 2025 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
 
  Per quanto riguarda le autovetture, l'infrastruttura prevista dallo
scenario a fine 2020 permette  solamente  l'attivita'  di  un  numero
limitato di captive fleets in alcune citta'  italiane,  a  fine  2025
invece l'infrastruttura prevista dallo scenario appare  adeguata  per
una vera e propria mass transportation. L'ubicazione  delle  stazioni
sarebbe  ben  collocata  rispetto  alla  rete  TEN-T  e   alla   rete
autostradale italiana. 
 
  6 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
 
  6.1 LA PROSPETTIVA DEL CONSUMATORE 
  Come  facilmente  prevedibile,  tra   le   modalita'   considerate,
l'idrogeno piu' economico e'  quello  prodotto  mediante  elettrolisi
on-site con autoconsumo da rinnovabili e mediante SMR  centralizzato,
in stazioni di grandi dimensioni (500 kg/giorno per le autovetture  e
1000 kg/giorno per gli autobus). 
  Al fine di valutare la competitivita' del vettore idrogeno rispetto
al  concorrenziale  diesel,  e'  stato  valutato  il  costo  per   la
percorrenza  di  100  km  per  autovetture  e  autobus  FCEV  e   per
autovetture e autobus diesel. Il costo per la percorrenza di  100  km
dipende dal costo del vettore energetico  alla  pompa  e  dalla  fuel
economy del veicolo. 
  Per  le  autovetture,  nella  prima  fase   2020-2022,   nonostante
l'utilizzo di stazioni di piccole dimensioni  (50  kg/giorno)  e  gli
elevati   costi   di   mercato   di   tutte    le    componenti    di
produzione/distribuzione, i costi del vettore idrogeno sono alla pari
con il vettore diesel nella produzione  da  elettrolisi  on-site  con
autoconsumo da rinnovabili e mediante SMR centralizzato, mentre  sono
superiori di circa 2 euro/100 km in modalita' "H2  da  ELR  C"  e  di
circa 6 euro/100 km in modalita' "H2 da ELG OS". Nella seconda  fase,
cioe' dal 2023, il passaggio a stazioni  piu'  grandi,  dapprima  100
kg/giorno  e  poi  500  kg/giorno,  nonche'  la  rapida  e   notevole
diminuzione  del  costo  di  mercato  di  tutte  le   componenti   di
produzione/distribuzione  rende  il  vettore  idrogeno   ancor   piu'
conveniente rispetto al vettore diesel, da subito anche in  modalita'
"H2 da ELR C", poco prima del 2030 nella modalita' "H2 da ELG OS". 
  Per gli autobus, gia' dal 2020 (stazioni 200 kg/giorno) il  vettore
idrogeno  e'  piu'  conveniente  rispetto  al  vettore  diesel  nella
produzione da elettrolisi on-site con autoconsumo  da  rinnovabili  e
mediante SMR centralizzato, mentre e' piu' costoso sia  in  modalita'
"H2 da ELR C" che in modalita' "H2 da ELG OS". Dal 2025, il passaggio
a  stazioni  da  1000  kg/giorno,  nonche'  la  rapida   e   notevole
diminuzione  del  costo  di  mercato  di  tutte  le   componenti   di
produzione/distribuzione rende il vettore idrogeno  piu'  conveniente
rispetto al vettore diesel anche nella modalita' "H2 da ELR C". 
  Riassumendo, la competitivita' del vettore idrogeno si manifestera'
in tempi rapidi, gia' nella fase inizale con  captive  fleets,  ancor
piu' nel momento in cui si raggiungera' la  maturita'  commerciale  e
l'idrogeno sara' distribuito in  stazioni  di  grandi  dimensioni  (a
partire dal 2025 con stazioni da 500 kg/giorno per le  autovetture  e
1000 kg/giorno per gli autobus). 
 
6.2 RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2 E DI  ALTRI  INQUINANTI  DANNOSI
ALLA SALUTE UMANA 
Occorre  sottolineare  che  la  produzione   di   idrogeno   mediante
elettrolisi da fonti energetiche rinnovabili e' priva di emissioni di
CO2 . 
La potenzialita' di riduzione delle emissioni di CO2  nello  Scenario
MobilitaH2IT (Figura 20) e' stata calcolata comparando  le  emissioni
per il mix di  produzione  di  idrogeno  destinato  ai  veicoli  FCEV
rispetto alle emissioni dei  veicoli  diesel  di  ultima  generazione
(Reference Scenario). Per lo Scenario MobilitaH2IT si sono ipotizzate
due  opzioni:  (1)  la  produzione   da   elettrolisi   avviene   con
elettricita' solo  da  rete  elettrica  con  mix  nazionale,  (2)  la
produzione da elettrolisi avviene con elettricita' solo da produzione
rinnovabile. Nel Reference Scenario, per  le  autovetture  diesel  lo
standard di riferimento e' quello raggiunto dai nuovi veicoli venduti
in Unione Europea nel 2014 (123,4  gCO2  /km),  per  gli  autobus  lo
standard EURO VI (1.200  gCO2  /km).  Al  2020,  la  riduzione  delle
emissioni di CO2 garantite dalla mobilita'  idrogeno,  rispetto  allo
stato attuale del Reference Scenario, e' in un range tra 269 e  5.066
t/anno, per poi raggiungere un range tra circa 8.000 e 92.000  t/anno
al 2025, circa 116.000 - 655.000 t/anno al  2030  e  circa  12  -  15
Mt/anno al 2050. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 20: Scenario MobilitaH2IT, riduzione delle  emissioni  di  CO2
             rispetto al Reference Scenario fino al 2050 
 
  In Tabella 2 viene invece riportato il potenziale di riduzione  dei
principali  inquinanti  atmosferici  grazie  all'applicazione   dello
Scenario MobilitaH2IT. 
 
Tabella 2: Scenario MobilitaH2IT, riduzione dei principali inquinanti
     atmosferici attribuiti al trasporto su strada fino al 2050 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  7 MISURE DI SOSTEGNO 
 
  7.1 MISURE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO E BARRIERE 
  Al fine di promuovere  l'idrogeno  e  lo  sviluppo  delle  relative
infrastrutture, appare necessario ed indispensabile mettere in  campo
diverse azioni/misure. 
  In particolare sono di grande  rilevanza  le  misure,  legislative,
regolamentari /amministrative, finanziarie e di  comunicazione  e  la
disponibilita' di incentivi pubblici europei, nazionali, regionali  e
locali  cosi'  come  di  investimenti  privati.   Si   segnalano   in
particolare il programma quadro Horizon 2020, i Fondi  strutturali  e
di investimento europei, gli orientamenti della rete transeuropea  di
trasporto (TEN-T), e  le  iniziative  della  Banca  Europea  per  gli
Investimenti (BEI) ed in particolare del Fondo "European Local ENergy
Assistance" http://www.eib.org/products/advising/elena/index.htm) 
  Lo Scenario Mobilita'H2IT indica una partecipazione nella quota  di
finanziamenti pubblici UE&IT al 60% da fondi comunitari europei e  al
40% da fondi nazionali 
 
  7.2 BARRIERE ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO 
  Considerando le prospettive tecnologiche e di mercato, almeno  fino
al 2030, appaiono  non  trascurabili  sulla  effettiva  realizzazione
dello scenario illustrato due barriere finanziarie: 
  1) L'investimento nell'acquisto dei costosi veicoli FCEV; 
  2) L'investimento nella realizzazione degli impianti di  produzione
e nelle stazioni di distribuzione dell'idrogeno. 
  Non e' infatti possibile sviluppare un mercato per i  veicoli  FCEV
senza  un'adeguata  infrastruttura  di  produzione  e   distribuzione
dell'idrogeno   e   viceversa,   non   e'   sostenibile    sviluppare
un'infrastruttura di produzione e distribuzione  dell'idrogeno  senza
una domanda da parte di veicoli FCEV in circolazione. 
  Relativamente al primo punto si stima idonea una copertura pubblica
sul costo addizionale delle autovetture e degli autobus FCEV  mentre,
relativamente al secondo punto, al fine  di  ridurre  il  rischio  di
investimento associato allo sviluppo degli impianti di  produzione  e
delle   stazioni   rifornimento   dell'idrogeno,   sarebbe   altresi'
funzionale un sostegno pubblico: 
  • per le stazioni di rifornimento: 
  √ 40% fino 2020, 
  √ 35% dal 2021 al 2025, 
  √ 30% dal 2026 al 2030, 
  √ 20% dal 2031 al 2035, 
  √ 10% dal 2036 al 2040, 
  √ 5% dal 2041 al 2050; 
  • per gli impianti di produzione da SMR: 
  √ 15% fino al 2025, 
  √ 10% nel periodo 2026-2030; 
  • per gli impianti di produzione da elettrolisi: 
  √ 40% fino 2020, 
  √ 35% dal 2021 al 2025, 
  √ 30% dal 2026 al 2030, 
  √ 25% dal 2031 al 2035, 
  √ 20% dal 2036 al 2040, 
  √ 15% dal 2041 al 2050. 
  Per la riuscita dello Scenario Mobilita'H2IT sono stimati opportuni
finanziamenti  pubblici  europei  ed  nazionali  (compresi  gli  Enti
locali) pari a circa 47 M€ fino al 2020 e circa 419 M€ nel successivo
periodo 2021-2025, di cui 60% da fondi comunitari europei  e  40%  da
fondi nazionali italiani compresi gli Enti locali (Figura 21). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 21: Scenario Mobilita'H2IT, finanziamenti pubblici  Europei  e
                  Nazionali necessari fino al 2025 
 
  Al momento, tuttavia, non e' previsto alcun impegno finanziario per
la implementazione di tale scenario Mobilita'H2IT che, pertanto, deve
intendersi come mero scenario  potenziale  che  si  realizzerebbe  in
presenza  di  tutte  le  condizioni  riportate  nello  stesso  ed  in
particolare  della  disponibilita'  di  fondi   pubblici   nazionali,
regionali e locali per finanziarne la prevista parte pubblica. 
 
  7.3 MISURE GIURIDICHE 
  Lo sviluppo della mobilita' terrestre a  idrogeno  e  fuel-cell  e'
oggetto  di  un  intenso  lavoro  di  standardizzazione   a   livello
internazionale, giunto oramai nella fase terminale. 
  Il punto  2.3  dell'allegato  II  della  Direttiva  2014/94/UE  del
Parlamento  europeo  e   del   Consiglio   sulla   realizzazione   di
un'infrastruttura per i combustibili alternativi  stabilisce  che  "I
punti  di  rifornimento  di  idrogeno  utilizzano  algoritmi  per   i
carburanti  e  apparecchiature  conformi  alla  norma  ISO/TS   20100
relativa all'idrogeno allo stato gassoso utilizzato come combustibile
". 
  Proprio per evitare una frammentazione  delle  competenze,  ISO  ha
deciso di sviluppare in parallelo un intero pacchetto di standard che
coprano tutti gli aspetti  tecnici  e  di  sicurezza  riguardanti  il
rifornimento dei veicoli a idrogeno e fuel-cell. Questo approccio  e'
stato seguito proprio per assicurare il massimo livello di  sicurezza
in tutto il sistema. 
  Attualmente (maggio 2016) i lavori di revisione della norma  ISO/TS
20100 curati da ISO/TC 197 (Hydrogen (Technologies) hanno portato  al
suo ritiro e all'elaborazione della ISO/PRF TS 19880. 
  In particolare, la ISO 19880-1: Gaseous hydrogen fueling stations -
General requirements  raccomandera'  le  caratteristiche  progettuali
minime per garantire la sicurezza e, ove appropriato, le  prestazioni
delle stazioni di rifornimento pubbliche e "non pubbliche" (cioe' per
esempio quelle  riservate  al  rifornimento  di  mezzi  di  trasporto
pubblici) che forniscono idrogeno gassoso per  veicoli  di  trasporto
leggero (veicoli elettrici a fuel cell). Gli  impegni  iniziali  sono
proprio dedicati al rifornimento dei veicoli leggeri, ma una versione
successiva sara' focalizzata anche sull'impiego per gli autobus  e  i
carrelli elevatori. Lo standard (inizialmente diffuso come  Technical
Report, approvato in data 5 ottobre 2015, per  raccogliere  eventuali
osservazioni dagli utilizzatori) sintetizza  l'attuale  esperienza  e
conoscenza nell'ambito del  rifornimento  con  idrogeno,  incluse  le
distanze di sicurezza suggerite e le alternative per i protocolli  di
rifornimento. 
  La ISO 19880-2: Gaseous hydrogen - Fueling  stations  -  Dispensers
fornisce le prescrizioni e i  metodi  di  test  della  sicurezza  per
stazioni di rifornimento  complete  con  idrogeno  gassoso  sia  alla
pressione di 35 MPa (350 bar) sia alla pressione di 70 MPa (700 bar). 
  La ISO 19880-3:  Gaseous  hydrogen  -  Fueling  stations  -  Valves
fornisce le prescrizioni e i metodi  di  test  delle  prestazioni  di
sicurezza delle valvole per gas idrogeno ad alta pressione (1  MPa  e
oltre) installate presso le stazioni  di  rifornimento  per  idrogeno
gassoso. 
  La ISO 19880-4: Gaseous hydrogen - Fueling stations  -  Compressors
contiene le prescrizioni di sicurezza  relative  ai  materiali,  alla
progettazione,  alla  costruzione  e  alla  verifica  di  sistemi  di
compressione  di  idrogeno  gassoso  utilizzati  nelle  stazioni   di
rifornimento per idrogeno gassoso. 
  La ISO  19880-5:  Gaseous  hydrogen  -  Fueling  stations  -  Hoses
considera le  prescrizioni  relative  alle  manichette  per  idrogeno
gassoso e le giunzioni  di  manichette  impiegate  per  collegare  il
distributore  alla  pistola  di  rifornimento,  ma  anche  a   quelle
utilizzate per le linee di spurgo del gas in  zona  sicura  e  quelle
flessibili da poter utilizzare in altri punti dove  e'  richiesta  la
flessibilita' del collegamento. 
  La ISO 19880-6: Gaseous hydrogen  -  Fueling  stations  -  Fittings
specifica metodi uniformi per la  valutazione  e  la  verifica  delle
prestazioni dei raccordi, inclusi  connettori  e  chiusure  terminali
utilizzati nelle stazioni di rifornimento per idrogeno gassoso. 
  Recentemente, sono anche partiti i lavori per lo sviluppo di  altri
due standard: ISO 19880-7: Gaseous  hydrogen  -  Fueling  stations  -
Fueling protocols e ISO 19880-8: Gaseous hydrogen - Fueling  stations
- Hydrogen quality control. 
  In Europa, oltre alla ISO 19880-1  in  fase  di  pubblicazione,  lo
stato dell'arte dell'esperienza di settore  puo'  essere  individuato
nel documento EIGA (European Industrial Gases  Association)  IGC  DOC
15/06/E "Gaseous Hydrogen Stations". Il settore dei  gas  industriali
ha un'esperienza secolare nel trasporto e  stoccaggio  dell'idrogeno,
vantando livelli di sicurezza fra i  migliori  in  campo  industriale
(con un indice  di  frequenza  infortuni  medio  europeo  dell'intero
settore gas industriali e medicinali inferiore a 2 eventi per milione
di ore lavorate). 
  Sebbene il documento sia orientato alle installazioni  di  idrogeno
per  impiego  industriale,  esso  riassume  le  migliori  tecniche  e
pratiche disponibili atte a  garantire  la  massima  sicurezza  nelle
operazioni di compressione, purificazione, riempimento  e  stoccaggio
di idrogeno gassoso. I recipienti a pressione con materiali metallici
sono progettati e fabbricati in Europa con  normative,  quali  AD2000
Merkblatt o EN 13445, consolidate da anni di esperienza, con le quali
vengono garantiti i requisiti di sicurezza richiesti dalla  Direttiva
Apparecchi a Pressione (PED, Pressure Equipment Directive)  97/23/CE,
emanata dalla Comunita' Europea, e recepita in Italia con il  Decreto
Legislativo n° 93/2000. 
  Riguardo ai recipienti per gas a  700  bar  collocati  sui  veicoli
esiste la specifica tecnica ISO/TS 15869 del 2009 intitolata "Gaseous
hydrogen and hydrogen blends - Land vehicle fuel tanks  ".  Un  altro
standard di riferimento e' il "SAE J 2579 Compressed Hydrogen Vehicle
Fuel Containers ".  In  Europa  le  prescrizioni  di  sicurezza  sono
coperte dal "Regolamento (CE) N. 79/2009 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 14 gennaio 2009 relativo all'omologazione di veicoli  a
motore alimentati a idrogeno e che modifica la  direttiva  2007/46/CE
". La pressione di scoppio ammessa per questi recipienti e' superiore
al doppio della pressione normale di esercizio. 
  Maggiori dettagli sugli aspetti omologativi dei veicoli a  idrogeno
sono contenuti nel "Regolamento (UE) N.  406/2010  della  Commissione
del  26  aprile  2010  recante  disposizioni  di   applicazione   del
regolamento (CE) n. 79/2009 del Parlamento europeo  e  del  Consiglio
relativo all'omologazione di veicoli a motore alimentati a idrogeno". 
  Come gia' detto, l'Italia ha cominciato a occuparsi di mobilita'  a
idrogeno fin dal 2002 e degno di nota e' il lavoro di  collaborazione
portato avanti dall'Universita' di Pisa con i settori industriali e i
Vigili del Fuoco. Cio' ha portato nel  2006  alla  pubblicazione  del
Decreto del Ministero dell'Interno 31 agosto 2006 "Approvazione della
regola  tecnica  di  prevenzione  incendi   per   la   progettazione,
costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di  idrogeno
per autotrazione ". 
  A livello italiano esistono allo stato attuale delle condizioni  di
legge piu' restrittive di quelle applicate negli altri Paesi e questo
ha fatto si' che, in una prima fase, le case automobilistiche abbiano
scartato l'Italia come  mercato  di  sbocco  iniziale  delle  auto  a
fuel-cell che saranno distribuite nei prossimi anni. 
  In  particolare,  la  pubblicazione  del  Decreto  31  agosto  2006
avvenuta prima dei piu' recenti e  concreti  sviluppi  tecnologici  a
livello internazionale  prevede  una  limitazione  a  350  bar  della
pressione  di  compressione  ed  erogazione  di  idrogeno  presso  le
stazioni di servizio e sui veicoli. 
  Tale limitazione potra' essere superata alla luce dei nuovi criteri
di costruzione dei recipienti e di omologazione dei veicoli  previsti
dalle normative europee. 
  Tale normativa antincendio  sara'  pertanto  rivista  entro  il  18
novembre 2017 per tener conto dei nuovi standard  internazionali  sui
criteri  costruttivi  delle  stazioni  di  rifornimento  di  idrogeno
gassoso. 
 
  8 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  In accordo  con  il  punto  (10)  delle  considerazioni  inziali  e
l'articolo  3,  comma  1  della  Direttiva,  laddove  la  continuita'
extraterritoriale dell'infrastruttura ovvero la realizzazione di  una
nuova infrastruttura in prossimita' di confini lo  richieda,  sarebbe
opportuno collaborare con gli Stati  Membri  limitrofi  coinvolti  al
fine di garantire la continuita' transfrontaliera dell'infrastruttura
per i combustibili alternativi. 
  Al  fine  di  valutare   la   necessita'   di   detta   continuita'
transfrontaliera, ai sensi dell'articolo 5, comma 1 della  Direttiva,
particolare attenzione potra' essere data ai  punti  di  rifornimento
lungo i collegamenti stradali transfrontalieri. 
  La valutazione della necessita'  e  delle  eventuali  modalita'  da
adottare    per    garantire    la    continuita'    transfrontaliera
dell'infrastruttura  cosi'  come  l'eventuale  sviluppo  di  progetti
pilota e/o progetti infrastrutturali potrebbe essere fatta tenendo in
considerazione, per quanto pratico ed applicabile, anche i  risultati
dei progetti europei di collaborazione transfrontaliera conclusi o in
itinere quali, a titolo d'esempio, quelli co-finanziati a valere  sui
bandi TEN-T ovvero CEF, una lista non esaustiva dei quali, aggiornata
al Dicembre 2015, e' fornita nel seguito: 
 
Tabella 3: Iniziative UE  per  la  sperimentazione  e  la  diffusione
                   dell'idrogeno per il trasporto 
 
 
=====================================================================
|                        |                 |       |       |PILOTA O|
|         TITOLO         | IDENTIFICATIVO  | INIZO | FINE  | STUDIO |
+========================+=================+=======+=======+========+
|EAS HYMOB               |2014-Fr-Ta-0519-S|01/2016|12/2018|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|H2NODES - evolution of a|                 |       |       |        |
|European hydrogen       |                 |       |       |        |
|refuelling station      |                 |       |       |        |
|network by mobilising   |                 |       |       |        |
|the local demand and    |                 |       |       |        |
|value chains            |2014-EU-TM-0643-S|03/2014|12/2018|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|COHRS - Connecting      |                 |       |       |        |
|Hydrogen Refuelling     |                 |       |       |        |
|Stations                |2014-EU-TM-0318-S|09/2015|06/2019|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|HIT2 Corridors          |2013-EU-92077-S  |03/2014|12/2015|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|HIT - (Hydrogen         |                 |       |       |        |
|Infrastructure for      |                 |       |       |        |
|Transport)              |2011-EU-92130-S  |04/2012|12/2014|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
 
 
  A completamento di quanto precedentemente  riportato  va  ricordata
l'iniziativa  MEHRLIN  (Models  for  Economic   Hydrogen   Refuelling
Infrastructure) che vede coinvolta anche l'Italia  e  che  mira  alla
realizzazione di n. 8 stazioni  di  rifornimento  di  idrogeno  di  4
alimentate ad idrogeno di produzione  elettrolitica  tramite  energia
rinnovabile. Il progetto include aspetti innvativi quali: da un punto
di vista HW soluzioni  per  l'accumulo  di  idrogeno  a  base  idruri
metallici, da un punto di vista gestionale lo sviluppo  di  un  nuovo
modello operativo e da un punto di vista tecnologico lo  sviluppo  di
un nuovo modello integrativo per l'elettromobilita' a base di cella a
combustibile e a base di  batterie.  Per  l'Italia  e'  coinvolta  la
citta' di Brunico sita lungo il Corridoio Scan - Med e  il  Corridoio
Verde del Brennero  per  l'istallazione  di  una  nuova  stazione  di
ricarica che funzionera' a punto  di  collegamento  ed  accesso  agli
altri Corridoi europei come il Mediterraneo ed il Baltico Adriatico. 
 
  9 ABBREVIAZIONI, ACRONIMI, UNITA' DI MISURA E BIBLIOGRAFIA 
 
  9.1 ABBREVIAZIONI E ACRONIMI 
  AL: annual load factor 
  BEV: battery electric vehicle 
  CAPEX: costi di investimento 
  DSM: demand side management 
  FC: fuel cell 
  FCEV: fuel cell electric vehicle 
  FER: fonti energetiche rinnovabili 
  GPL: gas di petrolio liquefatto 
  HEV: hybrid electric vehicle 
  ICE: internal combustion engine 
  OPEX: costi operativi e di manutenzione 
  PHEV: plug-in hybrid electric vehicle 
  RES: renewable energy sources 
  SEF: standard emission factor 
  SMR: steam methane reforming 
  T&D: transmission and distribution 
  TCO: total cost of ownership 
  VRE: variable renewable energy 
  WTW: well-to-wheel 
 
  9.2 UNITA' DI MISURA 
  €: euro 
  g: grammi 
  GW: gigawatt 
  kg: kilogrammi 
  km: kilometri 
  ktep: kilo tonnellate equivalenti di petrolio 
  kW: kilowatt 
  kWh: kilowatt hour 
  l: litri 
  m: metri 
  MPa: megapascal 
  Mt: megatonne 
  MWh: megawatt hour 
  t: tonnellate 
  TWh: terawatt hour 
 
  9.3 BIBLIOGRAFIA 
  Air quality in Europe. European Environmental Agency. 2015  Report.
(s.d.). 
  Air quality in Europe. European Environmental Agency. 2015  Report.
(s.d.). 
  Annuario Statistico ACI 2015. (s.d.). 
  Direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del  Consiglio  sulla
realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili  alternativi  .
(s.d.). 
  En  route  pour  un  transport  durable.  Cambridge   Econometrics.
Novembre 2015. (s.d.). Energia pulita per i trasporti: una  strategia
europea in materia di combustibili alternativi. Commissione  europea.
Gennaio 2013. (s.d.). 
  Fonti rinnovabili e rete elettrica  in  Italia.  Considerazioni  di
base e scenari di evoluzione delle fonti  rinnovabili  elettriche  in
Italia. Falchetta Massimo. ENEA. 2014 . (s.d.). 
  Fuel  Cell  Electric  Buses,  Potential  for   Sustainable   Public
Transport in Europe. A Study for the Fuel Cells  and  Hydrogen  Joint
Undertaking. Settembre 2015. (s.d.). 
  Fuelling Europe's future. How auto innovation  leads  to  EU  jobs.
Cambridge  Econometrics  (CE),  in  collaboration  with  Ricardo-AEA,
Element Energy. 2013. (s.d.). 
  Hydro-gen: the energy  transition  in  the  making!  Pierre-Etienne
Franc, Pascal Mateo. Manifesto. 2015. . (s.d.). 
  Indagine conoscitiva sui prezzi finali dell'energia elettrica e del
gas naturale. Memoria  per  l'audizione  presso  la  10°  Commissione
Industria, Commercio e Turismo del  Senato  della  Repubblica.  AEEG.
Aprile 2015. (s.d.). 
  Le politiche dell'Unione europea: Trasporti.  Commissione  Europea.
Novembre 2014. (s.d.). 
  LIBRO BIANCO, Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo  dei
trasporti - Per una politica dei 
  trasporti competitiva e  sostenibile.  Commissione  Europea.  Marzo
2011 . (s.d.). Mal'ARIA di citta' 2016.  Legambiente.  Gennaio  2016.
(s.d.). 
  Mercato  dei  carburanti  in  Italia.  Ministero   dello   Sviluppo
Economico. (s.d.). 
  Newsletter del GME n.78 Gennaio 2015. (s.d.). 
  Regolamento  (UE)  N.  1291/2013  del  Parlamento  europeo  e   del
Consiglio che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione
(2014-2020) - Orizzonte 2020. Commissione europea. 
  Dicembre 2013. (s.d.). 
  Relazione finale del gruppo ad alto livello  CARS  21.  Commissione
europea. 6 giugno 2012. (s.d.). 
  Technology Roadmap Hydrogen  and  Fuel  Cells.  IEA.  Giugno  2015.
(s.d.). 
 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
Sezione C: fornitura di gas naturale per il trasporto e per altri usi 
 
            Prima sottosezione: fornitura di gas naturale 
           liquefatto (GNL) per la navigazione marittima e 
         interna, per il trasporto stradale e per altri usi 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE 
  LISTA DELLE FIGURE 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  2.1 DEFINIZIONE, CARATTERISTICHE 
  3 GLI SCENARI INTERNAZIONALI 
  3.1 MERCATO DEL GNL 
  3.2 IL MERCATO INTERNAZIONALE DEL GNL 
  3.3 APPROVVIGIONAMENTO E STOCCAGGIO DEL GNL 
  3.3.1 Principali esperienze nei Paesi che  utilizzano  il  GNL  nel
trasporto marittimo e terrestre 
  3.4 UTILIZZO TERMINALI DI RIGASSIFICAZIONE ANCHE PER LO SSLNG 
  4 LO SCENARIO ITALIANO 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  5.1  CRITERI  PER  L'INDIVIDUAZIONE  DI  UNA  IPOTESI  DI  RETE  DI
DISTRIBUZIONE DI GNL SULLA BASE DEGLI ATTUALI SCENARI LOGISTICI DEGLI
ALTRI PRODOTTI ENERGETICI 
  5.2   CONSIDERAZIONI   SULL'INFRASTRUTTURA   NECESSARIA:    MERCATO
POTENZIALE 
  5.3 IPOTESI DI SVILUPPO DELL'INFRASTRUTTURA 
  5.4 PUNTI CRITICI LEGATI ALL'INFRASTRUTTURA 
  5.5 RETE DI RIFORNIMENTO DEL GNL PER USO AUTOTRAZIONE 
  5.6 IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI PICCOLE DIMENSIONI PER  AUTOTRAZIONE,
RETI LOCALI, TRASPORTO FERROVIARIO 
  5.7 UTILIZZO DEL GNL NEL TRASPORTO STRADALE  PESANTE:  AUTOCARRI  E
AUTOBUS 
  5.8 UTILIZZO DEL GAS NATURALE LIQUEFATTO  (GNL)  COME  COMBUSTIBILE
MARINO 
  5.9 PROGETTO COSTA 
  5.10 CONFIGURAZIONE DI  UNA  RETE  DI  DISTRIBUZIONE  DEL  GNL  NEL
SETTORE MARITTIMO E PORTUALE 
  5.10.1 Premessa 
  5.10.2 Linee guida per lo sviluppo della rete nazionale GNL 
  5.10.3 Tipologia di traffico 5.10.4 Eta' della nave 
  5.10.5 Area di traffico 
  5.10.6 Proposte di reti nazionali 
  5.10.7 Stima della domanda di GNL per il trasporto navale 
  5.10.8 Ricadute economiche sulla cantieristica navale 
  5.11 SICUREZZA DELLO STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE 
  5.11.1 Quadro di riferimento tecnico normativo 
  5.11.2 Fenomeni fisici associabili al GNL 
  5.12 FORMAZIONE, INFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE  ADIBITO
AL GNL 
  5.13 ACCETTABILITA' SOCIALE DELLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE 
  5.14 RUOLO DEGLI STRUMENTI DI INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE 
  5.15 SITO WEB NAZIONALE PER L'INFORMAZIONE SULLA FILIERA DEL GNL 
  5.16 ESAME DELLA CONTRATTUALISTICA ESISTENTE IN ALTRI PAESI 
  5.17 IMPIANTI DI LIQUEFAZIONE DI TAGLIA RIDOTTA 
  5.18 UTILIZZO DEL GNL NELLA REGIONE SARDEGNA 
  5.19 PREVISIONI DI MERCATO PER SMALL SCALE LNG AL 2020, 2025 E 2030 
  6 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
  6.1 MERCATO POTENZIALE DEL GNL E RELATIVI IMPATTI 
  6.2 RISULTATI 
  6.3 BENEFICI AMBIENTALI 
  7 ALTRI USI INDUSTRIALI 
  7.1  QUADRO  DELLA  DOMANDA  ENERGETICA  DEI  MERCATI  OFF-GRID   E
POTENZIALE DI PENETRAZIONE DEL GNL 
  7.2 PREVISIONI DI PENETRAZIONE DEL GNL OFF-GRID 
  8 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  9 DEFINIZIONI 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1: Numero di installazioni  Small  Scale  LNG  (escluse  le
autobotti) in Europa 
  Tabella 2:  Top  10  Paesi  europei  per  numero  di  installazioni
(escluse autobotti e impianti satelliti) 
  Tabella 3: Flussi  import-export  via  GNL  nei  paesi  UE27,  2011
(mld/mc/a), Cassa Depositi Prestiti - Studio di settore n. 03 - Marzo
2013 - Gas naturale (Fonte BP, 2012) 
  Tabella 4: Dati provenienti dal progetto COSTA 
  Tabella  5:  Caratteristiche  di  infiammabilita'   (Norma   CEI-EN
61779-1) 
  Tabella 6: Composizione del parco ≥18 ton - scenario 2025 
  Tabella 7: Composizione del parco ≥18 ton - scenario 2025 
  Tabella 8: Iniziative UE per la sperimentazione e la diffusione del
GNL per il trasporto 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: 
  EUROSTAT 
  Figura 2: Servizi SSLNG 
  Figura 3: Localizzazione Porti ed Interporti 
  Figura 4: Schema delle Aree di Adduzione 
  Figura 5: Schemi movimentazione 
  Figura  6:  Individuazione  del  mercato  potenziale  -  Principali
risultati 
  Figura 7: Schema Benefici Viaggio Genova-Roma 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
l'utilizzo del Gas Naturale Liquefatto (GNL). 
 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
 
  2.1 DEFINIZIONE, CARATTERISTICHE 
  Il Gas Naturale Liquefatto (GNL) e'  una  miscela  di  idrocarburi,
costituito prevalentemente da metano;  altri  componenti  solitamente
presenti sono l'etano, il propano e il butano. Tutti gli  idrocarburi
piu' complessi, i composti dello zolfo e  il  biossido  di  carbonio,
vengono rimossi durante la produzione. 
  Il GNL e' ottenuto infatti, per liquefazione del Gas Naturale (GN),
quest'ultimo  e'  una  miscela  complessa  di  idrocarburi,  composta
principalmente da metano, ma che generalmente include,  in  quantita'
sensibilmente minori, etano, propano,  idrocarburi  superiori,  acido
solfitrico e alcuni altri gas non combustibili come ad esempio  azoto
e anidride carbonica. 
  Il GN  destinato  alla  liquefazione  viene  purificato  nei  paesi
produttori dai gas acidi (CO2 e H2S) e dagli idrocarburi pesanti (C5+
e superiori), nonche' da una buona parte di etano, propano  e  butani
in quanto la loro presenza va fortemente limitata nel GNL, cosi' come
quella, tra gli altri, anche di acqua, mercurio e zolfo  per  ragioni
tecniche  (es.  corrosione,  rischi  di  solidificazione  durante  il
raffreddamento). 
  Il gas naturale purificato  viene  quindi  liquefatto  a  pressione
atmosferica mediante raffreddamento fino a circa -160°C per  ottenere
il GNL che, occupando un volume circa 600  volte  inferiore  rispetto
allo stato gassoso di partenza, puo' essere piu' agevolmente stoccato
e trasportato; quindi, in  linea  di  massima,  il  GN  a  sua  volta
derivato dalla rigassificazione del GNL, e' piu' "leggero" e presenta
una quantita' inferiore di impurita' rispetto  al  corrispondente  GN
prodotto dai giacimenti. 
 
