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REGIO DECRETO 13 dicembre 1868, n. MMLXXXVII (2087)

Che modifica lo Statuto della Banca popolare di Genova. (6802087R)

note: Entrata in vigore del provvedimento: 15/02/1869
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vigente al 01/05/2024
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Testo in vigore dal: 15-2-1869
 
                        VITTORIO EMANUELE II 
 
           PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA' DELLA NAZIONE 
 
                             RE D'ITALIA 
 
  Visti i Buoni di cassa da centesimi cinquanta, illegalmente  emessi
dalla Banca popolare di Genova; 
 
  Visto lo Statuto di  detta  Banca,  approvato  col  Nostro  Decreto
dell'8 giugno 1868; 
 
  Visti il titolo VII, libro I del Codice di commercio, e  il  Nostro
Decreto del 30 dicembre 1865, n. 2727; 
 
  Visto l'articolo 1° della Legge del 9 giugno 1850, n. 1054. 
 
  Sentito il  parere  emesso  dal  Consiglio  di  Stato  in  adunanza
generale del 31 ottobre 1868; 
 
  Considerato che per la disposizione del § 6° dell'articolo 22 dello
Statuto predetto, erroneamente interpretata,  la  Banca  popolare  di
Genova ha potuto ritenersi autorizzata ad emettere carte  di  credito
facienti in commercio l'ufficio della moneta metallica; 
 
  Sulla proposta del Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio; 
 
  Abbiamo decretato e decretiamo: 
 
                           Articolo unico. 
 
  Il paragrafo n. 6 dello articolo 22  dello  Statuto  sociale  della
Banca popolare di Genova e' abrogato;  e  sono  pure  abrogate  nello
articolo 32 dello stesso Statuto le parole seguenti: 
 
  «e dei buoni di cassa di cui allo articolo 22, n. 6.» 
 
  Ordiniamo che il presente Decreto, munito del sigillo dello  Stato,
sia inserto nella raccolta ufficiale delle Leggi e  dei  Decreti  del
Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e  di  farlo
osservare. 
 
    Dato a Firenze addi' 13 dicembre 1868. 
 
                          VITTORIO EMANUELE 
 
  Registrato alla Corte dei conti addi' 19 dicembre 1868 
 
    Reg. 45 Atti del Governo a c. 42. Ayres. 
 
   Luogo del sigillo. V. Il Guardasigilli De Filippo. 
 
                                                          A. Ciccone.