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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 novembre 1966, n. 1381

Riordinamento di sedici Istituti tecnici Industriali.

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vigente al 28/04/2024
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Testo in vigore dal: 28-7-1967
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

  Vista   la   legge  15  giugno  1931,  n.  889,  sul  riordinamento
dell'istruzione media tecnica;
  Visto  il  regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, che approva il testo
unico della legge comunale e provinciale;
  Visto il regio decreto-legge 21 settembre 1938, n. 2038, convertito
nella  legge  2  giugno  1939, n. 739, contenente, tra l'altro, norme
sull'ordinamento degli Istituti di Istruzione tecnica;
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1961,
n.  1222,  relativo  agli  orari e ai programmi di insegnamento degli
Istituti tecnici;
  Vista  la  legge  22  novembre 1961, n. 1282, sul riordinamento dei
servizi  di  vigilanza  contabile  e delle carriere del personale non
insegnante  delle  scuole  e  degli  Istituti di istruzione tecnica e
professionale e dei convitti annessi;
  Considerato che dal 1 ottobre 1962 gli Istituti tecnici Industriali
sotto  indicati  funzionano di fatto in base alla situazione organica
risultante dalle tabelle allegate al presente decreto;
  Ritenuta la necessita' di regolarizzare tale situazione di fatto;
  Sulla  proposta  del  Ministro  Segretario di Stato per la pubblica
istruzione, di concerto con quelli per l'interno e per il tesoro;

                              Decreta:
                               Art. 1.

  A decorrere dal 1 ottobre 1962 gli Istituti tecnici industriali di:
    1)  Brescia;  2)  Catania "Archimede"; 3) Ferrara; 4) Foligno; 5)
Forli';  6)  Gorizia; 7). Livorno; 8) Massa; 9) Milano "Feltrinelli";
10)  Monza;  11)  Palermo  "Vittorio Emanuele III"; 12) Piacenza; 13)
Piazza  Armerina;  14)  Pisa;  15)  Taranto; 16) Udine; sono ordinati
secondo la struttura organica risultante dalle tabelle A, B, C, D, E,
F,  G,  H,  I,  L,  M,  N,  0,  P, Q, R, annesse al presente decreto,
firmate,  d'ordine  del Presidente della Repubblica, dal Ministro per
la pubblica istruzione e da quello per il tesoro.