  3 GLI SCENARI INTERNAZIONALI 
 
  3.1 MERCATO DEL GNL 
  A livello mondiale, nel 2014, il consumo di GNL e' stato  di  circa
239 milioni di tonnellate. L'Asia rimane il principale  driver  della
crescita dei  consumi  di  GNL  e,  nell'ultimo  decennio,  ha  visto
raddoppiare le proprie importazioni. Il mercato asiatico  rappresenta
infatti il 75% della domanda mondiale di GNL. Giappone  e  Corea  del
Sud sono i due maggiori importatori mondiali e coprono il  70%  della
domanda asiatica di GNL. La Cina risulta oggi il terzo importatore  e
consuma circa il 10% del GNL richiesto dall'Asia. 
  Il GNL e' stato prevalentemente utilizzato  per  la  produzione  di
energia  elettrica,  per  l'industria  e   per   l'uso   di   clienti
residenziali che non hanno accesso ad una rete di distribuzione. 
  L'uso del GNL come combustibile per il trasporto si  sta  ampliando
significativamente  negli  ultimi  anni,  ma  i  volumi  sono  ancora
relativamente  piccoli.  La  maggior  parte  del  combustibile  viene
utilizzato da veicoli pesanti o da auto  alimentate  a  gas  naturale
compresso (GNC) ma si  stanno  diffondendo  anche  unita'  navali  da
carico e passeggeri, particolarmente in Scandinavia. 
  Una crescente sostituzione del diesel con il GNL e' gia' realta' in
paesi come l'Australia o gli Stati Uniti e  l'utilizzo  del  GNL  per
alimentare locomotive e' in fase di sperimentazione in Canada e negli
Stati Uniti. 
 
  3.2 IL MERCATO INTERNAZIONALE DEL GNL 
  La capacita' di rigassificazione di GNL oggi  esistente  a  livello
mondiale e' pari a circa 1.000 miliardi di metri cubi. Piu'  del  50%
di questa e' concentrata in Asia. Da notare inoltre  che,  per  molti
degli impianti di rigassificazione americani esistenti sono  previsti
progetti di conversione a terminali di liquefazione, come conseguenza
dello sviluppo dello shale gas. 
  La capacita' nominale di liquefazione nel 2014 risultava pari a 298
milioni di tonnellate di GNL di cui il 63% in Medio Oriente e Africa.
Ad oggi risultano in costruzione impianti per circa  128  milioni  di
tonnellate/anno di capacita' addizionale, di cui  il  45%  e  il  34%
concentrati rispettivamente in Australia e negli Stati Uniti. Secondo
quanto comunicato dagli operatori, tutti i  progetti  in  costruzione
dovrebbero entrare in esercizio  entro  il  2020  portando  cosi'  la
capacita'  di  liquefazione  complessiva  a  circa  425  Milioni   di
tonn/anno. Inoltre, altri  progetti  di  liquefazione  sono  oggi  in
costruzione in Indonesia, Malesia, Colombia e Russia per un totale di
26,5 milioni di tonnellate/anno. 
 
  3.3 APPROVVIGIONAMENTO E STOCCAGGIO DEL GNL 
 
  3.3.1 Principali esperienze nei Paesi che  utilizzano  il  GNL  nel
trasporto marittimo e terrestre 
  Lo "Small Scale LNG" (o  SSLNG)  si  definisce  come  la  modalita'
attraverso la quale il GNL viene gestito in  piccole/medie  quantita'
direttamente in forma liquida. In tale ambito i servizi relativi allo
SSLNG includono diversi segmenti di una filiera  che  coinvolge  vari
soggetti/operatori. 
  Con riferimento alla Figura 2, i servizi di tipo "Small Scale LNG",
gia' in essere o in fase di studio, possono essere  forniti  mediante
le seguenti infrastrutture (o installazioni): 
  1. Terminali di rigassificazione,  che  offrono  prevalentemente  i
seguenti servizi: 
  • Re-loading ovvero trasferimento di GNL dai serbatoi del terminale
a navi metaniere; 
  • Ship to ship transfer (Allibo) ovvero  trasferimento  diretto  di
GNL da una nave ad un'altra; 
  • Caricamento di GNL su navi bunker (bettoline/shuttle); 
  • Caricamento di GNL su autobotti (o ISO-container); 
  • Caricamento di GNL su vagoni-cisterna ferroviari. 
  2. Navi bunker (bettoline/shuttle), che a loro  volta  riforniscono
navi alimentate a GNL (bunkeraggio) o stoccaggi locali costieri. 
  3. Mini impianti di liquefazione per la trasformazione in  GNL  del
gas  naturale  proveniente  dalla  rete,  utilizzati  per   rifornire
autobotti (o ISO container) e/o bettoline/navi shuttle  per  impianti
costieri. 
  4. Autobotti (o ISO-container), che a loro volta riforniscono  navi
alimentate a GNL (bunkeraggio) o stoccaggi locali. 
  5. Stoccaggi locali, riforniti da autobotti (o  ISO-container)  e/o
bettoline/shuttle (se stoccaggi costieri) e utilizzati per: 
  a) caricamento di autobotti (o ISO-container) e/o di bettoline; 
  b) impianti di rifornimento costieri  per  navi  alimentate  a  GNL
(bunkeraggio); 
  c) impianti di rifornimento di autoveicoli alimentati  a  GNL  o  a
CNG; 
  d) depositi satellite di stoccaggio per usi industriali o civili. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
                       Figura 2: Servizi SSLNG 
 
  In relazione al contesto di riferimento, la filiera dello SSLNG  si
e' particolarmente sviluppata in  Spagna,  Norvegia,  Regno  Unito  e
Olanda, ove si registra il piu' alto numero di impianti. 
  La Tabella 1 e la Tabella 2 riportano i  risultati  di  uno  studio
sullo stato dell'arte  dei  servizi  SSLNG  in  Europa  e  di  alcuni
approfondimenti su Spagna, Norvegia, Regno Unito e Olanda. 
  I dati, qui riportati sono aggiornati al 2014. (Fonte: database GIE
Gas Infrastructure Europe). 
 
Tabella 1: Numero  di  installazioni  Small  Scale  LNG  (escluse  le
                        autobotti) in Europa 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 2: Top 10 Paesi europei per numero di installazioni  (escluse
                   autobotti e impianti satelliti) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Gli   aggiornamenti    sono    contenuti    nel    database    GIE:
http://www.gie.eu/index.php/mapsdata/gle-sslng-map. 
  L'esperienza dei paesi che gia' utilizzano GNL  come  combustibile,
pur in un contesto normativo  in  fase  di  progressiva  definizione,
dimostra che lo sviluppo dell'impiego del  GNL  e'  possibile  quando
sono gestiti gli aspetti riportati in elenco di seguito: 
  • disponibilita' delle norme tecniche applicabili alla  costruzione
delle navi a gas; 
  •  disponibilita'  di  chiare  procedure   autorizzative   per   la
costruzione e il funzionamento delle  installazioni  infrastrutturali
terrestri per il rifornimento (sia  esso  da  terminale  a  nave,  da
autocisterna a nave, da nave a nave); 
  • disponibilita' sul territorio di infrastrutture di stoccaggio  di
GNL; 
  • scelta della tecnologia per applicazioni navali, terrestri  e  di
trasferimento del combustibile da terra a nave e da nave a nave e  da
nave a terra che assicuri la sicurezza in tutte le fasi del processo,
dallo  stoccaggio,  al  rifornimento,  dallo   stoccaggio   a   bordo
all'utilizzo finale; 
  •  sostenibilita'  finanziaria  dei   progetti   e   sostenibilita'
economico-sociale e ambientale del sistema GNL; 
  • accettazione sociale del GNL e delle relative infrastrutture. 
  In generale, dalle esperienze dei citati Paesi europei,  si  desume
che un ruolo fondamentale all'espansione dei servizi  di  tipo  SSLNG
puo' derivare da opportune azioni di: 
  • semplificazione dei processi autorizzativi; 
  • agevolazione fiscale; 
  • incentivazione alla realizzazione di infrastrutture; 
  • nuove norme di regolazione e di sicurezza. 
  In  particolare,  si  e'  osservato  come   la   politica   fiscale
energetica, attualmente in discussione sia a livello  europeo  che  a
livello nazionale, assumera' un  ruolo  determinante  nello  sviluppo
futuro del mercato del GNL, nell'ambito dei servizi Small Scale. 
  I servizi Small Scale LNG consentono l'utilizzo del gas naturale  -
il combustibile "piu' pulito" in quanto a minor contenuto di zolfo  e
con piu' basse emissioni di NOx e di CO2 - in zone dove  la  rete  di
trasporto  di  gas  non  e'  molto  diffusa  a   causa   di   vincoli
tecnico-economici. 
  In particolare il rapido sviluppo dei servizi di tipo SSLNG  si  e'
avuto nei Paesi che per via di un forte interesse alle  problematiche
ambientali hanno sostenuto attivamente politiche incentivanti ed iter
autorizzativi  piu'  snelli,  coinvolgendo  le  realta'   industriali
nazionali e  le  autorita'  dei  Paesi  confinanti  anche  attraverso
progetti pilota che possono consentire il miglior apprezzamento delle
attivita' necessarie al pieno sviluppo della filiera. 
  Peraltro si evidenzia come tali servizi, nell'ambito  della  catena
del  valore  dello  SSLNG,  consentano  anche  un'innovazione   nella
gestione dei terminali di rigassificazione, permettendone  quindi  un
utilizzo diversificato e maggiormente efficiente. 
 
  3.4 UTILIZZO TERMINALI DI RIGASSIFICAZIONE ANCHE PER LO SSLNG 
  L'opportunita'  di  utilizzare  i   serbatoi   dei   terminali   di
rigassificazione, o in senso lato i  terminali  di  rigassificazione,
per effettuare, insieme al  servizio  base,  anche  le  attivita'  di
stoccaggio  e  di  rifornimento  del  GNL  dipende  fortemente  dalla
tipologia di servizio che si vuole fornire  e  dalle  caratteristiche
dei  terminali  stessi.  I  servizi  addizionali  alla   tradizionale
attivita' di rigassificazione sono principalmente: 
  • Servizio  di  caricamento  di  GNL  su  navi  bunker  secondo  la
definizione del Gas Infrastructure Europe (GIE), ovvero  l'operazione
di caricamento di navi  con  il  GNL  stoccato  nei  serbatoi  di  un
terminale di rigassificazione: tali navi  possono  essere  utilizzate
per fornire GNL ad altre navi  (ovvero  usate  come  bettoline)  o  a
serbatoi costieri di stoccaggio (usate dunque come navi shuttle). 
  • Servizio di reloading di navi metaniere, ovvero l'operazione  con
la quale il GNL, precedentemente importato e stoccato nei serbatoi di
un terminale, viene  ricaricato  su  navi  metaniere  (con  capacita'
compresa tra 30.000 e 270.000 mc) per la riesportazione del prodotto,
allo scopo di cogliere eventuali opportunita' commerciali; 
  •  Servizio  di  caricamento  su  autobotti  (solo  per   terminali
onshore),  ovvero  l'operazione  di  caricamento  di  autocisterne  o
ISO-container, utilizzati per il trasporto  su  strada,  con  il  GNL
stoccato  nei  serbatoi  di  un  terminale.  Le  autocisterne  e  gli
ISO-container a loro volta possono essere utilizzati  per  alimentare
impianti di rifornimento di  autoveicoli  alimentati  a  GNL  o  CNG,
impianti di stoccaggio locali  o  per  altri  tipi  di  utilizzi  che
richiedano la fornitura del prodotto allo stato liquido  (bunkeraggi,
usi industriali e civili, treni). 
  • Servizi aggiuntivi (solo per terminali onshore),  ovvero  servizi
che  permettono  la  fornitura  di  GNL  attraverso   l'utilizzo   di
infrastrutture  realizzate  nei  pressi  del  terminale  e   a   esso
direttamente collegate, quali il servizio caricamento di GNL su  navi
bunker e/o caricamento di autocisterne mediante un serbatoio dedicato
collegato al terminale,  o  il  servizio  di  caricamento  per  mezzi
destinati al trasporto di merci su gomma  mediante  una  stazione  di
rifornimento collegata direttamente al terminale. 
  Ad oggi, nessun terminale di rigassificazione italiano e' in  grado
di fornire servizi di tipo Small Scale  LNG  (SSLNG),  ma  tutti  gli
operatori   stanno   valutando   la   fattibilita'    di    modifiche
tecniche-operative in modo da offrire tali nuovi servizi, in coerenza
con l'attivita' di rigassificazione. L'adattamento di un terminale di
rigassificazione, per fornire anche lo stoccaggio e  il  rifornimento
di  GNL  per  mezzi  navali  o  terrestri,  e'  possibile  prevedendo
determinate modifiche tecniche-impiantistiche, con annessi costi  per
la realizzazione e gestione delle stesse. 
  Le fasi relative alla progettazione, realizzazione ed esercizio dei
servizi SSLNG ricadono nell'ambito  della  normativa/legislazione  di
riferimento dei  terminali  di  rigassificazione.  In  tale  contesto
normativo l'iter autorizzativo  per  gli  interventi  di  adeguamento
dell'impianto e' gia' definito, ma puo'  sicuramente  beneficiare  di
una semplificazione/riduzione  dei  tempi  soprattutto  in  un'ottica
time-to-market. 
  Gli aspetti commerciali di cui si deve tenere conto sono: 
  • la gestione della capacita' di stoccaggio del terminale; 
  • eventuali necessita' di  modifica  relative  alla  programmazione
degli approdi; 
  • la valutazione dei regolamenti portuali e la  disponibilita'  dei
servizi portuali; 
  • la modalita' di separazione dei costi relativi alle attivita'  di
rigassificazione di tipo regolato rispetto a quelle di SSLNG di  tipo
libero. 
  Tali servizi, essendo finalizzati all'uso del GNL come combustibile
tal quale,  senza  rigassificazione  e  senza  l'uso  delle  reti  di
trasporto, esulano dalle attivita' di tipo regolato e vanno svolte in
regime   di   mercato,   separato   dalle   attivita'   regolate   di
rigassificazione. Risulta pertanto necessaria  la  determinazione  da
parte dell'Autorita' per l'energia elettrica, il  gas  e  il  sistema
idrico delle modalita' di separazione contabile e gestionale  tra  le
due attivita' al fine di garantire la piena  rispondenza  al  dettato
normativo relativo all'attivita' di rigassificazione, ed evitare  che
dai servizi SSLNG svolti  in  regime  di  mercato  derivino  nuovi  o
maggiori oneri per le attivita' regolate. 
 
  4 LO SCENARIO ITALIANO 
  Dallo studio di settore "Il mercato del gas naturale in Italia:  lo
sviluppo delle infrastrutture nel contesto  europeo",  elaborato  nel
2013  dalla  Cassa  Depositi  e  Prestiti,  emerge  che,   ad   oggi,
l'industria del GNL presenta  caratteristiche  profondamente  diverse
con 18 Paesi esportatori e 25 Paesi importatori e altri Paesi che  si
apprestano    a    mettere    a    regime    nuova    capacita'    di
liquefazione/rigassificazione.   L'emergere   di   nuove   tecnologie
consente di immettere sul mercato risorse che fino a  pochi  anni  fa
era impossibile sviluppare. 
  All'incremento dei volumi scambiati e  degli  attori  coinvolti  e'
corrisposto un moltiplicarsi delle rotte percorse, con oltre 350 navi
gasiere attive su direttrici transoceaniche. 
  Contemporaneamente, la componente "spot" dell'approvvigionamento ha
acquisito un peso piu'  rilevante  raggiungendo  il  30%  dei  volumi
scambiati  nel  2014  (era  il  4%  nel  1990)  ed  e'  aumentata  la
competitivita' tra operatori alternativi sia dal  lato  dell'offerta,
sia da quello della domanda. 
  Nella Tabella 5 dello studio di  settore  della  Cassa  Depositi  e
Prestiti, vengono riportati i seguenti flussi import-export  via  GNL
nei Paesi UE 27, 2011 (mld/mc/a). 
  Da un punto di vista infrastrutturale, dallo Studio emerge che, con
riferimento ai progetti per il potenziamento della rete di  terminali
di rigassificazione, sebbene il GNL in Europa soffra l'elevato  grado
di competitivita' del gas trasportato tramite  gasdotto,  nell'ottica
di   diversificazione   delle   fonti   d'approvvigionamento   e   di
sfruttamento della componente spot  del  mercato,  si  stima  che  la
capacita' di rigassificazione possa superare i 220 mld/mc/a nel 2020,
con un tasso di incremento medio annuo pari al 2,9%. 
  Il caso della Norvegia, che per prima ha  realizzato  e  utilizzato
traghetti a GNL gia' dall'inizio degli anni duemila, conferma  quanto
sopra: tutti  i  punti  elencati  sono  stati  a  suo  tempo  risolti
permettendo uno  sviluppo  a  livello  nazionale  di  una  flotta  di
numerose unita' che impiegano GNL come combustibile. 
  Anche il "North European LNG Infrastructure Project" del marzo 2012
della  Danish  Maritime  Authority,  co-finanziato  dalla   Comunita'
Europea,  fornisce,  tra  le  altre,  raccomandazioni  relative  alle
soluzioni piu' opportune per il rifornimento, agli aspetti  economico
finanziari,  all'aspetto  della  sicurezza  delle  installazioni   in
condizioni  di  normale  esercizio  e  di  emergenza  conseguente  ad
incidente,  agli   aspetti   tecnici   e   operativi,   ai   processi
autorizzativi  e   alla   comunicazione   durante   i   processi   di
consultazione delle varie parti coinvolte. 
  Nello studio viene analizzata,  in  particolare,  la  catena  della
fornitura del GNL, dai grandi terminali di importazione  di  GNL  e/o
impianti di liquefazione di GNL evidenziando le  criticita'  connesse
alla realizzazione di tali infrastrutture, le soluzioni per risolvere
le varie problematiche e le realta'  coinvolte  (strutture  portuali,
armatori, etc.). 
 
Tabella  3:  Flussi  import-export  via  GNL  nei  paesi  UE27,  2011
(mld/mc/a), Cassa Depositi Prestiti - Studio di settore n. 03 - Marzo
                2013 - Gas naturale (Fonte BP, 2012) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Secondo il "North European GNL  Infrastructure  Project",  dovrebbe
essere realizzato un certo numero di terminali di piccole  dimensioni
in Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia per l'anno 2020.  Inoltre,
ci sono piani per investimenti in strutture  di  piccole  dimensioni,
come  punti  di  rifornimento  GNL  (banchine  per  bunkeraggio)   in
Germania, Belgio e Paesi Bassi che andra' ad integrare i terminali di
stoccaggio di GNL esistenti. 
  Infatti, dal punto di vista delle infrastrutture di  GNL  nel  Nord
Europa,  a  fronte  di  terminali  esistenti  in  Norvegia   per   il
bunkeraggio di GNL (Fredrickstad 6.500 m3, Halhjem 1.000 m3,  Agotnes
CCB 500 m3, Floro 500 m3, numerosi sono i progetti  di  terminali  di
bunkeraggio di GNL pianificati o in via di realizzazione nel mare del
Nord e nel Baltico: Antwerp (Belgio), Rotterdam (Olanda), Brunsbüttel
(Germania),  Goteborg  e   Stockholm   (Svezia),   Turku   e   Porvoo
(Finlandia), Klaipeda (Lituania) e Swinoujscie (Polonia). 
  Sempre da quanto riportato nei documenti del  "North  European  GNL
Infrastructure Project" emerge inoltre che, al fine di selezionare la
migliore soluzione per ogni singolo porto, si deve tener conto di una
serie di parametri tra cui: 
  • volumi di bunkeraggio GNL; 
  • barriere fisiche presenti nel porto; 
  • aspetti logistici; 
  • tipologia di imbarcazioni; 
  • costi di investimento e di esercizio; 
  • sicurezza; 
  • normative tecniche e operative; 
  • questioni ambientali e normative. 
  Questi parametri devono essere presi tutti in considerazione  anche
se i volumi di bunkeraggio sono spesso il fattore determinante. 
  La domanda mondiale di GNL e'  stimata  di  circa  4,2  milioni  di
tonnellate nel 2020 e 7 milioni di tonnellate nel 2030:  dall'analisi
degli scenari di sviluppo della domanda, si puo' concludere  che  una
gran parte della domanda derivera' dal trasporto marittimo  di  linea
nelle diverse aree. 
  Dal punto di vista dei costi del sistema logistico-infrastrutturale
di fornitura del GNL alle  navi,  sulla  base  di  una  stima  basata
sull'analisi di tre casi studio, il costo medio della supply chain e'
stato stimato a 170 €/tonn GNL. Lo studio, inoltre, ha  esaminato  la
struttura del prezzo del  GNL  come  combustibile  rispetto  all'olio
combustibile pesante (HFO) ed al gasolio marino (MGO)  tenendo  conto
dei seguenti aspetti: 
  • prezzo del carburante nei principali hub europei di importazione; 
  • costi delle infrastrutture: 
  • costi di stoccaggio; 
  • costo della distribuzione (hubs -  strutture  portuali  -  utenti
finali). 
  La  distribuzione  di  GNL  in  Italia   rappresenta   un'attivita'
strategica   per    il    raggiungimento    degli    obbiettivi    di
decarbonizzazione e per la  riduzione  delle  emissioni  di  sostanze
pericolose  per  l'ambiente  e  per  la  salute  dei  cittadini;   il
raggiungimento di una  distribuzione  efficiente  ed  efficace  passa
necessariamente dalla realizzazione di infrastrutture, opportunamente
dislocate sul territorio nazionale, capaci di rendere disponibile  il
caricamento delle autobotti con il prodotto in forma liquida. 
  La Commissione europea ha svolto nel 2015 una consultazione per  lo
sviluppo di una strategia al fine di esplorare  il  pieno  potenziale
del GNL e dello stoccaggio di gas  nel  medio  e  lungo  termine.  La
ragione del focus  su  gas  liquefatto  e  stoccaggio,  e'  che  essi
contribuiscono ad aumentare la sicurezza e la concorrenzialita' delle
forniture  di  energia  europee,   in   particolare   attraverso   la
diversificazione delle fonti. Il GNL secondo la  Commissione  Europea
contribuisce  ad  abbassare  i  prezzi  dell'energia  aumentando   la
concorrenza sui mercati Ue. Un ruolo importante e necessario  quindi,
quello del  GNL,  nel  processo  di  decarbonizzazione  dell'economia
dell'Unione Europea. 
  Anche il Giappone  ha  elaborato  una  strategia  per  lo  sviluppo
dell'uso del GNL che e' stata presentata  durante  i  lavori  del  G7
dell'energia  nell'aprile  del  2016.  Uno  studio  approfondito  con
analisi storiche  e  tendenziali  dell'uso  di  questa  commodity  in
Giappone e nel mondo che testimonia la grande attenzione che vi e'  a
livello globale su questi temi. Un dato importante e'  la  previsione
di  crescita  del  40%  dell'uso  del  GNL  a  livello  mondiale  (in
particolare  in  Asia)  che  dovrebbe  passare  da  250  milioni   di
tonnellate del 2014 a 350 nel 2020. Tre sono gli elementi individuati
per favorirne lo sviluppo: 
  • accrescerne la commerciabilita'  attraverso  la  riduzione  della
taglia delle navi cargo, l'aumento  dei  partecipanti  al  mercato  e
l'eliminazione dei vincoli di destinazione geografica; 
  • sviluppo e accesso di terzi alle infrastrutture del  GNL  e  alle
infrastrutture a valle; 
  • abbandono dei prezzi  fissati  a  priori  che  invece  dovrebbero
formarsi dinamicamente come risultato  di  incontro  trasparente  tra
domanda e offerta. 
 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
 
  5.1  CRITERI  PER  L'INDIVIDUAZIONE  DI  UNA  IPOTESI  DI  RETE  DI
DISTRIBUZIONE DI GNL SULLA BASE DEGLI ATTUALI SCENARI LOGISTICI DEGLI
ALTRI PRODOTTI ENERGETICI 
  Per tracciare scenari logistici di lungo termine  in  un'ottica  di
distribuzione del prodotto GNL sul mercato  nazionale  per  le  varie
destinazioni d'uso occorre tener conto di: 
  •  suddivisione  del  sistema   distributivo   tra   "distribuzione
primaria" e "distribuzione secondaria"; 
  • possibilita' di utilizzare,  ed  eventualmente  riconvertire,  le
infrastrutture esistenti per lo stoccaggio dei prodotti in questione,
per successivo scarico su navi o autobotti di GNL 
  • sviluppo della domanda per  uso  bunkering,  per  autotrazione  o
altri usi; 
  • opportunita' di approvvigionamento di tale prodotto in  zone  non
metanizzate (quali ad esempio la Sardegna) mediante  lo  sviluppo  di
sistemi di stoccaggio e di minirigassificazione  del  GNL  presso  il
punto di consumo o centri di distribuzione periferici. 
  La direttiva europea indica gli elementi principali che  gli  Stati
Membri devono considerare per la definizione di una rete di punti  di
rifornimento per il GNL che includono, fra l'altro,  i  terminali,  i
serbatoi e  i  containers  mobili  di  GNL  nonche'  navi  e  chiatte
cisterna. 
  Per quanto riguarda  la  rete  di  rifornimento  del  GNL  per  uso
autotrazione, volendo attenersi ai requisiti minimi  della  direttiva
2014/94/UE,  una  rete  di  distribuzione  di  primo  livello  (cioe'
disposta lungo la rete TEN-T) dovrebbe contare almeno una  decina  di
impianti. 
  La scelta dei siti per la realizzazione di  tali  stazioni  dipende
dalle decisioni imprenditoriali che saranno determinate da una  serie
di fattori sia tecnici che economici. 
  La  fattibilita'  tecnica  dovra'  tenere   conto   di   tutte   le
prescrizioni della normativa tecnica e di prevenzione incendi vigente
oltre ad eventuali vincoli di carattere urbanistico,  ambientale  e/o
paesaggistico. 
  Una  possibilita'  di  sviluppo  della  rete  di  rifornimento   in
autostrada puo' essere costituita dallo svolgimento delle gare per le
concessioni  di  distribuzione  carburanti  in  autostrada,  con   la
previsione di un riconoscimento qualitativo premiale per gli impianti
che si dotino anche del GNL. 
  Sotto il profilo tecnico, e' necessario completare quanto prima  il
quadro tecnico-normativo, con particolare riferimento alla disciplina
di prevenzione incendi degli impianti stradali e  degli  impianti  di
stoccaggio primari. 
  Un iter autorizzativo semplificato e un sistema  di  incentivazione
adeguato consentirebbero di agevolare gli investimenti nella rete  di
distribuzione, ad esempio per la  realizzazione  delle  aree  adibite
alla distribuzione del GNL e per la diffusione dei mezzi alimentati a
GNL. 
 
  5.2   CONSIDERAZIONI   SULL'INFRASTRUTTURA   NECESSARIA:    MERCATO
POTENZIALE 
  L'Unione  Europea  propugna   l'uso   di   carburanti   alternativi
(Direttiva DAFI),  promuovendo  in  particolare  l'uso  del  GNL  nei
trasporti, per ridurre la  dipendenza  dall'olio  e  minimizzare  gli
effetti negativi sull'ambiente (60% di riduzione delle  emissioni  di
GHG nel settore trasporti nel  2050  rispetto  al  1990).  I  recenti
sviluppi tecnologici e il differenziale di prezzo tra greggio  e  gas
hanno aperto la strada a nuove possibilita' d'impiego per il GNL  nel
trasporto stradale delle merci e per la propulsione navale; in queste
condizioni il GNL puo'  divenire  competitivo  anche  in  nicchie  di
mercato nel settore industriale e residenziale. 
  In Italia il mercato del GNL ha  gia'  posto  le  premesse  per  lo
sviluppo. Nel 2014, nell'area del Centro-Nord vi erano gia' operativi
8 distributori  L-CNG  cioe'  impianti  approvvigionati  con  LNG  ed
erogatori CNG; 7 sono pubblici:  Villafalletto  (CN),  Poirino  (TO),
Tortona (AL), Mortara (VA), Varna (BZ), Calderara (BO), Roma.  Vi  e'
poi un distributore L-CNG privato, impiegato dalla flotta di  bus  di
Modena (SETA). Un nono distributore pubblico e il primo con erogatore
GNL (e L-CNG) e' stato inaugurato da ENI a Piacenza ad  aprile  2014.
Nel 2015 e' stato aperto un secondo punto vendita con  erogatore  GNL
(e L-CNG) a Novi Ligure ed a maggio 2016 il terzo impianto  a  Castel
San Pietro terme (Bologna) con le stesse caratteristiche. 
  Inoltre la prima nave a GNL e'  stata  commissionata  dalla  Marina
Militare  italiana  e  sono   state   realizzate   anche   le   prime
installazioni  GNL  in  siti  industriali.  Attualmente  sono   tutte
alimentate con carro cisterna criogenico dal  terminale  spagnolo  di
Barcellona,  Rotterdam  (Olanda);  Zeebrugge  (Belgio)  e   Marsiglia
(Francia). 
 
  5.3 IPOTESI DI SVILUPPO DELL'INFRASTRUTTURA 
  Al 2030, se le  condizioni  riguardanti  il  quadro  regolatorio  e
quello fiscale saranno favorevoli, e'  auspicabile  la  realizzazione
sul territorio nazionale di  un'infrastruttura  per  la  ricezione  e
utilizzazione  del  GNL,   con   installazione   di   apparecchiature
sufficienti a coprire un volume globale di mercato  di  3,2  Mton  (4
Mtep).  Un'ipotesi  abbastanza  verosimile  potrebbe   prevedere:   5
depositi costieri di GNL da 30.000 - 50.000 m3 ; 3 navi di cabotaggio
da 25.000 - 30.000 m3 ; 4 bettoline; circa 800 stazioni  di  servizio
GNL, anche con L-CNG. 
 
  5.4 PUNTI CRITICI LEGATI ALL'INFRASTRUTTURA 
  I principali fattori critici sono: 
  • esistenza di una normativa su terminali  costieri  di  piccola  e
media taglia; 
  • disponibilita' di aree ben collocate,  in  seno  ad  insediamenti
industriali; 
  • costi di realizzazione; 
  •  propensione  degli  operatori   industriali   a   investire   in
infrastrutture SSLNG; 
  •  fiducia  nella  permanenza  dell'attuale  assetto  fiscale   dei
carburanti gassosi; 
  • collocazione razionale dei distributori di GNL ed L-CNG; 
  •  sinergie  tra  i  diversi  sistemi  modali  e   operativi   (es.
interporti:   opzione   ferro   +   gomma;    opzione    distributori
pubblici-privati); 
  • aumento dei modelli di veicoli offerti al mercato. 
 
  5.5 RETE DI RIFORNIMENTO DEL GNL PER USO AUTOTRAZIONE 
  Per quanto riguarda lo sviluppo della rete di rifornimento del  GNL
per uso autotrazione, la nuova direttiva 2014/94/UE  del  22  ottobre
2014  (DAFI)  "sulla  realizzazione  di   un'infrastruttura   per   i
combustibili alternativi", obbliga gli  Stati  membri  ad  assicurare
che, entro il 31 dicembre 2025, sia realizzato un numero adeguato  di
punti di rifornimento per il GNL accessibili al pubblico almeno lungo
la rete centrale TEN-T. Al fine di definire  il  suddetto  numero  di
punti di rifornimento su strada, la  direttiva  suggerisce  di  tener
conto dell'autonomia minima dei veicoli  pesanti  alimentati  a  GNL,
indicando, a titolo esemplificativo, una distanza media di 400 km. Si
osserva che  la  rete  TEN-T  di  primo  livello  interessa  l'intero
territorio nazionale con una piu' alta concentrazione  nel  nord  del
Paese. 
  In Italia, la rete centrale TEN-T conta circa 3.300  km  di  strada
complessivi, divisi in 3 principali corridoi: 
  • Asse Palermo-Napoli-Roma-Bologna-Modena-Milano-Verona-Brennero 
  • Asse Genova-Milano-Chiasso e Genova Voltri-Alessandria-Gravellona
Toce 
  • Asse Frejus-Torino-Milano-Bergamo-Verona-Padova-Venezia-Trieste 
  Pertanto,  in  una  ipotesi  estremamente   semplificata,   volendo
rispettare la distanza media dei  400  km,  cosi'  come  raccomandato
dalla  direttiva  DAFI,  un  numero  adeguato   di   punti   vendita,
costituenti una rete di  distribuzione  di  primo  livello,  dovrebbe
essere non inferiore a 10. 
  Si osserva, tuttavia, che per assicurare  un  livello  di  servizio
superiore a quello minimo, tarato esclusivamente  sull'autonomia  dei
mezzi, sarebbe necessaria una rete  di  distribuzione  piu'  fitta  -
perfino sulla stessa viabilita'  stradale  -  con  un  numero  almeno
doppio di punti vendita rispetto a quello sopra indicato. 
  Per quanto riguarda la scelta dei siti per la realizzazione di tali
stazioni, non e' possibile fare una previsione  puntuale  perche'  le
decisioni imprenditoriali dipenderanno da una serie  di  fattori  sia
tecnici che  economici.  La  fattibilita'  tecnica  di  ogni  singolo
impianto dipendera' in buona parte dal rispetto delle prescrizioni di
prevenzione incendi, dalla disponibilita'  di  aree  adeguate  e  dal
rispetto dei vincoli paesaggistici. Il  rispetto  delle  distanze  di
sicurezza e delle prescrizioni di tipo urbanistico, oggi contenute in
tutte le norme di prevenzione incendi riguardanti i gas naturale  per
autotrazione, potrebbero essere determinanti nella scelta dei siti di
installazione. 
  Relativamente  alle  analisi  di  tipo  economico,  si  puo'   solo
prevedere che  saranno  sicuramente  privilegiate  le  posizioni  che
intercettano flussi di traffico gia'  consolidati  per  il  trasporto
pesante di merci, nonche'  stazioni  stradali  ed  autostradali  gia'
esistenti   presso   le   quali   sia   tecnicamente   possibile   ed
economicamente conveniente aggiungere un impianto di distribuzione di
GNL. 
  Si  osserva  inoltre  che  la  redditivita'   degli   impianti   e'
attualmente molto ridotta per l'assenza sul territorio  nazionale  di
una  base  di  approvvigionamento  (cioe'  un  punto  di  carico  per
autocisterne criogeniche) e questo rappresenta  un  freno  importante
allo sviluppo della rete di distribuzione stradale. 
 
  5.6 IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI PICCOLE DIMENSIONI PER  AUTOTRAZIONE,
RETI LOCALI, TRASPORTO FERROVIARIO 
  Analizzando i risultati di un  questionario  compilato  da  aziende
operanti sia nella progettazione-costruzione di  impianti  che  nella
filiera energetica e' stato possibile avere una prima stima dei costi
(limitata alle sole opere tecnologiche e  agli  oneri  professionali)
per la realizzazione di stoccaggi di piccole dimensioni quali: 
  • impianti a servizio di utenze civili (piccole reti canalizzate) 
  • impianti commerciali/industriali. 
  In particolare per tali impianti si evince che il costo  (al  netto
dell'IVA) per serbatoi di capacita' fra 30 e 50 ton varia da 270.000€
a 350.000€. A tale prezzo vanno aggiunti ulteriori  componenti  come,
ad esempio, i costi per opere  edili,  per  interventi  di  messa  in
sicurezza e/o per sistema antincendio, di valore complessivo  pari  a
circa 80.000 €. 
 
  5.7 UTILIZZO DEL GNL NEL TRASPORTO STRADALE  PESANTE:  AUTOCARRI  E
AUTOBUS 
  L'utilizzo del GNL come combustibile alternativo al diesel si  basa
sulla sua sostenibilita' economica e  ambientale.  La  sostenibilita'
economica e' dovuta al  suo  minore  costo  a  parita'  di  contenuto
energetico, che deve almeno compensare i maggiori costi  legati  alla
specifica tecnologia. Il prezzo di acquisto o di trasformazione di un
veicolo a GNL rispetto ad un equivalente veicolo diesel convenzionale
varia da  15.000  €  a  60.000  €.  Oltre  al  maggiore  costo  delle
componenti specifiche del motore  e  del  sistema  di  alimentazione,
nell'ordine di 5.000÷30.000 €, il secondo costo piu'  importante  per
un veicolo a GNL e' il sistema di stoccaggio del combustibile. 
  L'uso di GNL aumenta  l'autonomia  rispetto  al  GNC  mantenendo  i
vantaggi in termini di emissioni ridotte rispetto al diesel. Lo stato
liquido consente, a parita' di volume, percorrenze  circa  2,5  volte
quelle del GNC, e poco meno della meta' rispetto al gasolio. 
  La   sostenibilita'   economica   dipende   principalmente    dalla
percorrenza annua chilometrica  e  dalla  differenza  di  prezzo  tra
gasolio e GNL. Una differenza di  costo  di  0,15  €  tra  il  diesel
(€/litro) e il GNL (€/kg) rappresenta il punto  di  pareggio  per  il
trasportatore. I  valori  di  risparmio  tengono  conto  di  tutti  i
contributi negativi (costo di acquisto del  mezzo,  costi  finanziari
associati, manutenzione, valore residuo). 
 
  5.8 UTILIZZO DEL GAS NATURALE LIQUEFATTO  (GNL)  COME  COMBUSTIBILE
MARINO 
  La comunita' internazionale attraverso le singole Amministrazioni e
i canali di cooperazione sta esprimendo  una  crescente  sensibilita'
per  l'impatto  delle  attivita'  umane   sul   sistema   ambientale,
dimostrando  interesse  e  incoraggiando  il  settore  dei  trasporti
marittimi verso l'utilizzo di gas naturale  come  fonte  primaria  di
energia per la propulsione e la produzione  di  energia  elettrica  a
bordo delle navi. Questa tendenza nell'ambito delle emissioni in aria
e'  rafforzata  dall'evoluzione   della   normativa   internazionale,
comunitaria e nazionale. 
  L'International Maritime Organization (IMO), con l'Annesso VI della
Convenzione Internazionale MARPOL, di recente entrata in vigore e  in
evoluzione tramite i suoi emendamenti, ha stabilito  i  criteri  e  i
requisiti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico  provocato
dalle navi, per il controllo e la relativa riduzione delle  emissioni
a livello globale ed  all'interno  di  ben  definite  zone  di  mare,
Emission Control Areas (ECA). 
  L'utilizzo di gas naturale come combustibile e' uno  dei  modi  che
l'industria marittima puo' adottare per soddisfare  i  limiti  sempre
piu' restrittivi di emissioni in atmosfera con riferimento a sostanze
inquinanti, nocive e climalteranti, come gli ossidi di  azoto  (NOx),
di zolfo (SOx) e l'anidride carbonica (CO2)  dovute  all'utilizzo  di
combustibili tradizionali nelle normali  condizioni  operative  della
nave. Ci sono aspetti,  tra  cui  quelli  indicati  di  seguito,  che
rendono il GNL, usato come combustibile marino, una  delle  soluzioni
tecnologiche piu' promettenti  per  l'industria  marittima.  Infatti,
l'impiego  di  GNL  in  alternativa  ai   combustibili   tradizionali
consente: 
  • la riduzione quasi a zero delle  emissioni  di  ossido  di  zolfo
(SOx) 
  • la riduzione delle emissioni di ossido  di  azoto  (NOx)  per  il
rispetto dei limiti applicabili dal 2016 nelle zone  "Nitrogen-oxides
Emission Control Areas" (NECA) 
  • la riduzione del 20-25% delle emissioni di CO2. 
  L'efficacia  dell'impiego  del  GNL   ai   fini   della   riduzione
dell'immissione nell'atmosfera di  gas  serra  dipende  dal  tipo  di
motore e dalla gamma di possibili misure adottabili  per  ridurre  il
rilascio indesiderato di metano, essendo esso stesso un gas serra. 
 
  5.9 PROGETTO COSTA 
  Il progetto COSTA (CO2 & other Ship Transport  emissions  Abatement
by LNG), proposto dal Ministero delle infrastrutture e dei  trasporti
- Direzione Generale per il Trasporto Marittimo  e  per  Vie  d'Acqua
Interne,  con  il  coordinamento  tecnico  del  RINA   e   presentato
nell'ambito del bando delle Reti TEN-T del 2011, e'  stato  approvato
con Decisione della Commissione Europea C(2012) 7017 del 8.10.2012. I
Paesi coinvolti sono l'Italia, partner coordinatore del progetto,  la
Grecia, il Portogallo e la Spagna. Il risultato piu' rilevante e'  il
cosiddetto "LNG Masterplan" per le aree  del  Mediterraneo,  del  Mar
Nero e dell'Atlantico. 
  Il progetto fornisce interessanti indicazioni e raccomandazioni per
lo sviluppo del GNL come  combustibile  marino  alternativo  all'olio
combustibile attualmente in uso. 
  E' stata fatta un'analisi della possibile futura  domanda  di  GNL,
della  localizzazione  geografica   di   tale   domanda   in   ambito
Europeo-Mediterraneo, delle possibili soluzioni tecniche e logistiche
a supporto, a definizione di un piano europeo e della  sostenibilita'
delle soluzioni analizzate. Dal lavoro di analisi sono  emersi  "gap"
normativi a livello internazionale e nazionale. 
  L'adozione dell'IGF Code (International Code of  Safety  for  Ships
using Gases or other Low flashpoint Fuels)  nel  corso  dello  scorso
2015 ha colmato in parte tali "gap" e la pubblicazione di linee guida
complementari (ad esempio su rifornimento, stoccaggio e addestramento
del personale) contribuira' a ridurlo ulteriormente. 
  I "gap" normativi a livello nazionale  dovranno  essere  affrontati
dagli stati membri entro il 2016, data alla quale dovranno comunicare
il proprio  quadro  nazionale  previsto  in  accordo  alla  direttiva
2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014
sulla  realizzazione  di   un'infrastruttura   per   i   combustibili
alternativi. Il quadro normativo preso in considerazione dal progetto
COSTA prevede l'introduzione dei limiti di  contenuto  di  zolfo  nei
combustibili a 0,5% dal 2020 nelle acque europee e a livello mondiale
dal 2020 (o dal 2025) in funzione della decisione finale dell'IMO. Di
seguito e' riportata la sintesi dei limiti sui contenuti di zolfo nei
combustibili marini: 
  • 0,1% dal 2015 nelle aree "Sulphur Emission Control Areas" (SECA); 
  • 0,5% dal 2020 (o 2025) in tutto il mondo (su decisione IMO); 
  • 0,5% dal 2020 nei mari non SECA degli  stati  membri  e  comunque
0,1% nei porti europei; 
  • 0,1% dal 2018 nello Ionio e nell'Adriatico (se  gli  altri  stati
membri che si affacciano su detti mari imporranno analoghi limiti) 
  • 0,1% dal 2020 nei mari italiani (se gli altri stati membri che si
affacciano su detti mari imporranno analoghi limiti). 
  Ulteriori  raccomandazioni  indicate  dal   progetto   COSTA   sono
indirizzate  agli  stati  nazionali  affinche'  i  rispettivi  quadri
normativi risultino essere tali da supportare,  attraverso  incentivi
finanziari,  regimi  fiscali  appropriati  e  piani  di  ricerca,  lo
sviluppo di tecnologie  e  infrastrutture  dedicate  ai  combustibili
alternativi. Il progetto COSTA raccomanda una  cooperazione  tra  gli
stati membri  tale  da  garantire  una  continuita'  di  approccio  e
standard  comuni  per  la   valutazione   delle   infrastrutture   di
rifornimento, in termini di tipo, dimensioni, costi e  ritorni  sugli
investimenti, sulla  base  di  metodi  di  riferimento  concordati  e
accettati, senza dimenticare la necessita'  di  considerare  America,
Nord Africa e Medio Oriente nello sviluppo di  standard  sempre  piu'
internazionali  e  globali.  Inoltre,  nello  sviluppo  di  un  piano
strategico per la diffusione  del  GNL,  il  progetto  COSTA  ricorda
l'importanza di  supportare  il  trasporto  marittimo,  mantenendo  o
incrementando la quantita' di merce trasportata via mare, di  evitare
la formazione di corridoi specifici, colli di bottiglia o  situazioni
di distorsione del  mercato,  di  promuovere  la  tecnologia  europea
nell'ambito della cantieristica navale sia per le  nuove  costruzioni
che per l'adeguamento  del  naviglio  esistente.  Il  progetto  COSTA
evidenzia l'importanza del fattore umano, raccomandando  lo  sviluppo
di quanto necessario per assicurare addestramento  e  formazione  del
personale chiamato ad operare con GNL sia a bordo che a terra, e  del
personale coinvolto nella  manutenzione  di  impianti,  componenti  e
motori.    Infine    contiene     le     raccomandazioni     relative
all'accettabilita' sociale del  nuovo  combustibile  che  implica  la
trasparenza della comunicazione e la riduzione delle incertezze. 
 
  5.10 CONFIGURAZIONE DI  UNA  RETE  DI  DISTRIBUZIONE  DEL  GNL  NEL
SETTORE MARITTIMO E PORTUALE 
 
  5.10.1 Premessa 
  Le Autorita' Portuali, nella loro veste di soggetti pubblici cui e'
affidata la gestione dei porti internazionali e nazionali di maggiore
importanza in Italia, devono esprimere attenzione  all'evolversi  dei
percorsi normativi legati alla futura  applicazione  della  normativa
MARPOL ANNEX VI e della Direttiva 2014/94/UE, soprattutto al fine  di
poter valutare per tempo  le  potenziali  conseguenze,  le  ricadute,
l'impatto sul settore portuale nonche' le  possibilita'  di  sviluppo
offerte,  che  deriveranno  dall'applicazione  di  queste  importanti
novita' regolamentari. 
  E' una sfida per le Autorita' Portuali,  che  dovranno  ottimizzare
l'utilizzo di tutti gli strumenti a loro disposizione sia per  dotare
il proprio ambito di competenza di infrastrutture adeguate a favorire
lo  sviluppo  dell'intera  filiera  legata  al  GNL,  in  termini  di
approvvigionamento, stoccaggio, distribuzione primaria e  secondaria,
sia per supportare il settore portuale e logistico e le  imprese  che
in esso operano. 
 
  5.10.2 Linee guida per lo sviluppo della rete nazionale GNL 
  La scelta dell'ubicazione delle stazioni di rifornimento fisse e di
dove prevedere la possibilita' di rifornimento  con  navi  capaci  di
rifornire di GNL altre unita' navali (nel  seguito  "bettoline")  e/o
autobotti e' determinante per il futuro utilizzo del GNL e presuppone
un'analisi accurata della domanda marittima. Assumendo che  tutte  le
variabili  esogene  per  l'utilizzo   del   GNL   siano   soddisfatte
(iscrivibilita' nei registri nazionali delle navi, ingresso nei porti
nazionali di  navi  alimentate  a  GNL,  possibilita'  di  effettuare
bunkeraggio, ecc.) o favorevoli (differenziale di prezzo rispetto  ai
combustibili tradizionali, presenza di incentivi, ecc.) e'  possibile
analizzare quali fattori piu' strettamente legati  all'elemento  nave
possano  indirizzare  la  scelta  verso  la  propulsione  a   GNL   e
conseguentemente definire con  maggiore  attendibilita'  i  possibili
scenari di evoluzione della domanda di questo tipo di combustibile. 
 
  5.10.3 Tipologia di traffico 
  I servizi di linea, soprattutto quelli point-to-point nei quali una
nave scala a brevi intervalli il medesimo porto,  sono  avvantaggiati
nell'utilizzo del GNL sempreche' in  almeno  uno  dei  porti  scalati
questo sia disponibile. Anche la distanza tra i due  porti  influisce
sulla preferenza del GNL perche' incide sull'autonomia della  nave  e
sulle scelte di dimensionamento dei serbatoi da installare a bordo. 
  Per lo stesso motivo risultano avvantaggiati anche i servizi svolti
in ambito portuale  (rimorchio  e  bunkeraggio  in  primis),  sebbene
probabilmente in misura ridotta, considerato  che  il  loro  utilizzo
avviene di solito in modo meno continuativo. 
  I servizi di feeder contenitori, pur presentando le caratteristiche
di un servizio di linea, possono presentare lo svantaggio  legato  ad
un piu' alto grado di intercambiabilita' delle navi impiegate  in  un
determinato servizio. Le navi da  carico,  impiegate  sui  mercati  a
tempo  o  a  viaggio,  sono  meno  favorite  considerata   l'assoluta
incertezza dei porti scalati, la  impossibilita'  di  pianificare  le
operazioni di bunkeraggio e le lunghe percorrenze. 
 
  5.10.4 Eta' della nave 
  In linea generale maggiore e' l'eta' della nave  piu'  puo'  essere
preferibile la sua sostituzione rispetto ad operazioni di adeguamento
alle nuove normative. Tale adeguamento puo' risultare  peraltro  poco
conveniente, e/o tecnicamente difficile, in particolare nel  caso  di
adeguamento delle motorizzazioni all'impiego del GNL. 
 
  5.10.5 Area di traffico 
  Anche l'area di traffico puo'  contribuire  a  indirizzare  o  meno
verso l'utilizzo del GNL. Una  possibile  discriminante  puo'  essere
legata  alla  maggiore  sensibilita'  sociale  verso  i  livelli   di
emissioni nel caso, ad esempio, di porti o collegamenti  prossimi  ad
aree densamente popolate o  gia'  sottoposte  a  livelli  elevati  di
inquinamento da altre fonti (traffico stradale, industrie, ecc.). 
  Un ulteriore fattore legato  all'area  geografica  e'  relativo  ai
traffici con paesi le cui norme in materia di GNL  possono  differire
da  quelle  europee.  Nei  traffici  di  short  sea  shipping,  e  in
particolare in quelli mediterranei, la  flotta  italiana  riveste  un
ruolo di primo piano e la presenza di  differenti  quadri  regolatori
puo' avere un forte impatto sulla competitivita' dei vettori. 
  Quello che a priori e' inoltre gia' ipotizzabile, e' che la domanda
di GNL per uso marittimo evolvera' secondo due diversi  scenari:  uno
di breve periodo ed uno di periodo medio-lungo. In queste due fasi le
domande da soddisfare saranno probabilmente diverse non soltanto  per
volumi ma anche per le soluzioni tecniche e logistiche impiegabili. 
  La rete nazionale di distribuzione del gas naturale  in  Italia  e'
capillare e non trova uguali in Europa, il che incidera' anche  sulle
dinamiche dei prezzi del GNL. 
  Nella prima  fase,  di  breve  periodo  (fino  al  2020),  si  puo'
ipotizzare che la domanda di GNL sara' piuttosto limitata  sia  sotto
il profilo quantitativo che sotto quello geografico, essendo legata a
tipologie di  traffico  e  iniziative  armatoriali  circoscritte.  In
questo senso, e tenuto conto delle considerazioni di  cui  sopra,  in
relazione  ai  diversi  fattori  che  influenzano   la   scelta   del
combustibile, tale domanda potrebbe interessare i  servizi  di  linea
passeggeri costieri  nazionali,  nazionali  ed  internazionali  brevi
(viste le gia' vigenti limitazioni sui tenori di zolfo contenuti  nei
combustibili tradizionali) e i servizi portuali. In tale prima  fase,
(fino al  2020)  si  puo'  ipotizzare  che  la  maggiore  domanda  si
collochera' in aree a forte traffico passeggeri con breve percorrenza
e con rotte e scali definiti (essendo la  quantita'  di  combustibile
necessaria  ridotta   e   il   punto   di   rifornimento   facilmente
individuabile). In tale fase,  si  puo'  ipotizzare  l'ottimizzazione
della collocazione dei punti di rifornimento di  GNL  con  criteri  e
modalita' che li rendano idonei a servire anche il  traffico  pesante
su gomma che transita per lo scalo marittimo o nelle sue vicinanze. 
  Nella seconda fase, di medio-lungo periodo (dal 2020  in  poi),  e'
probabile che lo scenario sopra descritto si modifichi, anche se  non
totalmente, a seguito di dinamiche non piu' legate alla sola  domanda
nazionale e  ad  uno  specifico  tipo  di  navigazione.  Ad  esempio,
potrebbero  avere  interesse  al  GNL  le  navi  passeggeri  e  porta
contenitori che operano regolarmente su tratte definite. 
  Da  queste  considerazioni  scaturisce  l'esigenza  di   prevedere,
quantomeno  in  ambito  marittimo-portuale,  la  predisposizione   di
procedure semplificate e rapide, nel pieno rispetto della sicurezza e
dell'ambiente, per l'approvazione e la realizzazione di  impianti  di
piccole  dimensioni  (che  consentano  l'avvio  di  buone   pratiche,
analogamente a quanto avvenuto negli anni passati in Nord  Europa)  e
per l'approvazione degli adeguamenti delle  infrastrutture  esistenti
(ad es. terminali di rigassificazione off-shore). 
 
  5.10.6 Proposte di reti nazionali 
  La rete di distribuzione del GNL  nei  porti  deve  necessariamente
comprendere sia porti appartenenti alla rete  centrale  della  TEN-T,
sia  porti  esterni.  Cio'  al  fine  di  rendere  piu'  omogenea  la
distribuzione sulle coste nazionali. 
  Sulla base di quanto  ipotizzato  al  punto  5.10.5  e  considerata
l'impossibilita' di munire ogni porto di un punto di rifornimento  di
grandi dimensioni, assume rilevanza la configurazione di una rete che
tenga conto delle varie soluzioni intermodali di  rifornimento  delle
navi, vale a dire "nave-nave", "terra-nave", "camion-nave" e  imbarco
sbarco di serbatoi mobili  (portable  tanks),  senza  tralasciare  la
mutua utilita' e necessita' della rete in questione nei confronti del
settore dei trasporti terrestri. 
  Questo fa si' che sia necessario individuare una specifica area  di
azione attraverso la creazione  di  reti  di  dimensioni  geografiche
ridotte, che tengano conto della geomorfologia e dei flussi economici
tipici del nostro paese. Tali reti, dotate  di  soluzioni  basate  su
standard comuni,  devono  concorrere  alla  formazione  di  una  rete
nazionale che a  sua  volta  possa  interfacciarsi  con  il  panorama
internazionale del GNL. Una ipotesi di reti come sopra  descritte  e'
individuabile nelle tre macroaree: area mar  Tirreno  e  mar  Ligure,
area mari del sud Italia, area mare Adriatico. 
  All'interno di queste aree si candidano naturalmente i  porti  sedi
di Autorita' portuali, con depositi di  piccola  o  media  capacita',
ognuno  dei  quali  deve  essere  fornito   delle   possibilita'   di
approvvigionamento, stoccaggio, rifornimento per navi,  distribuzione
e rifornimento non navale. 
  In  tale  direzione,  si  puo'  cosi'  ipotizzare   una   rete   di
distribuzione del  GNL,  che  coinvolga  i  porti  gia'  inclusi  nei
corridoi della rete transeuropea dei trasporti  ma  anche  gli  altri
porti sede di Autorita' portuale,  che  non  appartengono  alla  rete
centrale  TEN-T  ma  che   offrono   l'opportunita'   di   completare
adeguatamente la rete di rifornimento, come gia' detto, con punti  di
deposito e rifornimento di piccole o  medie  dimensioni  che  possano
eventualmente servire anche il trasporto pesante su  strada,  ove  le
circoscrizioni portuali e ed i raccordi stradali lo  consentano.  Va,
altresi', ipotizzata l'individuazione di 2 o 3 siti  portuali  idonei
per la realizzazione di depositi e rigassificatori al fine di creare,
in previsione di un utilizzo importante e diffuso del GNL,  strutture
di distribuzione per i corridoi Tirrenico ed Adriatico nonche' per la
rotta da Suez a Gibilterra. 
  La valutazione dell'opportunita' di inserire un porto nella rete di
distribuzione del GNL (a prescindere dalla sua appartenenza alla rete
centrale TEN-T) e' fatta sulla base: 
  • della presenza o meno  nel  porto  di  servizi  di  stoccaggio  e
distribuzione di combustibili tradizionali siano essi finalizzati  ai
mezzi di trasporto o ad altro utilizzo 
  •   della   sostenibilita'   dello   sviluppo   delle    necessarie
infrastrutture per il  GNI  in  termini  di  investimento  economico,
domanda  prevista  e  prospettica,  accessibilita'  per  i  mezzi  di
trasporto che fruirebbero della infrastruttura  e  disponibilita'  di
spazi atti alle operazioni di buncheraggio. 
 
  5.10.7 Stima della domanda di GNL per il trasporto navale 
  Per quanto riguarda il trasporto marittimo, rispetto  al  trasporto
su strada, la sostituzione  e/o  l'adeguamento  delle  flotte  navali
sara' frenata dai piu' lunghi tempi di rinnovo delle navi e dal  piu'
complesso sistema logistico  (adattamento  banchine,  depositi  etc.)
richiesto per il set-up del mercato. 
  Nel lungo termine, tuttavia, le normative ambientali internazionali
(IMO-MARPOL) ed europee, e il minor costo atteso del GNL  faranno  da
volano per il suo  sviluppo  in  questo  settore.  A  tale  proposito
utilizzando i dati provenienti dal progetto COSTA,  che  sono  basati
sulle seguenti considerazioni: 
  • trasporto marittimo effettuato da  navi  in  servizio  nel  2012,
impiegate solo su tratte a breve raggio, tra porti "Core", 
  •  assunzione  come  stima  del  25%  del  valore  massimo  teorico
potenziale di bunkeraggio nel 2025, 
  • meta' rifornimento nel porto di  partenza  e  l'altra  meta'  nel
porto di destinazione, si e' giunti ai valori riportati nella Tabella
4. E' importante sottolineare che: 
  • i risultati sono comparabili perche' le  ipotesi  utilizzate  per
ogni porto sono le stesse. (i risultati non devono essere considerati
come valori assoluti oggettivi, dal momento che le ipotesi utilizzate
rendono incerto il dato iniziale), 
  • i valori riportati si basano  su  dati  provenienti  da  pubblico
dominio. 
  Il 25% e' stato scelto in virtu' delle  considerazioni  riguardanti
il mercato, l'eta' delle navi, la possibile presenza  di  nuove  navi
alimentate a GNL, ecc.. 
  Inoltre, i porti "Core" sono stati raggruppati  in  tre  gruppi,  a
seconda della posizione ed in base alla possibilita' di  rifornimento
da terminali esistenti o previsti: 
  •   Tirreno   Settentrionale   (rifornimento   dal   terminale   di
rigassificazione off-shore OLT FSRU Toscana e dal  terminale  di  GNL
Italia di Panigaglia): Genova, Livorno, La Spezia; 
  • Nord Adriatico (rifornimento dal terminale di  Rovigo):  Venezia,
Ravenna, Ancona, Trieste; 
  • Mari del Sud Italia (rifornimento di combustibile da un terminale
presunto  nel  Sud  Italia):  Napoli,  Palermo,  Bari,  Gioia  Tauro,
Taranto. 
 
           Tabella 4: Dati provenienti dal progetto COSTA 
 
 
=====================================================================
|         |     Max      |                      |                   |
|         | theoretical  |                      |                   |
|         | value of LNG |                      |   Potential LNG   |
|  CORE   | consumption  | % Maximum Bunkering  | Bunkering Demand  |
|  PORTS  |   m³/year    |      Potential       |  2025 (m³/year)   |
+=========+==============+======================+===================+
|GENOVA   |  1.295.803   |         25%          |      323.951      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|LIVORNO  |   816.237    |         25%          |      204.059      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|NAPOLI   |   700.786    |         25%          |      175.196      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|ANCONA   |   688.438    |         25%          |      172.109      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|PALERMO  |   654.691    |         25%          |      163.673      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|TRIESTE  |   622.262    |         25%          |      155.566      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|VENEZIA  |   584.914    |         25%          |      146.229      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|RAVENNA  |   502.535    |         25%          |      125.634      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|LA SPEZIA|   365.464    |         25%          |      91.366       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|GIOIA    |              |                      |                   |
|TAURO    |   315.606    |         25%          |      78.901       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|BARI     |   152.418    |         25%          |      38.104       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|TARANTO  |    43.946    |         25%          |      10.987       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
 
 
  Ulteriori analisi hanno affrontato il  problema  suddividendolo  in
due parti: una prima, relativa alla domanda  potenziale  aggregata  a
livello nazionale, utile a definire scenari di medio  lungo  periodo,
ed una seconda, relativa ad  alcuni  trasporti  marittimi  specifici,
utile a valutare le potenzialita' dei mercati  piu'  promettenti  sui
quali puntare per lo sviluppo del GNL. 
 
  5.10.8 Ricadute economiche sulla cantieristica navale 
  E' del tutto evidente che  una  valutazione  delle  ricadute  sulla
cantieristica italiana derivanti dalla progressiva adozione  del  GNL
come combustibile navale non puo' che essere riferita ad uno scenario
teorico ed ipotetico, non essendo prevedibile direzione  e  velocita'
di evoluzione delle numerose variabili che condizionano  il  processo
di cui trattasi. 
  In relazione a quanto sopra si puo' ragionevolmente assumere che la
propensione dell'armamento ad investire  nella  propulsione  e  nelle
tecnologie GNL sara' decisivamente influenzata: 
  • dalla previsione che venga realizzata con  tempistica  certa,  in
ogni caso compatibile con l'entrata  in  vigore  delle  nuove  norme,
un'adeguata rete di infrastrutture di rifornimento; 
  • da un differenziale  di  prezzo  fra  MGO,  HFO  e  GNL  tale  da
consentire ritorni finanziari e tempi di  recupero  dell'investimento
ritenuti accettabili; 
  • dalla rimunerativita' (attuale ed attesa) del business,  elemento
fondamentale per l'accesso al credito; 
  • dalla esistenza di adeguati incentivi. 
  Come gia' detto, in mancanza di  riferimenti  certi  in  merito  ai
punti di cui sopra, per una valutazione  dell'impatto  sull'industria
italiana e' stato necessario riferirsi in questa fase: 
  •  a  volumi  "teorici"  di  domanda  basati   su   scenari   tanto
ragionevoli/credibili quanto per definizione ipotetici, 
  • a parametri tecnici ed economici desunti dagli studi condotti  in
questi anni in merito ai costi dell'uptake del GNL, 
  •  a  moltiplicatori   del   reddito   e   dell'occupazione   della
navalmeccanica  nazionale  anch'essi  desunti  dalla  letteratura  in
materia. 
  In tale quadro, il dimensionamento del mercato potenziale e'  stato
effettuato prendendo  a  riferimento  lo  scenario  "centrale"  dello
studio COSTA, che assume l'esistenza al  2030  di  oltre  600  unita'
alimentate a GNL operanti nello "Short Sea Shipping" Europeo. 
  Nell'ambito  di  detto  ipotetico  mercato   di   riferimento,   la
cantieristica nazionale non potra' che focalizzare la propria offerta
sulle tipologie di navi  che  maggiormente  si  prestano  per  essere
alimentate  a  GNL,  per  le  quali  essa   dispone   di   competenze
tecnologiche di  primo  livello:  ci  si  riferisce  segnatamente  ai
ferries, ai mezzi di supporto offshore ed in genere  alle  unita'  da
lavoro in mare, nonche' alle unita' di dimensioni  medio-piccole  per
il bunkeraggio di GNL oltreche', naturalmente, alle navi da  crociera
e militari. 
  Con riferimento ai ferry, si sottolineano le opportunita' collegate
alla piu' volte  segnalata  obsolescenza  delle  unita'  operanti  in
Mediterraneo, in particolare della flotta greca e di quella di alcuni
Paesi del nord-Africa,  oltre  a  quelle  piu'  in  generale  offerte
dall'armamento nordeuropeo e nord-americano. 
  Alla luce di tali premesse  ed  assumendo  prudenzialmente  che  la
cantieristica nazionale possa acquisire il 10%  dei  volumi  indicati
dallo studio COSTA, ne deriverebbe un fabbisogno  complessivo  di  60
navi in 15 anni, pari a 4 navi in media per anno  fra  conversioni  e
nuove costruzioni. 
  E' opportuno considerare che il nostro Paese da una parte  possiede
la principale industria del trasporto marittimo  a  corto  raggio  in
Europa, dall'altra dispone di un'industria cantieristica che si  pone
ai vertici mondiali nei segmenti di naviglio a maggiore  complessita'
tecnologica . 
  Come tale, essa e' perfettamente in grado di far fronte alla futura
domanda di conversioni,  di  nuove  navi  a  propulsione  con  GNL  o
"GNL-Ready" grazie alle competenze tecnologiche e  all'esperienza  di
cui dispongono gia' oggi i cantieri  navali  nazionali,  la  relativa
"supplychain" e la filiera nazionale del criogenico. 
  Le tecnologie disponibili consentono inoltre tutta  la  gradualita'
necessaria  per  passare  da  una  fase  "Dual-  Fuel"  fino  all'uso
esclusivo del GNL, garantendo la flessibilita' operativa necessaria a
consentire la sostenibilita' economico e finanziaria della  soluzione
metano liquido. 
  Esaminando l'attuale "orderbook" e la flotta di navi a  propulsione
GNL, emerge infatti che la grande maggioranza delle navi in questione
fa capo a societa' armatoriali operanti in aree SECA o in  paesi  che
comunque offrono una qualche forma di sostegno all'investimento nelle
tecnologie del gas. 
  Con  riferimento  a  quanto  richiamato  sopra  relativamente  alla
necessita' di prevedere strumenti  che  incentivino  il  rinnovamento
della flotta, possono essere presi in considerazione molti  strumenti
sebbene  sia  opportuno  sottolineare  che  tali  misure  non  devono
comportare: 
  • distorsioni della concorrenza; 
  • introduzione di nuovi  limiti  di  eta'  delle  navi  (a  livello
nazionale); 
  •  obblighi  per  le   imprese   ad   effettuare   gli   interventi
incentivabili. 
  Come indicato da fonti autorevoli (CENSIS) il sostegno  finanziario
al settore marittimo portuale consentirebbe di  attivare  un  circolo
virtuoso  che,  grazie  al  rinnovamento   della   flotta   ed   alla
realizzazione di nuove infrastrutture, avrebbe significative ricadute
in termini di reddito e occupazione. 
 
  5.11 SICUREZZA DELLO STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE 
 
  5.11.1 Quadro di riferimento tecnico normativo 
  Nell'ambito della sicurezza, dello stoccaggio e della distribuzione
del GNL sono rilevanti per lo sviluppo  del  GNL  quale  combustibile
marino: 
  • i depositi e i serbatoi di  stoccaggio  installati  nei  porti  o
nelle loro immediate vicinanze dove tali depositi possano rifornire o
essere riforniti da navi gasiere o  unita'  di  ridotto  tonnellaggio
quali bettoline; 
  • i relativi  collegamenti,  diversi  dalle  reti  di  trasporto  e
distribuzione del gas naturale, che consentono l'ingresso e  l'uscita
dai depositi/serbatoi  di  GNL  fino  all'utilizzo  finale,  quali  i
collegamenti tra i  depositi  nei  porti  e  le  navi/bettoline  e  i
collegamenti diretti tra due o piu' depositi di GNL; 
  • i componenti e gli  accessori  necessari  al  deposito  quali  ad
esempio valvole, strumenti di misura, raccordi flessibili,  giunti  e
pompe. 
  Dal punto di vista degli standard di sicurezza, per  garantire  una
crescita coerente del settore del GNL e' necessario tener conto delle
normative esistenti e individuare le loro  eventuali  implementazioni
necessarie. E' necessario anche tener conto  degli  aspetti  relativi
alla formazione del personale. 
  Un quadro di riferimento  tecnico  e  normativo  chiaro  e  stabile
nell'ambito della sicurezza dello stoccaggio  e  della  distribuzione
del GNL per i vari usi e' fondamentale  per  garantire  una  crescita
coerente ed uniforme del  settore  e  va  analizzato  partendo  dalle
normative   esistenti   e   dall'individuazione    delle    eventuali
implementazioni necessarie. 
  Le tematiche correlate con la sicurezza delle installazioni del GNL
sono legate alle caratteristiche del prodotto,  all'osservanza  della
normativa tecnica e alla formazione del personale addetto. 
  Da cio' discende che gli aspetti di sicurezza legati  al  GNL  sono
quelli riconducibili ad un liquido criogenico e quelli  riconducibili
al gas naturale (in particolare potenziali  rischi  di  incendio  e/o
esplosione) e sono  intrinsecamente  correlati  alle  caratteristiche
chimico-fisiche del GNL e del GN e alle modalita' di  "conservazione"
che permettono al GNL di  essere  stoccato  allo  stato  liquido  per
essere utilizzato in un  secondo  tempo  o  tal  quale  oppure,  dopo
rigassificazione, come GN. 
  Per  quanto  riguarda  le  proprieta'  del  GNL,  sebbene  il   suo
principale costituente sia il metano, nel valutarne il  comportamento
va considerato che il GNL non e' metano puro  e  che  quindi  le  sue
proprieta' variano in funzione della composizione del GNL stesso. 
  L'infiammabilita' in aria del GNL varia durante  l'evaporazione  in
funzione  della  composizione  del  prodotto  di  partenza  e   della
differente velocita' di evaporazione dei componenti  la  miscela.  La
composizione del GNL varia in funzione della composizione del  GN  da
cui ha tratto origine e dai successivi processi  di  purificazione  e
liquefazione; va ricordato che, a sua volta, la composizione  del  GN
di partenza varia in funzione della sua provenienza (area  geografica
di produzione). 
  Per quanto riguarda i limiti di infiammabilita', La  Norma  UNI  EN
1160, la cui edizione vigente risale al  1998  (recepimento  italiano
dell'omologa norma EN del 1996, confermata nel 2011 dal CEN TC  282),
riporta per il metano i tradizionali  limiti  di  infiammabilita'  in
aria, pari al 5% per il limite inferiore  e  al  15%  per  il  limite
superiore. La Tabella 6.1 riporta, per i principali composti presenti
nel GNL, i limiti di  infiammabilita'  (inferiore  e  superiore)  per
singolo   componente   estratti   dalla    Norma    CEI-EN    61779-1
"Apparecchiature elettriche per la rilevazione e  la  misura  di  gas
combustibili. Parte 1: Prescrizioni  generali  e  metodi  di  prova",
nella quale  tali  limiti  vengono  riportati  quali  indicativi  per
l'effettuazione delle prove specifiche relative alle  apparecchiature
elettriche per  la  rilevazione  e  la  misura  di  gas  combustibili
(previste dalla norma medesima). Anche documenti  elaborati  dal  CIG
(Comitato Italiano Gas), quali le vigenti edizioni della Linea  Guida
7 CIG "Classificazione delle dispersioni di gas" e della Linea  Guida
16 CIG "Esecuzione delle ispezioni programmate  e  localizzate  della
dispersione sulla rete di distribuzione per gas con densita'  ≤0.8  e
con densita' >0.8", sono stati  revisionati  facendo  riferimento  ai
limiti di infiammabilita' riportati nella Norma CEI-EN 61779-1. 
 
Tabella 5: Caratteristiche di infiammabilita' (Norma CEI-EN 61779-1) 
    

=====================================================================
|             |    Limite    |    Limite    |        |              |
|             | inferiore di | superiore di |        |              |
|             |  infiamma-   |  infiamma-   |        |              |
|             |  bilita' (%  |  bilita' (%  | Flash  |   Temp. di   |
|             |   volume)    |   volume)    | Point  |  ignizione   |
+=============+==============+==============+========+==============+
|Metano       |     4,40     |     17,0     |        |     537      |
+-------------+--------------+--------------+--------+--------------+
|Etano        |     2,50     |     15,5     |        |     515      |
+-------------+--------------+--------------+--------+--------------+
|Propano      |     1,7      |     10,9     |-104 gas|     470      |
+-------------+--------------+--------------+--------+--------------+
|n-Butano     |     1,40     |     9,3      |- 80 gas|     372      |
+-------------+--------------+--------------+--------+--------------+
|i-Butano     |     1,3      |     9,8      |  gas   |     460      |
+-------------+--------------+--------------+--------+--------------+
|Pentano      |              |              |        |              |
|(miscela di  |              |              |        |              |
|isomeri)     |     1,40     |     7,8      |  -40   |     258      |
+-------------+--------------+--------------+--------+--------------+

    
  Il GNL si differenzia dal  GPL  (Gas  di  Petrolio  Liquefatto)  in
quanto il GPL  e'  una  miscela  di  gas  liquefatti  che  hanno  una
temperatura critica  molto  superiore  alla  temperatura  ambiente  e
quindi possono essere liquefatti per compressione,  raffreddamento  o
per compressione seguita da raffreddamento. Alla  temperatura  di  15
°C, in funzione della composizione  della  miscela  stoccata,  i  GPL
hanno tensioni di vapore tra 1.5 e 4 bar;  i  GPL  sono  stoccati  in
recipienti di  acciaio  al  carbonio  non  coibentati  con  pressioni
massime raggiungibili fino a 30 bar. Il comportamento di una nube  di
gas prodotta da GNL  varia  al  variare  della  temperatura  del  gas
evaporato dalla massa liquida. A temperature basse il gas ha densita'
maggiore dell'aria e permane in prossimita' della  pozza  liquida  ma
all'aumentare della temperatura il gas  diviene  meno  denso  e  piu'
leggero dell'aria. 
  Le caratteristiche fisiche evidenziano grandi differenze tra GPL  e
GNL. Tali differenze si concretizzano in  norme  di  sicurezza  e  di
costruzione distinte (si vedano le nuove guide  tecniche  dei  Vigili
del Fuoco per gli stoccaggi di GNL) e in applicazioni  complementari,
con il GNL rivolto a taglie di utenza  molto  superiori  rispetto  al
GPL: un esempio evidente e' nell'ambito del trasporto  stradale  dove
il GPL si indirizza all'alimentazione di veicoli  leggeri  mentre  il
GNL all'alimentazione di mezzi pesanti. 
 
  5.11.2 Fenomeni fisici associabili al GNL 
  Nella Norma UNI EN 1160 viene fatta  menzione  di  tre  particolari
specifici   fenomeni   fisici,   con   differenti   probabilita'   di
accadimento, che possono essere ricondotti al GNL: 
  • Rollover: fenomeno per il quale grandi quantita' di  gas  possono
essere prodotte in un serbatoio di GNL in breve tempo. Il fenomeno e'
dovuto al formarsi nel serbatoio di due  strati  di  GNL  a  densita'
diversa e ai relativi moti convettivi  che  si  innescano  tra  detti
strati. Tali moti causano  una  evaporazione  del  GNL  e  quindi  un
incremento della pressione nel serbatoio  stesso  che  va  tenuta  in
debita considerazione in fase di progetto del serbatoio. 
  •  RPT  (Rapida  Transizione  di  Fase):  quando  due   liquidi   a
temperatura differente vengono a contatto, possono generarsi reazioni
esplosive  in  determinate  circostanze.  Questo  fenomeno,  chiamato
rapida transizione di fase (RTP), puo' verificarsi quando  vengono  a
contatto il GNL e l'acqua. 
  • Bleve: qualsiasi liquido al suo punto di ebollizione  o  ad  esso
prossimo e al di sopra  di  una  certa  pressione,  evapora  in  modo
estremamente rapido se rilasciato  improvvisamente.  Il  fenomeno  va
considerato a livello di progetto delle valvole di  sicurezza  e  del
confinamento della perdita 
  Occorre tuttavia sottolineare che la  corretta  applicazione  delle
vigenti disposizioni legislative e delle  norme  tecniche  di  specie
minimizzano molto la probabilita' di accadimento  di  detti  fenomeni
sino a renderli pressoche' trascurabili. 
  Per  quanto  riguarda  la  progettazione  e'   inoltre   importante
segnalare che  la  maggior  parte  delle  norme  UNI  EN  e  UNI  ISO
applicabili al settore criogenico escludono il GNL dal proprio  campo
di applicazione; quindi tali norme non possono  essere  applicate  in
similarita' quando il fluido criogenico e' il GNL, ma sono  necessari
ulteriori  approfondimenti  e   aggiornamenti   normativi.   Esistono
comunque molte norme tecniche  dedicate  specificamente  al  GNL  che
approfondiscono molti degli aspetti costruttivi e di sicurezza. 
  Uno degli aspetti tecnico/costruttivi particolarmente importante ai
fini della sicurezza e' la scelta dei materiali da utilizzare:  nella
Norma UNI EN 1160 viene dedicato un  intero  paragrafo  ai  materiali
utilizzabili  (vengono  riportati  degli   elenchi   non   esaustivi)
nell'industria del  GNL  in  quanto  "la  maggior  parte  dei  comuni
materiali da costruzione si rompono,  con  frattura  fragile,  quando
vengono  esposti  a  bassissime  temperature.  In   particolare,   la
tenacita' a frattura dell'acciaio al carbonio  e'  molto  bassa  alla
temperatura tipica del GNL (-160 °C). Per i materiali utilizzati  che
sono a contatto con il GNL deve essere verificata la resistenza  alla
"frattura fragile". 
 
  5.12 FORMAZIONE, INFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE  ADIBITO
AL GNL 
  Da  quanto  gia'  analizzato  risulta  evidente  che   un   aspetto
fondamentale per garantire la sicurezza delle attivita' associate  al
GNL e' la diffusione  di  una  corretta  formazione,  informazione  e
addestramento del personale addetto all'esercizio e manutenzione  dei
depositi di GNL oltre che delle persone che utilizzano  il  GNL,  per
esempio come carburante. 
  Programmi formativi del personale addetto alla  movimentazione  del
prodotto, per esempio addetti allo scarico del  prodotto  presso  gli
impianti di utenza, potrebbero rappresentare un  utile  strumento  di
conoscenza delle tematiche di sicurezza associate alle operazioni  di
travaso del prodotto con notevoli risvolti  per  la  sicurezza  delle
operazioni.  Tali  programmi  formativi  dovrebbero   affrontare   le
precauzioni generali per il corretto svolgimento delle operazioni  di
travaso e gli aspetti legati al comportamento  del  GNL  in  caso  di
fuoriuscita nonche'  le  necessarie  azioni  per  la  gestione  delle
eventuali emergenze nelle fasi di trasferimento del prodotto. Infine,
un'adeguata preparazione deve essere  prevista  per  gli  utenti  che
intendono utilizzare il GNL come carburante per  i  propri  mezzi  di
trasporto e, in questo caso, ad essi dovrebbe essere indirizzata  una
formazione  specifica  sulle  metodologie  di  rifornimento   e   sui
comportamenti da adottare in caso di eventuale emergenza. 
 
  5.13 ACCETTABILITA' SOCIALE DELLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE 
  L'accettabilita' sociale delle infrastrutture energetiche,  sia  di
grandi che di piccole dimensioni, da parte delle comunita'  locali  e
dell'opinione pubblica, e' uno  dei  fattori  condizionanti  la  loro
realizzazione. La  Strategia  Energetica  Nazionale  del  marzo  2013
riconosce  che  questa  dinamica  condiziona   in   molti   casi   la
realizzazione di interventi prioritari per le  politiche  energetiche
ed ambientali, e che e' necessario adottare le iniziative che possano
prevenire e minimizzare i conflitti attorno  sia  alle  politiche  di
sviluppo delle  infrastrutture  energetiche  che  durante  i  singoli
procedimenti autorizzativi. 
  La  capacita'  di  comprendere,  prevenire  e  interagire  con   le
dinamiche di  conflitto  ambientale  che  si  sviluppano  intorno  ai
progetti di realizzazione di infrastrutture energetiche da parte  dei
diversi attori pubblici e privati, coinvolti, e' un fattore  cruciale
ancora fortemente sottovalutato. Tale capacita' chiama  in  causa  il
rapporto delle imprese con il territorio in cui operano e, in  questa
prospettiva, l'uso che viene fatto degli strumenti di  comunicazione,
informazione e partecipazione che in alcuni casi sono previsti  nella
normativa dei procedimenti autorizzativi. 
  L'attenzione all'uso preventivo degli strumenti  di  comunicazione,
informazione  e  partecipazione  anche  quando  non  previsti   dalle
normative in materia di tutela ambientale e rischio  industriale  nei
processi  autorizzativi  per  le  infrastrutture   energetiche   puo'
costituire quindi  un  supporto  di  cui  tenere  conto  anche  nello
sviluppo delle infrastrutture per la filiera del GNL per usi finali. 
  La principale tematica, gia' emersa nell'esperienza italiana, sotto
il profilo dell'accettabilita' sociale che  caratterizza  la  filiera
del GNL  e'  quella  del  rischio  incidentale  in  connessione  alle
dinamiche  di   conflitto   ambientale   relative   ai   procedimenti
autorizzativi dei terminali di rigassificazione di GNL. 
  Cio' e' collegato al fatto che il GNL, quando presente in quantita'
superiore alle 50 tonnellate, rientra tra le sostanze  oggetto  delle
norme in materia di controllo dei  pericoli  di  incidenti  rilevanti
connessi a determinate sostanze pericolose. Appare utile  evidenziare
quindi che  la  quasi  totalita'  degli  impianti  a  servizio  della
distribuzione finale del  GNL  saranno  costituiti  da  stoccaggi  di
capacita' inferiore a tale limite. 
  E' quindi il tema del rischio incidentale  nella  catena  logistica
del GNL quello su cui e' necessario  concentrare  l'attenzione  nelle
attivita' preventive di comunicazione, informazione e  partecipazione
connesse alla realizzazione e alla gestione delle  diverse  tipologie
di infrastrutture e mezzi interessati. 
  Gli aspetti  della  normativa  UE  su  controllo  del  pericolo  di
incidenti   rilevanti   con   sostanze    pericolose    sono    stati
significativamente rafforzati.  Anche  se  riferiti  solo  ai  grandi
terminali GNL, sono molto rilevanti,  in  materia  di  accettabilita'
sociale, gli strumenti messi in campo dall'UE  e  dall'Italia  per  i
progetti che ricadono  tra  i  progetti  di  interesse  comune  (PCI)
secondo il regolamento UE  n.  347/2013  sugli  orientamenti  per  le
infrastrutture energetiche transeuropee. Per i PCI la UE  ha  chiesto
uno sforzo rilevante ai paesi membri  per  snellire  e  rafforzare  i
procedimenti autorizzativi  di  questa  tipologia  di  infrastrutture
energetiche. 
  Il Governo italiano ha dato adempimento a quanto previsto dall'art.
9 del Regolamento UE n. 347/2013 con  la  pubblicazione  del  Decreto
Ministeriale 11  febbraio  2015  con  il  quale  il  Ministero  dello
sviluppo economico ha approvato il "Manuale delle  procedure  per  il
procedimento di rilascio delle autorizzazioni applicabili ai progetti
di interesse comune". Il manuale recepisce tutti gli aspetti previsti
dalla normativa e dagli orientamenti UE in materia di  trasparenza  e
partecipazione del pubblico nei procedimenti autorizzativi dei PCI. 
  Le  novita'  normative  in  materia  di   rischio   industriale   e
procedimenti   autorizzativi   dei   PCI   inerenti    la    tematica
dell'accettabilita'   sociale   delle   infrastrutture   quindi   non
coinvolgono direttamente le  tipologie  prevalenti  di  impianti  che
dovranno essere realizzati per lo sviluppo della  filiera  degli  usi
finali del GNL ma  costituiscono  un  riferimento  utile  anche  come
orientamenti e linee guida  nella  gestione  delle  problematiche  di
accettabilita' sociale. 
  Nel caso dei piccoli e medi impianti di  stoccaggio  del  GNL,  non
necessariamente dotati  di  funzioni  di  rigassificazione,  il  tema
dell'accettabilita'   sociale   deve   essere    quindi    affrontato
adeguatamente,    fermo    restando    che    il    "track    record"
dell'incidentalita' del GNL a livello globale, nei  settori  dove  da
anni e' diffuso il trasporto e  utilizzo  del  prodotto  (molte  navi
gasiere per il trasporto del  GNL  utilizzano  il  boil-off  gas  per
alimentare i motori principali della nave) e' di assoluto primato per
quasi totale assenza di eventi  incidentali,  come  testimoniato  dai
piu' recenti studi che hanno raccolto evidenza su questo tema (studio
DMA, North European LNG Infrastructure). 
 
  5.14 RUOLO DEGLI STRUMENTI DI INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE 
  Il primo passo per favorire la creazione delle migliori  condizioni
sotto il  profilo  dell'accettabilita'  per  la  realizzazione  delle
singole infrastrutture previste dalla strategia sull'utilizzo del GNL
e'  stato  quello  di  sottoporre  al  pubblico  interessato  i  suoi
obiettivi  ed  i  suoi  contenuti  ad  una  fase   di   informazione,
consultazione  e  partecipazione  pubblica,   preventiva   alla   sua
definitiva  approvazione.  Nella  prevenzione  delle   dinamiche   di
conflitto ambientale gli obiettivi degli strumenti di informazione  e
partecipazione  da  utilizzare  nei  procedimenti  autorizzativi   di
singoli progetti sono: 
  • informare il pubblico interessato fin dalla fase ideativa 
  • comprendere prospettive, preoccupazioni, valori e conoscenze  del
pubblico interessato 
  • tenere conto  delle  indicazioni  del  pubblico  interessato  nel
processo decisionale 
  • influenzare l'impostazione del progetto 
  • aumentare la fiducia del pubblico interessato 
  • migliorare la trasparenza e responsabilizzazione  nella  gestione
del processo decisionale 
  • ridurre il conflitto. 
  Gli strumenti di informazione e partecipazione devono prevedere: 
  • un approccio il piu' possibile preventivo nell'attivazione  degli
strumenti e  delle  iniziative  prima  dell'attivazione  formale  del
procedimento autorizzativo; 
  • un  atteggiamento  nell'uso  degli  obblighi  di  informazione  e
partecipazione che non sia burocratico e formalistico; 
  • un approccio condiviso da parte dell'impresa proponente  e  della
pubblica amministrazione responsabile del procedimento autorizzativo,
nell'uso degli strumenti di informazione e partecipazione. 
  Allo stato attuale le piccole e medie  infrastrutture  legate  allo
sviluppo della filiera del GNL ancora poco diffuse e conosciute,  non
costituiscono oggetto  di  dinamiche  di  conflitto  ambientale  come
accaduto nel caso dei grandi terminali di approdo delle navi  gasiere
per lo stoccaggio e rigassificazione del GNL. L'obiettivo  e'  quindi
mettere in atto tutte  le  azioni  che  possano  creare  le  migliori
condizioni di accettabilita' sociale nello sviluppo delle filiera del
GNL fornendo a tutti  gli  attori  pubblici  e  privati  strumenti  e
indirizzi  utili  sia  a  prevenire  criticita'  legate   a   mancata
informazione  del  pubblico  interessato  che  alla  gestione   delle
potenziali dinamiche di  conflitto  nella  realizzazione  di  singole
infrastrutture. 
 
  5.15 SITO WEB NAZIONALE PER L'INFORMAZIONE SULLA FILIERA DEL GNL 
  Il  Ministero  dello  sviluppo  economico  attivera'  un  sito  web
dedicato alla informazione sulla filiera del GNL da configurare  come
hub unico informativo sia da parte delle articolazioni della pubblica
amministrazione  centrale  e  locale  coinvolte,  che  delle  imprese
interessate. Il sito dovra'  avere  un'impostazione  di  divulgazione
tecnico scientifica in  modo  da  costituire  uno  strumento  per  la
diffusione  di  una  corretta  informazione  sul  prodotto  e   sulle
infrastrutture di stoccaggio e distribuzione.  La  definizione  e  lo
sviluppo   degli   argomenti   potra'   essere   condiviso   con   le
Amministrazioni e con i settori industriali coinvolti, per il tramite
delle  associazioni  di  riferimento  che  potranno  raccogliere   le
informazioni fornendo un quadro generale del settore. 
  Si indicano di seguito i principali contenuti del sito 
  •  Illustrazione  dei  contenuti  (obiettivi  e  strumenti)   della
strategia sull'utilizzo del GNL in Italia 
  •  Materiale  divulgativo  di  base  sul  GNL   e   sulle   diverse
articolazioni tecnologiche della filiera. 
  • Link  ai  siti  e  alle  pagine  web  dedicate  delle  principali
articolazioni istituzionali coinvolte nella filiera  del  GNL  (VVFF,
MATTM, MIT, Capitanerie  di  porto,  Regioni,  Stazione  sperimentale
combustibili) 
  • Raccolta di documenti inerenti  la  Legislazione  (comunitaria  e
nazionale) e le disposizioni amministrative rilevanti per la  filiera
del GNL. 
  • Normative tecniche di riferimento per la filiera del GNL 
  • Documentazione sugli sviluppi della  filiera  del  GNL  in  altri
paesi a partire da quelli dell'UE 
  • Descrizione dei benefici ambientali 
  • Descrizione dei punti di forza del GNL 
  • Descrizione delle filiere di utilizzo 
  • Il sito dovrebbe  fornire  direttamente  (o  rendere  accessibili
tramite link) informazioni al pubblico interessato sulle tematiche di
tutela  ambientale  e   prevenzione   del   rischio   di   incidenti,
evidenziando gli strumenti tecnici e  gestionali  che  consentono  di
gestire le attivita' della distribuzione del GNL in sicurezza. 
  • Nel caso di impianti sottoposti  a  procedure  autorizzative  che
prevedono obblighi informativi verso il pubblico interessato il  sito
dovra' rendere direttamente disponibile o accessibile (tramite  link)
la  documentazione  pubblica  presente  nei  siti   delle   autorita'
competenti e delle imprese interessate. 
  • Nel caso di impianti sottoposti a procedure autorizzative che non
prevedono obblighi informativi verso il pubblico interessato il  sito
puo'  rendere  disponibile  degli  schemi  descrittivi  generali   di
carattere divulgativo  delle  principali  tipologie  infrastrutturali
(esempio il distributore di GNL per mezzi pesanti), delle  specifiche
problematiche di rischio, dei regimi autorizzativi  specifici,  e  le
specifiche misure di prevenzione richieste dalla normativa. 
  • Il sito puo' anche essere utilizzato come uno  strumento  per  le
Autorita' competenti per fornire  una  risposta  pubblica  a  quesiti
ricevuti, con risposte preventivamente  condivise  in  ambito  di  un
coordinamento  tecnico  nazionale,  anche  con  la   presenza   delle
associazioni interessate. 
 
  5.16 ESAME DELLA CONTRATTUALISTICA ESISTENTE IN ALTRI PAESI 
  L'analisi della contrattualistica  ad  oggi  presente  negli  altri
Paesi (quali ad  esempio  Spagna,  Belgio,  Francia,  Olanda)  per  i
servizi Small Scale LNG fa emergere la necessita' di favorire in modo
organico lo sviluppo del nuovo segmento di  business  e  dell'attuale
quadro normativo. La scelta effettuata e' che le modalita' di offerta
dei nuovi servizi di Small Scale LNG, in un  quadro  di  competizione
tra diverse scelte logistiche e di strutturazione della  filiera  non
possano  che  essere   effettuate   senza   vincoli   di   unbundling
proprietario, cosi' come gia' avviene per i carburanti tradizionali. 
 
  5.17 IMPIANTI DI LIQUEFAZIONE DI TAGLIA RIDOTTA 
  Tenuto conto della distribuzione capillare  di  gas  naturale  gia'
esistente in Italia puo' assumere interesse in alcuni casi  anche  la
soluzione basata su impianti di  liquefazione  di  piccola  (4.000  -
20.000 ton per anno) e media taglia (20.000 - 100.000 ton  per  anno)
che siano progettati per rimuovere i  componenti  accessori  del  gas
naturale ed elementi pesanti ad  un  livello  tale  da  garantire  la
liquefazione del  gas  in  modo  sicuro.  Le  attuali  tecnologie  di
liquefazione per questa tipologia di impianti hanno  creato  numerose
opportunita' nelle applicazioni sia off-shore che on-shore. A seconda
della qualita' del gas disponibile e della capacita' dell'impianto, i
diversi sistemi necessari alla liquefazione possono variare da caso a
caso. Tra i vantaggi comuni ai diversi  impianti  si  evidenziano  in
particolare la disponibilita' ed affidabilita' della  tecnologia,  la
possibilita' di funzionamento  senza  presidio  e  la  modularita'  e
facilita' di ricollocazione. 
 
  5.18 UTILIZZO DEL GNL NELLA REGIONE SARDEGNA 
  Un progetto di elevata rilevanza per  l'impiego  del  gas  naturale
liquefatto (GNL) puo' essere costituito  dalla  metanizzazione  della
Sardegna, tematica di grande interesse da parte della Regione,  tanto
da essere inserita nel Piano energetico e ambientale sardo 2014-2020.
Cio' anche a seguito dalle difficolta' di realizzazione del  progetto
GALSI (gasdotto di collegamento dall'Algeria all'Italia via  Sardegna
e  con  approdo  a  Piombino)  dovute  sia   alla   riduzione   delle
esportazioni di gas naturale dall'Algeria che al suo elevato costo di
realizzazione. Di conseguenza, vari operatori hanno proposto  diversi
progetti alternativi, alcuni dei quali presentati al Ministero  dello
sviluppo economico anche nell'ambito  dei  loro  piani  decennali  di
sviluppo delle reti del gas naturale. 
  Detti progetti, tra loro alternativi, sono: 
  Tubazione di collegamento sottomarina e dorsale sarda: il  progetto
utilizzerebbe in  senso  inverso  il  tracciato  del  progetto  GALSI
ricadente nel territorio italiano, ovvero senza la tratta  Algeria  -
Sardegna, e, partendo dalla costa toscana (Piombino), approderebbe ad
Olbia per poi proseguire fino a Cagliari attraverso  una  dorsale  da
realizzare lungo l'isola da Olbia a Cagliari; tale opera: 
  • si configurerebbe come  un'estensione  della  rete  nazionale  di
trasporto del gas naturale; 
  •  richiederebbe  un  tempo  di  realizzazione  di  circa  4   anni
dall'ottenimento dell'autorizzazione; 
  • sarebbe dimensionata per  la  potenziale  domanda  sarda  massima
stimata in circa 500 milioni di mc/anno; 
  •  non  necessiterebbe  della  realizzazione  di  una  centrale  di
compressione del gas in quanto risulta sufficiente la  pressione  del
punto di uscita dalla rete nazionale di trasporto di Piombino; 
  • presenterebbe un costo di realizzazione di circa  1  miliardo  da
ripartire sulla tariffa di trasporto nazionale  della  rete  del  gas
naturale per una durata di 20 anni e con un onere  stimato  in  circa
120 milioni di euro all'anno, su tutti i consumatori italiani; 
  • garantirebbe una sicurezza dell'approvvigionamento pari a  quella
della rete di trasporto  nazionale  del  gas  e  un  potenziale  pari
trattamento  di  prezzo  del  gas  del  consumatore  domestico  sardo
rispetto  agli  altri  consumatori  nazionali   finche'   continuera'
l'attuale regime di tutela; 
  • permetterebbe una competitivita' delle forniture del gas naturale
alle industrie sarde in quanto tutti i venditori potrebbero  accedere
al mercato del gas sardo; 
  • presenterebbe tuttavia lunghi tempi di realizzazione ed  un  alto
costo in rapporto ai consumi di gas naturale previsti nell'isola. 
  Rigassificatore: consisterebbe nella costruzione di un impianto  di
rigassificazione di GNL  di  piccola  taglia  connesso  alla  dorsale
interna all'isola da realizzare con un costo complessivo  stimato  in
circa 800 milioni-un miliardo di euro; tale soluzione: 
  •  presenterebbe  tempi  piu'  rapidi  di  realizzazione   rispetto
all'opzione gasdotto, comunque  dipendenti  dalla  soluzione  tecnica
adottata per la sua realizzazione (offshore o onshore); 
  • consentirebbe di applicare  un  procedimento  autorizzativo  gia'
sperimentato per altri progetti; 
  • avrebbe tuttavia un costo simile alla realizzazione del  gasdotto
da Piombino; 
  • necessiterebbe di un soggetto privato per  la  sua  realizzazione
(nessun progetto e' stato sinora presentato). 
  Vi sono tuttavia alcuni aspetti da tenere in conto in quanto: 
  • potrebbe suscitare  opposizioni  locali  alla  sua  realizzazione
(come gia' avvenuto per altri progetti); 
  • necessiterebbe del rilascio della "Third Part  Access  exemption"
(ovvero dell'esenzione dall'accesso di terzi) e  della  dichiarazione
della strategicita' per ottenere un iter autorizzativo  accelerato  e
il  possibile   trattamento   regolatorio   incentivante   da   parte
dell'Autorita' di regolazione, senza il quale  la  sua  gestione  non
sarebbe economicamente sostenibile; 
  • richiederebbe una norma per  stabilire  un  sistema  compensativo
(del tipo "bonus gas") per i  clienti  domestici  sardi  al  fine  di
compensare il potenziale maggior prezzo del GNL  rispetto  al  metano
importato via gasdotto 
  SSLNG: tale soluzione prevedrebbe la realizzazione di piu' depositi
costieri, o basati su navi cisterna ormeggiate in siti idonei (ad es.
Porto Torres, Cagliari e Oristano) necessari  per  la  ricezione  via
nave  del  GNL,  con  approvvigionamento  effettuato   presso   altri
terminali di GNL spagnoli o francesi e, in futuro,  anche  nazionali;
in tal caso si potrebbe procedere alla metanizzazione  dell'isola  in
modo graduale partendo dalle aree di  Cagliari  e  Sassari  che  sono
quella a maggior consumo. In particolare nella zona  di  Cagliari  il
GNL rigassificato potrebbe essere immesso  nelle  esistenti  reti  di
distribuzione cittadine alimentate ad aria  propanata,  mentre  nelle
altre aree ove non risulta economica la realizzazione di una rete  di
distribuzione (per la  bassa  densita'  di  popolazione  e/o  per  la
conformazione sfavorevole del territorio) sarebbe in una  prima  fase
possibile effettuare le forniture sin da subito mediante il trasporto
del GNL  su  gomma  tramite  cisterne  criogeniche,  scaricandolo  in
appositi depositi  ubicati  in  prossimita'  delle  utenze  civili  e
industriali nonche' nelle cisterne dei punti vendita  carburanti  per
la fornitura di GNL (ed eventualmente di CNG-gas naturale  compresso)
per uso autotrazione; in una seconda fase, ove  conveniente,  sarebbe
possibile procedere alla realizzazione di una dorsale interna al fine
di connettere i vari depositi alle reti  di  distribuzione  cittadine
esistenti e a quelle da sviluppare. 
  La soluzione  del  GNL  a  piccola  scala,  considerando  anche  le
incertezze della domanda di gas che dipende dai prezzi che potrebbero
essere praticati in Sardegna (i quali dovranno anche tener conto  dei
costi  di  trasporto   sostenuti)   appare   la   migliore   per   la
metanizzazione dell'Isola in quanto: 
  • presenta  un'elevata  flessibilita'  data  la  modularita'  nella
realizzazione  delle  infrastrutture  adattabile  alla  crescita  dei
consumi; 
  • consente un graduale sviluppo della rete interna; 
  • ha tempi piu' rapidi di realizzazione; 
  • permette l'utilizzo del  GNL  anche  per  i  trasporti  navali  e
stradali e per il soddisfacimento dei fabbisogni industriali. 
  In particolare relativamente allo sviluppo del GNL in  Sardegna  si
segnala l'interesse di diversi operatori e sono stati gia' presentati
alcuni progetti di depositi costieri di GNL. 
 
  5.19 PREVISIONI DI MERCATO PER SMALL SCALE LNG AL 2020, 2025 E 2030 
  Sulla  base  di  quanto  illustrato  nei  capitoli  precedenti,  si
riportano per ciascun settore considerato gli scenari previsti per il
2020, 2025, 2030 relativi allo sviluppo del mercato Small Scale LNG. 
  Le previsioni sono  state  formulate  sulla  base  delle  procedure
autorizzative in corso e degli studi gia' eseguiti dagli operatori di
settore. 
  Come si puo' notare  dalla  tabella  il  contributo  a  breve-medio
termine del GNL sia per  il  trasporto  su  strada,  sia  per  quello
marittimo, appare significativo con un conseguente  impatto  positivo
sull'inquinamento atmosferico. 
  Si riporta  un  glossario  esplicativo  di  quanto  indicato  nella
tabella in calce. 
 
   Tabella 6: Previsioni di installazioni per il 2020, 2025 e 2030 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Depositi Costieri 
  Nel 2020 si e' previsto siano operativi solo i depositi relativi ai
Terminali di rigassificazione di Panigaglia, Rovigo e Livorno (OLT). 
  Nel  2025  potrebbe  entrare   in   esercizio   un   terminale   di
rigassificazione, nel Sud Italia, oppure potrebbe  essere  realizzato
un terminale di ricezione. 
  Nel 2030 potrebbe entrare in esercizio un  ulteriore  terminale  di
rigassificazione o di ricezione. 
  Impianti di stoccaggio secondari 
  Si intendono impianti secondari sia costieri, sia interni. 
  Impianto di distribuzione (rifornimento) di  metano  integrati  con
GNL 
  Si tratta di impianti prevalentemente situati sulle strade  statali
principali  a  ridosso  di  svincoli  autostradali,  a  causa   delle
problematiche poste dalle  concessioni  delle  stazioni  di  servizio
autostradali. 
  Mezzi di trasporto pesante su strada 
  Si e' ipotizzata  una  prevalenza  dei  mezzi  di  trasporto  nuovi
rispetto a quelli di retrofit. 
  Domanda di GNL per autotrasporto 
  La domanda e' stata calcolata in relazione  al  numero  di  veicoli
previsto. 
  Penetrazione GNL nel mercato off-grid 
  E' stata prevista una ipotesi minima ed una massima, a  seconda  se
il prezzo del petroli restera' attorno ai 30 $/barile, o se risalira'
a circa 100 $/barile. Il mercato off grid considerato comprende sia i
consumi industriali, sia quelli relativi ai mezzi di  trasporto,  sia
gli usi civili. 
  Mezzi navali a GNL 
  Sono  state  indicate  separatamente  le  previsioni   relative   a
realizzazioni  di  nuovi  mezzi  navali  e  a  conversioni  di  mezzi
esistenti. 
  I  dati  riportati,  qualora  non  sia   indicato   un   range   di
variabilita', si riferiscono al caso il cui il  prezzo  del  petrolio
rimanga pari a circa 30 $/barile, nel caso risalga a 100 $/barile  le
previsioni potrebbero aumentare del 50/100%. 
  Punti di carico per i veicoli cisterna di GNL 
  Verosimilmente ogni terminale di rigassificazione, di  ricezione  o
di stoccaggio secondario disporra'  di  un  punto  di  carico  per  i
veicoli cisterna a GNL, fatta eccezione per  gli  impianti  offshore.
Quindi  coerentemente  con  le  ipotesi  presentate  in  tabella,  si
ipotizza che degli 8 impianti di stoccaggio primari  e  secondari  al
2020, solo 5 disporranno del punto di carico, 7 su 19 al 2025 e 10 su
35 al 2030. 
  Numero di punti di rifornimento per il GNL accessibili al  pubblico
almeno  lungo  la  rete  centrale  della  TEN-T  per  assicurare   la
circolazione dei veicoli pesanti a GNL 
  Si noti che attualmente i primi impianti di distribuzione  di  GNL,
nati su iniziativa privata senza una programmazione  concertata,  non
ricadono lungo i corridoi TEN-T. Inoltre le difficolta'  inerenti  le
concessioni  delle  stazioni  di   servizio   autostradali   sembrano
pregiudicare lo sviluppo di punti di rifornimento che non costringano
ad uscire dalla autostrada. D'altronde, 5  impianti  ben  posizionati
potrebbero soddisfare il requisito minimo UE dei 400 km.  In  sintesi
si propone di ipotizzare 3 impianti nel 2020, 5 impianti nel 2025 e 7
impianti nel 2030. 
  Punti di rifornimento del GNL per le navi  che  operano  nei  porti
marittimi e nei porti della navigazione interna 
  Probabilmente, ogni impianto di  stoccaggio  costiero,  primario  o
secondario, si dotera' di un punto di rifornimento di GNL per navi. A
questi si potranno aggiungere i porti che  vorranno  dotarsi  di  una
bettolina GNL in grado di rifornire le navi, per poi approvvigionarsi
in un impianto di stoccaggio vicino. Al  2020,  se  si  ipotizzano  3
depositi costieri e  5  impianti  di  stoccaggio  secondari,  di  cui
ipoteticamente la meta'  interni,  si  arriva  a  circa  5  punti  di
rifornimento costieri. Aggiungendo i porti serviti da bettoline e gli
eventuali punti di rifornimento lungo le vie d'acqua interne si  puo'
arrivare a 10. Tenendo conto che i porti Core sono 14  e  che  alcuni
altri  porti  potranno  essere   interessati   all'opportunita'   per
dimensioni  o  per  tipo  di  traffico  (Es.  Messina),  si   possono
ipotizzare 12 porti al 2025 e 20 al 2030. 
 
  6 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
  La differenza principale tra un veicolo a GNC e a GNL si rileva nel
sistema  di  stoccaggio  in  fase  liquida  e  nel   dispositivo   di
vaporizzazione del combustibile. 
  Le principali  tecnologie  motoristiche  presenti  sul  mercato  si
differenziano per il tipo di ciclo termodinamico (Otto con accensione
comandata e Diesel con accensione per compressione), per il tasso  di
sostituzione  del  diesel  (100%  per  i  mono-fuel,  40-95%  per   i
dual-fuel)  e  per  il  tipo  di  iniezione  (diretta  in  camera  di
combustione o indiretta sul collettore di aspirazione). 
  La tecnologia di stoccaggio del GNL si  differenzia  essenzialmente
per la presenza o meno di un elemento pompante. 
  L'utilizzo di serbatoi con pompa criogenica  permette  coefficienti
di riempimento maggiori (gas naturale liquefatto  sottoraffreddato  e
quindi a maggiore densita') ed e'  solitamente  in  combinazione  con
motori  ad  iniezione  diretta  per  i  quali  viene   richiesto   il
combustibile ad alta pressione. 
  Lo svantaggio e' legato principalmente ai  costi  maggiori  e  alla
necessita' di manutenzione della pompa. 
  I serbatoi passivi che lavorano grazie alla pressione di equilibrio
del GNL con il suo  vapore  saturo  presentano  maggiore  semplicita'
costruttiva  e  sono  solitamente  in  combinazione  con  motori   ad
iniezione indiretta sul collettore di aspirazione sia  mono-fuel  che
dual-fuel. Il serbatoio criogenico dispone di valvole automatiche che
permettono di prelevare il  combustibile  sia  in  fase  gassosa  che
liquida in modo da mantenere la pressione ad un livello  ottimale  ed
evitare lo scarico di sicurezza del vapore in atmosfera (venting). Un
vaporizzatore riscaldato  dall'acqua  di  raffreddamento  del  motore
consente il passaggio di fase da liquido a  gas,  alla  pressione  di
alimentazione  del  motore  stabilita.  Il  gas  e'   iniettato   nel
collettore d'aspirazione a una pressione  di  4÷9  bar.  Tale  valore
corrisponde a una temperatura di stoccaggio  nel  serbatoio  di  -130
-140°C. 
  I motori,  indipendentemente  dal  tipo  di  stoccaggio  del  GN  o
bio-metano, sono alimentati da combustibile in fase gassosa. 
  Per il rispetto dei limiti EURO VI i motori diesel  necessitano  di
un filtro  anti-particolato  (FAP)  e  un  catalizzatore  de-NOx  SCR
(Selective  Catalytic  Reduction)  con  l'additivazione  dei  gas  di
scarico con urea e quindi un serbatoio supplementare e un sistema  di
dosaggio urea a valle del FAP. Nonostante  la  maggiore  complessita'
del sistema di trattamento dei gas di  scarico,  l'efficienza  di  un
motore a gasolio risulta comunque maggiore di quella di un  motore  a
GN ad accensione comandata. 
  L'alimentazione a GN riduce drasticamente la tossicita' dei gas  di
scarico e il contributo all'effetto serra (tank-to-wheel)  nonostante
il minore rendimento del motore sia per il gas di origine fossile che
per il bio-metano in fase gassosa o liquida. I valori delle emissioni
di  ossidi  d'azoto  (NOx)  e  particolato   (PM)   riscontrati   con
alimentazione stechiometrica  e  convertitore  catalitico  trivalente
sono molto contenuti, permettendo di rispettare i limiti EURO VI  con
ampio margine. 
 
  6.1 MERCATO POTENZIALE DEL GNL E RELATIVI IMPATTI 
  Un modello di simulazione denominato DSS "T-Road Europe"  e'  stato
elaborato da Iveco-CSST per quantificare le percorrenze che  potranno
essere svolte con veicoli a GNL nella  rete  stradale  italiana,  con
orizzonte temporale al 2020, tenendo conto dei principali  fabbisogni
commerciali e di scambio merci (struttura della domanda)  e  partendo
da  alcuni  presupposti  programmatici  in  materia  di  impianti   e
infrastrutture (struttura dell'offerta). 
  Con una specifica simulazione dei traffici merci nazionali al 2013,
si e' implementato lo scenario di mercato ritenuto piu' credibile per
il trasporto merci stradale italiano operabile con veicoli GNL  ("GNL
Best Case Scenario"). 
  La struttura metodologica del modello consente anche di stimare  il
possibile beneficio, in termini di minori emissioni (CO2, NOx, PM), a
cui si perverrebbe nello scenario operativo simulato. La  valutazione
si basa sul confronto tra uno scenario di movimentazione tutto-diesel
("Business as Usual Scenario") e lo scenario operativo con parco  GNL
("GNL Best Case Scenario"). 
  Il modello  sviluppato  per  definire  il  mercato  potenziale  del
trasporto merci stradale con GNL si  fonda  su  alcune  ipotesi,  che
rappresentano il background logico su cui poggia  l'elaborazione.  Si
sono considerati i principali parametri funzionali di riferimento: 
  • una rete di primo livello delle aree di rifornimento GNL presso i
principali porti e interporti e anche nei principali snodi e  confini
di Stato autostradali, ad esempio  sul  confine  italo  austriaco  di
Tarvisio (Udine); (Figura 3); 
  • una rete stradale che comprende la viabilita' primaria  nazionale
e i collegamenti di adduzione per interporti e a porti; 
  • i traffici di riferimento composti dai veicoli  merci  utilizzati
maggiormente per la lunga percorrenza (assimilabili  ai  veicoli  con
PTT >11 ton), alimentabili con la tecnologia GNL; 
  • un'autonomia dei veicoli commerciali  pesanti  alimentati  a  GNL
pari a 600 Km; 
  • un indice di carico medio pari a 15 ton per veicolo,  finalizzato
al calcolo delle ton x km trasportate; 
  • una  domanda  potenziale  rappresentata  dai  viaggi  aventi  per
origine e destinazione localita' non piu' distanti di 20 km  rispetto
alle aree di rifornimento  GNL  piu'  vicine,  presupponendo  che  un
autotrasportatore trovera' conveniente utilizzare il mezzo a GNL solo
se dovra' coprire un percorso specifico per il  rifornimento  pari  a
meno di 40 km (20+20  Km  a  un  criterio  di  selezione  dei  viaggi
interessati mediante calcolo del «raggio di adduzione variabile»  per
ciascun viaggio,  al  fine  di  selezionare  ciascun  viaggio  avente
origine-destinazione presso localita' (centroidi) distanti non  oltre
20 Km dall'area di rifornimento GNL piu' vicina; 
  • inclusione nella domanda  potenziale  dei  viaggi  che  prevedono
lungo il percorso - tra origine e destinazione - la presenza di  aree
di rifornimento GNL non piu' distanti di 5 Km, in grado di assicurare
un rifornimento intermedio durante il viaggio. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
            Figura 3: Localizzazione Porti ed Interporti 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
              Figura 4: Schema delle Aree di Adduzione 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
                   Figura 5: Schemi movimentazione 
 
  Il modello ha assegnato i 4 tipi di spostamento alla rete  primaria
nazionale,   selezionando   i   traffici   esercitabili   con   mezzi
alimentabili  a  GNL  e  identificando  il  mercato  potenziale   del
trasporto stradale merci con GNL (Fonte CNH). 
 
  6.2 RISULTATI 
  Il  modello  ha  quantificato   e   localizzato   gli   spostamenti
esercitabili con mezzi GNL, con due unita' di misura standard: numero
di spostamenti da origine a destinazione (OD); ton x km trasportate. 
  Sulla  rete  stradale  primaria  italiana  si  effettuano   311.300
viaggi/giorno per  movimentazioni  merci.  L'elaborazione  indica  un
mercato potenziale del trasporto con  mezzi  a  GNL  pari  a  ~75.800
viaggi/ giorno. 
  Circa un quarto degli spostamenti quindi,  puo'  essere  effettuato
con  mezzi  a  GNL.  Tra  questi,  oltre  50.000   sono   spostamenti
andata/ritorno che si avvalgono di un  solo  punto  di  rifornimento,
usato all'inizio del viaggio. Cio' significa  che  gran  parte  degli
spostamenti identificati si svolgono entro 300-400 km (Figura 6). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura  6:  Individuazione  del  mercato  potenziale   -   Principali
                              risultati 
 
  Le movimentazioni  che  si  possono  effettuare  con  mezzi  a  GNL
riguardano circa  235  milioni  di  ton  x  km,  pari  al  32%  delle
movimentazioni  totali  attualmente  presenti  sulla  rete   stradale
italiana (Fonte CNH). 
 
  6.3 BENEFICI AMBIENTALI 
  Le elaborazioni per stimare le minori emissioni  dall'utilizzo  del
mezzo GNL per le missioni di trasporto  merci  di  lunga  percorrenza
sono state effettuate su uno scenario 2025, presupponendo un definito
assetto del parco circolante sulla rete nazionale, per  i  mezzi  con
PTT ≥18 ton: 
 
      Tabella 7: Composizione del parco ≥18 ton - scenario 2025 
    

=====================================================================
|   Parco solo diesel  | Parco con quota GNL (sostituzione Euro IV) |
+======================+============================================+
|Euro IV     |  25,9%  |Euro IV                           |  17,9%  |
+------------+---------+----------------------------------+---------+
|Euro V      |  32,3%  |Euro V                            |  32,3%  |
+------------+---------+----------------------------------+---------+
|Euro VI     |  41,8%  |Euro VI                           |  41,8%  |
+------------+---------+----------------------------------+---------+
|GNL         |    0%   |GNL                               |  8,0%   |
+------------+---------+----------------------------------+---------+

    
  E' stata effettuata quindi un'assegnazione  modellistica  comparata
sulle emissioni complessive del traffico merci riconducibile a questa
tipologia di mezzi. 
  Questa  scelta  di  metodo  consente  la  stima  piu'  credibile  e
corretta, in quanto tiene conto di tutte le condizioni operative  del
sistema,  a  partire  da  un'evoluzione  logica  e  verosimile  della
struttura del parco circolante. 
 
      Tabella 8: Composizione del parco ≥18 ton - scenario 2025 
 
 
  =================================================================
  |       | Parco solo  |     Parco con quota GNL     |           |
  |       |   diesel    |     (sostituz. Euro IV)     |  Diff %   |
  +=======+=============+=============================+===========+
  |CO2    |1.561 ton    |1.500 ton                    |-3,9       |
  +-------+-------------+-----------------------------+-----------+
  |NOx    |5.289 kg     |4.900 kg                     |-7,2       |
  +-------+-------------+-----------------------------+-----------+
  |PM     |120 kg       |88 kg                        |-26,1      |
  +-------+-------------+-----------------------------+-----------+
 
 
  Il risultato evidenzia il notevole contributo che l'immissione  nel
sistema dei mezzi GNL puo' fornire  per  le  strategie  di  riduzione
delle emissioni, con forti vantaggi per  le  tutte  le  tipologie  di
inquinanti e gas serra, in particolare  per  le  emissioni  di  PM  e
polveri sottili. 
  Questi vantaggi  sono  messi  ancor  piu'  in  luce  se  si  esegue
un'assegnazione comparativa per una sola missione-tipo.  Estrapolando
tra le migliaia di spostamenti origine-destinazione che compongono il
modello la singola OD di 490 km Genova Porto - Roma Nord (via  centro
merci di Prato + Interporto di Orte), i  benefici  conseguibili  sono
indicati in Figura 7. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
            Figura 7: Schema Benefici Viaggio Genova-Roma 
 
  La domanda di gas del settore trasporti  e',  ad  oggi,  costituita
principalmente da  GNC  per  autotrazione.  Tale  domanda  e'  attesa
svilupparsi  rapidamente  nel  prossimo   decennio   come   GNL   per
autotrazione pesante e bunkeraggi. Sulla base delle  ipotesi  qui  di
seguito elencate si formula una previsione di eventuale scenario: 
  • un differenziale di prezzo della materia  prima  sufficientemente
ampio e in allargamento tra gas e prodotti oil lungo l'arco di  tempo
considerato (2016-30); 
  • un regime fiscale che mantenga, almeno nelle fasi di sviluppo del
mercato,  una  certa  convenienza  alla  sostituzione  di  veicoli  a
benzina/diesel con GNC-GNL; 
  • un miglioramento delle tecnologie motoristiche  a  metano  e,  di
conseguenza,  maggiore  disponibilita'  di  veicoli  sul  mercato   e
riduzione degli extracosti dei nuovi veicoli; 
  • una modifica dei consumi di diesel pari a circa il 15% del totale
trasporto pesante su strada al 2030 (poco al di  sopra  dell'  1%  al
2020); 
  • complessivamente il gas naturale e'  atteso  soddisfare  al  2030
oltre il 10% dei consumi totali di energia del settore  trasporti  in
Italia (vs 2% oggi). 
  In  termini  di  potenziale  massimo  a  regime,  il  GNL  potrebbe
soddisfare fino al 20%  della  domanda  italiana  di  energia  per  i
trasporti.  Un'infrastruttura  in  grado  di  supportare  il  massimo
potenziale di penetrazione del GNL nelle applicazioni  downstream  e'
fortemente "capital intensive", pertanto il suo sviluppo richiede  la
soddisfazione di 4 fattori abilitanti: 
  • un quadro regolatorio definito e favorevole; 
  • la disponibilita' di GNL in Italia; 
  • la convenienza relativa del GNL sulle alternative oil; 
  • disponibilita' di una gamma completa  di  veicoli  GNL  a  prezzi
competitivi. 
 
  7 ALTRI USI INDUSTRIALI 
 
  7.1  QUADRO  DELLA  DOMANDA  ENERGETICA  DEI  MERCATI  OFF-GRID   E
POTENZIALE DI PENETRAZIONE DEL GNL 
  Il GNL rappresenta un  nuovo  vettore  energetico  disponibile  per
rispondere alle esigenze energetiche delle utenze non raggiunte dalla
rete di distribuzione del gas  naturale.  Il  settore  dell'industria
risulta essere quello di maggiore attrattiva per il GNL;  l'industria
ha rappresentato in Italia,  nel  2014,  circa  il  23%  dei  consumi
energetici a fronte del 37%  coperto  dai  consumi  domestici  e  del
terziario ed il 32% del settore dei servizi e dei trasporti. 
  In questo paragrafo si forniscono indicazioni numeriche relative ai
consumi  di  energia  nei  settori   individuati   nell'introduzione,
specificando  le  possibilita'  di  penetrazione  del  GNL  anche  in
funzione di diversi scenari  di  approvvigionamento  ipotizzabili  in
futuro, proiettando le valutazioni a due scadenze temporali di  medio
e lungo termine.  E'  evidente,  in  queste  valutazioni,  il  valore
rappresentato  dalla  disponibilita'  di  prodotto   sul   territorio
nazionale  ed  e'  funzionale   alla   completezza   della   disamina
l'individuazione di massima della taglia e  della  localizzazione  di
siti specificamente  dedicati  allo  stoccaggio  ed  alla  successiva
distribuzione del GNL. 
  Considerata   l'attuale   capacita'   di   approvvigionamento,   la
penetrazione nel mercato domestico e nel terziario appare, in  questa
fase, poco attraente per il GNL nel caso di utenze di piccola e media
taglia. Il suo impiego in tale  settore  risulta  condizionato  dalle
esigenze fisiche del prodotto che ne limitano molto l'uso  in  utenze
che non hanno consumi continui nel tempo e, comunque, consistenti nei
volumi. 
  La penetrazione del  GNL  nel  mercato  domestico  potrebbe  essere
favorita nelle aree urbanizzate non collegate alla rete del metano. 
  Particolare situazione e' quella rappresentata dalla Sardegna dove,
anche a seguito del rinvio del progetto di metanizzazione  attraverso
il gasdotto dall'Algeria GALSI, le  caratteristiche  intrinseche  del
GNL potrebbero offrire una soluzione ambientalmente  meno  impattante
per le attivita' industriali che impiegano combustibili  non  gassosi
ed una opportunita' per differenziare le  fonti  energetiche  per  le
reti di distribuzione  del  gas  che  alimentano  grandi  agglomerati
urbani. 
  Il GNL potrebbe anche essere utilizzato per alimentare stazioni  di
servizio che non possono essere  allacciate  alla  rete  del  metano.
L'ampliamento del numero di stazioni di servizio che  erogano  metano
(L-CNG) in aree densamente urbanizzate  (es.  Roma,  Milano,  Napoli,
Torino) grazie alla  disponibilita'  di  GNL,  potrebbe  favorire  la
diffusione di autovetture con questa alimentazione,  unitamente  alla
conferma  degli  incentivi  gia'  previsti  a  livello  nazionale   e
regionale. Si stima  che  almeno  il  10%  delle  nuove  stazioni  di
servizio CNG che verranno realizzate nei prossimi anni in aree urbane
ed extraurbane potrebbe essere alimentato da auto-cisterna criogenica
anziche' da metanodotto, in modo da consentire  l'erogazione  di  GNL
allo stato liquido e/o gassoso. 
  Il mercato altri usi industriali (off-grid),  che  in  Italia  vale
oggi circa 8 Mtep, e' a sua volta suddiviso tra  combustibili  solidi
che rappresentano circa  il  50%  del  consumo  totale,  combustibili
liquidi  che  rappresentano  circa  il  40%  del  consumo  totale   e
combustibili  gassosi,  escluso  il  gas  naturale,  che  coprono  il
restante 10%. 
  I  vantaggi  ambientali  dell'impiego  dei   combustibili   gassosi
rispetto a quelli solidi e liquidi, uniti alle spinte delle politiche
comunitarie   verso   la   decarbonizzazione   dell'Europa    possono
rappresentare importanti driver per lo sviluppo dell'impiego  di  GNL
nelle utenze industriali. Lo sviluppo  delle  attivita'  nel  settore
dell'energia rappresenta un potenziale volano  di  ripresa  economica
che puo' muovere  ingenti  investimenti  e  consentire  di  costruire
futuri  risparmi  oltre  ad  essere,  in   generale,   portatore   di
innovazione e indotto. 
  In un orizzonte temporale di lungo termine  (2030)  prospettive  di
penetrazione  del  20%  del  GNL   nel   mercato   appena   descritto
rappresentano un obbiettivo realistico, il  cui  raggiungimento  deve
essere  supportato  da  soluzioni  concrete   per   la   nascita   di
infrastrutture logistiche capaci di rispondere in  modo  efficace  ed
economicamente sostenibile alle richieste  energetiche  del  settore.
Dalla distribuzione dei consumi  appare  evidente  la  necessita'  di
predisporre, anche per gli impieghi off-grid del GNL,  una  struttura
distributiva che assicuri una disponibilita'  omogenea  del  prodotto
sul nostro territorio con  infrastrutture  di  stoccaggio  capaci  di
soddisfare una richiesta che puo' essere quantificata, per le diverse
applicazioni offgrid, in circa 3,5 milioni di metri cubi di GNL. 
 
  7.2 PREVISIONI DI PENETRAZIONE DEL GNL OFF-GRID 
  Le previsioni di penetrazione del  GNL  nel  mercato  maturo  delle
utenze non collegate alla rete di distribuzione del gas  naturale  in
Italia pongono come obiettivo di consumi a lungo termine,  ovvero  al
2030, circa 1 milione di tonnellate  annue  di  GNL  consumati  dalle
utenze industriali, da 0,5 ad 1 milione di tonnellate consumati dalle
utenze della distribuzione di LCNG ad uso autotrazione, e  circa  0,3
milione di tonnellate consumate dalle  utenze  civili  off  grid.  Il
consumo totale ipotizzabile per le utenze non collegate alla rete  di
distribuzione del gas naturale si posiziona tra 1,8 e 2,3 milione  di
tonnellate di GNL. 
  La distribuzione dei consumi attuali fa prevedere,  per  i  consumi
industriali, una maggiore richiesta da parte delle regioni  del  nord
ovest e del sud, in particolare le due isole maggiori, tuttavia  tali
prospettive potrebbero essere modificate qualora,  sulla  scia  delle
politiche  comunitarie   volte   alla   riduzione   dell'inquinamento
atmosferico, fossero messe in atto  politiche  di  miglioramento  dei
parametri della qualita'  dell'aria  che  vedrebbero  nelle  naturali
caratteristiche del GNL  uno  strumento  importante  di  spinta  alla
riduzione dei maggiori inquinanti atmosferici. Per i consumi di L-CNG
essi potrebbero essere distribuiti in modo  abbastanza  omogeneo  sul
territorio  nazionale  qualora  le  infrastrutture  di  distribuzione
raggiungessero una adeguata capillarita' sulla  rete  autostradale  e
nei maggiori centri abitati. 
 
  8 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  In accordo  con  il  punto  (10)  delle  considerazioni  inziali  e
l'articolo  3,  comma  1  della  Direttiva,  laddove  la  continuita'
extraterritoriale dell'infrastruttura ovvero la realizzazione di  una
nuova infrastruttura in prossimita' di confini lo  richieda,  sarebbe
opportuno collaborare con gli Stati  Membri  limitrofi  coinvolti  al
fine di garantire la continuita' transfrontaliera dell'infrastruttura
per i combustibili alternativi. 
  Al  fine  di  valutare   la   necessita'   di   detta   continuita'
transfrontaliera, ai sensi dell'articolo 6, comm1, 2,  4  e  6  della
Direttiva, particolare attenzione potra'  essere  data  ai  punti  di
rifornimento lungo i collegamenti stradali transfrontalieri. 
  La valutazione della necessita'  e  delle  eventuali  modalita'  da
adottare    per    garantire    la    continuita'    transfrontaliera
dell'infrastruttura  cosi'  come  l'eventuale  sviluppo  di  progetti
pilota e/o progetti infrastrutturali potrebbe essere fatta tenendo in
considerazione, per quanto pratico ed applicabile, anche i  risultati
dei progetti europei di collaborazione transfrontaliera conclusi o in
itinere quali, a titolo d'esempio, quelli co-finanziati a valere  sui
bandi TEN-T ovvero CEF, una lista non esaustiva dei quali e'  fornita
nel seguito: 
 
Tabella 9: Iniziative UE per la sperimentazione e la  diffusione  del
                        GNL per il trasporto 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  9 DEFINIZIONI 
  Caricamento di navi bunker: caricamento di GNL su navi bunker che a
loro volta riforniscono navi alimentate  a  GNL  oppure  depositi  di
bunkeraggio 
  CNG ovvero Compressed Natural Gas: il Gas naturale compresso (sigla
GNC in italiano) e'  gas  naturale  compresso  ad  una  pressione  di
200-250 bar. E' utilizzato nelle vetture bi-fuel (benzina/ GNC) 
  Colonna  di  assorbimento:   per   assorbimento   si   intende   il
trasferimento delle componenti  componenti  di  una  miscela  gassosa
dalla loro fase  di  gas  verso  una  fase  liquida.L'apparecchiatura
chimica destinata allo svolgimento  dell'operazione  di  assorbimento
gas-liquido  e'  detta  colonna   di   assorbimento   (o   torre   di
assorbimento). 
  Gas di Boil-Off (BOG): e' il gas formatosi dalla  evaporazione  del
GNL 
  Impianto Peak Shaving: impianto destinato allo  stoccaggio  di  gas
(GNL) utilizzato per soddisfare il picco di domanda 
  Indice di Wobbe: e' il  principale  indice  dell'intercambiabilita'
del gas naturale a parita' di pressione. E' definito come il rapporto
fra il potere calorifico superiore  di  un  gas  (PCS)  e  la  radice
quadrata della sua densita' relativa rispetto alla densita' dell'aria
in condizioni standard (ρ). 
 
IW=PCS/√ρ 
 
  ISO container: attrezzatura specifica  del  trasporto  intermodale,
cioe' basato su piu' mezzi di trasporto (camion, navi  e  treni).  Il
container ISO (International Organization for Standardization) e'  un
container le cui misure sono state stabilite in  sede  internazionale
nel 1967 (Larghezza di 244 cm, altezza di 259 cm e lunghezze di 610 o
1220 cm). 
  L-GNC gas compresso ottenuto per rigassificazione da GNL 
  Parabordi, briccole e ganci a scocco:  Protezioni  in  PVC  per  le
barche, e' una struttura formata da due o piu' grossi pali  di  legno
legati tra di loro e posti in acqua, utilizzata per indicare  le  vie
d'acqua  e  collettore  di  alimentazione  (manifold):  condotta  che
trasporta  il  GNL  dalla  nave  all'impianto  pompe  criogeniche  di
rilancio: pompe che  mantengono  il  gas  condensato  e  lo  spingono
dall'impianto alla nave. 
  Potere Calorifico Superiore: e' la quantita' di calore che si rende
disponibile per  effetto  della  combustione  completa,  a  pressione
costante della massa unitaria del  combustibile,  quando  i  prodotti
della combustione  siano  riportati  alla  temperatura  iniziale  del
combustibile e del comburente. 
  Rail Loading: caricamento di vagoni-cisterna ferroviari con GNL 
  Re-loading: trasferimento di GNL dai serbatoi (presso il  terminale
di rigassificazione) in navi metaniere 
  Reach stachers: veicoli usati per la  movimentazione  di  container
intermodali 
  Roll-on/Roll-Off (anche detto Ro-Ro): termine inglese per  indicare
una nave traghetto vera e propria,  progettata  e  costruita  per  il
trasporto con modalita' imbarco e sbarco dei veicoli  gommati  (sulle
proprie ruote) e di carichi, disposti su pianali  o  in  contenitori,
caricati e scaricati per mezzo di veicoli dotati  di  ruote  in  modo
autonomo e senza ausilio di mezzi meccanici esterni. 
  Scrubber:   apparecchiatura   che   consente   di   abbattere    la
concentrazione  di  sostanze  presenti  in  una   corrente   gassosa,
solitamente polveri e microinquinanti acidi (anche contenenti zolfo). 
  SECA ovvero Sulphur Emission Control Area  sono  le  aree  del  Mar
Baltico, del Mare del Nord e del Canale  della  Manica,  identificate
dall'IMO come Aree a controllo delle emissioni di zolfo 
  Soffianti:  macchina  operatrice  termica   che   utilizza   lavoro
meccanico per imprimere energia di pressione ed energia  cinetica  al
gas naturale presente all'interno della nave 
  TEU ovvero unita' equivalente a venti  piedi  o  TEU  (acronimo  di
twenty-foot equivalent unit), e' la misura  standard  di  volume  nel
trasporto dei container ISO. 
  Le dimensioni esterne sono: 20 piedi (6,096 m)  di  lunghezza  x  8
piedi (2,4384 m) di larghezza x 8,5 piedi (2,5908 m) di  altezza.  Il
suo volume esterno e' di 38,51 mc, mentre la sua capacita' e'  di  33
mc. Il peso massimo del contenitore e' approssimativamente di  24.000
kg ma sottraendo la tara(o peso  a  vuoto),  il  carico  sulla  parte
interna puo' arrivare a 21.600 kg. 
  La  maggior  parte   dei   container   hanno   lunghezze   standard
rispettivamente di 20 e di 40 piedi: un container da 20 piedi (6,1 m)
corrisponde a 1 TEU, un container da 40 piedi (12,2 m) corrisponde  a
2 TEU. Per definire quest'ultima tipologia di container si usa  anche
l'acronimo FEU (forty-foot equivalent unit ovvero unita'  equivalente
a quaranta piedi). 
  Anche se l'altezza dei container puo' variare, questa non influenza
la misura del TEU. 
  Questa misura e' usata per determinare la capienza di una  nave  in
termini di numero di container, il numero di container movimentati in
un porto in un certo periodo di tempo,  e  puo'  essere  l'unita'  di
misura in base al quale si determina il costo di un trasporto. 
  Trans-shipment: trasferimento diretto di  GNL  da  una  nave  in  a
un'altra 
  Truck Loading: caricamento di GNL su autobotte/autocisterna 
 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
Sezione C: fornitura di gas naturale per il trasporto e per altri usi 
 
           Seconda sottosezione: fornitura di Gas Naturale 
              Compresso (GNC) per il trasporto stradale 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE 
  LISTA DELLE FIGURE 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  2.1 INQUADRAMENTO GENERALE 
  2.2 LA TECNOLOGIA ESISTENTE 
  3 LO SCENARIO ITALIANO 
  3.1 CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 
  3.2 IL MERCATO DEI VEICOLI ALIMENTATI A GNC 
  4 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  4.1 GLI SCENARI DI SVILUPPO 
  5 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
  6 MISURE DI SOSTEGNO 
  6.1 CRITICITA' OPERATIVE ESISTENTI 
  6.2 MISURE STRATEGICHE PER LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE GNC 
  6.2.1 Costanza di aliquote fiscali vigenti 
  6.2.2 Modifiche necessarie al quadro normativo  e  regolatorio  sul
gas naturale utilizzato come carburante 
  6.2.3 Incentivi  finanziari  e  non  finalizzati  a  promuovere  la
realizzazione di nuove infrastrutture 
  6.2.4 Revisione delle normative tecniche di sicurezza per  i  nuovi
PV a metano 
  6.2.5 Incentivi per promuovere  la  realizzazione  di  nuovi  PV  a
biometano 
  6.2.6  Superare  le  difficolta'   operative   per   garantire   il
rifornimento self-service 
  6.2.7 Uso degli appalti pubblici a sostegno dell'uso del GNC 
  6.2.8 Incentivi non finanziari finalizzati a promuovere e sostenere
la diffusione dei mezzi commerciali GNC 
  7 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1: Diffusione  veicoli  alimentati  a  Benzina  e  CNG  per
Regione - Anno 2015 
  Tabella 2: Punti vendita  a  metano  per  regione  e  rapporto  tra
veicoli a metano e punti vendita 
  Tabella 3: "Banca dati dei fattori di emissione medi del  trasporto
stradale in Italia:  ambito  di  riferimento:  urbano"  (2013,  Fonte
Ispra) 
  Tabella 4: "Banca dati dei fattori di emissione medi del  trasporto
stradale in Italia:  ambito  di  riferimento:  totale"  (2013,  Fonte
Ispra) 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
l'utilizzo del Gas Naturale Compresso (GNC) per trasporto stradale. 
 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
 
  2.1 INQUADRAMENTO GENERALE 
  Il Governo Italiano sta promuovendo, gia' da  alcuni  anni,  alcune
iniziative strategiche  finalizzate  alla  riduzione  del  costo  del
trasporto, sia in termini di costi operativi interni  sia  di  quelli
esterni. Data l'orografia del territorio,  le  caratteristiche  della
struttura  produttiva  e  distributiva  e   l'incidenza   del   costo
chilometrico del trasporto di materie prime e prodotti  nella  catena
del valore, il Paese ha necessita' di concretizzare  tali  strategie.
Il contributo che il Gas Naturale  Compresso  (GNC)  puo'  dare  alla
sostenibilita' delle attivita' di trasporto e' notevole,  in  ragione
della   maturita'   ormai   acquisita   delle   tecnologie   connesse
all'alimentazione a Gas Naturale. Alcune iniziative sono  state  gia'
assunte sia sul piano nazionale che su quello locale a supporto dello
sviluppo del mercato del GNC. 
 
  2.2 LA TECNOLOGIA ESISTENTE 
  La valorizzazione delle risorse nazionali di gas naturale  e  delle
tecnologie "automotive" per un sistema dei trasporti  sostenibile  e'
un'opportunita' di cui il Paese deve dotarsi per sostenere  la  Green
Economy, rendendo compatibile lo sviluppo economico  e  i  target  di
contenimento delle emissioni previsti dagli  accordi  internazionali.
Il comparto del trasporto industriale (trasporto  merci  e  trasporto
pubblico  di  passeggeri  mediante  autobus)   presenta   gia'   oggi
caratteristiche  di  organizzazione  logistica  e  di   esercizio   e
tecnologie mature per un utilizzo di carburanti alternativi  tali  da
poter essere il campo applicativo per  una  riconversione  energetica
finalizzata a generare vantaggi per il sistema nel suo complesso. 
  In  particolare,  la  tecnologia  basata  sull'utilizzo   del   Gas
Naturale,  sia  nella  configurazione  GNC  che  GNL  (Gas   Naturale
Liquefatto)  per  la  propulsione  dei  motori  adottati  sui   mezzi
commerciali pesanti ha avuto un processo  di  miglioramento  costante
negli ultimi anni, in termini di efficienza nei consumi, di autonomia
di abbattimento delle emissioni, di miglioramento degli  standard  di
sicurezza e dei tempi di rifornimento. 
  Nel settore dell'autotrasporto, il veicolo alimentato a GNC o  GNL,
a fronte di un costo d'investimento leggermente piu' elevato rispetto
all'analoga versione Diesel Euro VI, assicura costi di  gestione  con
valori significativamente piu' bassi. Cio' consente  un  ammortamento
dell'investimento piu' rapido: a seconda  del  mercato,  infatti,  il
costo di esercizio di un veicolo commerciale a metano e' tra il 20  e
il 40 per cento inferiore rispetto a quello di un veicolo commerciale
Diesel. L'opzione del GNC  per  il  trasporto  industriale  e'  molto
efficiente anche dal punto di vista dei costi  esterni,  grazie  agli
impatti contenuti  sull'ambiente.  Il  gas  naturale  e'  infatti  il
carburante  piu'  pulito  attualmente  disponibile  nel  settore  dei
trasporti di media e lunga percorrenza, assicurando una riduzione del
10-15% di CO2  rispetto  alle  alimentazioni  tradizionali  che  puo'
crescere ulteriormente nel caso di utilizzo esclusivo del  bio-metano
prodotto a partire da frazione organica  dei  rifiuti  solidi  urbani
(FORSU) e residui. 
 
  3 LO SCENARIO ITALIANO 
  L'attivita'  di  distribuzione  del  metano  come   carburante   e'
assoggettata alla stessa disciplina applicabile alla distribuzione di
prodotti petroliferi tradizionali ed e' stata definita, dalla  legge,
come  un   pubblico   servizio.   Nel   caso   di   rete   ordinaria,
l'autorizzazione amministrativa per l'erogazione del servizio,  viene
rilasciata dal  Comune  competente  per  territorio  mentre,  per  il
servizio autostradale la concessione viene rilasciata dalle Regioni. 
  Al metano utilizzato per autotrazione, la legge ha riconosciuto  la
caratteristica merceologica di carburante, equiparandone la  relativa
disciplina a quella dei prodotti petroliferi  tradizionali,  sia  per
quanto riguarda l'accesso al mercato  sia  per  quanto  attiene  alle
modalita' di distribuzione (consentendo, ad es. il self-service). 
 
  3.1 CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 
  Un quadro normativo chiaro e stabile e' di fondamentale  importanza
per garantire un armonico e pieno sviluppo del settore  del  GNC  nei
suoi diversi  impieghi  e  per  il  sostegno  alla  realizzazione  di
un'adeguata infrastruttura per questo carburante ecologico. 
  I. Il sistema di distribuzione dei carburanti e' stato  oggetto  di
una profonda riforma operata, in attuazione della legge 59 del 1997 -
c.d. legge Bassanini  -  con  il  D.Lgs.  11  febbraio  1998,  n.  32
(Razionalizzazione del  sistema  di  distribuzione  dei  carburanti),
successivamente modificato in piu' punti dal D.Lgs. 8 settembre 1999,
n. 346 e dal Decreto Legge 383/99, ai quali ha fatto  seguito  l'art.
19 della legge 57/2001 che  ha  prescritto  l'adozione  di  un  Piano
nazionale, emanato con DM 31 ottobre 2001, con il quale alle  Regioni
e' stata riconosciuta  una  importante  funzione  programmatoria.  Il
D.Lgs. 32/98,  che  ha  ridisciplinato  interamente  la  materia  del
sistema di distribuzione dei  carburanti  sulla  rete  di  viabilita'
ordinaria, rappresenta il punto  di  partenza  e  la  base  normativa
essenziale del processo di riforma del settore. Il successivo  D.Lgs.
346/99 di modifica del decreto n.  32/98  ha  rivisto  la  tempistica
precedentemente stabilita, fissando termini  piu'  stringenti  per  i
Comuni, prevedendo poteri sostitutivi da parte delle Regioni in  caso
di inadempienza. Ulteriori elementi di liberalizzazione  sono  stati,
poi, introdotti dal DL 383/99, convertito dalla legge 496/99. Infine,
l'articolo 19 della  legge  n.  57/01  (Disposizioni  in  materia  di
apertura e regolazione dei mercati) ha previsto l'adozione  da  parte
del  Ministro  dell'industria,  del  commercio   e   dell'artigianato
d'intesa  con  la  Conferenza  unificata,  di  un   Piano   nazionale
contenente  le  linee  guida  per  l'ammodernamento  del  sistema  di
distribuzione dei carburanti in coerenza con il quale le Regioni sono
state chiamate a provvedere alla redazione di piani  regionali  sulla
base di precisi indirizzi. 
  II. L'art. 83-bis del Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112  recante
"Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la  semplificazione,
la competitivita', la stabilizzazione della  finanza  pubblica  e  la
perequazione Tributaria", convertito in legge n. 133/2008, ha dettato
disposizioni volte a liberalizzare l'attivita' di  distribuzione  dei
carburanti, al fine di fornire risposte  ai  rilievi  avanzati  dalla
Commissione europea in materia,  riguardanti  vincoli  con  finalita'
commerciali.  Come   noto,   la   norma   vieta   la   subordinazione
dell'attivita' di installazione e  di  esercizio  degli  impianti  di
distribuzione di carburanti alla chiusura di impianti esistenti e  al
rispetto di vincoli relativi a  contingentamenti  numerici,  distanza
minima tra impianti e tra impianti ed  esercizi  o  superfici  minime
commerciali, o  concernenti  limitazioni  od  obblighi  relativamente
all'offerta di attivita' e servizi integrativi nello stesso  impianto
o nella medesima area. La norma  mantiene  l'obbligo  della  presenza
contestuale di piu' tipologie di carburanti  nell'apertura  di  nuovi
distributori (metano per autotrazione, Gpl o idrogeno). Si tratta  di
disposizioni recepite dalle Regioni con specifici provvedimenti. 
  III.  Si  e'  provveduto,  altresi',  a  riconoscere  il  ruolo  di
programmazione delle Regioni nella promozione del miglioramento della
rete distributiva e nella diffusione di  carburanti  eco-compatibili,
secondo criteri di efficienza, adeguatezza e  qualita'  del  servizio
reso  ai  cittadini,  promozione  attuata  da  alcune  Regioni   (es.
Lombardia, Piemonte,  Emilia  Romagna)  con  apposite  programmazioni
mirate che prevedono l'obbligo di erogare carburanti a basso  impatto
in tutti i nuovi impianti. Ad oggi, tuttavia, non  tutte  le  Regioni
hanno elaborato questi documenti di programmazione  per  lo  sviluppo
del metano generando delle asimmetrie di mercato tra aree geografiche
dello stesso territorio nazionale. 
  IV. Il  D.Lgs  28/2011  recepisce  la  direttiva  2009/28/CE  sulla
promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, ricompresa nel
pacchetto legislativo sull'energia e sul cambiamento  climatico,  che
inscrive  in  un  quadro  legislativo  gli  obiettivi  comunitari  di
riduzione delle  emissioni  di  gas  a  effetto  serra.  Tali  misure
incoraggiano l'efficienza energetica, il consumo di energia da  fonti
rinnovabili e il miglioramento dell'approvvigionamento di energia. In
particolare, la direttiva mira ad istituire un quadro comune  per  la
promozione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili e, per ciascuno
Stato membro, fissa un obiettivo per la quota  di  energia  da  fonti
rinnovabili sul consumo finale lordo di energia  entro  il  2020.  In
particolare, l'articolo 8 del citato  decreto  legislativo,  mira  ad
incentivare l'utilizzo del biometano nei  trasporti  demandando  alle
Regioni la semplificazione del procedimento  di  autorizzazione  alla
realizzazione  di  nuovi  impianti  di  distribuzione  di  metano   e
dichiarando di pubblica utilita'  la  realizzazione  di  impianti  di
distribuzione di  metano  e  le  condotte  di  allacciamento  che  li
collegano alla rete esistente dei metanodotti. 
  V. Il Decreto-Legge n.  1  del  2012  (convertito  nella  Legge  n.
27/2012)  recante  "Disposizioni  urgenti  per  la  concorrenza,   lo
sviluppo delle infrastrutture e la competitivita'", all'articolo  17,
reca misure in  tema  di  liberalizzazione  nella  distribuzione  dei
carburanti.  Nello  specifico,  il  comma  8  attribuisce   al   MISE
l'individuazione dei principi generali  per  l'attuazione  dei  piani
regionali di sviluppo della rete degli impianti di distribuzione  del
metano  che  debbono  essere  orientati  alla  semplificazione  delle
procedure autorizzative per la realizzazione  di  nuovi  impianti  di
distribuzione e per l'adeguamento dei piani  esistenti.  Il  comma  9
dispone, invece, in merito alla promozione, produzione e utilizzo del
biometano attraverso  procedure  e  percorsi  di  semplificazione  da
inserire nei piani regionali  di  talune  realta'  geografiche  nelle
quali, ad oggi, manca una rete distributiva per il  metano.  In  tali
contesti  i  piani  regionali  debbono  prevedere  per  i  Comuni  la
possibilita' di autorizzare con iter semplificato la realizzazione di
impianti di distribuzione e di rifornimento di biometano anche presso
gli impianti di  produzione  di  biogas,  purche'  sia  garantita  la
qualita' del biometano. Va segnalato  che  tale  principio  e'  stato
richiamato nell'articolo  11  della  L.R.  n.  8/2013  della  Regione
Campania, in cui, tra  i  diversi  aspetti,  si  prevede  l'avvio  di
programmi per lo sviluppo della filiera del metano liquido. 
  Il comma 10 attribuisce al Ministero dell'Interno, di concerto  con
il MISE, la possibilita'  di  individuare  criteri  e  modalita'  per
l'erogazione self-service negli impianti di distribuzione del  metano
e del GPL e presso gli impianti di compressione domestici di  metano,
nonche' l'erogazione contemporanea di carburanti  liquidi  e  gassosi
(metano e GPL) negli impianti  di  rifornimento  multiprodotto.  Tali
criteri, enucleati nel D.M. 31 marzo 2014, prevedono la possibilita',
previo  adeguamento  degli  impianti  di  distribuzione  alle   nuove
disposizioni, di effettuare il rifornimento di GPL  o  di  metano  in
modalita' self-service, sia durante gli orari di  apertura  (impianto
presidiato) che presso impianti non  presidiati.  In  questa  seconda
fattispecie, tuttavia, intervengono  alcuni  vincoli  stringenti:  a)
l'impianto deve essere dotato di un sistema di videosorveglianza  con
registrazione; b) l'utente che effettua il rifornimento  deve  essere
stato  preventivamente  autorizzato  mediante  l'attivazione  di  una
apposita "scheda a riconoscimento elettronico" (nominativa  e  legata
al veicolo) che sara' rilasciata  dal  gestore  previa  verifica  dei
requisiti  tecnici  del  veicolo  e  dell'impianto  installato  sullo
stesso. Inoltre l'utente  deve  ricevere  adeguata  istruzione  sulle
modalita'   di   effettuazione   del   rifornimento   in    modalita'
self-service, comprensiva di una dimostrazione pratica e del rilascio
di un opuscolo informativo. Il comma 11 prevede l'adozione di  misure
finalizzate  all'inserimento  (previsione)  nei  codici  di  rete  di
modalita' di accelerazione  dei  tempi  di  allacciamento  dei  nuovi
impianti di distribuzione di metano e per la riduzione  delle  penali
da parte dell'AEEGSI nei casi di superamento di  capacita'  impegnata
previste per gli stessi impianti. 
  VI. Al fine dello sviluppo della rete di distribuzione del  metano,
assume particolare rilievo la norma contenuta  nel  DDL  Concorrenza,
ancora all'esame parlamentare,  che  all'articolo  35,  ribadisce  la
necessita'/obbligatorieta'  di  sviluppare  la  rete  nazionale   dei
carburanti alternativi assicurando la presenza  contestuale  di  piu'
tipologie  di  carburanti  nei  nuovi   impianti   di   distribuzione
(carburanti  alternativi),  salvo   che   non   vi   siano   ostacoli
tecnico-economici per  l'installazione  e  l'esercizio  degli  stessi
(spetta al MISE, sentite, tra gli altri, anche l'AGCM e la Conferenza
Stato Regioni,  l'individuazione  di  questi  ostacoli  tecnici/oneri
economici eccessivi  e  sproporzionati,  tenendo  anche  conto  delle
esigenze di sviluppo del  mercato  dei  combustibili  alternativi  ai
sensi  della  Direttiva  2014/94  UE  del  22  ottobre   2014   sulla
realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi). 
 
  3.2 IL MERCATO DEI VEICOLI ALIMENTATI A GNC 
  Nel 2014 l'immatricolato a metano ha superato quota  72.000  unita'
con una crescita  di  oltre  il  6%  rispetto  al  2013  e  le  nuove
immatricolazioni di modelli a metano hanno superato il 5% del mercato
globale. Il parco nazionale di veicoli a gas naturale  (NGV)  a  fine
2015 si prevede superi le 900.000 di unita'. 
  Le Case Costruttrici offrono a listino una  ventina  di  modelli  a
metano. Nuovi modelli a GNC potrebbero offrire maggiori sbocchi su un
mercato dell'auto a benzina e gasolio. Ma la progettazione  di  nuovi
modelli, e la realizzazione di  nuove  linee  di  montaggio  comporta
investimenti, che i costruttori potrebbero fare  piu'  volentieri  in
presenza di un quadro normativo ed incentivante definito e stabile. 
  La trasformazione di un veicolo a benzina Euro 1, Euro 2, o Euro 3,
in uno a GNC, con un costo di circa 2.000 €, consente ancora oggi  di
ottenere un veicolo piu' rispettoso dell'ambiente, e  piu'  economico
nei costi del carburante. 
  I veicoli alimentati a GNC circolanti in 7 regioni Italiane (Emilia
Romagna,  Marche,  Veneto,  Toscana,  Lombardia,  Puglia,   Campania)
rappresentano oltre l'81% dell'intero parco nazionale  di  veicoli  a
gas naturale. Tutte queste regioni fanno parte  delle  direttrici  di
traffico citate dalla linea guida TEN-T. 
  E' interessante anche notare la distribuzione dei  NGV  all'interno
delle Regioni: nelle  citta'  di  Torino,  Roma,  Napoli  e  Bari  si
concentrano piu' del 50 % dei veicoli della Regione. 
  Per una panoramica  complessiva  dell'andamento  dell'immatricolato
sul piano regionale nel decennio 2005-2015 si  rimanda  alla  tabella
seguente dove nella colonna "Bz-metano"  si  riportano  i  veicoli  a
doppia alimentazione benzina e metano. 
 
Tabella 1: Diffusione veicoli alimentati a Benzina e CNG per  Regione
                             - Anno 2015 
 
 
=====================================================================
|                      |  Bz-Metano   |    Totale     |  Bz-Metano  |
+======================+==============+===============+=============+
|ABRUZZO               |        22.347|        847.233|          2,6|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|BASILICATA            |         4.654|        357.465|          1,3|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|CALABRIA              |         4.242|      1.215.172|          0,3|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|CAMPANIA              |        63.492|      3.335.372|          1,9|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|EMILIA-ROMAGNA        |       204.919|      2.754.792|          7,4|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|FRIULI-VENEZIA GIULIA |         2.824|        769.583|          0,4|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|LAZIO                 |        28.715|      3.707.456|          0,8|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|LIGURIA               |         8.635|        829.292|          1,0|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|LOMBARDIA             |        64.812|      5.879.632|          1,1|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|MARCHE                |       114.734|        993.976|         11,5|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|MOLISE                |         4.879|        202.873|          2,4|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|PIEMONTE              |        34.521|      2.833.499|          1,2|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|PUGLIA                |        50.649|      2.247.602|          2,3|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|SARDEGNA              |           423|      1.005.914|          0,0|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|SICILIA               |        14.613|      3.146.197|          0,5|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|TOSCANA               |        81.240|      2.378.924|          3,4|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|TRENTINO-ALTO ADIGE   |         5.829|        814.026|          0,7|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|UMBRIA                |        33.660|        613.739|          5,5|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|VALLE D'AOSTA         |           582|        147.147|          0,4|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|VENETO                |        87.842|      2.983.814|          2,9|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|NON IDENTIFICATI      |            56|         17.045|          0,3|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
|TOTALE                |       833.668|     37.080.753|          2,2|
+----------------------+--------------+---------------+-------------+
 
 
  Tuttavia, a fronte di un avanzamento ormai maturo della  tecnologia
GNC per autotrazione, va considerata come fondamentale la  criticita'
rappresentata dalla scarsa omogeneita' e capillarita' sul  territorio
della rete delle infrastrutture di  distribuzione  al  dettaglio  del
GNC, che di fatto non consente una diffusione adeguata delle gamme di
ultima generazione. Intercorre, infatti, una stretta correlazione tra
numero di registrazioni di veicoli a metano e numero di  stazioni  di
rifornimento. 
  Basti evidenziare che l'Italia e la Germania, che insieme detengono
i 2/3 delle reti di erogazione GNC in Europa,  costituiscono  il  70%
circa del mercato totale dei veicoli industriali GNC in Europa. 
  Il riferimento normativo di contesto su  cui  sviluppare  un  piano
economico finalizzato a diffondere in modo significativo le  stazioni
GNC-GNL e' rappresentato dalla Direttiva 2014/94/UE che,  sulla  base
degli studi accompagnatori elaborati dalla Commissione, comporterebbe
un impiego programmato di risorse private e  pubbliche  relativamente
contenuto, stimato in 58 milioni di Euro. 
  La prospettiva di rendere disponibile il Gas Naturale anche in aree
geografiche  non  servite  dalla  rete  infrastrutturale   esistente,
consentirebbe l'impiego diretto e integrato del GNC  e  del  GNL  nel
settore del trasporto  industriale  come  carburante  alternativo  al
Diesel per il trasporto urbano e  regionale  (per  il  quale  risulta
preferibile il GNC) e per quello a piu' lunga distanza (per il  quale
risulta preferibile il GNL). 
  In  tale  ottica  si  puo'  ben  inquadrare  anche  l'utilizzo  del
biometano che potrebbe avere un notevole ruolo in quelle aree  rurali
ove la rete del gas naturale  e'  a  distanze  tali  da  rendere  non
economico l'investimento relativo alla connessione alle reti stesse o
anche l'immissione in rete tramite carro bombolaio. 
 
  4 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  La rete Italiana e' formata da 1086 stazioni  di  rifornimento  GNC
(stima 2015) di cui 40 in Autostrada. Il rapporto veicoli/stazioni di
servizio, a fine 2014, e' mediamente di 800 veicoli per ogni stazione
GNC  nettamente  inferiore  all'analogo  rapporto  per  i  carburanti
tradizionali (benzina e gasolio)  che  si  attesta  intorno  a  1.700
veicoli per stazione di servizio. E' da considerare che, al contrario
delle stazioni di servizio tradizionali, le stazioni del metano hanno
solitamente un solo erogatore e cio', insieme  al  tempo  piu'  lungo
necessario al rifornimento, puo' comportare tempi  di  attesa  lunghi
per gli automobilisti. La rete e' sostanzialmente  gia'  conforme  ai
requisiti minimi di riferimento per la Direttiva DAFI (150 km tra due
Stazioni di Servizio metano), salvo che nella Regione Sardegna, nella
quale mancano  del  tutto  distributori  di  carburante  GNC  per  la
mancanza   di   metanodotti   e    la    attuale    difficolta'    di
approvvigionamento di  metano  in  forma  liquida.  In  due  regioni,
Calabria e Sicilia, ci sono aree molto limitate del  territorio  dove
il requisito minimo non e'  pienamente  soddisfatto.  Attualmente  la
rete, come si vede in tabella 2, aumenta significativamente  i  punti
vendita (PV) ogni anno (circa 50 PV/anno). La quasi totalita' dei  PV
e' alimentata dal metanodotto, una piccolissima parte delle  stazioni
e' alimentata con carro bombolaio. Si tratta solitamente di  stazioni
vecchie e con distanza non superiore ai 50 Km dalla "stazione  madre"
da cui si rifornisce di metano. Per la  realizzazione  di  una  nuova
stazione GNC, alcuni vincoli  tecnici  importanti  risultano  essere,
quindi, la distanza  dal  metanodotto  (meno  di  1000  metri)  e  la
pressione di allaccio (inferiore a  3  bar).  Tuttavia,  ove  risulta
impossibile la realizzazione dell'impianto di distribuzione di metano
tradizionale  e'   possibile   ricorrere   a   soluzioni   innovative
rappresentate dal GNL (Gas  Naturale  Liquefatto)  e  dal  biometano.
Queste soluzioni innovative hanno costi di realizzazione  impianto  e
di logistica del carburante decisamente superiori a  quelli  relativi
all'infrastruttura  GNC  tradizionale  e  pertanto   necessitano   di
incentivi per la loro diffusione. 
  Per favorire un piano di sviluppo delle  infrastrutture  che  parta
dalle aree urbane come prevede  la  direttiva  DAFI  occorre  puntare
sulle soluzioni tecnologiche  in  grado  di  generare  nell'immediato
benefici sia per l'ambiente che per i costi operativi degli utenti. 
 
Tabella 2: Punti vendita a metano per regione e rapporto tra  veicoli
                      a metano e punti vendita 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  4.1 GLI SCENARI DI SVILUPPO 
  Negli ultimi anni, i veicoli metano  (compreso  retrofit)  crescono
mediamente di 85.000 unita' mentre le stazioni di  servizio  crescono
di poco piu' di 50 unita'. 
  Tendenzialmente quindi si avrebbe la seguente situazione al 2020: 
    

=====================================================================
|           |             |  % METANO   |PUNTI VENDITA|   VEICOLI/  |
| SCENARIO  | AUTO METANO |  SU PARCO   |   METANO    | PUNTI VEN-  |
|TENDENZIALE|    2020     |   TOTALE    |    2020     | DITA METANO |
+===========+=============+=============+=============+=============+
|Italia     |    1.350.000|     3,6     |    1.350    |    1.000    |
+-----------+-------------+-------------+-------------+-------------+

    
  Mentre al 2025 si avrebbe la seguente situazione: 
    

=====================================================================
|           |             |  % METANO   | PUNTI VEN-  |   VEICOLI/  |
| SCENARIO  | AUTO METANO |  SU PARCO   | DITA METANO | PUNTI VEN-  |
|TENDENZIALE|    2025     |   TOTALE    |    2025     | DITA METANO |
+===========+=============+=============+=============+=============+
|Italia     |    1.800.000|     4,8     |    1.600    |   1.1215    |
+-----------+-------------+-------------+-------------+-------------+

    
  Uno  scenario  di   sviluppo   ragionevole,   che   preveda   costi
proporzionati rispetto ai benefici  inclusi  quelli  per  l'ambiente,
dovrebbe prevedere: 
  • al 2020 un numero adeguato di punti di  rifornimento  accessibili
al pubblico  negli  agglomerati  urbani/suburbani  e  in  altre  zone
densamente popolate in modo da garantire la circolazione dei  veicoli
alimentati a metano; 
  • al 2025 una percentuale del 6% di auto metano rispetto al  totale
circolante con un  rapporto  di  1.200  tra  veicoli  e  stazioni  di
servizio (modello Marche ed Emilia Romagna). 
    

=====================================================================
| SCENARIO|            | MEDIA NUOVI  |  PUNTI VEN-  | NUOVI PUNTI  |
|  OBIET- |  AUTO ME-  |   VEICOLI/   | DITA METANO  | VENDITA ME-  |
|  TIVO   | TANO 2025  |     ANNO     |     2025     |  TANO/ANNO   |
+=========+============+==============+==============+==============+
|Italia   |   2.300.000|   130.000    |    1.900     |      79      |
+---------+------------+--------------+--------------+--------------+

    
  E'  perfettamente  coerente  con  la  direttiva  DAFI  avviare   il
programma di sviluppo dagli agglomerati urbani dove e'  maggiore  sia
il  numero  di  veicoli  circolanti  che  il  problema  di   qualita'
dell'aria. A titolo di esempio si riportano i  target  attesi  per  5
delle province Italiane con il maggior parco circolante per le  quali
si ipotizza un parco metano pari al 3,5% del totale circolante e  una
stazione di servizio ogni 1.200 veicoli: 
    

=====================================================================
|         |   PARCO   |   AUTO   |          |PUNTI VEN- |           |
|         |   CIRCO-  |  METANO  |          | DITA ME-  |PUNTI VEN- |
|         |   LANTE   |  TARGET  | AUTO ME- | TANO TAR- | DITA ME-  |
|PROVINCIA|   2014    |   2020   |TANO 2014 | GET 2020  | TANO 2014 |
+=========+===========+==========+==========+===========+===========+
|Roma     |  2.678.107|    93.734|    17.696|         78|         31|
+---------+-----------+----------+----------+-----------+-----------+
|Milano   |  1.755.983|    61.459|    14.648|         51|         31|
+---------+-----------+----------+----------+-----------+-----------+
|Napoli   |  1.717.338|    60.107|    28.973|         50|         26|
+---------+-----------+----------+----------+-----------+-----------+
|Catania  |    755.947|    26.458|     6.116|         22|          8|
+---------+-----------+----------+----------+-----------+-----------+
|Palermo  |    724.929|    25.373|     3.045|         21|          4|
+---------+-----------+----------+----------+-----------+-----------+

    
  Traguardare l'obiettivo del 6% del parco  circolante  a  metano  al
2025 sarebbe coerente con gli scenari  di  graduale  riduzione  della
dipendenza  del  trasporto  stradale  dai  carburanti  derivati   dal
petrolio con conseguente riduzione delle emissioni di CO2  oltre  che
dei principali  inquinanti  atmosferici.  Questi  obiettivi  appaiono
ambiziosi e legati da diversi fattori esterni, ma e' molto importante
utilizzare  tutte  le  leve  descritte  per  avvicinare  quanto  piu'
possibile il target, tenendo conto che si tratta di  un  comparto  in
cui lo sviluppo dell'offerta puo' generare un notevole effetto-traino
per la domanda. 
 
  5 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
  Come gia' anticipato, il gas naturale e' il carburante piu'  pulito
attualmente disponibile nel settore dei trasporti di  media  e  lunga
percorrenza, assicurando una riduzione del  10-15%  di  CO2  rispetto
alle alimentazioni tradizionali che puo' crescere  ulteriormente  nel
caso di utilizzo esclusivo del bio-metano prodotto a partire da FORSU
e residui. Questo significa che,  in  termini  di  emissioni  di  gas
serra, i veicoli GNC possono essere considerati "puliti" come  quelli
a trazione  elettrica,  su  base  "well-to-wheel"  (ossia  dal  punto
d'estrazione a quello di utilizzo)  se  si  considera  il  potenziale
contributo del bio-metano. 
  In termini di inquinanti locali, le tabelle seguenti, relative alle
emissioni rilasciate dagli  autoveicoli,  rispettivamente  in  ambito
urbano e totale, mostrano come si riscontrano riduzioni di  emissioni
sia in termini di  PM  che  di  NOx,  la  cui  entita'  e'  rilevante
soprattutto rispetto al diesel. 
 
Tabella 3: "Banca dati dei fattori di emissione  medi  del  trasporto
stradale in Italia:  ambito  di  riferimento:  urbano"  (2013,  Fonte
                               Ispra) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 4: "Banca dati dei fattori di emissione  medi  del  trasporto
stradale in Italia:  ambito  di  riferimento:  totale"  (2013,  Fonte
                               Ispra) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Sui veicoli GNC, inoltre, rumore e  vibrazioni  sono  ridotte  alla
meta' rispetto ai veicoli ad alimentazione tradizionale. 
  Di recente, sono entrate  in  vigore  alcune  misure  promosse  dal
Ministero  delle  Infrastrutture  e  Trasporti  che  hanno  il   fine
specifico  di  agevolare  il  ricambio  del  parco  circolante  degli
automezzi che svolgono attivita'  di  autotrasporto  in  conto  terzi
mediante l'acquisto di veicoli commerciali alimentati sia a GNC che a
GNL. 
  Risulta ormai matura la consapevolezza che  la  tecnologia  GNC  (e
GNL) possa essere un importante pilastro per  la  sostenibilita'  del
sistema dei trasporti. 
 
  6 MISURE DI SOSTEGNO 
 
  6.1 CRITICITA' OPERATIVE ESISTENTI 
  L'obiettivo primario di  avere  una  crescita  equilibrata  tra  la
domanda di veicoli GNC e l'offerta delle infrastrutture di erogazione
del  GNC,  viene  perseguita  promuovendo  linee  di  attuazione  per
l'adeguamento delle infrastrutture di distribuzione che  incidano  in
misura minima sulla spesa pubblica e creino le  opportune  condizioni
per una efficace diffusione delle tecnologie gia'  oggi  disponibili.
Ad oggi le misure esistenti in tale direzione sono limitatissime. 
  L'individuazione di misure strategiche a favore del GNC rappresenta
l'occasione per definire una cornice di programmazione  in  grado  di
favorire questo obiettivo strategico. 
  Le principali criticita' operative alla diffusione del GNC-GNL  per
autotrazione sono: 
  • scarsa informazione degli utenti sui  vantaggi  operativi  (Total
Cost Ownership) ed ambientali e conseguente difficolta' a raggiungere
la  massa  critica   d'utenza   per   garantire   la   sostenibilita'
dell'investimento su impianti e conseguentemente sui mezzi; 
  • distanza eccessiva dal metanodotto o bassa pressione di  allaccio
che rendono impossibile la  realizzazione  della  infrastruttura  GNC
tradizionale; 
  •  alti  costi  di  realizzazione  dell'impianto  di  distribuzione
rispetto ai costi degli impianti per carburanti tradizionali; 
  • vincoli urbanistici  e  di  distanze  di  sicurezza  che  rendono
impossibile la realizzazione di impianti GNL in aree urbane; 
  •  limitazioni  sulla  logistica  e  alti  costi   prodottivi   che
ostacolano la realizzazione di impianti alimentati da biometano; 
  • scarsa  capillarita',  standardizzazione  ed  omologazione  degli
impianti a livello UE; 
  •  percezione  non  corretta  degli  standard  di  affidabilita'  e
sicurezza di impianti e mezzi, inclusi i limiti in vigore in  materia
di Accordo europeo per il trasporto di  merci  pericolose  su  strada
(ADR); 
  • prolungata tempistica realizzativa  per  gli  impianti,  a  causa
delle numerose autorizzazioni e passaggi  procedurali  e  burocratici
richiesti dalla normativa nazionale; 
  • scarsita' di un  mercato  dell'usato  sufficientemente  maturo  e
diffuso. 
 
  6.2 MISURE STRATEGICHE PER LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE GNC 
  Come  indicazione  generale,  si  evidenzia  l'importanza  di  dare
priorita' di intervento alle aree urbane e alle Regioni ove  la  rete
infrastrutturale risulta essere piu' carente. 
  Al fine di affrontare e  superare  tali  criticita'  operative  per
l'impiego su larga scala della tecnologia GNC, si elencano i seguenti
punti chiave da tenere in considerazione. 
  6.2.1 Costanza di aliquote fiscali vigenti 
  Al fine di consolidare lo sviluppo del mercato del GNC (e garantire
l'avvio anche del mercato del  GNL),  particolare  attenzione  dovra'
essere data al mantenimento dell'attuale rapporto  competitivo  della
fiscalita' applicata al gas naturale rispetto agli altri  carburanti,
continuando quindi a garantire una certa  convenienza  economica  del
gas naturale in virtu' dei  suoi  benefici  ambientali.  Infatti,  le
esperienze degli altri Paesi dimostrano  che  la  competitivita'  del
mercato del gas naturale nei trasporti, quando non deriva, come negli
USA, dal differenziale  di  prezzo  tra  commodities,  e'  assicurata
attraverso incentivi pubblici, come la leva  fiscale.  In  Europa  il
prezzo alla pompa del gas naturale risulta  vantaggioso  rispetto  al
diesel per effetto di un regime di accisa favorevole; grazie a questo
differenziale di prezzo, l'extra-costo iniziale  legato  all'acquisto
di una macchina a metano si puo' ripagare in pochissimi  anni,  anche
grazie a motori ormai in grado di garantire un'efficienza  analoga  a
quelli tradizionali. E' dunque raccomandabile, sia a livello  europeo
che nazionale, un trattamento  fiscale  che  mantenga  nel  tempo  la
sostenibilita'   economica   del   gas   naturale   come   carburante
alternativo. 
  6.2.2 Modifiche necessarie al quadro normativo  e  regolatorio  sul
gas naturale utilizzato come carburante 
  Sono  necessarie  alcune  modifiche  del   quadro   regolatorio   e
tariffario in materia, in particolare, di trasporto  e  distribuzione
del gas naturale per autotrazione. Sono da affrontare, fra gli altri,
i seguenti punti per adattare il contesto  regolatorio  e  tariffario
del settore gas alle particolarita' dell'utilizzo come carburante per
autotrazione: 
  • modifiche  al  conferimento  della  capacita'  di  trasporto  con
introduzione di idonea flessibilita' nell'utilizzo della capacita' di
trasporto; 
  •  modifiche  tese  alla  riduzione  delle  penali  per  supero  di
capacita' impegnata sulle reti di trasporto del gas  naturale  ed  in
misura ancora maggiore per le reti di distribuzione del gas naturale. 
  Altro aspetto critico da superare per lo sviluppo del mercato  sono
le procedure di allaccio ai metanodotti. Le principali  problematiche
riguardano i lunghi tempi necessari alla realizzazione del  PV  quali
le autorizzazioni e le realizzazioni delle infrastrutture di rete del
gas e dell'elettricita' a servizio del PV. Appare necessario che  per
gli impianti di distribuzione di metano per autotrazione, le relative
condotte di allacciamento che li collegano alle  esistenti  reti  del
gas naturale siano dichiarate di pubblica utilita' e che  abbiano  un
carattere di indifferibilita' e di urgenza.  A  tal  fine  i  gestori
delle reti di trasporto e di distribuzione di gas e  di  elettricita'
dovranno attribuire carattere di priorita' alla  realizzazione  degli
allacciamenti alle proprie reti degli impianti  di  distribuzione  di
metano autotrazione rispetto  ad  altri  allacciamenti  di  attivita'
commerciali e industriali della stessa area geografica. 
  6.2.3 Incentivi  finanziari  e  non  finalizzati  a  promuovere  la
realizzazione di nuove infrastrutture 
  Realizzare un nuovo impianto di distribuzione metano in  aree  dove
non e' presente un adeguato parco veicolare  rappresenta  un  rischio
imprenditoriale notevole,  questa  problematica  e'  ancora  di  piu'
accentuata nell'attuale contesto economico del Paese che comporta una
generica riduzione degli investimenti di ogni genere.  La  previsione
di possibili eventuali incentivi, che  aiuti  l'investimento  per  la
realizzazione delle infrastrutture  in  aree  a  bassa  attrattivita'
agevolerebbe il  conseguimento  dell'obiettivo  di  un'infrastruttura
minima prevista in ambito europeo. 
  Come riportato, per  la  realizzazione  di  una  infrastruttura  di
distribuzione  di  GNC  ci  sono  inoltre  alcuni   vincoli   tecnici
insormontabili che sono la distanza dal metanodotto e la pressione di
allaccio. 
  Qualora risulti diseconomica la realizzazione  di  un  tradizionale
impianto di erogazione di  metano  e'  possibile  ricorrere  a  carri
bombolai, al GNL o al biometano. Queste  soluzioni  innovative  hanno
costi attuali  di  realizzazione  di  impianto  e  di  logistica  del
carburante  superiori  a  quelli  relativi   all'infrastruttura   GNC
tradizionale e pertanto occorrerebbe facilitarne la  loro  diffusione
su larga scala anche attraverso opportuni incentivi. 
  6.2.4 Revisione delle normative tecniche di sicurezza per  i  nuovi
PV a metano 
  La revisione  della  normativa  sia  in  materia  di  impianti,  in
particolare rispetto alle  norme  che  devono  essere  rispettate  al
momento della costruzione,  sia  rispetto  ai  servizi  erogati  agli
utenti finali agevolerebbe infine lo sviluppo di nuove infrastrutture
e un migliore utilizzo di quelle realizzate. 
  Affinche' possa aumentare  la  diffusione  dei  PV  anche  in  aree
urbanizzate,  ritenute  prioritarie  nella  direttiva  DAFI,   verra'
valutata con attenzione la necessita' di procedere ad  una  revisione
delle vigenti norme tecniche di sicurezza  alla  luce  dell'eventuale
evoluzione della normativa europea di settore. 
  Infine con l'eliminazione del vincolo sulla  capacita'  minima  dei
nuovi impianti (450 mc/h) si inciderebbe con una riduzione dei  costi
di realizzazione dei PV e si favorirebbe lo sviluppo del mercato. 
  6.2.5 Incentivi per promuovere  la  realizzazione  di  nuovi  PV  a
biometano 
  Laddove la realizzazione di una nuova stazione GNC presenta vincoli
tecnici  insormontabili  quali  la  distanza  dal  metanodotto  e  la
pressione  di  allaccio,  il  biometano  rappresenta  una   soluzione
innovativa, utile soprattutto in ambito  urbano  per  l'alimentazione
delle flotte di furgoni del trasporto merci leggero e di autobus  per
il  Trasporto  Pubblico  Locale.  Tuttavia,  gli  elevati  costi   di
realizzazione di impianti e di logistica del biometano necessitano di
incentivi per la loro diffusione. 
  Per agevolare la  realizzazione  di  impianti  di  distribuzione  a
biometano, anche tramite aggiunta di  un  erogatore  di  biometano  a
punti vendita  di  carburanti  convenzionali,  e'  opportuno  che  la
revisione in corso del  decreto  interministeriale  5  dicembre  2013
preveda un incremento dell'incentivazione sia in  termini  finanziari
che di durata. 
  6.2.6  Superare  le  difficolta'   operative   per   garantire   il
rifornimento self-service 
  Altro  elemento  importante  e'  la   possibilita'   di   garantire
rifornimenti in "self-service non presidiato" 24 ore su 24 in maniera
analoga   agli    altri    carburanti    eliminando    o    riducendo
significativamente le attuali limitazioni al servizio  attraverso  un
aggiornamento da parte del Ministero dell'interno di concerto con  il
Ministero  dello  sviluppo  economico  del  decreto  sulla  normativa
tecnica dettata dal decreto del Ministro dell'interno del  24  maggio
2002  e  successive  modificazioni  ed  integrazioni  in  materia  di
sicurezza, tenendo conto degli standard di  sicurezza  utilizzati  in
ambito europeo. 
  6.2.7 Uso degli appalti pubblici a sostegno dell'uso del GNC 
  A supporto delle misure strategiche volte a facilitare lo  sviluppo
di una piu' capillare rete infrastrutturale, e' importante  sostenere
la domanda sia pubblica che privata di veicoli alimentati a  GNC,  al
fine di raggiungere la massa critica d'utenza tale  da  garantire  la
sostenibilita'  dell'investimento  sugli  impianti  da  realizzare  e
realizzati. 
  La vigente normativa in materia di Green  Public  Procurement  e  i
relativi CAM (Criteri Ambientali Minimi) disposta  dal  DM  13-4-2013
del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del  Mare
tracciano alcune indicazioni che le stazioni appaltanti italiane,  in
coerenza con l'analoga normativa UE in  materia  di  appalti,  devono
seguire per assicurare gare di fornitura in grado di contribuire alla
sostenibilita' del sistema dei trasporti. In quest'ambito, i  veicoli
GNC rientrano nelle  forniture  classificate  come  "verdi",  con  la
conseguente  attribuzione  di  valutazioni  premianti  in   sede   di
assegnazione dei punteggi di gara. 
  Si tratta di un meccanismo che  ha  consentito  di  ampliare  negli
ultimi 2-3 anni soprattutto il parco  autobus  alimentato  a  GNC  in
servizio TPL, che oggi in Italia rappresenta il 9%  circa  del  parco
complessivo in esercizio TPL, con oltre 3.500 autobus in esercizio. 
  Lo stesso Fondo Investimenti gestito dal  Ministero  dell'Ambiente,
mediante il Decreto Ministeriale n.735/11,  aveva  individuato  delle
premialita' finanziarie per le Regioni  che  avessero  promosso  gare
d'appalto per autobus GNC, in particolare per l'ambito urbano. 
  Le caratteristiche di veicolo a bassissima emissione di PM10 e  NOx
e a ridotta emissione di rumore  consente  alle  Amministrazioni  che
utilizzano gli autobus GNC di avvalersi di considerevoli vantaggi  in
termini di abbattimento dei costi esterni nell'esercizio dei  servizi
di trasporto pubblico in ambito urbano.  La  migliore  pianificazione
per  una  mobilita'  sostenibile  mediante  la  modernizzazione   del
servizio TPL individua nell'autobus GNC la soluzione  tecnicamente  e
funzionalmente idonea. Nel futuro, occorre finalizzare in  modo  piu'
puntuale i meccanismi di premialita' a  Regioni  e  Aziende  TPL  che
promuovono gare di fornitura per autobus GNC. Infatti, l'autobus  GNC
assicura i seguenti vantaggi: 
  •  servizi  integrati   con   i   servizi   ferroviari   pienamente
sostenibili; 
  • servizi a basso impatto ambientale ed economicamente  sostenibili
per la citta'; 
  • riduzione del costo totale di esercizio con recupero  di  risorse
da reinvestire per sistemi di mobilita' sostenibile; 
  • aumento dell'attrattivita' dei  servizi  con  possibili  ricadute
positive per la lotta alla congestione del traffico. 
  In  ragione  di  questi  vantaggi,  sarebbe  opportuno   promuovere
l'incremento della quota del parco autobus a  GNC  anche  mediante  i
Contratti di Servizio tra Concessionario e Azienda  di  gestione  dei
servizi TPL, in coerenza con le linee di riforma del Sistema TPL. 
  In questo quadro, l'incentivazione finanziaria in sede di gara  per
l'attribuzione  dei  servizi  in  concessione  alle  Aziende  per  il
trasporto pubblico locale (TPL) che realizzano impianti di erogazione
GNC  presso  i  depositi  rappresenterebbe  un  fattore   di   spinta
determinante per rendere operativamente possibile un diffuso utilizzo
degli autobus alimentati a GNC. 
  In questa ottica opera la misura  che  prevede,  per  le  pubbliche
amministrazioni centrali, gli enti e istituzioni da esse dipendenti o
controllate, le regioni, gli enti locali e i gestori  di  servizi  di
pubblica  utilita'  da  essi  controllati,  che  sono  situate  nelle
province ad alto inquinamento di particolato PM10, al  momento  della
sostituzione  del  rispettivo  parco  auto,  autobus  e  mezzi  della
raccolta dei rifiuti urbani un obbligo di acquisto di  almeno  il  25
per cento di veicoli a metano GNC e GNL. 
  6.2.8 Incentivi non finanziari finalizzati a promuovere e sostenere
la diffusione dei mezzi commerciali GNC 
  Per il comparto dell'autotrasporto,  non  esistono  attualmente  in
Italia meccanismi di regolazione del sistema finalizzati a promuovere
e sostenere la diffusione dei mezzi commerciali GNC. 
  L'unica regolazione tendente a favorire indirettamente  il  rinnovo
del parco circolante e' stata introdotta dalle recenti Circolari  del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - MIT,  in  attuazione
della Legge n.147/13. 
  Un fattore di regolazione del traffico merci in  Italia  su  alcune
direttrici internazionali e'  rappresentato  dai  limiti  imposti  da
Paesi confinanti come Svizzera ed Austria  per  la  circolazione  dei
veicoli con classi Euro piu' vetuste. Ad esempio,  lungo  l'asse  del
Brennero, la regolazione vigente  sulla  rete  elvetica  e  austriaca
inizia a condizionare anche la scelta  del  veicolo  da  parte  degli
operatori italiani, con prospettive positive in  termini  di  aumento
della quota di domanda per i veicoli GNC. 
  La tendenza a promuovere misure di  regolazione  della  domanda  al
fine di rendere piu' sostenibile il sistema dei trasporti, a  partire
da quello industriale, sara' parte sempre piu'  evidente  e  concreta
nella pianificazione  dei  trasporti,  sia  su  scala  nazionale  che
locale.   La   regolazione   del   pedaggio   autostradale   mediante
l'attuazione della Direttiva "Eurovignette" 2011/76/EU e le misure di
"road pricing", "park  pricing",  "area  pricing"  adottate  a  vario
titolo dagli Enti Locali rappresentano una discriminante di selezione
dei mezzi utilizzabili, in particolare per l'ambito urbano, in  grado
di favorire la diffusione dei veicoli GNC. 
  Lo stesso vale  per  le  misure  di  rimborso  di  pedaggi,  accise
carburanti e spese documentate e forfettarie applicate a sostegno del
comparto dell'autotrasporto. 
  Occorre quindi prevedere in futuro una  modularita'  di  pedaggi  e
rimborsi, oltre  che  di  accesso  alla  circolazione  e  alla  sosta
operativa nelle aree di pregio ambientale, che assegni ai  mezzi  GNC
un concreto  vantaggio  operativo  ed  economico.  Si  tratta  di  un
passaggio  che  dovrebbe   rappresentare   una   priorita'   per   la
programmazione  nazionale,  se  si  intende  dare  impulso  e  spinta
propulsiva allo sviluppo della  tecnologia  GNC  nelle  attivita'  di
trasporto industriale. 
 
  7 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  In accordo  con  il  punto  (10)  delle  considerazioni  inziali  e
l'articolo  3,  comma  1  della  Direttiva,  laddove  la  continuita'
extraterritoriale dell'infrastruttura ovvero la realizzazione di  una
nuova infrastruttura in prossimita' di confini lo  richieda,  sarebbe
opportuno collaborare con gli Stati  Membri  limitrofi  coinvolti  al
fine di garantire la continuita' transfrontaliera dell'infrastruttura
per i combustibili alternativi. 
  Al  fine  di  valutare   la   necessita'   di   detta   continuita'
transfrontaliera, ai sensi dell'articolo 6, comma 8 della  Direttiva,
particolare attenzione potra' essere data ai  punti  di  rifornimento
lungo i collegamenti stradali transfrontalieri. 
  La valutazione della necessita'  e  delle  eventuali  modalita'  da
adottare    per    garantire    la    continuita'    transfrontaliera
dell'infrastruttura  cosi'  come  l'eventuale  sviluppo  di  progetti
pilota e/o progetti infrastrutturali potrebbe essere fatta tenendo in
considerazione, per quanto pratico ed applicabile, anche i  risultati
dei progetti europei di collaborazione transfrontaliera conclusi o in
itinere quali, a titolo d'esempio, quelli co-finanziati a valere  sui
bandi TEN-T ovvero CEF. 
 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
      Sezione D: fornitura di gas di petrolio liquefatto (GPL) 
                          per il trasporto 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE 
  LISTA DELLE FIGURE 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  2.1 GAS PETROLIO LIQUEFETTO - GPL 
  2.2 RETE DI DISTRIBUZIONE 
  2.3 MERCATO 
  2.3.1 Immatricolazioni di autovetture alimentate con GPL 
  2.3.2 Conversioni a GPL di autovetture circolanti 
  2.4 NORMATIVA 
  2.4.1 Norme tecniche di settore 
  2.4.2 Navigazione da diporto e commerciale 
  2.4.3 Rete  di  distribuzione  per  la  navigazione  da  diporto  e
commerciale 
  2.4.4 Domanda di mercato 
  3 SCENARI DI SVILUPPO 
  3.1 LATO DOMANDA 
  3.2 LATO OFFERTA 
  4 MISURE DI SOSTEGNO 
  4.1 MISURE A CARATTERE FINANZIARIO PER AGEVOLARE  LA  REALIZZAZIONE
DI IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE STRADALE 
  4.2 MISURE FINANZIARIE PER L'ACQUISTO DI VEICOLI 
  4.3 MISURE FISCALI 
  4.4 CRITERI E OBIETTIVI INDICATIVI PER FAVORIRE L'UNIFORMITA' DELLA
PENETRAZIONE  DELLE  INFRASTRUTTURE  DI  DISTRIBUZIONE  NEL   SETTORE
STRADALE 
  4.5 REQUISITI MINIMI PER LA REALIZZAZIONE DELLE  INFRASTRUTTURE  DI
DISTRIBUZIONE NEL SETTORE NAUTICO DA DIPORTO 
 
  RIFERIMENTI 
  APPENDICE A: 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1: Banca dati dei fattori di emissione medi  del  trasporto
stradale in Italia, ambito di riferimento: urbano (Ispra, 2013) 
  Tabella 2: Banca dati dei fattori di emissione medi  del  trasporto
stradale in Italia, ambito di riferimento: totale (Ispra, 2013) 
  Tabella 3: Diffusione impianti a livello regionale 
  Tabella 4: Impianti per residenti e per veicoli circolanti 
  Tabella 5: Ipotesi diffusione impianti per regione 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
l'utilizzo del gas di petrolio liquefatto. 
 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
 
  2.1 GAS PETROLIO LIQUEFETTO - GPL 
  Il GPL e' un miscela di idrocarburi gassosi, formata principalmente
da propano e butano, che deriva sia dal processo  di  estrazione  del
gas naturale, sia dalla raffinazione del greggio. 
  In Italia l'approvvigionamento del prodotto e' determinato  per  il
53% dall'estrazione di gas naturale nei Paesi dell'area  mediterranea
e per il 47%  dalla  raffinazione  del  petrolio,  principalmente  in
impianti nazionali e comunitari. 
  A temperatura  ambiente  e  a  pressione  atmosferica,  il  GPL  si
presenta sotto forma di gas, ma puo' essere agevolmente liquefatto se
sottoposto a moderate pressioni. Una volta liquefatto,  il  GPL  puo'
essere  facilmente  immagazzinato  e  trasportato  in  recipienti   a
pressione  (cisterne  ferroviarie  o   stradali),   anche   in   zone
difficilmente raggiungibili, e reso fruibile all'utente in bombole  e
serbatoi di varie dimensioni. 
  Durante il processo di liquefazione il suo volume si riduce di  ben
274 volte. Cio' permette di immagazzinare  una  grande  quantita'  di
energia in poco spazio. 
  Il GPL e' un'ottima fonte energetica  e,  a  causa  di  una  grande
facilita'  di  lavorazione,  ha  una  notevole  versatilita'  e  puo'
contribuire   significativamente    alla    lotta    all'inquinamento
atmosferico, contribuendo alla riduzione delle emissioni inquinanti e
climalteranti, sia nel settore dell'autotrazione che in quello  della
nautica. 
  Dal punto di vista ambientale il GpL presenta notevoli vantaggi. Di
seguito, si riporta un'analisi dell'impatto ambientale in termini  di
emissioni climalteranti e inquinanti. 
  In particolare, per quanto riguarda la  CO2  ,  trattandosi  di  un
climalterante, le emissioni sono state stimate sull'intero  ciclo  di
vita (Life Cycle Analysis - LCA) e  comparate  con  quelle  derivanti
dalla produzione e dall'utilizzo degli altri carburanti  fossili.  Il
seguente grafico presenta una comparazione tra le  emissioni  LCA  di
benzina, diesel,  GpL  e  metano,  pubblicate  dalla  direttiva  (UE)
652/2015, da cui si evince  che  il  GPL  presenta  un  risparmio  di
emissioni rispetto a benzina e diesel. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Per quanto riguarda le emissioni di  inquinanti  locali,  quali  in
particolare PM e NOx, si riporta di seguito una tabella riepilogativa
con i relativi fattori: i dati, estrapolati  dalla  "Banca  dati  dei
fattori  di  emissione  medi  del  trasporto  stradale   in   Italia"
dell'ISPRA, sono riferiti  al  2013  e  riguardano,  rispettivamente,
nella prima tabella i valori emessi in ambito urbano, nella seconda i
valori complessivamente  emessi  in  ambito  urbano,  extraurbanoe  e
autostradale. 
 
Tabella 1: Banca dati dei fattori di  emissione  medi  del  trasporto
   stradale in Italia, ambito di riferimento: urbano (Ispra, 2013) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 2: Banca dati dei fattori di  emissione  medi  del  trasporto
   stradale in Italia, ambito di riferimento: totale (Ispra, 2013) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  2.2 RETE DI DISTRIBUZIONE 
  Negli ultimi anni, la rete di distribuzione stradale del  GPL  auto
e' cresciuta in modo  costante  e  abbastanza  omogeno  su  tutto  il
territorio  nazionale.  Dal  2001  al  2014,  i  punti  vendita  sono
aumentati del 78%, con un piu' alto trend di crescita a  partire  dal
2008  (+48%)  grazie  ad  alcuni  interventi  normativi   che   hanno
accelerato lo sviluppo della rete. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  La rete distributiva del GPL auto  rappresenta  il  16%  di  quella
totale e la quasi totalita' degli impianti eroganti GPL sono inseriti
in stazioni multicarburante. Secondo il tipo di viabilita'  stradale,
la rete di  GPL  auto  a  fine  2012  era  cosi'  suddivisa:  257  su
autostrade e raccordi autostradali e 2900 sulle altre strade. 
  Analizzando la densita' superficiale della  rete  in  ogni  singola
Regione, in 12 di queste si registrano valori pari o  inferiori  alla
media nazionale, pari a 1,2 impianti ogni 100 Kmq. La densita'  media
nazionale, inoltre, e' cinque volte inferiore a quella rilevata per i
punti vendita eroganti i  carburanti  tradizionali  pari  a  oltre  6
impianti ogni 100 kmq. 
 
         Tabella 3: Diffusione impianti a livello regionale 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Relativamente al rapporto tra stazioni di GPL auto e  abitanti,  in
Italia il rapporto medio e' di 16.000 residenti circa  per  impianto,
con 10 Regioni  che  presentano  un  rapporto  superiore  alla  media
nazionale, mentre in merito al numero di veicoli a GPL circolanti per
impianto, sono 7  le  Regioni  nelle  quali  si  registra  una  media
superiore a quella nazionale, che e' pari a 542. A tal proposito,  si
evidenzia che in  Italia  il  numero  di  veicoli  con  alimentazione
tradizionale per impianto risulta, in  media,  superiore  a  800:  un
rapporto, quindi, piu' alto di quello relativo al  GPL  di  circa  il
50%. 
  Pertanto, la consistenza della  rete  GPL  rispetto  al  numero  di
veicoli  da  servire  e'  piu'  favorevole  di  quella  degli   altri
carburanti  tradizionali,  seppur  con  una   densita'   territoriale
notevolmente inferiore. 
 
     Tabella 4: Impianti per residenti e per veicoli circolanti 
 
 
=====================================================================
|                   | Impianti  | Residenti per  |Veicoli circolanti|
|      REGIONE      |    GPL    |    impianto    |   per impianto   |
+===================+===========+================+==================+
|Marche             |    188    |     8.249      |       274        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Molise             |    32     |     9.792      |       308        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Emilia Romagna     |    435    |     10.231     |       624        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Veneto             |    455    |     10.830     |       474        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Umbria             |    81     |     11.046     |       414        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Abruzzo            |    120    |     11.096     |       424        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Piemonte           |    340    |     13.013     |       617        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Basilicata         |    43     |     13.410     |       298        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Toscana            |    279    |     13.450     |       453        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Friuli-Venezia     |           |                |                  |
|Giulia             |    84     |     14.609     |       222        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Puglia             |    244    |     16.763     |       435        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Lazio              |    336    |     17.537     |       626        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Calabria           |    105    |     18.825     |       330        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Sardegna           |    84     |     19.801     |       313        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Trentino-Alto Adige|    50     |     21.119     |       475        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Campania           |    265    |     22.119     |       799        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Lombardia          |    423    |     23.647     |       703        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Valle D'Aosta      |     5     |     25.660     |       624        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Sicilia            |    163    |     31.240     |       629        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
|Liguria            |    34     |     46.567     |       757        |
+-------------------+-----------+----------------+------------------+
 
 
  In merito al GPL per uso nautico, in Italia  dai  primi  anni  2000
sono stati condotti  alcuni  progetti  pilota  sia  nel  settore  del
diporto sia in quello della navigazione commerciale. 
  Nella laguna di Venezia sono stati convertiti  alcuni  natanti  per
uso diportistico e nel 2010 e' stato realizzato il primo distributore
ad uso pubblico. 
  Numerosi motoscafi della Federazione italiana sci nautico, inoltre,
sono alimentati a GPL: per il rifornimento degli  stessi  sono  state
installate due stazioni interne, una presso l'idroscalo di  Milano  e
l'altra presso il campo prova di Recetto (NO). 
 
  2.3 MERCATO 
  I consumi di GPL  per  autotrazione  hanno  subito  una  importante
flessione negli anni 2000-2007 (- 34%), principalmente a causa  della
maggiore diffusione dei  veicoli  diesel  e  di  un  contestuale  gap
tecnologico nell'impiantistica GPL. 
  Grazie anche ai sistemi di incentivazione  pubblica,  tuttavia,  il
parco auto a GPL e quindi i relativi consumi si sono ripresi  fino  a
recuperare tutto il calo accumulato dal 2001 al 2007. 
  Nel 2014 sono state vendute 1.576.000 tonnellate di  prodotto  e  i
consumi di GPL auto hanno rappresentato,  su  base  energetica,  poco
piu' del 5% dei consumi totali nel settore  dei  trasporti  stradali.
Oltre il 40% del mercato e' rifornito con propano proveniente da  gas
naturale, mentre la parte restante e' una miscela  variabile  di  gas
liquidi prodotta nelle raffinerie italiane. 
  Si osserva che nel tempo e' avvenuta  una  significativa  riduzione
del consumo unitario medio dei veicoli a GPL conseguente alla  sempre
maggiore efficienza delle auto e ad un fenomeno recessivo dei consumi
per effetto della crisi economica, cosi' come e' accaduto per tutti i
carburanti, nonche' ad una contrazione significativa delle cilindrate
medie. 
  Quest'ultimo fenomeno ha caratterizzato in particolare i gas (GPL e
metano) ed e' stato il risultato delle campagne di  incentivazione  a
favore dell'acquisto di autovetture con  basse  emissioni  di  CO2  e
quindi, inevitabilmente, con cilindrate inferiori al passato. 
  Il parco autovetture circolante  a  GPL  rappresenta  il  5,5%  del
totale (dati ACI 2014) con 2.042.000  veicoli,  a  notevole  distanza
dalla benzina (51 %) e dal gasolio (41 %). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  La  maggior  parte  della  popolazione  di  autovetture  a  GPL  si
concentra in alcune Regioni del nord del Paese: Piemonte,  Lombardia,
Veneto ed Emilia-Romagna insieme accolgono quasi  il  50%  del  parco
circolante. 
  Nelle altre aree dell'Italia, si evidenziano le regioni del Lazio e
della Campania con percentuali superiori al 10%. 
  2.3.1 Immatricolazioni di autovetture alimentate con GPL 
  Le case automobilistiche hanno cominciato ad offrire modelli nativi
a GPL a partire dal 1998 ma solo dal 2007 in poi  quest'ultimi  hanno
rappresentato una percentuale non marginale sul totale immatricolato. 
  Negli anni 2009-2010, grazie agli incentivi statali all'acquisto di
veicoli nuovi, che riconoscevano un beneficio unitario  maggiore  per
coloro che sceglievano un auto a gas, le immatricolazioni a GPL hanno
registrato un picco, fino a superare la soglia  del  15%  sul  totale
immatricolato. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Nel  2014  le  immatricolazioni  di   autovetture   a   GPL   hanno
rappresentato il 9,1% sul totale, terzo prodotto dopo gasolio (55,2%)
e benzina  (28,7%)  e  prima  del  metano  (5,3%),  mentre  le  altre
alimentazioni (ibride, elettriche...) sono rimaste al  di  sotto  del
1,7%. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  In Italia, sono attualmente offerti a  listino  da  oltre  15  case
automobilistiche  circa  60  modelli  alimentati  a   GPL,   o   piu'
precisamente bi-fuel (benzina-GPL) dove la benzina ha la funzione  di
carburante di emergenza per eventuali difficolta' di rifornimento  su
strada. I modelli offerti si concentrano nei segmenti commerciali  da
A, B e C, mentre pochi sono quelli che appartengono al segmento D. 
 
  2.3.2 Conversioni a GPL di autovetture circolanti 
  Per "conversione a GPL" si intende l'operazione di modifica  di  un
veicolo gia' omologato a  benzina  -  e  il  piu'  delle  volte  gia'
immatricolato - per equipaggiarlo con un sistema di  alimentazione  a
GPL. Tali interventi di  after-market  sono  realizzati  da  officine
meccaniche specializzate che in Italia sono circa 6.000,  diffuse  su
tutto il territorio nazionale. In Italia, sono presenti, inoltre,  le
piu' importanti imprese di progettazione e costruzione di sistemi  di
alimentazione a GPL, che  completano  la  filiera  industriale  delle
conversioni a GPL e che sono  leader  globali  del  mercato  e  della
tecnologia. 
  La domanda di mercato e' stata  storicamente  molto  rilevante  nel
nostro Paese, ma anche molto variabile nel tempo per diverse  ragioni
legate  al  prezzo  del  carburante,  della  componentistica  e  alla
presenza o meno di incentivazioni pubbliche. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Il record di mercato raggiunto nel 2008  e'  il  risultato  di  una
campagna di incentivazione finanziaria che e'  stata  attivata  negli
anni precedenti ma che ha  ottenuto  i  suoi  maggiori  finanziamenti
negli anni 2007, 2008 e 2009. Campania e Lazio  hanno  registrato  il
maggior numero di conversioni, contando insieme per oltre il 45%  sul
totale nazionale. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  2.4 NORMATIVA 
  Nel 2008, la rete distributiva dei carburanti e' stata  oggetto  di
una importante riforma  legislativa  volta  all'apertura  alla  piena
concorrenza nel settore ed allo  stesso  tempo  alla  promozione  dei
carburanti alternativi, incoraggiando le amministrazioni regionali  a
porre in atto dei provvedimenti  di  sviluppo  nell'ambito  dei  loro
poteri di programmazione del  territorio  (Decreto  Legge  25  giugno
2008, n. 112, articolo 83-bis, comma 21) 
  La maggior parte delle  Regioni  hanno  attuato  la  norma  statale
imponendo l'erogazione di almeno un carburante gassoso (GPL o metano)
in ogni nuovo impianto stradale. 
  Queste disposizioni regionali hanno  avuto  un  effetto  propulsivo
importante sullo sviluppo delle reti di distribuzione di  questi  due
carburanti ecologici: ad esempio, nel periodo dal  2009  al  2014  la
rete del GPL e' cresciuta di circa il 40%,  da  poco  meno  di  2.600
punti vendita a oltre 3.600, mentre nei sei  anni  precedenti,  cioe'
dal 2003 al 2008, l'incremento era stato del solo 14%. 
  Piu' in generale, le iniziative regionali in  materia  di  impianti
stradali hanno contribuito ad enfatizzare  il  ruolo  dei  carburanti
gassosi nelle piu' ampie politiche  energetiche  e  ambientali  delle
Regioni e degli Enti Locali. 
  Infatti, sono state contestualmente poste in essere misure  fiscali
e finanziarie volte ad incentivare la domanda di mercato  del  GPL  e
del metano, proprio al fine di "spezzare" il circolo vizioso (assenza
di domanda come conseguenza dell'assenza di offerta, e viceversa) che
normalmente impedisce l'affermarsi di tecnologie alternative. 
  2.4.1 Norme tecniche di settore 
  L'investimento  richiesto  per  la  realizzazione  di  impianti  di
erogazione di GPL auto presso un punto  vendita  stradale  e'  ancora
leggermente superiore  rispetto  al  caso  dei  combustibili  liquidi
tradizionali, soprattutto perche' le norme tecniche di  settore  sono
complessivamente piu' stringenti. 
  Queste  normative  tecniche  sono  state  aggiornate  (Decreto  del
Presidente della Repubblica 24 ottobre  2003,  n.  340  e  successive
modifiche  e  integrazioni)   nella   direzione   di   una   maggiore
semplificazione non solo delle regole  di  costruzione/installazione,
ma anche di quelle relative all'esercizio del punto vendita. 
  Tali  aggiornamenti  hanno  notevolmente  agevolato,  rispetto   al
passato, l'affiancamento dei gas  per  auto  agli  altri  carburanti:
maggiore  flessibilita'  nell'installazione  delle   apparecchiature,
riduzione delle distanze di sicurezza rispetto a  fabbricati  interni
ed esterni alla stazione, introduzione delle colonnine multi-prodotto
(GPL, metano, benzina e diesel), nonche' l'introduzione del  servizio
self-service per entrambi i carburanti gassosi. 
  Il servizio fai-da-te e' consentito sia in presenza sia in  assenza
del personale nel piazzale della stazione stradale, pur nel  rispetto
di certe condizioni tecniche che sono piu' severe  rispetto  al  caso
del  rifornimento   effettuato   dall'operatore   (Decreto   Ministro
dell'Interno del 31 marzo 2014). 
  2.4.2 Navigazione da diporto e commerciale 
  Relativamente alla progettazione  e  costruzione  delle  unita'  da
diporto e dei loro motori, la normativa comunitaria di riferimento e'
costituita dalla Direttiva 94/25/CE: trattasi di una  Direttiva  c.d.
"di nuovo approccio" che pertanto stabilisce  solo  alcuni  requisiti
essenziali per la certificazione delle unita' e  dei  motori  secondo
schemi amministrativi predefiniti. 
  La  Direttiva  demanda  al  Comitato  Normatore  Europeo  (CEN)  la
definizione di eventuali specifiche  tecniche  di  dettaglio  per  le
diverse applicazioni ricadenti nel suo  scopo,  come  ad  esempio  la
propulsione a GPL. In altre parole,  la  conformita'  agli  eventuali
standard CEN  armonizzati  fornisce  presunzione  di  conformita'  ai
requisiti  essenziali  della  direttiva  nell'ambito  delle  relative
procedure di certificazione. 
  La propulsione a GPL e' esplicitamente prevista dalla  legislazione
comunitaria e il CEN ha gia' emanato una norma  tecnica  armonizzata,
la UNI EN 15609:2012 riguardante "Attrezzature e accessori per GPL  -
Sistemi di propulsione a GPL per imbarcazioni, yacht e altre unita'". 
  Al fine di completare il quadro normativo europeo, la Legge  Delega
del 7 ottobre 2015, n. 167, per la riforma del Codice  della  nautica
da diporto, ha delegato il Governo  ad  adottare  le  "procedure  per
l'approvazione e l'installazione di sistemi di alimentazione con  gas
di petrolio liquefatto (GPL) su unita' da diporto e  relativi  motori
di propulsione,  sia  di  nuova  costruzione  che  gia'  immessi  sul
mercato". 
  I  requisiti  tecnici  necessari  per  ottenere  il  rilascio   dei
certificati di sicurezza o d'idoneita' delle navi ad uso  commerciale
sono determinati dal D.P.R. 8 novembre 1991,  n.  435,  "Approvazione
del regolamento per la sicurezza della navigazione e della vita umana
in mare". 
  Nel 2010 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,  tenuto
conto che il regolamento suddetto non  prevede  l'uso  del  GPL  come
carburante per la propulsione, ha istituito un tavolo di  lavoro  con
le istituzioni, gli organi di controllo e  le  categorie  interessate
per  la  realizzazione  di  un  protocollo  di  sperimentazione   con
l'obiettivo di produrre un'opportuna regolamentazione tecnica. 
  Il Registro Italiano Navale (RINA) su mandato del  Ministero  delle
Infrastrutture  e  dei  Trasporti  ha  predisposto   una   bozza   di
disciplinare tecnico in base alla quale i titolari delle imbarcazioni
avrebbero dovuto presentare eventuali proposte di sperimentazione  in
campo. Purtroppo, fino ad ora, nessun campo prova e'  stato  attivato
sebbene sia stato manifestato un certo  interesse  sia  da  parte  di
alcuni utilizzatori che da parte di costruttori di  mezzi,  motori  e
sistemi di alimentazione a gas. 
  2.4.3 Rete  di  distribuzione  per  la  navigazione  da  diporto  e
commerciale 
  Con il Decreto del Ministero dell'Interno del  6  ottobre  2010  e'
stata approvata la regola tecnica per la realizzazione della stazione
di rifornimento uso nautico. 
  Rispetto alla disciplina di prevenzione incendi vigente  nel  campo
della distribuzione del  GPL  uso  autotrazione,  il  citato  Decreto
Ministeriale contiene alcune importanti semplificazioni,  soprattutto
nel lay-out delle  apparecchiature,  che  consentono  l'installazione
degli impianti anche in porti di piccole e medie dimensioni. 
  L'assenza di un chiaro  e  completo  quadro  regolamentare  per  la
certificazione delle mezzi da diporto e  navali  pone,  tuttavia,  un
ostacolo allo sviluppo della domanda e, pertanto,  risulta  difficile
motivare  gli  investimenti  nella  realizzazione  di  punti  vendita
carburante. 
  Dal 2010 ad oggi, non e' stato installato alcun impianto di GPL per
la nautica, e quindi la norma e' rimasta di fatto inapplicata. 
  2.4.4 Domanda di mercato 
  In  Italia,  molteplici  sono  state  le  iniziative  per  favorire
l'acquisto di veicoli nuovi a  gas  e  la  conversione  a  gas  delle
vetture circolanti. 
  La misura a "costo zero" di maggior successo e' quella che permette
alle autovetture alimentate con GPL o con metano di  circolare  anche
in presenza dei blocchi del traffico motivati da ragioni di carattere
ambientale. 
  Infatti, in questi anni, molti  Comuni  hanno  disposto  il  blocco
della circolazione parziale o totale all'interno  dei  propri  centri
urbani per evitare lo sforamento dei limiti di concentrazione in aria
del particolato e degli ossidi di  azoto  stabiliti  dalla  direttive
europee. 
  Considerando che i gas di scarico  delle  autovetture  a  GPL  e  a
metano presentano emissioni di particolato e di ossidi di azoto molto
ridotte, soprattutto rispetto al diesel, i Comuni hanno esentato tali
tipi  di  autovetture  dai  suddetti  blocchi  del  traffico.  Questo
costituisce un vantaggio significativo in termini di possibilita'  di
utilizzo del veicolo, che i proprietari di auto a gas hanno percepito
come un vero e proprio premio alla propria scelta. 
  I provvedimenti di esenzione sono pero' spesso  disomogenei  mentre
una maggiore armonizzazione darebbe  piu'  certezze  ai  cittadini  e
rappresenterebbe  una  sistema  strutturale  di   incentivazione   al
passaggio a tecnologie a piu' basso impatto. 
 
  3 SCENARI DI SVILUPPO 
 
  3.1 LATO DOMANDA 
  Il grafico seguente mostra le previsioni tendenziali dei consumi  e
del complessivo parco circolante a GPL, con  esclusione  del  settore
della nautica, settore per il quale, tuttavia, si  ritiene  probabile
uno sviluppo a seguito di politiche di sostegno adeguate. 
  Si osserva un aumento del parco circolante al 2020 di circa  il  6%
rispetto al dato di 2.042.000 di fine 2015 e  dell'  11  %  al  2030,
grazie ad un bilancio positivo tra il  numero  di  nuove  autovetture
immesse sul mercato (immatricolazioni + conversioni) e  quello  delle
vetture rottamate. 
  I consumi rimangono invece pressoche' costanti fino al 2020, mentre
per gli anni  a  seguire  si  nota  un  crescente  "disaccoppiamento"
rispetto al parco circolante per  effetto  di  un  duplice  fenomeno:
incremento  della  efficienza  media  del  parco  e  diminuzione  dei
chilometraggi annui. 
  Il consumo medio per veicolo  scende  infatti  dalle  attuali  0,80
t/veicolo/anno a 0,76 nel 2020 e 0,69 nel 2030. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Nella figura seguente si riportano gli andamenti tendenziali  delle
immatricolazioni e delle conversioni, la cui somma rimane  abbastanza
costante nel tempo, ma la ripartizione interna evidenzia  un  leggero
aumento delle immatricolazioni e un  contemporaneo  e  costante  calo
delle conversioni. Le conversioni si riducono di circa il 5% al  2020
e  del  17%   al   2030,   mentre   le   immatricolazioni   crescono,
rispettivamente, del 3% e del 10%. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  La ricerca "Green economy e veicoli stradali:  una  via  italiana",
realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha preso  in
esame nel 2014 anche uno scenario di elevata penetrazione delle  auto
a gas in Italia da oggi al 2030, con la progressiva  sostituzione  di
circa  un  terzo  delle  auto  a  combustibili  liquidi   del   parco
circolante, dovuta sia ad acquisto di nuove auto sia ad interventi di
retrofit. La riduzione delle emissioni sarebbe significativa: al 2030
- 3,5 milioni di t CO2, - 67 tonnellate di particolato e  -  21  mila
tonnellate di ossidi di azoto all'anno rispetto ad  uno  scenario  di
non intervento. 
 
  3.2 LATO OFFERTA 
  Per la stima dello sviluppo tendenziale della rete di distribuzione
stradale si e' ipotizzato di mantenere costante il  rapporto  tra  il
numero di stazioni  e  i  consumi  di  carburante.  La  relazione  di
proporzionalita'  tra  queste  due  grandezze,  oltre  ad  avere   un
fondamento razionale, e' corroborata dai dati  storici  degli  ultimi
anni: dal 2008 al 2015 il rapporto tra numero di stazioni  e  consumi
ha  subito  oscillazioni  contenute  nel  10%  massimo  (410  -   450
t/impianto). 
  Questo e', inoltre,  avvenuto  in  vigenza  di  normative  volte  a
sostenere  la  crescita  degli  impianti.  Lo   scenario   ipotizzato
risulterebbe, pertanto, sovrastimato nel  caso  in  cui  il  contesto
legislativo  dovesse  mutare  e  le  misure  regionali   di   obbligo
all'installazione di erogatori di GPL nei  nuovi  impianti  dovessero
essere abrogate in tutto il  territorio  nazionale,  per  effetto  di
provvedimenti statali, o in una parte piu' o meno ampia di esse,  per
scelta delle stesse amministrazioni locali. 
 
  4 MISURE DI SOSTEGNO 
 
  4.1 MISURE A CARATTERE FINANZIARIO PER AGEVOLARE  LA  REALIZZAZIONE
DI IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE STRADALE 
  Per  agevolare  la  realizzazione  di  impianti  di   distribuzione
stradale di GPL o metano, alcune Regioni hanno messo in campo proprie
risorse finanziarie per sostenere, con stanziamenti a fondo  perduto,
le spese relative alla c.d. area tecnologica,  cioe'  per  l'acquisto
dei componenti degli impianti. 
  Le risorse  sono  state  sempre  esigue  rispetto  alla  potenziale
domanda e le modalita' di erogazione dei finanziamenti  hanno  creato
alcune difficolta' di accesso per alcuni tipi di imprese. 
  Infatti, nella quasi totalita' dei casi, le Regioni sono ricorse al
regime  del  "de  minimis"  per  non  incorrere  nelle  problematiche
burocratiche relative alla notifica degli aiuti di Stato  secondo  la
disciplina UE. 
  Il contributo unitario massimo per azienda stabilito per gli  aiuti
erogati in regime di "de minimis"  (originariamente  100.000  euro  e
recentemente aumentato a 200.000 euro complessivi  nell'arco  di  tre
anni) ha, pero', tenuto fuori alcuni importanti investitori. 
 
  4.2 MISURE FINANZIARIE PER L'ACQUISTO DI VEICOLI 
  Come rilevato nell'analisi dell'andamento delle immatricolazioni di
veicoli a gas, il programma di incentivazione attivo negli anni  2009
e 2010 ha generato una  svolta  epocale  nella  domanda  di  mercato.
Infatti, a chi acquistava un veicolo  a  gas  con  emissioni  di  CO2
inferiori a 120gr/km previa rottamazione di  una  vettura  circolante
veniva riconosciuta una agevolazione statale di circa 3.000 euro pari
a una percentuale rilevante del costo complessivo dell'auto. 
  Le case automobilistiche hanno ampliato la propria gamma di mezzi a
gas proprio per cogliere l'opportunita'  offerta  dalle  agevolazioni
statali. In un clima di competizione molto positivo, ognuna  di  loro
ha prodotto in tempi brevi campagne pubblicitarie e di marketing  per
conquistare quote di mercato in questo nuovo segmento. Si e'  creato,
quindi, un circolo virtuoso  che  ha  amplificato  l'efficacia  degli
incentivi pubblici. 
  Cio' ha dato modo a questi grandi gruppi industriali di testare  le
potenzialita' commerciali e la bonta' tecnologica delle auto a gas, e
sulla base di questa positiva esperienza  la  quasi  totalita'  delle
case automobilistiche ha confermato i propri  progetti  a  gas  anche
dopo l'interruzione degli incentivi. 
  Sul fronte delle conversioni  a  gas,  iniziative  di  agevolazione
finanziaria altrettanto efficaci sono state realizzate dal  Ministero
dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare. 
  Nel 1997 il Ministero dello Sviluppo Economico ha creato  un  fondo
strutturale per sostenere la conversione a gas dei veicoli circolanti
con stanziamenti che si sono pero' rivelati  troppo  esigui  rispetto
all'interesse dei cittadini. 
  L'erogazione a "stop and go"  dei  fondi  statali  ha  prodotto  un
analogo riflesso nel mercato. Solo con la Finanziaria 2007  e'  stato
stabilito  un  fondo  triennale  tanto  capiente  da  soddisfare   le
richieste di incentivo senza interruzioni. 
  Anche in questo caso, il successo dell'iniziativa ha fatto emergere
una domanda potenziale che era inespressa per  l'ostacolo  posto  dal
"costo di  ingresso"  all'uso  del  prodotto,  cioe'  dal  prezzo  di
acquisto e di installazione dell'impianto a gas. 
  Dal 2009 in poi la campagna di  incentivi  non  ha  ricevuto  altri
finanziamenti;  sono  stati  recuperate  solo  delle   disponibilita'
residue dovute al mancato  perfezionamento  di  alcune  richieste  di
agevolazione. 
  Una  esperienza  ancor  piu'  significativa  da  punto   di   vista
ambientale e' l'Iniziativa Carburanti Basso Impatto (ICBI), istituita
nel 2000 dal Ministero dell'Ambiente e volta alla promozione del  GPL
e del metano per auto. 
  ICBI e' una Convezione di quasi 700 Comuni italiani  inclusi  nelle
aree a rischio di inquinamento atmosferico  volta  principalmente  ad
agevolare la realizzazione di  conversioni  a  gas  di  veicoli  gia'
circolanti e di impianti di distribuzione di GPL o metano per  flotte
pubbliche. 
  I fondi complessivamente erogati in questi anni sono stati  pari  a
circa 30 milioni di euro ed hanno comportato la trasformazione a  gas
di circa 90 mila veicoli. 
 
  4.3 MISURE FISCALI 
  Per quanto riguarda  la  tassazione  applicata  ai  veicoli  (bollo
regionale, IPT..), si evidenzia che attualmente la disciplina statale
in materia di tasse automobilistiche: 
  • riconosce uno sconto permanente del 75%  sul  bollo  annuale  dei
veicoli mono-fuel a gas1 ; 
  •  consente  alle  Regioni  di  esentare   i   veicoli   a   doppia
alimentazione (GPL-benzina o metano-benzina), nuovi o "convertiti" in
post-vendita, dal  pagamento  del  c.d.  bollo  auto  per  un  numero
limitato di anni (Decreto Legge 3 ottobre 2006, n. 262,  articolo  2,
commi 60, 61, 62). 
  I modelli  mono-fuel  a  gas  sono  molto  pochi  perche'  le  case
automobilistiche, per problemi legati all'omologazione e al  fine  di
assicurare una maggiore autonomia al veicolo, preferiscono installare
un serbatoio benzina di capacita' ordinaria. 
  Pertanto, la prima norma di cui sopra ha avuto un impatto marginale
sul mercato. 
  Solo  poche  Regioni  hanno  recepito,  invece,  la  seconda  norma
nazionale  riguardante  le  vetture  bi-fuel  (Piemonte,   Lombardia,
Puglia, Toscana, Province autonome Trento e  Bolzano)  e  la  maggior
parte di queste come misura temporanea. 
  Laddove adottata in modo permanente  (Piemonte,  Puglia,  Trento  e
Bolzano), le vendite delle auto a  gas  hanno  subito  un  incremento
superiore alla media nazionale, perche' il beneficio economico, anche
se dilazionato su piu' anni, compensa  quasi  totalmente  i  maggiori
costi  sostenuti  per  acquistare  o  convertire   un   veicolo   con
alimentazione a gas. 
  Rimanendo  nell'ambito  della  fiscalita'  applicata  all'auto,  si
segnalano alcune iniziative  autonome  da  parte  di  amministrazioni
provinciali in  relazione  all'Imposta  Provinciale  di  Trascrizione
(IPT): sono state applicate tariffe  piu'  basse  rispetto  a  quelle
fissate per i veicoli tradizionali. Infatti, a differenza  di  quanto
e' avvenuto nel caso della tassazione automobilistica  regionale,  la
legislazione nazionale non prevede delle misure  organiche  a  favore
delle auto piu' ecologiche. 
  Infine,  con  riferimento  alla  fiscalita'  del   carburante,   si
evidenzia che l'aliquota d'accisa  prevista  in  Italia  per  il  GPL
carburante e' alquanto superiore alla  media  europea  (vedi  tabella
seguente). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Anche  il  rapporto  relativo  dell'aliquote  stabilite  in  Italia
rispetto a quelle minime UE per tutti i carburanti non premia il  GPL
auto. Infatti, l'accisa del GPL in Italia e' pari al 214%  di  quella
minima europea mentre per la benzina,  il  diesel  ed  il  metano  lo
stesso rapporto e' pari rispettivamente a 204%, 188% e 4%2 . 
 
 
=====================================================================
|                 |   Benzina   |  Diesel   |    GPL    |  Metano   |
+=================+=============+===========+===========+===========+
|Direttiva UE     |             |           |           |           |
|2003/96          |359          |330        |125        |91         |
+-----------------+-------------+-----------+-----------+-----------+
|Italia           |730,58       |619,8      |267,77     |3,31       |
+-----------------+-------------+-----------+-----------+-----------+
|Ratio            |204%         |188%       |214%       |4%         |
+-----------------+-------------+-----------+-----------+-----------+
 
 
  Nonostante cio', il livello di tassazione applicato  in  Italia  al
GPL auto e' tale che il suo prezzo finale "alla pompa" sia  inferiore
a quello  dei  combustibili  liquidi  tradizionali,  offrendo  dunque
all'utenza  un  vantaggio  economico  non  marginale  (minori   costi
operativi) che ha contribuito in modo sostanziale alla  crescita  del
mercato in questi anni. 
 
-------- 
 1 Si definisce "veicolo  mono-fuel  alimentato  a  gas"  un  veicolo
dotato della doppia alimentazione GPL-benzina  o  metano-benzina  con
serbatoio della benzina di capacita' inferiore a 15 litri. 
 2 L'aliquota d'accisa del metano per auto e' inferiore  alla  minima
europea in forza del potere di deroga che  la  Direttiva  UE  2003/96
concede ad ogni  Stato  Membro  per  quanto  riguarda  la  tassazione
applicata ai gas per auto. 
 
 
  4.4 CRITERI E OBIETTIVI INDICATIVI PER FAVORIRE L'UNIFORMITA' DELLA
PENETRAZIONE  DELLE  INFRASTRUTTURE  DI  DISTRIBUZIONE  NEL   SETTORE
STRADALE 
  Dall'analisi sopra riportata relativa  alla  densita'  superficiale
delle varie Regioni italiane, si evince come la maggior parte di esse
abbia una densita' al di sotto della media nazionale, pari a 1,2  (n.
impianti/ 100 Kmq). 
  Pertanto, al fine di favorire l'uniformita' della  copertura  degli
impianti di distribuzione lungo  tutto  il  territorio  nazionale  si
ritiene che  possa  essere  considerato  realistico  e  nel  contempo
necessario un incremento delle stazioni, nelle Regioni  italiane  con
una densita' superficiale (n. impianti/ 100 Kmq) inferiore a 0,7, che
nel 2025 sia pari allo  0,2.  Da  tale  incremento,  deriverebbe  una
situazione complessiva secondo la tabella seguente e con una densita'
media che diventerebbe pari a 1,28. 
 
         Tabella 5: Ipotesi diffusione impianti per regione 
 
 
=====================================================================
|              |                          |Densita' Superficiale (n.|
|              |Densita' Superficiale (n. |  impianti/ 100 Kmq) Al  |
|   REGIONE    |    impianti/ 100 Kmq)    |          2025           |
+==============+==========================+=========================+
|Valle D'Aosta |           0,2            |           0,4           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Sardegna      |           0,3            |           0,5           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Basilicata    |           0,4            |           0,6           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Trentino-Alto |                          |                         |
|Adige         |           0,4            |           0,6           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Sicilia       |           0,6            |           0,8           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Liguria       |           0,6            |           0,8           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Molise        |           0,7            |           0,9           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Calabria      |           0,7            |           0,9           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Umbria        |            1             |            1            |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Abruzzo       |           1,1            |           1,1           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Friuli-Venezia|                          |                         |
|Giulia        |           1,1            |           1,1           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Toscana       |           1,2            |           1,2           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Puglia        |           1,2            |           1,2           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Piemonte      |           1,3            |           1,3           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Lombardia     |           1,8            |           1,8           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Lazio         |           1,9            |           1,9           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Campania      |           1,9            |           1,9           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Emilia Romagna|           1,9            |           1,9           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Marche        |            2             |            2            |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
|Veneto        |           2,5            |           2,5           |
+--------------+--------------------------+-------------------------+
 
 
  4.5 REQUISITI MINIMI PER LA REALIZZAZIONE DELLE  INFRASTRUTTURE  DI
DISTRIBUZIONE NEL SETTORE NAUTICO DA DIPORTO 
  Nel settore nautico, finora quasi inesistente, si ritiene che possa
essere considerata auspicabile una previsione di incremento  graduale
nel tempo, con riferimento al sistema complessivo della  navigazione,
e comprensivo sia dei porti marittimi che della  navigazione  interna
che consenta la realizzazione, entro il 2025, di n.  1  impianto  per
ciascuna Regione lambita da acque marittime. 
                                                          Allegato IV 
 
                                                previsto dall'art. 18 
 
Elenco delle province i cui capoluoghi hanno superato il limite delle
concentrazioni del particolato PM10 per almeno 2 anni su 6 negli anni
                          dal 2009 al 2014 
 
    Il decreto legislativo 13 agosto 2010, n.  155  prevede  che  non
deve essere superato con  almeno  una  centralina  urbana  la  soglia
limite di polveri sottili per un numero massimo di 35 giorni/anno con
concentrazioni superiori a 50 μg/m3. 
    Il limite delle concentrazioni del particolato PM10 per almeno  2
anni su  6  nel  periodo  2009-2014  risulta  superato  nei  seguenti
capoluoghi di provincia: 
      6 anni su 6:  Alessandria,  Asti,  Bergamo,  Brescia,  Cremona,
Frosinone, Lodi, Mantova,  Milano,  Modena,  Monza,  Napoli,  Padova,
Palermo, Parma, Pavia,  Piacenza,  Rimini,  Roma,  Rovigo,  Siracusa,
Torino, Treviso, Venezia, Vercelli, Verona, Vicenza. 
      5 anni su 6: Avellino, Bologna, Como, Ferrara,  Novara,  Prato,
Ravenna, Terni, Reggio Emilia, Firenze. 
      4 anni su 6: Biella, Forli', Sondrio, Varese, Benevento. 
      3 anni su 6: Caserta, Cuneo, Lecco, Pordenone. 
      2  anni  su  6:  Cagliari,  Lucca,  Salerno,  Pescara,  Trento,
Trieste.